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Autore: mamogirl    16/02/2014    2 recensioni
Era stato un San Valentino differente dagli anni precedenti, era stata una festa in cui nostalgici e estasiati cuori solitari si erano radunati per non trascorrere quella serata senza nessuno, consapevoli che innamorati e amore potevano essere declinati in mille e più differenti forme, senza mai perdere il significato che essi portavano fra le loro sillabe.
Era stato un San Valentino differente per Brian e Nick, due cuori che in quella giornata speciale stavano cercando il coraggio per aprirsi finalmente all'altro per far vedergli che cosa si rispecchiava ogni volta che i loro sguardi si incontravano.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Littrell, Nick Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stay The Night

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

And if this is what we’ve got

Then what we’ve got is gold

We’re shining brightly and I want you

I want you to know

The morning’s on its way

Our friends all say goodbye

There’s nowhere else to go

I hope that you’ll stay the night

 

(Stay The Night, James Blunt)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli ultimi echi della festa si stavano abbassando, stanchi ed esauriti dopo tutte quelle ore trascorse fra danze e canti, fra cucinare e far passare vassoi e piatti carichi di leccornie. Note strimpellate da una chitarra si sfumavano insieme con quello delle onde del mare, a così pochi metri della terrazza e ospite di quella festa che aveva visto l'inizio quando il sole aveva incominciato a stiracchiarsi, ormai senza energie, e aveva lasciato alla sera l'attenzione degli spettatori. Sulla spiaggia, in contrasto con il color oro dei granelli di sabbia, un falò crepitava con fiamme alte e rosse, ignaro che ormai metà degli ospiti stava già lasciando quella spiaggia per tornarsene a casa e dormire via quelle ultime ore notturne.

Era stato un San Valentino differente dagli anni precedenti, era stata una festa in cui nostalgici e estasiati cuori solitari si erano radunati per non trascorrere quella serata senza nessuno, consapevoli che innamorati e amore potevano essere declinati in mille e più differenti forme, senza mai perdere il significato che essi portavano fra le loro sillabe.

Era stato un San Valentino differente per Brian e Nick, due cuori che in quella giornata speciale stavano cercando il coraggio per aprirsi finalmente all'altro per far vedergli che cosa si rispecchiava ogni volta che i loro sguardi si incontravano. Ormai viaggiavano su quel labile confine fra amici e innamorati da settimane, mesi e, forse, anni. Prima di allora, prima di quel primo passo abbellito da un sorriso e uno scherzo fra il divertito e il malizioso, la paura e il dubbio li aveva tenuti lontani, sicuri in quelle scarpe allacciate dai nastri di un'amicizia così rara e unica da rovinare e lasciar scappare via. C'era voluto un pizzico di coraggio, un impavido guerriero che aveva aperto il sentiero fra mura e difese che erano state erette fra la solitudine, flirt della durata di un battito di ciglia e cuori spezzati da amori che si erano poi trasformati in illusori mulini a vento. Ed era bastata quella prima nota per aprire le danze, passi e coreografie che venivano eseguiti in silenzio, ruotandosi attorno in cerchi che si avvicinavano sempre di più fino a quel momento, quella sera in cui le loro linee avevano incominciato a sfumarsi le une nelle altre.

Sguardi maliziosi si erano cercati e trovati per tutta la durata della festa, tocchi mai involontari si erano lasciati accarezzare prima di riabbassare gli occhi e lasciare aleggiare quelle silenziose parole nell'aria. Una sorta di bolla, una nuvola invisibile, sembrava averli ricoperti e separati da gruppetti di amici e estranei che avevano danzato attorno a loro e assistito a quel balletto, quasi come se essi fossero tanti piccoli Cupidi che si volevano assicurare che le loro frecce avessero finalmente fatto centro in quell'amore che voleva solamente crescere fino a esplodere in fuochi d'artificio brillanti e luminosi.

E così, mentre le ultime note provenienti dallo stereo si dimenticavano nelle onde e gli ultimi ospiti lasciavano le loro orme sulla sabbia, Brian e Nick si erano allontanati dal chiacchiericcio, lasciandosi guidare dai bagliori e raggi di stelle e luna. Si rincorrevano, si lasciavano raggiungere per poi scappare ancora, lasciando in regalo alle conchiglie e alle onde le loro risate e i gemiti di allegria quando le braccia si cingevano attorno alle vite, bloccandoli in una dolce prigionia.

