Fanfic su attori > Alex Pettyfer
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Autore: Youreyes4    16/02/2014    4 recensioni
L'ho sempre odiato. Sin da quando siamo piccoli non ci siamo potuti sopportare ed ora i miei se ne escono con il fatto che si sono organizzati con i suoi genitori, per fare una vacanza insieme. In poche parole, io e mio fratello Jamie saremo "scaricati" a casa Pettyfer ed io dovrò passare un'intera estate, con quell'essere antipatico e altezzoso. Non credo che andremo mai d'accordo. Spero solo che non sia il solito rompipalle e che io riesca a trovare una compagnia migliore della sua.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Jamie la smetti di cantare per favore?!-urlo dando una spallata a mio fratello per farlo smettere di cantare. E' stonato come una campana e si ostina a continuare a cantare.

-Laura capisco che la meta non è di tuo gradimento ma finiscila di fare l'acida-mi dice mio padre dai sedili anteriori ai nostri. Non è che sono acida per via del viaggio....bè si lo sono. Non solo mi hanno costretto a saltare l'ultima partita di campionato e a farmi circa dodici ore d'aereo, ma hanno anche deciso di mollarmi a casa di due loro amici. Più che altro si sono messi in testa di farmi passare un'estate, mentre loro vanno a fare un viaggio con i loro due amici, insieme ai due figli della coppia di cui uno dei due, è veramente odioso. Non l'ho mai sopportato e forse, non lo sopporterò mai. E' sempre stato uno di quei tipi sicuri di se e molto snob e io i tipi così non li sopporterò mai. Manca ancora un'ora all'atterraggio ed io proprio non ce la faccio più. Ho provato di tutto pur di soccombere il nervosismo e la noia ma qualsiasi tentativo è stato vano. Mio fratello gemello Jamie per quasi tutto il viaggio, ha ascoltato la musica ed è stato sul computer a  vedere non so che. Ovviamente a lui le vacanze non si guastano dato che va molto d'accordo con uno dei due figli.
-Ora però mi devi spiegare perchè ti sta antipatico Alex...- mio fratello se ne esce così. Senza un'inizio o un discorso precedente. Fà una di quelle domande dove si potrebbe rispondere con una miriade di parole ma mi limito a dire un "perchè si" ma lui continua ad insistere.
-No ora me lo spieghi. E' così simpatico....- gli vorrei infilare quelle cuffie in bocca per fallo stare zitto ma cerco di trattenermi dal torturarlo, altrimenti dovrò sentirmi ancora i miei genitori.
-Per te è simpatico!- dico voltandomi verso il finestrino e cominciando a fissare le nuvole -Non lo sopporto perchè è troppo...bè....-non riesco a finire la frase che mio fratello mi sovrasta parlando
-Perchè è troppo bello, sicuro di sè, affascinante..- mio fratello mi spaventa. Ma come cavolo se ne esce?! Bello?! Affascinante?! Bleah. Non ho mai pensato questo di lui e non lo penserò mai.
-Ma che cavolo dici! Ti sei bevuto il cervello?!- gli tiro uno scappellotto dietro al collo e scuoto la testa in senso di sconcerto
-Ehi! Evita di alzare le mani! E quando hai il ciclo che hai il ciclo ma ora...è inutile che ti incazzi se dico la verità- mi dice sbuffando e rimettendosi le sue Beats rosse. Odio quando fà così, specialmente se nel bel mezzo del discorso si isola rinfilandosi quelle dannate cuffie.
-E levati ste cose che stavamo parlando!- dico irritata togliendogli le cuffie in modo poco carino
-Ma se tu ti incazzi così e normale che io mi rimetto le cuffie no?- mi dice sbuffando - Comunque evita di farmi diventare questa vacanza insopportabile; perchè altrimenti ti ci rispedisco con un calcio a Londra- mi dice sistemandosi meglio sul sedile
-Tu dimmi, come mi dovrei sentire io? Tutte le mie compagne hanno già giocato l'ultima partita di campionato mentre io, la punta, sono stata costretta a saltare la partita, e ad andare a Los Angeles perchè i nostri genitori devono andare in vacanza con i genitori di Alex e James. A te non manca già la piscina?- gli chiedo continuando a guardare i grandi cumuli di nuvole su cui vorrei tuffarmi
-Ma a Los Angeles credo che ci saranno dei campetti da calcio come credo, che ci siano delle piscine per i tuffi. Tu sei sempre così negativa. Guarda che non è detto che quei due mesi e mezzo che passeremo a Los Angeles debbano essere brutti. Può darsi che Alex è cambiato, è possibile che voi andiate d'accordo ora-
-Ah non ci giurerei. E' da quando siamo piccoli che non ci sopportiamo e ora, ad un tratto c'è la possibilità di andare d'accordo?! Ma cosa ti sei fumato?!- mio fratello mi lascia ancora più perplessa. Non capisco perchè ora la pensa così. Non c'è possibilità che io e Pettyfer, tutto d'un tratto, andiamo d'accordo.
-Io nulla ma tu devi cominciare ad essere più positiva e meno acida e cinica. Ed ora, se vuoi farmi ascoltare la musica- mi dice rimettendosi le cuffie.
-Prima o poi con quelle cavolo di cuffie, ti si fonderà il cervello.- dico chiudendo gli occhi e abbandonandomi a quel poco di sonno che mi è rimasto.


