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Autore: AnhelKreep    18/06/2008    6 recensioni
La guerra è finita, ma due Arrancar sono stati presi prigionieri. Il rimpianto di Ichigo, un'azione che nessuno si sarebbe mai aspettato. (GrimmjowXUlquiorra, soft IchigoXRukia, Shonen-ai, One-shot) [contiene risposte alle recensioni di "Cicatriz"]
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Kuchiki Ruchia, Kurosaki Ichigo, Schiffer Ulquiorra, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Los mañana (Il domani)

 

La colossale torre-prigione della Soul Society brillò di luce propria all’alba, facendosi bianca splendente. Si ergeva sopra tutto, osservando da silenzioso guardiano gli avvenimenti nella Corte delle Anime Pure. Assolveva al suo compito da più di 2000 anni, eppure non si era mai vista una simile vittoria sul male.

L’ex capitano Sosuke Aizen era stato sconfitto dal Gotei 13 e da un Sostituto Shinigami, Kurosaki Ichigo, accompagnato da tre suoi amici umani.

Una vittoria schiacciante, su tutti i fronti.

C’erano di sicuro state molte perdite, ma quelle vite sacrificate alla causa non erano rimaste invendicate. La loro morte era servita per permettere ai sopravvissuti di guardare con gli occhi dei vittoriosi il totale decadimento di Hueco Mundo e i suoi abitanti più potenti, gli Espada.

Ed ora due ospiti d’eccezione occupavano l’impenetrabile struttura, attendendo fianco a fianco l’estinguersi della loro sorte.

Sconfitti, umiliati, condannati a non morire sul campo di battaglia come avrebbero desiderato ma come animali su un altare sacrificale, per dare ulteriore rimarco alla loro decadenza. E la loro unica colpa era stata di nascere Hollow, di voler emergere dalla tenebrosa uguaglianza, da morte certa, cercando l’evoluzione e il prestigio come gli abitanti del Rukongai cercavano una vita migliore al di là delle mura.

La loro unica colpa era essersi schierati dalla parte del buio.

Uno per sete di dolore e morte, l’altro per apprezzamento verso un padrone sprezzante della paura.

Ed ora ambedue rimanevano abbracciati, nudi sulla fredda pietra, guardando attraverso una di quelle microscopiche finestre il sorgere del sole.

“E’ domani?” domandò la figura più smilza, dai corti capelli neri, fissando inespressiva la luce chiara che rischiarava l’interno delle mura.

“Sì.” Disse semplicemente l’altra, stringendo un poco di più quel corpo magro e posandogli un delicato bacio fra i capelli.

“Allora questa è la nostra ultima notte” sussurrò la prima, accarezzando distratta i capelli azzurri del compagno.

Non si dissero più nulla, rimasero solo fermi nella penombra.

Quella notte, l’ultima notte, nella Corte ci fu grande festa. Tutti danzavano e ballavano, accompagnati da fiumi di sakè e musica.

Alcuni bevevano per dimenticare la morte di una persona cara, altri per la felicità di essere ancora interi, e altri ancora per la gioia di essere lì in due. In pochi si astenevano, in particolare solo gli astemi e coloro che avevano troppo da pensare per poter bere.

Fra di loro c’era Ichigo, che immerso nelle sue rimembranze non aveva neppure mangiato. Fermo, immobile, ignorava del tutto le grida delle persone e i brindisi in suo onore, al salvatore della Soul Society.

Pensava alla cattura dei due ultimi Espada ancora in vita, dei loro ultimi prigionieri. Avevano preso Grimmjow quando era ancora incosciente dopo la sua battaglia, e Ulquiorra quando era caduto prima del colpo finale ad Aizen, inferto dal generale Yamamoto.

Erano rinchiusi nella Torre e l’indomani sarebbero stati giustiziati, eppure… Lui aveva fatto di tutto per salvarli, per convincere il Gotei 13 che potevano benissimo toglierli ogni capacità combattiva (e lui sapeva che avrebbero potuto farlo, nonostante loro avessero negato questa possibilità) e rimandarli sulla Terra come semplici umani.

Invece, per qualche lurido comando, dovevano morire come cani nello stesso identico posto dove sarebbe dovuta morire Rukia.