“Sei stonato.”

La voce di Brian era una nota allegra nel silenzio, arrotolata su quell’euforia che qualche bicchiere e il gioco di flirt aveva regalato quella sera.

“Cosa sentono le mie orecchie? Io non sono stonato.”

Un finto broncio, braccia incrociate davanti al petto ad imitare un’espressione che non riusciva, però, a essere offesa di fronte a quella battuta.

“Hai stonato.”

La voce divenne canzonatrice, in punta di piedi saltellò fino a fermarsi di fronte a Nick qualche secondo prima di riscappare via, ma mai troppo lontana.

“Io non stono. Mai. Nemmeno quando sono malato.”

“Invece hai stonato, caro il mio signor Carter.”

“E lei, signor Littrell, è ubriaco.”

Il sorriso allargò gli angoli della bocca, formando quelle linee attorno agli occhi e sulle guance che sembravano dipingere l'immagine perfetta della felicità. Una lieve brezza, un filo di aria che saliva dalla riva alle loro spalle, si divertì a scompigliare quei riccioli che il sole di quella giornata aveva reso ancora più biondi, quella particolare sfumatura che sapeva di grano e di miele, di ore trascorse sdraiati su un prato e il ronzio degli insetti come unico sottofondo. E, come sempre davanti a quel sorriso e a quella bellezza, il cuore di Nick fece un ruzzolone all'indietro, un triplo salto mortale senza avere la certezza di avere una rete di sicurezza sotto di esso. Brian aveva sempre avuto un posto speciale nella sua vita, sin da quel primo giorno che aveva bussato alla porta e aveva iniziato a far parte di quel progetto di musica. Ma, con il passare degli anni, l'ammirazione e l'amicizia verso il maggiore si erano completamente trasformati, lasciandolo sempre senza fiato ogni volta che osservava quei meravigliosi tratti che sapevano di una bellezza che Nick avrebbe voluto possedere e marchiare per sempre come sua.

“Non sono ubriaco. - Ribattè Brian, con una punta di malizia a rendere ancor più luminoso il sorriso. - Sono semplicemente inebriato. Vedi? Riesco anche a camminare su un filo.” E, come a voler dimostrare quelle parole, il ragazzo incominciò ad avvicinarsi a Nick seguendo un'immaginaria linea.

“Inebriato, quindi?” Domandò Nick, rimanendo fermo a qualche passo da Brian.

“Sì. Sono ancora nel pieno possesso della mie capacità di intendere e volere.” Anche Brian si fermò, lasciando una minima distanza fra loro due e perdendosi, per qualche secondo, nell'ammirare come sempre il ragazzo di fronte a lui. Con il passare degli anni, da ragazzino di qualche centimetro più basso di lui, Nick si era trasformato in quell'uomo che superava Brian di una buona decina di centimetri e nel cui abbraccio Brian sapeva che avrebbe potuto nascondersi senza mai perdere un velo di orgoglio e dignità. I capelli erano sempre quel platino che Brian amava solamente su Nick, anche se fortunatamente erano stati tagliati corti e non in quella scodella che lo faceva sembrare un liceale alla ricerca del suo posto all'interno della scuola.

Se glielo avessero chiesto, Brian non sarebbe però riuscito a dire quando esattamente aveva scoperto quel pazzo sentimento verso il suo migliore amico: sapeva solo che era sempre stato suo compagno, era cresciuto insieme a lui in tutti quegli anni e, quando non aveva avuto più spazio per vivere, aveva deciso di esplodere in tutta la sua intensità. Ogni parola pronunciata da Nick veniva studiata da ogni angolo per poi custodita come qualcosa di sacro e speciale; ogni sguardo o sorriso assumeva una nota secreta, un semplice messaggio che quell'amore non era solamente a senso unico ma si nutriva e nutriva anche l'anima di Nick.

Ed ora eccoli lì, insieme durante la giornata più romantica che fosse mai esistita e la sensazione di essere le uniche due persone su quella Terra, tanto il mondo attorno e la gente aveva cessato di esistere non appena si erano resi conti della presenza dell'altro.

