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Autore: Greywolf    15/02/2014    5 recensioni
Una giornata di pioggia come non si vedeva da tempo. Una corsa sfrenata. Un amico in difficoltà. L'inizio di un dramma...un lento cambiamento...fino ad un nuovo inizio.
""-Si può sapere dove mi porti?- gli domandai mentre cercavo goffamente di coprirmi la testa con il braccio libero.
Lui non era infastidito da nulla di quello che lo circondava. Era concentrato solo a correre. L’acqua e il vento sembravano l’ultimo dei suoi problemi.
-Da Naruto!- mi disse.
-Da Naruto? Gli è successo qualcosa?! Dov’è ora?- domandai senza sapere che altro dire.
Rispose dopo un attimo:
-In ospedale…-""
E' la mia prima storia a capitoli e aggiungerei che è una storia delicata. Sperò vi possa interessare e piacere alla fine. Pubblicherò il nuovo capitolo di giovedì e di sabato. Qualsiasi appunto che avete, critiche, apprezzamenti, qualsiasi cosa, fatemi sapere e recensite per dirmi cosa ne pensate. Ci terrei molto! Buona lettura! :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Tenten | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Nel giro di un’ora il corridoio era attrezzato al punto da sembrare un piccolo accampamento. Avevamo fatto un giro per l’ospedale ed eravamo riuscite a procurarci una decina di materassi, coperte e cuscini da tutte le stanze libere. Li avevamo sistemati uno accanto all’altro solo da un lato del corridoio per permettere il passaggio alla sala. Inoltre avevamo procurato altri asciugamani e qualcosa di caldo da bere ai nostri amici per quando sarebbero tornati. Infine ero andata io personalmente a ordinare la cena a portar via all’Ichiraku per tutti. Il signor Teuchi e Aime non sapevano cosa dire quando riferii loro che Naruto era ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Inventai che era stato ferito in missione perché ritenevo giusto avvisarli dell’accaduto, evitando di dire che probabilmente aveva tentato il suicidio. Meno persone sapevano di questa storia e meglio sarebbe stato. Ma io non sono brava a mentire. Teuchi infatti mi fece notare che Naruto e gli altri avevano parlato di un mese di riposo dopo la missione conclusa una settimana fa. A quel punto dovetti aggiungere un’altra bugia dicendo che si era presentata una missione all’improvviso e per cui il periodo di riposo era stato rimandato. Per fortuna stavolta la bugia fu più credibile. Visto come stavano le cose, mi garantì che avrebbe pensato lui stesso alla consegna e mi invitò a tornare subito indietro. Dopo averlo ringraziato caldamente, affrontai di nuovo la pioggia che ancora non accennava a volermi dare una tregua per oggi e tornai in ospedale.
“Questa pioggia non poteva capitare in un momento meno opportuno!” pensai  mentre mi scrollavo i vestiti umidi nonostante stavolta mi fossi riparata con un ombrello, recuperato in ospedale. Lo poggiai là dove lo avevo trovato e nuovamente percorsi quei corridoi per tornare da Naruto. Non corsi stavolta…ma mentre li attraversavo, mi sembrò di farlo. Il mio pensiero tornò a poche ore prima e rividi me stessa correre come una disperata in attesa di sapere qualcosa di cui adesso avrei fatto volentieri a meno. E’ proprio vero che a volte è molto meglio ignorarle che saperle le cose. O forse non è così. Mi sarei resa conto di quanto tenessi a Naruto come amico se lui non avesse cercato di farla finita? Se si fosse ferito in uno scontro, sarebbe stata la stessa cosa? Più cercavo di pensarci e più non trovavo delle risposte. Di una cosa mi resi conto però…di non essere mai stato una buona amica per lui. Si è vero…potrò anche averlo curato diverse volte e gli avrò anche salvato la vita durante la guerra…ma non avevo mai fatto nemmeno la metà delle cose che lui aveva fatto per me. Io non lo avevo mai protetto mettendomi a rischio di persona, non gli avevo fatto mai nessuna promessa da mantenere ad ogni costo, non gli avevo mai fatto sentire la mia presenza in un momento difficile in cui poteva avere bisogno di parlare, di sfogarsi o di lasciarsi andare. Lui, sempre il ritratto dell’ottimismo, del buon umore, della sincerità e dell’amicizia, non mi aveva davvero mai chiesto nulla. Aveva ragione. Sono sempre stata io quella a chiedere e ad avere delle aspettative su di lui. Naruto non se lo meritava…meritava molto di più. Mi domandai come fossero i suoi rapporti con gli altri. Dalla fine della guerra, sembrava essere tutto come al solito, a parte il fatto che più spesso ci incontravamo tutti per passare o le serate o dei pomeriggi insieme. I nostri rapporti di gruppo erano senza dubbio rafforzati da quella esperienza, avevamo scoperto una gioia in più nello stare insieme alla luce di tutti i compagni che avevamo perso in battaglia. Per Neji prenotavamo sempre un posto in più nelle nostre cene o se facevamo un picnic e dovevamo preparare da mangiare, c’era sempre un panino o una porzione che veniva preparata ma che nessuno toccava, nemmeno Choji. In qualche modo sentivamo che lui era ancora con noi e facevamo di tutto per onorare la sua memoria. Mi venne in mente che poco prima non avevamo fatto la stessa cosa. Così feci nuovamente una visitina a tutte le camere libere, trovando per fortuna quello che mi serviva. Così feci ritorno dalle ragazze, trascinandomi dietro un altro materasso con tanto di coperta e cuscino.

