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Autore: Gio_Snower    15/02/2014    3 recensioni
[Arrietty - il mondo segreto sotto al pavimento]
[Arrietty - il mondo segreto sotto al pavimento](SpillerxArietty / AriettyxSpiller - Accenni a Sho)
Dal Prologo:
Arietty incontrò Shō alla giovane età di quattordici anni.
Nella vita di una prendi in prestito il raggiungimento dei quattordici anni è importante; a quell'età, infatti, i prendi in prestito hanno finalmente la possibilità di mettersi alla prova oltre a quella di visitare il mondo esterno come esploratori e raccoglitori.
Arietty, prima d'allora, non s'era mai fatta particolari domande.
Anzi, fin dalla tenera età, suo padre e sua madre le avevano riempito la testa di "ma" e "se" e di quanto fosse terribile il mondo.
Poi, grazie a Shō ed al loro primo terrificante ed emozionante incontro si era resa conto che non tutti erano così.
Era vero, nella razza umana molti erano problematici per lei e la sua specie, eppure non tutti erano uguali.
Non tutti erano egoisti, ignoranti o privi di una qualsiasi apertura mentale.
E ora, ripensandoci, si era resa conto che lui, ragazzo dalla personalità dolce e intraprendente, facile allo sconforto quanto alla felicità e d'animo buono e colto, era stato la sua prima cotta.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Arietty incontrò Shō alla giovane età di quattordici anni.
Nella vita di una prendi in prestito il raggiungimento dei quattordici anni è importante; a quell'età, infatti, i prendi in prestito hanno finalmente la possibilità di mettersi alla prova oltre a quella di visitare il mondo esterno come esploratori e raccoglitori.
Arietty, prima d'allora, non s'era mai fatta particolari domande. 
Anzi, fin dalla tenera età, suo padre e sua madre le avevano riempito la testa di "ma" e "se" e di quanto fosse terribile il mondo.
Poi, grazie a Shō ed al loro primo terrificante ed emozionante incontro si era resa conto che non tutti erano così.
Era vero, nella razza umana molti erano problematici per lei e la sua specie, eppure non tutti erano uguali.
Non tutti erano egoisti, ignoranti o privi di una qualsiasi apertura mentale.
E ora, ripensandoci, si era resa conto che lui, ragazzo dalla personalità dolce e intraprendente, facile allo sconforto quanto alla felicità e d'animo buono e colto, era stato la sua prima cotta.
S'era innamorata di lui e l'aveva scoperto solo molto tempo dopo averlo lasciato.
Dopo avergli detto addio per sempre.
Era stata innamorata di lui quando aveva quattordici anni e quando stava per diventare una donna e non più una bambina.

--- Tre anni Dopo ---

"Arietty, torna presto!" urlò la madre dalla cucina.
"Sì, mamma! D'altronde esco solo con Spiller!" ribatté Arietty mentre si infilava il piccolo capottino e lo zainetto con dolci e cibi vari.
"Sempre con Spiller...Non è che c'è qualcosa tra voi, tesoro, e non me lo hai detto?" ridacchiò la madre.
Arietty sospirò.
Quella donna maliziosa, apprensiva per lo più e nervosa di natura era sua madre ed era sempre stata così, fin da quando ne aveva memoria. 
"Ciao mamma!" gridò lei uscendo senza rispondere alla domanda della madre.