Dicevano che erano mostri, ma cazzo… Che ne sapevano loro? Lui li aveva visti, sì, li aveva visti mentre li portavano alla prigione. Era rimasto lui a far la guardia mentre Kuchiki Byakuya si allontanava un secondo, e li aveva visti, maledizione.

Si stavano baciando, merda. E non era un bacio fra amici, o un rituale di chissà quale genere... Era un bacio appassionato, vero, che aveva fatto salire i brividi anche a lui. Non sapeva che rapporti avessero fra di loro, né se fosse solo sesso o uno svago, però aveva la netta sensazione che loro si amassero.

E dicevano che non potevano provare amore.

Batté con forza un pugno sul pavimento, facendo scricchiolare e sfilacciare i tatami sotto di lui.

Rukia lo fissò, ben conscia del suo tormento interiore. Gli si avvicinò, abbracciandolo e cullandolo un poco.

Lo sostenne mentre singhiozzava, senza rinfacciargli nulla. Sapeva ciò che era successo e capiva il suo dolore. Era straziante dover uccidere due esseri che si volevano bene, fossero Shinigami o Hollow o Umani.

Lo strinse, facendogli sentire la sua presenza.

“Rukia…” la chiamò.

“Dimmi, Ichigo.”

“…Mi aiuteresti a fare una cosa?” chiese lui, tremante, temendo un suo rifiuto.

“Tutto quello che vuoi.”

***

All’alba del giorno seguente, le porte della Torre si spalancarono. La luce illuminò i volti un poco smagriti e gli occhi ancora brillanti dei due condannati.

Incatenati pesantemente, vestiti solo con pantaloni bianchi, Grimmjow e Ulquiorra uscirono a testa alta dalla loro prigione. Percorsero il ballatoio che penetrava nella cittadina, guardando avanti a loro senza paura alcuna.

Proseguirono ancora, sfilando fra gli alti palazzi, guardati da tutti gli Shinigami.

Grimmjow di tanto in tanto ringhiava a qualcuno, infastidito da tutti quegli sguardi di superiorità e divertimento che gli venivano rivolti contro.

“Grimmjow, basta.”

Ulquiorra lo richiamò all’ordine con una sola parola, cercando di imprimergli tutta la sua dignità. Lui non si soffermava nemmeno a guardargli, nauseato da tutta quella inettitudine attorno a lui.

E’ tutta spazzatura, solo spazzatura, si ripeteva fino alla nausea.

Giunsero fino al patibolo, ove tutto il Gotei 13 attendeva. Anche gli Shinigami di rango più basso ai Tenenti e i Capitani erano venuti ad assistere alla prima esecuzione pubblica mai avvenuta, scalpitanti.

Furono condotti fino alla struttura in legno, e lì gli furono tolte le manette e le corde rosse.

Tutto si svolse nel più assoluto silenzio. A tutti i presenti era stato dato il preciso ordine di rimanere fermi, senza stuzzicare i prigionieri, ma il bisbigliare continuo della folla era più che evidente.

Tutti li schernivano, e questo mandava in bestia Grimmjow.

“Che cazzo sussurrate, branco d’inetti?! Fate silenzio!!!” urlò, stringendo a sé Ulquiorra, che stranamente non si ribellò per niente a quel gesto così azzardato.

Il volto del moro si era deformato, divenendo una maschera d’odio. Aveva smesso di ripetersi di non ascoltare, ed ora tutta la sua rabbia rifluiva e montava come un’onda, soffocando a malapena la sua voglia di distruggere tutti quegli esseri inutili.

Furono separati e messi l’uno accanto all’altro, nonostante la viva resistenza di Grimmjow, con le braccia sollevate e perpendicolari al busto, mentre lentamente iniziavano a lievitare nell’aria.

Quando furono abbastanza in alto, la loro salita si fermò.

Erano lontani. Troppo lontani.

Yamamoto, appoggiato al suo nodoso bastone, iniziò a parlare.

“Ulquiorra Schiffer e Grimmjow Jaggerjack, siete ambedue accusati di…”

“Fai silenzio, stupido vecchio. – Ulquiorra parlò con voce talmente tagliente che immediatamente nella altura si fece silenzio - Non ci interessa sapere i nostri crimini. Facciamola finita con questa pagliacciata.”