C'era finalmente il coraggio, in Brian. C'era il desiderio di terminare quell'inutile balletto che li teneva sempre all'erta ma distanti, come se ancora dovessero studiarsi e comprendere la natura dell'altro; c'era il bisogno di incominciare una nuova coreografia, dei passi che erano stati inventati solamente per essere messi in pratica in coppia, l'uno in risposta all'altro, l'uno insieme all'altro. Ed era qualcosa di totalmente elettrizzante che Brian non voleva più aspettare, perché solamente l'amore lo rendeva quella persona senza paure e dubbi, senza ritrosie e voglia di prendere i fatti con tutte le cautele dei casi. Non c'era ragione di essere cauti in amore, non poteva esserci solamente un gioco in difesa altrimenti opportunità e possibilità sarebbero scivolate via dalle loro mani senza che loro nemmeno potessero accorgersene.

C'era il coraggio e, insieme a quel liquido alcolico che navigava nelle sue vene e arterie, Brian lo prese fra le dita, agendo senza nemmeno dare il tempo a Nick di alzare qualche difesa. Allungò il braccio, allacciando la mano attorno al polso di Nick e tirando il ragazzo contro di lui; non appena i loro corpi si toccarono, l'altra mano riuscì ad infilarsi sul collo, giocando per qualche secondo con i fili biondi che scivolavano via dal capellino che Nick non aveva mai tolto per tutto il giorno.

“Intendo e voglio fare ciò.” Fu l'unico avvertimento che le labbra di Brian diedero a Nick prima di racchiudersi sopra le sue, accarezzandole inizialmente con dolci tocchi prima di lasciare spazio alla passione.

Senza lasciarsi sfuggire un battito, senza perdere il colpo e rimanere solamente vittima di quel bacio, Nick fece scivolare le braccia attorno ai fianchi di Brian, lasciando che le dita si incontrassero in carezze sulla schiena. Scostò di qualche centimetro il viso, voltandolo di poco in modo da aver facilmente accesso alle labbra di Brian mentre gemiti di piacere vibrarono nell'aria fra loro, prima di sfuggire via come farfalle invisibili e troppo piccole per essere riprese. Non importava, non aveva nessun'importanza che quei suoni riecheggiassero attorno a loro due o che si nascondessero nelle buche lasciate ancora intatte dai giochi dei bambini: solo le stelle li osservavano, solo la luna poteva captare quei piccoli indizi di un piacere che non avrebbe mai raggiunto il suo picco, poiché esso sembrava essere un infinito che si sarebbe sempre ripetuto e ingrandito ad ogni nuovo bacio, ad ogni nuovo tocco e carezza.

Il bisogno di ossigeno, fino a quel momento totalmente dimenticato e relegato in un angolo assieme a tutte le altre funzioni vitali, si fece sentire prepotentemente, costringendo Brian a staccarsi a malincuore, alzandosi però in punta di piedi per continuare a lasciare tocchi e carezze sulla linea della mascella.

“Sai di vodka e caffè.” Mormorò Nick, slacciando una mano dalla schiena e portandola ad accarezzare la guancia del ragazzo.

“E tu di fragola. - Ribattè Brian, alzandosi in punta di piedi per sfiorare, ancora, le labbra contro quelle di Nick. - E di arancia.”

“L'hai preparato te il drink analcolico.”

“Non me lo ricordavo così buono.”

“Forse dovresti riassaggiarlo.”

“Sì. - Rispose Brian con una punta di malizia. - Credo proprio di sì.” Le labbra si riposarono su quelle di Nick, mordicchiandole per far nascere picchi di dolore che poi dolci carezze avrebbero lenito nella più calda delle passioni. Durò poco meno di prima, quel bacio, ma non fu per niente di meno rispetto al primo: anch'esso, infatti, li lasciò tremanti e frementi per qualcosa di più, la voglia e il desiderio di poter continuare a parlarsi tramite quel silenzioso linguaggio.

Rimasero abbracciati, però. Due ombre nere che si stagliavano sulla spiaggia, in una conca tinteggiata di oro e spesso lambita dalle onde del mare; due figure che non avevano confini, uniti come a sottolineare quel passaggio che era avvenuto così naturalmente, complice solo il coraggio di prendersi un bacio.

