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Autore: cristalshot18paw    15/02/2014    4 recensioni
Ho 17 anni e non sono pazza. Lo giuro sui miei occhi. Prendeteli voi, io non voglio vedere.
Genere: Angst, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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22:48
Qui fa brutto tempo e nonostante le finestre chiuse senro il vento sul collo. Le luci non sono costanti e la casa cigola. Abito in un palazzo di anziani ma sento gridare dal piano superiore una donna. La voce è giovane ma io abito all'ultimo piano. Su di me c'è mia proprietà e non ho il coraggio di abitarla ancora. Non dopo quello che è successo. Quando ci viveva lui con me  era diverso, il piano superiore era una dolce veranda. Dalla nostra lite non mi ha più rivolto parola. Ho 17 anni e vivo qui con mia madre. Lei lavora di notte in ospedale e torna alle 5 di mattina. Quindi sono sola, avvolta in una coperta che non mi scalda, nella mia camera, con il mio computer. La stanza è buia e le luci si accendono da sole quando vogliono... Non ho tempo per curarmi di loro, domani ho un compito e non riesco ancora a concentrarmi. 
23:07
Urlano. Al piano di sopra succede qualcosa, ora ne sono sicura. Non è una sola donna, sono più voci, non tutte femminili. Litigano, piangono... Non capisco. Inizio a preoccuparmi di tenere le luci accese, almeno per me. Vado in cucina a recuperare il telefono e mi chiudo in camera con qualcosa da mangiare e la bomboletta per l'asma. Ho mancanze respiratorie dall'età di 10 anni, da quando mi sono perforata un polmone durante la lezione  di ginnastica artistica.  Musica. Mi serve musica per avere il coraggio di restare calma. Qualcuno ci ha pensato prima di me, nella veranda ora qualcuno canta, la sua voce si distingue tra le urla. Sento un violino accompagnarla, stonato su alcune note e dal suono famigliare più che mai. Questa musica mette angosccia, non mi sento al sicuro. 

23:34
La mia immaginazione mi sorprende. La casa è vuota. 10 minuti fa ho avvertito mia madre della situazione in casa, mentre le parlavo non pensavo a cosa le stavo dicendo e cercavo il coraggio per salire di sopra, a chiudere la porta che collega la veranda alle scale interne, in arrivo del temporale. Parlare con mia madre non mi ha fatto scendere il nervoso ma mi ha dato la sicurezza per convincermi che certe cose non esistono. Ho fatto un giro per la veranda. Vuota. Chiusa la porta sono tornata in camera per notare che il pc era scarico anche se collegato, così come il cellulare. Il telefono di casa fa un segnale acustico che mi costringe a salutare la mamma. Anche questo è scarico. 
23:42
Non capisco perchè ogni mio collegamento col mondo esterno è stato interrotto. Le prese funzionano bene e il caricatore, se collegato al Tablet, funziona bene. Per il pc non trovo spiegazione. E' nuovo e non ha mai fatto scherzi del genere. Il cellulare si è spento e i rumori riominciano più violenti di prima. Il vento di intensifica, qualcosa è caduto di sopra. Voglio silenzio, voglio coraggio, voglio che lui venga a prendermi in giro e ad abbracciarmi per questa mia sciocca paura. 27 giorni fa l'unico ragazzo del palazzo mi ha lasciato sola. Doveva trasferirsi nel suo appartamento universitario e mi avrebbe lasciato sola. Mi delude solo che abbia aspettato una delle nostre solite liti per dirmelo. E ora non ho nessuno con me.
23:57
OK... Sono scesa dalla signora di sotto che mi ha chiamato perchè non riusciva a chiudere la finesta. Le ho parlato e pare che lei non senta il violino che suona di sopra. Il marito sì, solo che ha perso la testa da 3 mesi e non so quanti rumori senta nell'arco della giornata. Rientrata a casa mia mi sono chiusa in camera, ho paura. Qualcosa si è rovesciato di sopra e la voce che cantava si è interrotta per iniziare a piangere ed urlare. Le sue grida mi sfondano il canio. Il vento non parla, non piange, non chiama aiuto. Quello che sento non è vento, non è pioggia e non è più solo nella mia testa.