“Ehi Sakura, hai fatto male i conti! Ne avevamo già abbastanza per tutti!” mi disse Ino vedendomi arrivare.

“Avevamo fatto male i conti invece!  Ci siamo dimenticati di Neji!” gli risposi.

Hinata non disse nulla ma la vidi commuoversi prima che si asciugasse gli occhi che iniziavano a inumidirsi. Già dai primi tempi Hinata aveva apprezzato moltissimo che tenessimo tanto alla memoria di Neji e ce ne era profondamente grata.

“Hai ragione! Non potevamo dimenticarci assolutamente di Neji!” disse correndomi incontro per darmi una mano a sistemare il materasso.

Mentre lo mettevamo in fila con gli altri, Hinata domandò:

“Secondo voi…cosa penserebbe Neji di quello che è successo a Naruto, se fosse stato qui?”

Non sapevo cosa risponderle. Non mi aspettavo una domanda del genere. Pur tornando indietro negli anni, all’esame di selezione dei Chunin, alla missione di recupero di Sasuke e infine alla guerra, non riuscivo a comprendere fino in fondo quale potesse essere stato il legame tra Neji e Naruto. Anche se lui era morto per proteggere lui e Hinata, mi resi conto di non sapere nulla di quale fosse il loro rapporto e che c’erano troppe cose che non sapevo.

“Sai, io credo…” disse Ino spezzando il silenzio, “che lui saprebbe esattamente cosa è passato in mente a quella Testa Quadra…”

“Si…la penso anche io così.” aggiunsi io, non sapendo cosa dire di mio.

“Pensavo la stessa cosa…” disse Hinata tristemente. Le mancava Neji, come a tutti noi del resto.

Fui distratta da quei pensieri, notando che la signorina Tsunade non c’era.

“Scusate, ma che fine ha fatto l’Hokage?” domandai.

“E’ entrata prima da lui. Mentre non c’eri, uno di loro è uscito di corsa dalla sala dicendo che il chakra di Naruto si era alterato improvvisamente, così la signorina Tsunade è entrata a dare una mano.” mi ripose Ino.

“Per quale motivo il suo chakra si sarebbe alterato?” domandai preoccupata.

“Non lo sapeva nemmeno lui. Diceva che lo stavano visitando e che all’improvviso ha iniziato ad agitarsi, e hanno richiesto il parere dell’Hokage.” rispose ancora.

“Il chakra solitamente non si altera da solo. E poi quando sono entrata io prima per quanto fosse debole aveva un flusso costante.” affermai, pensando al mio dal quale Naruto aveva riconosciuto tutta la mia preoccupazione.

“Speriamo che capiscano cos’ha che non va…” disse sospirando Hinata. Era davvero in pena per lui. Se l’avessi fatta entrare prima…chissà…

La nostra attenzione fu attratta dall’arrivo di Rock Lee e Tenten. Hinataporse subito loro un asciugamano mentre io versai loro una tazza di thè da un termos.

“Grazie ragazze, siete grandi!” ringraziò Rock Lee, scaldandosi la mani con la tazza calda.

“Questo tempaccio non si è ancora dato una calmata?” domandò Ino.

“No anzi sembra che peggiorerà….speriamo che passi in fretta…” disse Tenten mentre si asciugava.

“Potevate prendere un ombrello o qualcos’altro prima di finire sotto la pioggia un’altra volta?” commentò Ino.

“Sinceramente abbiamo preferito non perdere tempo…” fu la risposta.

“Cos’hanno scoperto Shikamaru e gli altri? Hanno trovato qualcosa a casa sua?” domandai.