Lo aveva assaggiato. Nick aveva già assaggiato che cosa significasse tenere fra le braccia Brian ma era sempre stata una stretta mascherata da scherzo e conforto, quel conforto che poteva e doveva esser dato da un amico. Non era mai stata, di certo, quell'intimità che incominciava a costruirsi una dimora dentro di loro, un incominciare a studiare ogni curva e linea del corpo del proprio compagno per non aver mai più paura di dimenticarselo quando l'assenza e la distanza sarebbero inevitabilmente arrivate. Era incamerare in uno stanzino della propria anima e cuore quel calore che il respiro di Brian creava contro la pelle del collo. Era trovare così perfetta quella posizione, quasi come i loro corpi fossero stati creati per poter aderire così, senza buchi o spazi vuoti.

“Rimani con me questa notte?” Domandò Nick, appoggiando la fronte contro quella di Brian.

“Temevo non me lo domandassi.” Fu la risposta del ragazzo mentre le dita si congiungevano e si intrecciavano insieme alle loro sorelle.

Lentamente, Brian e Nick tornarono verso la casa mano nella mano, non rendendosi nemmeno conto che il fuoco si era ormai spento e che tutta la compagnia di quella giornata era scomparsa, quasi avessero intuito che era ora di lasciare finalmente quella nuova coppia libera di esplorarsi e scoprirsi. Silenziosamente, Brian e Nick incominciarono a rimettere in ordine piatti vuoti lasciati sulla terrazza e pentole che avevano bisogno di una lucidatura prima di essere riposte a mollo durante la notte. I loro movimenti erano naturali, quasi come avessero sempre vissuto e lavorato in casa fianco a fianco, senza intoppi o involontari scontri l'uno contro l'altro; carezze ci furono, baci rubati quando uno passava mentre l'altro era ancora impegnato a impilare piatti e bicchieri e risate quando si ritrovavano fra le mani improprie figure costruite con i rimasugli del cibo.

Quando tutto fu pulito, quando anche l'ultima luce sulla veranda venne spenta e la cucina ottenne il meritato riposo, i due ragazzi si avviarono verso la camera da letto: nessuna luce venne accesa, preferendo quei bagliori argentei e dorati di luna e stelle a guidare il loro cammino verso il letto. Trepidazione e attesa incominciarono a trasformarsi in ansia all'interno di Brian, un fremito che poco aveva a che fare con il desiderio e la voglia di culminare nei migliori dei modi quella serata. Fino a quando si parlava di romanticismo, fino a quando il confine era ben tracciato da baci e carezze, Brian riusciva a tenere il polso della situazione. Era ciò che gli riusciva meglio, quel romanticismo che sapeva di bianco e nero e un amore narrato fra poesie e film.

Ma non sapeva se era abbastanza.

Non sapeva se sarebbe stato abbastanza per Nick.

Lui... oh, lui non era di certo come tutte le sue precedenti conquiste! Non che fosse totalmente innocente e senza un passato di esperienze ma erano sempre state storie più profonde di un semplice incontro di sesso. Il sesso, in quei casi, era solamente l'ultimo pezzo a rendere perfetta una storia che si basava su una moltitudine di aspetti. Eppure, nemmeno in quelle prime volte, Brian si era sentito così vulnerabile e scoperto di fronte a qualcuno, anche se ancora i vestiti coprivano ogni centimetro di pelle.

Nick sembrò percepire quell'inquietudine, leggendo quell'aria quasi imbarazzata che tingeva di rosso le guance e rendeva Brian ancor più meravigliosamente attraente ai suoi occhi. Con qualsiasi altra persona, Nick sapeva come tutto sarebbe andato a finire: qualche parola di rassicurazione, qualche parolina di complimento e vestiti che presto sarebbero scomparsi, lasciando ogni altra frase al linguaggio del corpo.

Ma Brian non era una persona qualsiasi. Brian era speciale, Brian era la sua stella speciale e non voleva che niente potesse rovinare o porre difetto a ciò che poteva davvero diventare la cosa più bella che gli fosse mai capitata in tutta la sua vita.

In pochi passi, Nick si avvicinò a Brian e, abbassando lievemente il viso, appoggiò le labbra sull'angolo della bocca prima di sfiorare la punta del naso. Un sorriso nacque di istinto sul viso di Brian, un'ondata di calore e affetto che sembrò sciogliere parte di quell'ansia che si era arrotolata attorno allo stomaco.

“Non c'è nessuna fretta, Bri. - Le labbra di Nick sfiorarono le orecchie di Brian in un respiro caldo. - Non dobbiamo fare niente se non sei ancora pronto.”

