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Autore: VashappenedFede    16/02/2014    0 recensioni
L’azione rende liberi
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La notte arriva sempre troppo in fretta.




 


Ricordo che qualcuno mi disse questa frase, una volta… parole fin troppo complicate.
Quel giorno, in effetti, non ho agito: rimasi li a guardare come se nulla fosse. Non dissi nulla. Sarebbe bastato così poco, in effetti, e tutto avrebbe acquistato di nuovo senso.
Fu la prima volta che lo vidi. Ero in una stazione della metropolitana e c’era molto freddo. La notte arriva sempre troppo in fretta. Era in piedi, vestito in tuta da lavoro. Chiara barba incolta e cappellino di lana; i lineamenti di un corpo ben definito si intravedevano nonostante la giacca molto pesante. I suoi occhi azzurri incrociarono i miei per un solo istante. Le porte della metro si aprirono. Prese posto, lasciò cadere il suo zaino e poggiò il viso tra le mani, stanco.
Scelsi un posto non troppo vicino a lui, ma nemmeno troppo distante da impedirmi di guardarlo ancora, e ancora. Avrei potuto parlargli, sentire la sua voce, ma rimasi immobile, perché è questo che faccio di solito.
Alla terza fermata prese posto, di fronte a lui, una ragazza molto carina. Sorrideva. Passò la mano tra i capelli, accavallò le gambe e posizionò meglio i suoi auricolari dai quali ascoltava della musica. Lui la fissò, per un istante, lei ricambiò. Lui sorrise, lei sorrise. Lui distolse lo sguardo, lei continuò a guardarlo, potente, sicura; lui più debole, non riusciva a sostenere il suo sguardo. Imbarazzo? Timore?
Lei fece una cosa che lo catturò, che distrusse completamente le sue difese: con la mano prese uno dei suoi auricolari e, spostando leggermente il corpo in avanti, invitò il ragazzo ad ascoltare. Lui esitò per un momento, prese la mano di lei, la avvicinò all’orecchio e condivisero la stessa musica. I loro sguardi rimasero legati. Fu il gesto di lei a renderlo libero? o accettò l’invito per liberare se stesso? Fu comunque un’azione. Per un interminabile istante mi persi in quei sorrisi, in quello sguardo… il treno si fermò. Era il momento di scendere. Mi alzai e, con la coda dell’occhio, rubai loro un ultimo momento. Continuavano a sorridere e ascoltare musica.
Tuttavia, quando le porte si chiusero e io cominciai a camminare, lui spense il suo meraviglioso sorriso, guardò oltre lei e catturò i miei occhi. Era triste e disperato.
Il treno ripartì, distolsi lo sguardo e lo lasciai andare.
  
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