“Purtroppo si…”disse cupa “ per prima cosa hanno trovato lo specchio in bagno completamente distrutto e per di più diversi pezzi erano macchiati di sangue fresco…E’ strano ma crediamo che abbia preso a pugni lo specchio…”

“E perché avrebbe dovuto farlo?”

“Non lo sappiamo, sinceramente. E c’era dell’altro…a parte il fatto che casa sua era davvero molto in disordine, voglio dire più in disordine del solito…Akamaru ha trovato nell’armadio diversi asciugamani e una coperta macchiate di sangue secco.”

Restammo in silenzio cercando di immaginare la scena.

“Shikamaru crede che Naruto dopo essersi ferito abbia cercato di rallentare l’emorragia come ha potuto. Probabilmente era sdraiato a letto e per questo c’era anche una coperta sporca. E poi ha nascosto tutto nell’armadio.” continuò lei.

Che Naruto abbia immaginato che qualcuno potesse venire a cercare a casa sua e per questo aveva nascosto tutto. Ma lo specchio?

“E perché non avrebbe dovuto far sparire anche i pezzi dello specchio rotto?” chiesi.

“Perché deve averlo rotto prima di uscire di casa e andare al Campo Pratica.”

Tornava tutto, anche le ferite sulle mani ora avevano una spiegazione. Ma perché aveva scelto di anadre al Campo Pratica? Quel luogo era statoil teatro della nostra prima sfida come Team e come coppia, io e lui tre anni dopo. Ci eravamo allenati così tanto lì poi. Possibile che centrasse in qualche modo il passato? Qualcosa che lui voleva cancellare dato che lo aveva quasi raso al suolo? Se avesse ancora avuto tutto il chakra della Volpe probabilmente lo avrebbe fatto. Un altro pensiero si aggiunse…cosa aveva fatto di quella quantità di chakra che la Volpe, perdonatemi, volevo dire Kurama, gli aveva dato prima di scomparire? Perché non lo stava usando per curarsi le ferite? Mi massaggiai la testa…troppe domande, poche risposte.

“Comunque i ragazzi dovrebbero tornare tra poco…vi diranno poi meglio.” concluse Tenten, poi aggiunse, “Poi sapete Rock Lee ha trovato una cosa interessante…”

“Non dovevi andare solo a recapitare la notizia ai conoscenti?”

“Infatti!” rispose lui, “Però mentre stavo scrivendo l’ultimo messaggio, è arrivato un strano piccione, di una razza che non avevo mai visto e nessuno degli uomini che erano lì ha mai visto messaggi recapitati così. Insomma a parte questo…aveva una busta nel becco…ed era per Naruto.”

Detto questo, tirò fuori dalla tuta la busta. Strano davvero…i ninja non recapitano messaggi nelle buste ma spediscono i rotoli. Era molto curioso.

“Sicuro che sia per lui?” chiese Hinata.

Rock Lee girò la busta mostrando il nome di Naruto , scritto al centro. Mancava il mittente.

“E’ completamente bianca. Non so proprio chi sia la persona che gliel’ha mandata.” aggiunse lui.

Chi poteva avergliela mandata senza avere il bisogno nemmeno di firmarla?

“Accidenti ragazzi, che curiosità! Secondo voi cosa c’è scritto?” domandò Ino, che stava letteralmente fremendo.

“L’unica cosa che mi chiedo è se questa lettera abbia in qualche modo a che fare con quello che è successo a Naruto….” disse Tenten.

Ci guardammo perplessi tra di noi.

“Secondo voi dovremmo aprirla?” chiese Lee.

“No, aprirla no. Però…Hinata…non è che tu…?” chiese Ino.

“Vuoi che usi il Byakugan? Non credo che a lui farà sapere se leggiamo qualcosa di suo senza permesso…” ripose lei esitante.

“Tranquilla, lui non lo saprà mai. Se centra qualcosa con questa storia, sarà importante per decidere cosa dobbiamo fare. E non dirmi che non sei un po’ curiosa anche tu!” la intimò lei.

Hinata arrossì. Ok, era curiosa anche lei.

“Passami la busta avanti…”disse alla fine.

Rock Lee gliela consegnò. Lei attivò l’abilità innata del suo clan e scrutò attentamente la lettera. Una parte di me mi diceva che non era stata una buona idea quella di impicciarsi delle questione private di Naruto ma dall’altra parte quella busta poteva contenere una riposta alle nostre tante domande.

“E’ davvero incredibile…” disse lui dopo un attimo. Era visibilmente stupita.

“Cosa?” domandai.

“Nessuna firma. C’è solo una frase …” disse lei.

“Che dice?”