-Laura svegliati!- apro gli occhi e vedo mio fratello che mi scuote per farmi svegliare
-Ed ora cosa vuoi?!- chiedo sbadigliando. Ho talmente tanto sonno che potrei dormire per un giorno intero ma puntualmente ogni volta che riesco a prendere sonno, c'è mio fratello che viene a rompermi le scatole.
-Stiamo per atterrare; allacciati la cintura per favore- mi dice allandosi la sua cintura
-Ma non potevi svegliarmi prima?- dico cercando velocemente la cintura sul sedile, presa dal totale panico.
-E che palle che sei!- sbuffa e si volta dall'altro lato. Forse sto diventando un po' troppo insopportabile ma Los Angeles, mi fà quest'effetto. Uno è molto diversa da Londra due, c'è quell'odioso Alex Pettyfer. Scendiamo dall'aereo e ci dirigiamo al ritiro bagagli. Ho portato solo una valigia ma è tanto grande, da non riuscire a portarla. Mio padre chiama Richard, il padre di Alex, e gli chiede dove siano ad aspettarci. Ci dirigiamo verso Richard, che cordialmente, ci aiuta con i bagagli. Qui sono le quattro di pomeriggio ed ora in Inghilterra credo sia mezzanotte. Le mie compagne di squadra sono già scese in campo e hanno giocato la partita, anche senza di me. Guardo fuori da finestrino e comincio a gustarmi il paesaggio molto estivo. Il celo è di un'azzurro stupendo ed il sole risplende, al centro di esso. E' tutto così stupendo ma puntualmente, i miei pensieri vanno all'Inghilterra, a Londra e alla partita già giocata. Dopo circa dieci minuti, arriviamo davanti una bellissima villetta con un grande cancello lavorato. E' tutto come ricordo; ci siamo venuti molte volte qui a trovarli e non è cambiato quasi nulla. Percorriamo un vialetto, circondato ai lati con degli alberi molto curati. La villa è grandissima ed è tutta bianca con un grande terrazzo sulla parte destra dell'ingresso. C'è un giardino curatissimo con moltissimi fiori che fanno risaltare i vari colori. Fuori vicino alle scale ci aspettano Lee, Alex e James con un sorriso stampato sul volto. Scendo dalla macchina e saluto sia James che Lee ma quando arriva il turno di Pettyfer non so cosa fare. Non lo abbraccerò mai come ho fatto con James, ma non posso neanche non salutarlo.
-Ciao Laura- mi dice sorridendo e fà per abbracciarmi ma io mi limito ad allungare solo la mano.
-Ciao Alex-dico stringendogli la mano e guardandogli la faccia che dal mio gesto, è rimasta un po' perplessa.
-Dai Alex- dice Lee -Aiuta Laura con la sua valigia- lui cerca di prendere la valigia lilla ma io, non gliela faccio prendere.
-Dai Laura, non fare la testarda. Già hai il borsone quindi, la valigia te la porto io- mi dice cercando di riprenderla ma non glielo permetto. Continua ad insistere così decido, di lasciarglielo fare. Entriamo ed è tutto come ricordavo. Il lungo corridoio con le foto di famiglia appese con le scale di marmo alla fine del corridoio. Il salotto color pesca con tutti quei mobili moderni e color ciliegio e quella cucina così moderna che fà contrasto con il salotto. Sono due ambienti grandissimi che non sono separati da nessun tipo di porta. Vicino la porta d'ingresso, a sinistra, c'è una grande vetrata che fà entrare molta luce in tutto il salone mentre in cucina, c'è solo una grande finestra.