Chiuse la piccola porticina rossa della casetta gialla e blu e si guardò attorno alla ricerca di Spiller.
Ovviamente non c'era. Lui non l'aspettava mai nel piccolo villaggio dei Prendi-In-Prestito dove vivevano.
Osservò i suoi pochi coetanei e sospirò. Non erano come lei né erano come Spiller.
Per loro gli umani erano cattivi, da evitare assolutamente, ed il mondo moderno era solo un pericolo.
Probabilmente, pensò Arietty con ironia, non sapevano nemmeno com'era fatto un umano.
Sorrise a quel pensiero e si inoltrò nel limitare della foresta.
Seduto su una foglia di Menta e con uno sguardo serio e concentrato c'era Spiller.
Lo osservò in silenzio e senza muoversi.
I lunghi capelli crespi neri, il trucco bianco che contrastava con la pelle scura dorata e gli occhi di un colore simile a quello della pece.
Era muscoloso, ma non troppo ed era alto e slanciato.
La superava di qualche centimetro da abbastanza tempo.
Spiller girò la testa e puntò il suo sguardo da cacciatore su di lei.
Poi i suoi occhi si illuminarono di un bagliore di riconoscimento ed un sorriso ampio gli si dipinse sul volto.
Arietty deglutì.
Poi avanzò e gli corse incontro. "Ciao Spiller, scusa il ritardo. Sai com'è fatta mà." si scusò.
Lui alzò le spalle. "Sì, tranquilla." rispose con voce dolce e bassa.
La dolcezza nella sua voce era il segno della gentilezza di Spiller.
"Andiamo?" le chiese.
Annuì, pronta all'avventura.
"Pronta."
"Bene." le sorrise di nuovo e poi le porse una mano per aiutarla ad arrampicarsi.

Gli alberi della foresta erano molto alti e grazie ad un piccolo marchingegno fatto di spago inventato da lei e da suo padre.
Grazie ad esso si muovevano per grandi distanze e potevano raccogliere più cibo, accumularlo in vista dell'inverno e immagazzinarlo durante l'estate.
Ma servivano esploratori pronti a legare ed a costruire i collegamenti e lei e Spiller si erano uniti a loro al compimento dei sedici anni, due anni dopo l'arrivo della famiglia di lei nella piccola comunità dei Prendi-In-Prestito.
Ecco dove stavano andando.
Si dirigevano verso un luogo nuovo, inesplorato, per costruire il collegamento.
Quante volte lei e Spiller avevano raggiunto la cima degli alberi ed avevano visto con stupore ed emozione il tramonto, il cielo o qualsiasi altro spettacolo che la natura aveva riservato per loro?
Quel giorno di primavera, però, Arietty non si sarebbe aspettata quel che poi avrebbe vissuto.
Arrivati in cima ad un grosso albero, Spiller fissò il suo sguardo su di lei invece che sul cielo azzurro.
Era una cosa che faceva spesso e quindi Arietty non se ne preoccupò fin quando non la chiamò. 
"Arietty."
"Non è magnifico? Guarda questo cielo!"
"Arietty." ripeté. Spiller non perdeva mai la pazienza.
"Ah, scusa. Sì?" rispose sospirando di felicità lei.
"Ti devo parlare di una cosa."
"Dilla." Non capiva. Perché tutte queste parole? Non era da Spiller esprimersi così.
"Tu mi piaci." Spiller arrossì, ma non distolse lo sguardo.
Arietty iniziò ad assumere varie tonalità di rosso.
"Ma...da quando...cosa..." balbettò.
"Sempre. Però tu eri innamorata di Shō." 
Arietty abbassò lo sguardo.
Vero.
Però cosa provava per Spiller?
Era stato il suo primo amico Prendi-In-Prestito.
Era unico come il suo nome.
Era unico anche per lei?
Forse sì.
Rialzò la testa e lo guardò cercando di schiarirsi le idee.
Notò le sue spalle tese, il volto che aveva perso un po' della rotondità infantile di quando l'aveva conosciuto, gli occhi neri seri.
E' bellissimo. Pensò.
"Sì."
Spiller sorrise e si chinò su di lei rubandole un bacio.
"EH?!" esclamò Arietty.
Poi iniziò a ridere.
Spiller sospirò e non disse niente.
A lui le parole non serviva. Non con lei.
Ormai lo conosceva.
"Torniamo?"
"Sì."
"Dovrò dirlo a tuo padre." dichiarò lui.
Lei annuì, poi sospirò pesantemente.
"Che c'è?" le chiese con lo sguardo.
"Dovrò dirlo a mia madre." spiegò lei.
Lui sorrise furbescamente.
   
 
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