“Non devi arrenderti Campione!” disse lei.
 
Restammo a lungo a discutere su quelle quattro parole, con molte più domande di prima. La parola chiave era senza dubbio quel “Campione” perché nessuno di noi lo aveva mai chiamato così, quindi pensai che usare quella parola fosse una specie di firma. La cosa che ci lasciava perplessi più di tutto però era quel “Non devi arrenderti.”. Si poteva riferire a Naruto che stava affrontando veramente una situazione difficile di cui noi eravamo allo scuro mentre un'altra persona invece ne era a conoscenza? Oppure quel messaggio era stato inviato per sostenere Naruto, ora perché stava lottando tra la vita e la morte? Ma questa “persona” come poteva sapere che lui ora si trovava in queste condizioni? Escludemmo questa seconda ipotesi perché nessuno sapeva dell’accaduto a parte noi. Nessuno che non conoscessimo in ogni caso. Poi magari Naruto poteva conoscere qualcuno di cui non aveva mai parlato con noi, non era da escludere. Ma chi? Il solo pensiero devo dire mi irritò. Possibile ci fosse una persona di cui lui mi aveva mai parlato?

Il ritorno di tutti i ragazzi interruppe le nostre riflessioni. Ci affrettammo a distribuire gli asciugamani e le tazze di thè. Si sedettero esausti. Non li assillammo subito con le nostre domande dando loro la possibilità di riprendersi un attimo, ne avremmo parlato con calma più tardi alla presenza dell'Hokage.

“Avete avuto un’ottima idea…e vedo che avete preparato anche il posto per Neji, brave.” disse Shikamaru.

“E’ stata un’idea dell’Hokage.” gli rispose Ino.

“Dov’è ora?” chiese dopo essersi guardato un attimo intorno.

Ripensai che era ancora con Naruto cercando di capire cosa stesse alterando il suo chakra. Sperai non fosse nulla di grave. Ino e Hinata spiegarono tutto ai ragazzi, includendo anche la notizia della busta misteriosa. Nemmeno Shikamru e Shino trovare un’idea riguardo quella lettera, formularono le nostre stesse ipotesi ma nulla di concreto.
Poco dopo l’Hokage uscii dalla sala. Era stremata…ci disse:

“La situazione si sta complicando..”

“Che cosa è successo adesso? E’ peggiorato?” chiesi subito. Tutti ascoltarono in silenzio.

“Per fortuna no,  ma se fosse andato avanti qualche altro minuto, gli sarebbe preso un colpo.”

“Ci può dire cosa è successo ancora?!” domandò Kiba.

“Abbiamo scoperto che c’è una riserva di chakra di Kurama dentro il suo corpo. E gli sta creando non pochi problemi.” disse lei.

Nessuno di noi fu sorpreso dal fatto che avesse quel chakra, ma restammo scioccati sapendo che gli stava creando dei problemi.

“Signorina, ma lei davvero non sapeva dello scambio di chakra tra Naruto e Kurama?” chiese Hinata.

“No…perché voi lo sapevate tutti?!”

Annuimmo tutti.

“E che diavolo aspettavate a dirmelo?! Allora immagino che sappiate anche il motivo per cui gliel’ha lasciato…Parlate!”

“Questo a essere sinceri non lo sappiamo. Naruto aveva detto che Kurama si era raccomandato di usarlo solo in caso di estrema necessità, ma non sappiamo nient’altro.” dissi io.

Lei si passò una mano sul volto. Era davvero stanca…

“Sapete cosa stava succedendo? Il chakra della Volpe stava tentando di fuoriuscire dal suo corpo…Naruto però ha cercato di reprimerlo in ogni modo. E per farlo stava utilizzando il poco chakra che gli era rimasto. Se già era debole prima ora si è indebolito ancora di più. Per interrompere questo processo, prima ho dovuto bloccare il chakra della Volpe il sigillo pentastico, non ho avuto altra scelta e meno male che ha funzionato!  Ora quel chakra residuo è al sicuro, perlomeno. E’ stato rischioso ma per fortuna non ci sono state altre complicazioni.” spiegò lei.

“Come ha fatto ad applicare il sigillo pentastico? Non essendo più la Forza Portante di Kurama non dovrebbe avere più nessuna formula sulla pancia sopra cui applicare il sigillo pentastico…” notai io.

“Invece aveva una formula sull’addome. E’ diversa da quella che aveva prima. E’ semplice quanto basta a sigillare una quantità di energia. Ritengo sia una forma di prevenzione per evitare che quel chakra possa essere utilizzato in un momento di ira, come succedeva quando Naruto non ne aveva il controllo.”