00:14
Il cellulare si è riacceso da solo, batteria al 100%. Il pc è in carica e in tutto questo tempo le luci sono state accese. Non era saltata la corrente. Osservo la mia camera ancora una volta e rimpiango di aver preferito zombie e fantasmi invece che pricipesse. Ad allesire le mie pareti ci sono 15 quadretti con i disegni di quando ero piccola. Sento un rumore in salotto, meno ovattato degli altri. Si distingue per la sua vicinanza a me. Dopo quello mille altri e mi costringo ad uscire dalla camera per controllare. Finesta aperta. Non so come le finestre e le doppie-finestre sono spalancate. La cosa più strana è che la doppia-finestra è a scorrimento e non dovrebbe aprirsi con il vento.
00:26
Ho chiamato ancora la mamma che mi ha ordinato di andare a dormire. L'ho avvertita che avrei dormito con la camera chiusa a chiave e,che se voleva entrare, la chiave di scorta era sul suo comò. Spengo le luci ma lascio la lampada sulla scrivania accesa, il buio ha troppi pensieri ad affollarlo. Dopo un urlo potente è tutto muto nella veranda. Quella voce mi ha spaventato... Ho la tachicardia e l'inalatore è scarico. Mi serve aria. La carica è nel mio cassetto, dall'altra parte della stanza. Sono immoilizzata e anche muovere una mano mi spaventa. Passano pochi minuti e il silenzio rimbomba nella mia testa. Mi alzo e respiro ancora, finalmente. Mi rilasso e cado addormentata.
02:53
Sono sveglia. I rumori mi hanno svegliato. Le urla sono furiose e, a quanto pare, il vento è calmo, fuori. La tempesta si sta svolgendo in casa. Se ora chiamo mamma penserà che non ho dormito per niente e questa mia paura della mia stessa immaginazione sfocierebbe in una punizione che potrebbe durare anche più di una settimana. Non si disubbidisce a mamma, dovrei dormire. Mentre io respiro silenziosamente con l'udito migliorato dal senzo di     pericolo, nel salotto si scatena una lite invisibile. Prendo il cellulare e compongo il numero di lui... Ho bisogno di parlargli, ora.
02:57
Non risponde, è ancora arrabbiato con me. Respiro e trattengo le lacrime. Troppe tensioni e troppo rumore. Mi ricorda l'infanzia. La paura del mostro sotto al letto, dell'orco nell'armadio   e dell'uomo nero dietro la porta. "Andate via, andatevene!" penso, credevo servisse e infatti allontanò dalla mia mente l'idea che potessero farmi del male. Ricordo bene che mia madre     mi ha insegnato a cacciare i mostri. Prendo la torcia e giro la chiave nell'occhiello. "clack" la porta è aperta e le voci si sono interrotte. "Si sono accorte di me?". Il solo pensarlo mi blocca. Punto la torcia all'orologio più vicino...
03:03
...Dicono che porti fortuna, in questo momento credo solo nelle ombre che vorticano intorno alla torcia. Urlano appena le inseguo con la luce e scappano via. Aria. Sento il forte bisogno di respirare ma devo trattenerlo. Corro verso la parete e accendo la luce del salotto. Nei piccoli pinti bui brillano ancora gli urletti delle anime che mi tormentano. Il silenzio. Corro in camera accendendo le luci di tutta la casa durante il percorso. Prendo l'inalatore e regolo il mio respiro con la lancetta dell'orologio. 1-inspira, 2- trattieni, 3- espira... Imparo ancora una volta a respirare. La luce li tiene zitti. Posso tornare a dormire.