Il vecchio si accigliò.

“…Nonostante la vostra insolenza, vi chiederò se avete un’ultima parola per noi.”

“Io avrei una richiesta. – disse Grimmjow, puntando i suoi occhi azzurri contro il vecchio Generale – Vorrei che ci avvicinaste, in modo che io possa tenergli la mano.”

Il bisbiglio si rialzò, più prepotente di prima, più irritante che mai alle orecchie dei due Espada.

Grimmjow si morse la lingua per evitare di urlare.

“...E sia” concesse il capitano.

Quando le loro mani furono nuovamente strette e il chiacchiericcio fu sedato dal capitano Kuchiki con una singola, penetrante occhiata, il rituale ebbe inizio.

La Sokyoru andò in fiamme, rivelando l’essenza dal suo spirito. La fenice scarlatta si palesò agli occhi di tutti, brillando nel cielo come un secondo sole.

 Era lì, con il suo calore infernale, avida di assaggiare nuovamente dopo molto tempo il sapore di un anima.

Grimmjow volse il suo sguardo verso il compagno, trovandolo ricambiato. Gli sorrise, stringendo ancora di più la sua mano, e lasciando che tutto il suo calore si sprigionasse da quell’ultimo contatto.

“Ulquiorra, io ti…”

“No, non lo dire. – lo interruppe lui, serio come sempre ma con gli occhi brillanti – Me lo dirai quando saremo di là.”

Lo spirito di fuoco aprì la bocca e si lanciò avanti verso le due vittime.

Prima che la devastante colonna di fuoco dipingesse il cielo intero, tutti percepirono una reiatsu impressionante, devastante, e tutti sapevano perfettamente chi l’aveva rivelata.

Fu solo un secondo, poi tutto si spense, lasciando nell’aria solo un leggero odore di bruciato.

Dei corpi, nessuna traccia.

“Ichigo Kurosaki!” urlo Yamamoto, girandosi verso la folla alla ricerca del giovane.

Eppure Ichigo era lì, scuro in volto ma presente. Accanto a lui stava Rukia, capo chino, immobile.

“Sì, Yamamoto-sama?”

“Perché hai sprigionato la tua energia spirituale? Cosa è successo?”

“Assolutamente nulla, Capitano. Io sono sempre stato qui, non mi sono mosso. Può chiederlo a chiunque.”

E in effetti tutti dissero che il ragazzo non si era minimamente spostato dalla sua posizione.

Ishida, Orihime, Chad e Renji lo guardarono, leggermente straniti. Poi tutti sembrano illuminarsi improvvisamente. I ragazzi scossero il capo e si allontanarono in fretta.

Anche altre due persone si erano fermate a fissare più del dovuto il giovane; il capitano Kuchiki e il capitano Ukitake.

“Cielo, cielo” disse l’uomo dai lunghi capelli bianchi prima di andarsene, le labbra tirate in un lieve sorriso.

Byakuya invece rimase fermo, in silenzio, con il volto sempre tirato nella sua aria di superiorità.

***

Tre mesi dopo.

“Dannato scroccone, non sai fare null’altro che startene a poltrire?!” disse Jinta al ragazzo vicino a lui.

Un ventaglio ovale si agitava nell’aria, donando una leggera frescura a quelle membra decisamente troppo accaldate e smuovendo appena una chioma azzurrina.

“Oh, sta zitto, ragazzino.” Disse l’altro, sbuffando un poco.

“Fai sempre lavorare quel tuo amico al posto tuo! Ma ti pare giusto?!”

“Non protestare! Io non lo costringo per niente, è lui che decide di farlo! E poi parli tu, che fai fare tutto il lavoro sporco alla ragazzina!”

Nel piccolo salotto del negozio di Urahara c’erano Ririn, Nova e Cloud impegnati nelle loro solite attività di Gigai in peluche, come mangiare biscotti e leggere riviste.

“Ma sentili, stanno sempre a discutere!” disse la ragazza, sbuffando.

“Eh, forse avremmo fatto meglio a non aiutarlo! Vorrei sapere dove sarebbero lui e il suo amico ora se noi non li avessimo soccorsi!” ribatté il coniglio, gonfiandosi un po’ d’orgoglio.

