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Autore: _thantophobia    15/02/2014    5 recensioni
Raccolta di 20 frasi 8059.
►Sorriso. All’inizio lo odiava, ora il sorriso dell’Idiota del Baseball era diventato peggio di una droga.
[Come con l'altra, OOC messo per mie paranoie]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimer: Katekyo Hitman Reborn non mi appartiene, ma è di proprietà di Akira Amano.
Note: Niente … Li adoro. Punto. Spero che non siano tanto OOC.
 
 
Ce n'est pas Tempête sans de Pluie.
  
Primo incontro.
Fin dal loro primo incontro aveva sempre e solo avuto insulti e odio da parte dell’albino … allora cosa era cambiato tra di loro, se ora non riusciva più a stargli lontano?
 
Scudo.
Aveva fatto da scudo a Tsuna, incurante del pericolo. Ora era lì, a terra ferito e privo di sensi.
Chikusa Kakimoto l’avrebbe pagata cara.
 
Sorriso.
All’inizio lo odiava, ora il sorriso dell’Idiota del Baseball era diventato peggio di una droga.
 
Ti amo.
Non conosceva l’italiano (capiva poco l’inglese, figurarsi l’italiano!), ma aveva compreso il significato di quelle due paroline che l’albino gli sussurrava quando erano da soli.
 
Reazione.
Dopo l’ennesimo sussurro, la reazione di Takeshi era inevitabile.
Afferrò Hayato per un polso, lo bloccò tra sé e il muro e lo baciò, lasciandolo di sale.
 
Panico.
Quando si staccò, poté giurare di vedere in quegli occhi verdi il panico più totale.
 
Scontro.
Durante lo scontro per l’anello della Tempesta, Takeshi maledì più volte Hayato.
“Razza di idiota!- avrebbe voluto gridargli –Dai un calcio a quel tuo orgoglio ed esci da quella maledettissima biblioteca! Torna indietro! Torna da me, Hayato!”
 
Futuro.
Quando lui e Tsuna incontrarono lo Yamamoto del futuro, per poco a Gokudera non venne un colpo.
Cos era quello sguardo che il moro gli rivolse?
Non se lo seppe spiegare, ma ebbe la sensazione che, tra qualche anno, quello sguardo avrebbe fatto davvero piacere al sé stesso di quel tempo.
 
Pugno.
Non fece nulla per evitare quel pugno.
Se lo aspettava, dopotutto: anche con il Gokudera del suo tempo aveva preso tante di quelle botte giù per la testa quando aveva cercato di calmarlo dopo la morte del Boss.
 
Domanda.
Si era appena svegliato, ma aveva trovato subito la forza per fare quella domanda.
“Gokudera … ?”
“Sta bene”
Tirò un sospiro di sollievo e si rilassò.
 
Separati.
I blocchi cominciarono a muoversi.
“Che sta succedendo?!”
“Yamamoto!- urlò Gokudera, allungando una mano verso il ragazzo –Afferra la mia mano!”
“Testa a Polpo, il tuo braccio!”
Prima che il muro li dividesse, Takeshi sorrise ad Hayato.
 
Ferite e cicatrici. (TYL)
Capitava che, a volte, Hayato osservasse di nascosto Takeshi mentre si rivestiva. Ogni volta notava il segno di una nuova ferita.
Ma si disse che tutte quelle ferite e cicatrici rendevano il suo amore ancora più intrigante … soprattutto quella sul mento!
 
Cane e gatto.
Hayato era come Uri. Solitario, permaloso e viziato.
Takeshi, invece, era proprio come Jiro. Giocherellone, coccolone e solare.
Non avrebbero mai potuto andare d’accordo … erano cane e gatto, dopotutto.
Eppure, non riuscivano a separarli.
 
Studio.
Era inutile studiare con Yamamoto, l’aveva capito da tempo ...
“Bene- esclamò Gokudera, raccogliendo i capelli in un piccolo codino e inforcando gli occhiali –Iniziamo, Idiota. Idiota?” lo richiamò, notando che il suddetto idiota lo fissava con un’aria da (appunto) idiota.
“Non ho voglia di studiare, Haya-chan” si lamentò Yamamoto, gattonando fino al compagno.
“COME MI HAI CHIAMATO!?- urlò l’albino, indietreggiando fino a scontrarsi con il muro –TI FACCIO SALTARE IN AR-!” venne zittito da un bacio … e lo studio venne dimenticato.
Era inutile studiare con Yamamoto, l’aveva capito da tempo ….
 
Primo tentativo.
Quello fu anche il primo tentativo di Yamamoto di andare oltre il bacio con Gokudera.
E fu un fallimento totale.
Sì, perché appena l’italiano si era accorto che il giapponese gli stava sfilando la camicia, si staccò di colpo e gli assestò un doloroso calcio in mezzo alle gambe.
 
Paura.
“Stai tranquillo, Hayato- si ripeteva -Takeshi è forte … Il tuo Takeshi è forte e si riprenderà”
Allora cos era quella sensazione?
Aveva per caso paura di non vedere più il suo sorriso?
 
Gioia.
Quando se lo trovò davanti, più forte di prima ma soprattutto vivo, Hayato dovette ricordarsi come si respirava e fece una fatica immensa per trattenersi dallo scoppiare a piangere di gioia davanti al Decimo e Reborn.
 
Lacrime.
Hayato non piangeva più da anni.
Credeva di aver ormai consumato tutte le sue lacrime …
Ma quando erano tornati a casa dopo lo scontro contro i Simon, era saltato addosso a Yamamoto ed era scoppiato a piangere, non riuscendo a trattenersi.
 
Promessa.
Takeshi rimase leggermente spiazzato dal gesto dell’albino.
Lo abbracciò forte posandogli un bacio tra i capelli.
“Non ti lascerò più solo, Hayato. Te lo prometto”
 
Braccia.
E solo in quel momento Hayato si sentì tranquillo. Lì, tra le braccia di Takeshi, al sicuro …



 
Angolo dell'Autrice.
Ehilà! *agita manina*
Innanzitutto, un "Ciao! Ci si rivede! ^^" a chi ha già letto l'altro mio lavoro su questo fandom e un "Ciao! Piacere di conoscerti ^^" a chi invece è la prima volta che legge qualcosa di mio.

Bene ... Io volevo pubblicare prima un'altra cosa, ma quando ti viene l'ispirazione bisogna coglierla al volo, no?
Questo è il progetto iniziale che poi è diventato Cielo in Tempesta (sì, perché era nata come una 8059 ... -.-")

Detto questo, mi affido a voi lettori! *si prostra* Lasciatemi anche un commentino piccino piccino: mi rendereste immensamente felice!

Okay, ho finito. Mi eclisso.
Au Revoir!
 
 
 
 
 
  
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