03:16
Eccomi. Finalmente posso riposare. Sarà difficile con tutte le luci accese ma ce la posso fare.    Mamma tornerà tra poco e spegnerà tutto lei. Mi sento sopravissuta al peggio. Spengo la luce della cameretta lasciando la lampada per sicurezza. Non dormirò bene e il compito andrà malissimo, ma è il meglio che possa fare. 
03:49
Non so cosa è successo. Buio. E' tutto così buio che potrei affogarci. Non so nuotare nell'oscurità, salvami. Urlano. Quelle cose urlano e piangono e gridano delle cose orrende, delle storie intinte nel sangue. Sento la necessità di nascondermi sotto le coperte ma ho paura dell'oscurità che lo sguardo mi regalerebbe. La torcia, l'unica cosa che può aiutarmi. Il vento ulula e deve essere saltata la corrente. La torcia non c'è, non c'è più ma l'avevo messa lì. Mi serve, dov'è?! E' caduta?! No, a terra non c'è. Mi rotolo sul pavimento gelido. Ho paura di essere colpita da qualcosa. Afferro il cellulare.
03:51
Il cellulare crea una luce fioca che mi permette di vedere le mie mani. Ho paura, ho paura. Mi muovo a carponi nella camera, illumino i miei movimenti con il cellulare. Cerco la torcia e il cellulare è di nuovo scarico... Perchè?! Voglio urlare, sono nel panico e voglio allontanarmi dalla casa. Non sono pazza, ho paura!
03:59
Tra un' ora mamma finisce il turno, tra un' ora e mezza sarà a casa. Resisterò?! Urlo. Sono arrivata in salotto e il panico non descriverebbe  l'emozione che provo. Sangue. Sangue a bagnarmi i piedi scalzi, sangue a sporcare il parquet. Non c'è corpo, solo urla e sangue. La mia casa è una giungla degli orrori. Perchè ora? Perchè a me? Non riesco a pensare e credo che ora io debba andare via da lì. La torcia. 
04:02
La torcia. Sono corsa in camera e lei era lì, dove l'avevo posata prima di dormire. Stanno giocando con me o vogliono raccontare qualcosa? L'afferro e, accendendola, la punto verso la porta. "clack" la prta è chiusa. Afferro la bomboletta e sparo il più velocemente il suo contenuto nella mia gola. 1-Devo respirare, 2-mi serve, 3-per vivere. Vado per sedermi sul letto ma scivolo a terra. Urlo ancora. Il sangue è anche qui e si espande da sotto il letto. Scappo contro la porta e mi schiaccio su di essa. Piango. Ora capisco perchè le voci erano disperate. Le luci si accendono per un attimo e intravedo una figura. Si spengono e questa scappa lontano dalla torcia ma vicino a me. Mi scanzo. "Cosa volete?" Grido senza risposta. La luce si accende. La luce si spegne. La finestra si apre. Dalla cabina armadio sento delle urla.
04:11
Seguo la voce. Se devo morire oggi, lo farò guardando il mio assassino. Apro la porta ma è vuota. Solo vestiti. Non c'è sangue e questo mi attrae fortemente. Entro puntando la torcia intorno. Vedo il mio riflesso nello specchio e mi focalizzo su quello. Posso vedere tutta la   cabina. Quello che succede fuori non esiste. Non esiste. Fisso il mio riflesso. Sono bianca, sono diversa dalle ombre. Io sono bianca, loro sono neri. Eppure i morti sono loro. Facciamo parte di due mondi diversi ma così vicini. Sento voci entrarmi nelle orecchie e apro meglio gli occhi. Precisamente tre ombre si avvicinano a me. Mi giro e non le vedo, ma nel riflesso ci sono. Mi toccano e non riesco a muovermi, non le sento sfiorarmi. Mi parlano, mi accarezzano. Sono due minuti che non respiro. Immobilizzata dal terrore. Morirò. Uno mi urla nell'orecchio e la torcia si spegne. Non vedo niente. Urlo in silenzio e non mi sento.

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Oserei dire... Buona notte <3

 
  
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