“Sicuro?” Ribattè Brian, abbassando lo sguardo mentre le dita giocherellavano nervosamente con il colletto della camicia di Nick.

“Mai stato più sicuro. - Rispose Nick in tono rassicurante, una luce che non poteva mentire in quegli occhi che continuavano ad osservare Brian come se fosse la stella più brillante di tutto il cielo. - Non voglio solo il sesso da te.”

Un nodo di emozione si raggruppò in un unico angolo della gola di Brian, costringendolo ad alzarsi in punta di piedi e sfiorare le parole di ringraziamento sulle labbra di Nick. Le dita, nel frattempo, scesero dal colletto e incominciarono lentamente a slacciare i bottoni, lasciando poi scivolare per terra camicia una volta che essa fosse completamente aperta; le mani, a quel punto, seguirono quel pezzo di tessuto, accarezzando prima le spalle e poi scendendo sulle braccia. Non diceva niente, Brian, e nemmeno Nick: Nick seguiva i suoi movimenti con gli occhi, lasciando che fossero i suoi sensi a prender coscienza e consapevolezza di che cosa quei tocchi facevano nascere dentro di lui.

Quando le mani arrivarono ai polsi, Nick le bloccò, facendo risalire le sue e portandosi dietro il materiale della maglietta che quella sera Brian indossava. Gliela fece togliere, scompigliando quei riccioli che, una volta liberati dalla maglietta, si ritrovarono a cadere sopra gli occhi per poi essere spostati da una carezza. Mentre, una volta tolta la camicia, la luce poteva solamente scivolare sulla pelle nuda di Nick, lievemente dorata di abbronzatura, una canottiera risultava essere l'ultima barriera a coprire il corpo di Brian. E Nick sapeva quale era la ragione, quella cicatrice che segnava il petto e di cui Brian sembrava esserne sempre imbarazzato. Le dita vennero quasi attratte da quella linea bianca che si stagliava sul rosa della pelle, appoggiandosi all'inizio solamente e poi incominciando a scendere in una lenta e quasi confortante carezza. Brian aveva lo sguardo basso, il viso voltato di lato come se nemmeno volesse vedere quello che stava succedendo né, e di questo ne era certo, l'espressione al limite del disgusto che doveva dipingere e prendere possesso del viso di Nick.

“Non ti rendi conto di quanto sia bella.”

Quel commento, quel dolce sussurro, prese Brian completamente di contraccolpo.

“Non puoi dire sul serio. - Ribattè con lo stesso tono, anche se la dolcezza era già svanita via. - E' orribile.”

“No. - Asserì Nick una seconda volta. - Non può essere orribile perché fa parte di te.”

Nessuno aveva mai parlato prima, a Brian, in quel modo. Pochi erano stati gli amori che avevano preso un difetto e lo avevano trasformato in qualcosa di prezioso, nonostante quanto lui lo trovasse orribile. E, forse, era anche quello amore: ritornare ad amare quei lati che si erano sempre odiati, solamente perché ora finalmente visti tramite gli occhi di qualcun altro. E non un semplice estraneo ma qualcuno a cui si era deciso, con un coraggio sconosciuto fino a prima, di lasciare in dono il proprio cuore e tutto se stesso.

Gli ultimi indumenti si adagiarono attorno al letto, andando a fare compagnia a stelle e luna in un silenzioso pubblico che voleva semplicemente assistere a quella prima notte insieme.

La prima di una lunga e infinita serie.

 

 

 

 

 

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“Non è un cliché?”

“Che cosa?” La mano risalì la pelle del braccio per poi ridiscendere quasi questa fosse il suo personale scivolo.

“Mettersi insieme il giorno di S. Valentino.” Le labbra si posarono sulle dita mentre esse riprendevano a salire sul proprio braccio.

La risata si alzò dalle coperte, lì dove il viso era semi nascosto e la guancia sembrava aderire alla perfezione sulla spalla.

“Guarda che non stiamo insieme.”

Arrivarono, all'improvviso, le linee di confusione sulla fronte e il naso arricciato in un'espressione con una prima nota di tristezza.

Avrebbe dovuto saperlo, Nick. Avrebbe dovuto sapere che era stato tutto troppo perfetto per esser stato reale: come poteva un ragazzo come Brian voler qualcuno come lui?

“Che significa?”