“Allora il chakra stava fuoriuscendo perché lui era arrabbiato?” chiesi, ripensando a quando gli erano spuntate quattro code.

“Non credo…mi hanno detto che stava riposando quando ha cominciato a fuoriuscire….Non era cosciente. Invece credo che-…”

“Che stesse fuoriuscendo per curargli le ferite, è esatto?” la anticipò Shino.

“Probabilmente si…” rispose lei, con un lungo sospiro.

“Ne è sicura?” chiesi.

“No, è solo un ipotesi. L’unica che mi sia venuta in mente. Il fatto che Naruto stesse cercando di bloccarlo però mi lascia davvero perplessa...se lo stava aiutando non avrebbe dovuto reprimerlo.”continuò lei.

“O forse lo sta sopprimendo proprio perché non vuole essere curato…” commentò Kiba.

“Per favore smettila!! Non fai altro che pensare che lui stia davvero cercando di farla finita!” gli urlai dietro.

“E ho torto secondo te?! Sakura, apri gli occhi! Dimmi se effettivamente quello che ho detto è da escludere! Avanti!” mi incitò.

Non riuscivo a rispondergli. Avevo i suoi occhi animaleschi addosso che mi intimorivano. Ma non potevo nemmeno dargli torto. Non era una cosa campata in aria…purtroppo. Distolsi lo sguardo abbassando la testa.

“Hai visto?” disse lui con voce molto più calma. Poi si sedette con il viso tra le mani.

Gli altri rimasero in silenzio, come se fosse stata rivolta anche a loro la stessa domanda. L’Hokage prese la parola:

“Ora non ha importanza del perché è accaduto tutto questo. L’unica cosa che importa è tirarlo fuori da questa situazione, anche contro la sua volontà. Se ha deciso di arrendersi, dobbiamo fargli ritrovare la forza di lottare ancora. E’ questo il nostro compito! Dobbiamo aiutarlo anche contro la sua volontà. Del resto…credo che lui abbia aiutato un po’ tutti anche quando avremmo preferito affrontare le nostre situazioni da soli…”

Personalmente era vero. Mi basto pensare a quando era andata da lui, al suo ritorno dalla ricerca di Sasuke. Io mi ero arresa…arresa al fatto che lui se ne era andato. Ma lui in quel momento dicendo di non volersi rimangiare la sua promessa, mi aveva fatto tornare a sperare ed ero stata riempita da una nuova forza.

“E’ palese quanto state soffrendo perché non riuscite a non pensare che ora si stia lasciando andare…” riprese lei , “Ma non dovete fermarvi. E’ vostro amico, nostro amico. Dovete accettare questa realtà per quanto sia dura…solo così potrete avere la forza di aiutarlo a riprendersi e a guardare di nuovo avanti. Dovete riuscire a fargli capire che può fare ancora tante cose, che ha un sogno da realizzare e che ci sono delle persone che hanno ancora bisogno di lui perché gli vogliono bene…Sbaglio?”

Ripensai a quelle parole. No, non stava sbagliando. La situazione era terribile, una realtà inaccettabile. Ma se non accettiamo, non potremmo mai aiutarlo. Quelle parole…”Guardare avanti”. Si…dovevamo guardare avanti e affrontare tutto con uno spirito diverso.

“Non sta sbagliando signorina…” disse a voce alta Shikamaru, “Siamo i suoi amici...non possiamo tirarci indietro…”

“Hai ragione lui! Ci penseremo noi ad aiutarlo!” lo sostenne Choji.

“Gli faremo ritrovare lo spirito della giovinezza!” aggiunse Rock Lee.

“Si! E lo aiuteremo a superare questa situazione restandogli accanto.” volle dire anche Hinata.

Trovammo la forza di affrontare la situazione. Ci eravamo convinti tutti. Fui fiera del nostro Hokage, che era riuscita per la seconda volta nella giornata a sollevarci il morale. La mia ammirazione nei suoi confornti non poteva essere più grande.

Esprimemmo il nostro desiderio di sostenere Naruto, tutti tranne Kiba. Rimase seduto in silenzio, senza proferire parola. Forse lui aveva bisogno ancora di un po’ di tempo…

“Ora vi riconosco! Siete sempre stati una squadra, continuate a farla ora che c’è n’è più bisogno! “ affermò contenta.
Poi aggiunse:

“Ora preparatevi! Tra non motlo dovrebbe arrivare la cena...” rivolta verso di me, Hinata e Ino, aggiunse:

“ E voi ragazze…non mi avete ancora detto chi di voi entrarà per prima…”
 
 
 
 
 
  
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