“Vero.” Concluse Nova.

Nel frattempo, nello spiazzo antecedente al negozio, una ramazza di arbusti si muoveva per terra, sollevando qualche nuvoletta di polvere, in un perfetto silenzio.

“Sicuro che non vuoi una mano…?” chiese la piccola voce di Ururu, seduta compostamente sul piccolo terrazzino.

“No, non ce né bisogno.”

Due figure, in lontananza, attirarono l’attenzione del giovane moro che stava diligentemente spazzando.

Ichigo e Rukia arrivarono trotterellando sotto il caldo sole estivo, incuranti del fiatone che era loro venuto nel rincorrersi. Di lì a poco arrivarono anche gli altri, seguendoli verso la vecchia capanna malmessa.

Ichigo si fermò un secondo, calmando le risate, e correndo si diresse verso la figura.

“Buongiorno, Ulquiorra.”

 

 

 

 

Mmm, inizio dicendo che non sono molto convinta.

Cioè, è la prima volta che tento di mettere su qualcosa del genere, una one-shot che sia un breve pezzo di vita ma una cosa autoconclusiva e ben definita.

Per questo ora ho bisogno più che mai dei vostri giudizi. Aiutatemi, vi prego!

Per chi avesse dubbi su come si è svolta la vicenda, qui riporto la verità di fatti:

Poco prima dell’esecuzione, Ichigo si è fatto trasportare da Nova vicino ai due condannati insieme a Rukia, distruggendo i sigilli e bloccando per pochi istanti la Sokyoku. Nel frattempo, Cloud aveva preso le sue veci in mezzo alla folla, e Ririn aveva impostato un illusione in modo che a tutti sembrasse che Rukia fosse accanto a lui. Ovviamente tutti i suoi amici si sono accorti che non erano loro, e anche Byakuya e Ukitake hanno intuito che quella non era Rukia. Appena arrivati sulla Terra Urahara si è mosso per procurare i Gigai e anche un lavoro.

Spero di essere stata esauriente!

yukino_lang08: E già, sono maleeefica! *sguardo diabolico* Adoro troppo questi due! Grazie mille, un bacio!

Valeriana: e no e no, non si fa spoiler! (parla quella che ha portato Nel a Manziana Comics e lo porterà sabato al Meeting di Monte Mario XD) No, non è cattivo, è solo stra-geloso di Aizen! > < VIOLENTAMIII! XD Concordo in pieno sìsì! Eccotene qui un’altra! Dio, sto popolando il fandom MUHAHAH! XD Un bacio anche  a te! ^^

Stateria: Povera, le hanno spoilerato! In effetti sì, mi trovo molto meglio a trattarli così come sono, nella loro integrità Espadiana. In una AU ti trovi sempre ad addolcirli troppo, a mio dire, anche se le preferisco, visto che i cattivi non devono necessariamente fare la fine dei polli > >. Qui ho trovato un piccolo espediente XD. Un bacio e un grazie immenso!

Viviane Danglars: E già, il GrimmUlqui punisce coloro che disprezzano XD Scherzo, ovviamente XD Sono contenta che questo mio esperimento con l’uso della seconda persona sia riuscito, avevo paura di non riuscire ad interpretare bene Grimmjow. Però, da quando dici, pare che io ci sia riuscita. Certe volte mi escono delle frasi e delle assonanze come quella lì, non sono volute… Però quando vado a rileggere dico “Dio, ma cosa ho scritto qui? O_O” XD Penso che Aizen si sarebbe comportato esattamente così, poiché lui non considera gli Espada come suoi oggetti, ma come sottoposti, come hai detto tu. Alla fin fine ciò che fanno non gli importa più di tanto, basta che ciò non interferisca con i suoi piani. Mi ha fatto molto piacere ricevere questa lunga recensione, tranquilla! Grazie mille! ^^

Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, bé, non deve fare altro che dirlo!!

La mia dedica oggi è per la mia ZozzaH per eccellenza, augurandole tutta la felicità di questo mondo con il suo personalissimo Tato.

Clà, ricordati che sei sempre la mia Vacca! > < (sò gelosa -.-)

  
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