Le dita di Brian si staccarono dal braccio di Nick e andarono a cancellare quelle linee di dubbio e paura. Il sorriso, il suo, non svanì nemmeno per un attimo, nemmeno di fronte a quel pensiero che sembrava brillare in luci al neon e rosso di pericolo. “Significa che non ti servirà solamente avermi portato a letto per farmi diventare il tuo fidanzato.”

“Oh.” Le labbra di Nick si incresparono, il mistero della sfida sembrava aver cancellato via qualsiasi altro dubbio e aveva fatto nascere una nuova linfa. No, Nick non si era mai tirato indietro dalle sfide, anzi, se ne cibava quasi come se esse fossero composte da ossigeno e anidride carbonica, quei due elementi necessari nell'aria per sopravvivere.

“Già. - Asserì Brian, appoggiando le labbra sull'angolo della bocca di Nick. - Non sono una conquista così facile.”

C'era una punta di divertimento nella voce di Brian, quel tono e quel messaggio implicito che riuscì a cancellare ogni dubbio e paura in Nick, lasciandolo libero di giocare anche lui con parole e gesti. Prendendo Brian alla sprovvista, Nick si voltò in modo che il suo corpo coprisse completamente quello di Brian, le braccia tese con le mani a pochi centimetri a lato della testa e quel minimo di distanza che permetteva a entrambi di fissarsi e perdersi nell'azzurro dell'altro.

“Mai pensato che tu fossi come gli altri.”

“Davvero?” Ribattè Brian, alzandosi e poggiando tutto il peso del corpo sui gomiti.

Nick annuì con un cenno del capo, abbassandolo poi per sfiorare la punta del naso con un veloce bacio. “Sei sempre stato la mia personale sfida. E sai che amo vincere.”

Una risata sfuggì a Brian ma essa non si librò nell'aria, essendo immediatamente fatta prigioniera da quella bocca che voleva conoscere ogni segreto dell'altro. “Oh, ne so qualcosa. - Rispose poi, azzardando un sorriso malizioso. - E tu dovresti sapere che sono un inguaribile romantico. Di quello che sa di bianco e nero, quel vecchio stampo che ormai sembra essersi perso per qualcosa di più effimero e fisico.”

Erano momenti come quelli, erano frasi come quelle che facevano sempre fermare Nick, gli bloccavano il respiro e gli facevano comprendere quanto fosse innamorato pazzo di quel ragazzo. Perché Brian era una di quelle persone all'apparenza così semplici e facili da comprendere, da prendere ogni angolo e poi inserire quasi immediatamente in una categoria e appiccicandogli sopra un'etichetta. Invece non era così lineare, dietro alle risate e ai sorrisi, dietro alla semplicità di un ragazzo trasformato in pop star, c'era una saggezza e maturità che rimaneva sempre implicita, si insinuava fra le parole e, quando si riusciva a captarla, ti colpiva lasciando il suo indelebile segno sull’anima.

“Non sono molto bravo in queste cose.” L'ammissione arrivò con il sapore dolceamaro della sconfitta, un'arresa involontaria quando ci si rende conto di non possedere le armi adatte per quel tipo di battaglia.

“Non importa. - Mormorò Brian, rassicurando prima con la voce e poi con tocchi di labbra. - Sono un bravo insegnante.”

Ci fu un altro bacio, quella volta lento e prolungato, fatto di sussurri di dolcezza e di un amore che sarebbe solamente cresciuto e sarebbe diventato più potente, un'inesauribile sorgente di forza da cui attingere quando le nubi si sarebbero presentate nella loro vite.

Rimasero ad osservarsi, rimasero persi l'uno nell'altro mentre riprendevano ossigeno e combattevano la voglia di rimanere rinchiusi in quelle coperte per tutta la giornata, lontani dal mondo esterno e sicuri in quella loro bolla.

“Rimani questa notte?” Domandò Nick, un sorriso e una luce che Brian avrebbe voluto poter rubare, prima di ricordarsi che non ce n'era più bisogno di desiderare così ardentemente perché era già sua.

“Non c’è più bisogno che tu me lo chieda. Rimarrò sempre.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un po' in ritardo ma ecco la mia one-shot di S.Valentino. Tanto fluff senza nemmeno un po' di angst? L'ho scritta davvero io? lol

Spero che possa piacere lo stesso e ancora un grazie di cuore a tutti coloro che leggono e quelle pie anime che recensiscono. ^__^

Alla prossima!

   
 
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