-Vieni- mi dice Alex salendo le scale, come se io non mi ricordassi dove sono le stanze. Saliamo al piano di sopra e anche qui, è rimasto tutto uguale. La stanza dove dormirò, è rimasta quella affianco a quella di Alex. E' color panna con un il letto dello stesso colore e delle lenzuola molto carine con la scritta "LOVE" circondata da un cuore di perle disegnate. Come ricordavo, di fronte a me c'è il grande balcone con le tende panna con un'altro leggero strato sopra, di un colore molto tenue ma che non riesco a decifrare. Il lampadario e di cristallo ed è molto grande mentre di fronte al letto, c'è un grande tappeto bianco e un grande armadio che occupa quasi tutto il muro. Vicino l'armadio, a destra, c'è una porta che se non ricordo male, credo che sia quella del bagno e vicino l'entrata, sempre a sinistra, appoggiata al muro c'è una scrivania di vetro con una sedia particolare color avorio con un cuscino color pesca sopra.
-Bè credo che la tua stanza te la ricordi- mi dice poggiando la valigia a terra
-Si è rimasto tutto uguale- dico con tono indifferente poggiando il borsone del Chelsea, la mia squadra, sul letto. Vedo che lui mi scruta attentamente ed io lo guardo come guardo "il nemico"; con disprezzo.
-Sempre molto femminile tu è?- mi dice con un sorriso da stronzo. Mi guardo e noto che sono vestita come sempre. Jeans, t-shirt cobalto con la bandiera dell'inghilterra formata da tante paillettes e le converse bianche. Non capisco cosa c'è che non vada.
-E tu sempre un rompi scatole vero?!- dico in tono cinico aprendo il borsone e cominciando a sistemare le cose.
-Sai non sei cambiata molto da due anni fà-mi volto e lo vedo avvicinarsi -Ti sono cresciute solo le tette e hai messo le curve al punto giusto- dice con un sorriso malizioso. Ma come si permette! D'istinto gli tiro un ceffone in pieno volto e lo vedo sorridere ancora di più.
-E ora cosa cazzo ti ridi?!- sono irritata e arrabbiata. Non solo fà lo sbruffone e si permette di dire certe cose, ma ora ride anche.
-Niente è che nessuna ragazza ha mai reagito così ad un mio complimento- mi dice sicuro
-Bè ficcatelo in testa Pettyfer, io non sono una di quelle gallinelle che ti sbava dietro come una lumaca- gli dico guardandolo minaccioso
-Bè non sai cosa ti perdi- dice continuando a mantenere quel sorriso stronzo e malizioso, che vorrei togliergli a suon di schiaffi.
-Si che lo so! Non mi perdo un bel niente. Mi perdo solo uno stupido arrogante e cafone!- quasi glielo urlo in faccia ma lui non cambia umore. Rimane lì, immobile continuando a sorridere.
-Va bè pensala come ti pare ma mettiti il costume, che dopo ti porto in spiaggia- mi dice come se fossi una di quelle che obbedisce, appena lui le ordina qualcosa
-E se non volessi venire?- dico sbuffando
.Bè verrai in ogni caso. Scendi tra quindici minuti.- mi dice uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle. Oh cavolo quanto odio quel ragazzo. Per tutta la conversazione, avrei solo voluto affogarlo o ucciderlo a mani nude. I suoi modi di fare mi fanno solo saltare i nervi. Spero solo che in spiaggia, tutto questo nervosismo e questa voglia di ucciderlo mi passi. 


SPAZIO AUTRICE:

Ciao  tutte!! Spero che questo primo capitolo vi possa piacere. Sono nuova qui su EFP ed è da un po' di tempo che volevo pubblicare una Fan Fiction ed ora, eccomi qui. Spero di avervi presentato bene i personaggi principali e i loro caratteri. Cercherò di aggiornare molto presto e fatemi sapere tutto quello che vi passa per la mente ^_^

Ci vediamo al prossimo capitolo!! Laura.
  
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