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Autore: mooarless    16/02/2014    2 recensioni
La verità è che non c'è verità, che nessuno se ne va mai per davvero e nessuno resta per sempre anche se per lei Non c’era stato nessun addio.
Una mini Long su ciò che accadrà dalla 3x12 in poi rivisitato e rivisto da me. È principalmente una Rumbelle ma farò accenni anche ad altri personaggi di OUAT.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Perché siamo di nuovo a Storybrooke?»
«Non lo so Regina.»
«Ma ci dev’essere un motivo?!»
Le sentiva Snow e Regina discutere sul senso di quel ritorno nella cittadina del Maine, ne parlavano tutti in quel chiacchiericcio diffuso di persone che Belle conosceva.
Li aveva guardati uno per uno indagandone i volti, sfogliando le pagine dei giorni passati in quella e nell’altra “realtà”.
Sfogliava il silenzio che si sentiva addosso come un manto gelido di solitudine, aveva agguantato l’aria come se ricercasse la mano di qualcuno in particolare, ritrovando soltanto poco dopo quella di Bae.

«Tornerà Belle. Torna sempre.»
Non riusciva a brillare quel piccolo sorriso striminzito sulle labbra di lei, su quel fiore lucente che era Belle French.
Era incatenata ad un pensiero era incatenata a quella piazza - dove per altro si trovavano tutti - , era incatenata con i piedi ben saldi nella posizione dove l’ultima volta lo aveva visto occupando il suo spazio come se potesse in qualche modo respirarne l’aria.
Come se potesse raggiungerlo nell’immaginario, come se bastasse così poco.
Ma non era davvero quello il problema non era solo la sua assenza; erano i brividi.
Erano i silenzi i leggeri tremori che parevano scuoterle l’anima e accarezzarne avidamente i ricordi in ogni angolo di una città che ne era pregna, poteva guardarsi…poteva vedersi con il braccio infilato sotto quello di lui in una passeggiata che non era mai semplice, mai scontata.
Poteva vedersi mentre ripercorreva la strada per il Granny’s fantasticando su quanto fosse bello mangiare un “hamburger” con lui in ricordo del loro primo appuntamento. 
Poteva vedersi ancora una volta e poteva guardarlo ancora una volta mentre moriva.

“I love you, Bae. And I love you, Belle. You made me stronger.”

Mentre cessava di esistere, mentre i frammenti di tutta la sua magia lo scomponevano.
Mentre tutto scorreva mentre lui scorreva via.
Via.
Via Per sempre.
La verità è che non c'è verità, che nessuno se ne va mai per davvero e nessuno resta per sempre anche se per lei Non c’era stato nessun addio.
Ed ora che si vedeva sciogliere nell’incanto di Pan, ora che si vedeva inginocchiata in lacrime in una proiezione che era tutto frutto dei suoi ricordi.
Frutto di quella cittadina.
Ora che tutto la avvolgeva ora che ogni odore, ogni sapore, ogni sorriso, ogni suono, ogni movimento, ogni cosa riportavano a lui.
Ora in quel momento, in quei dubbi in quei respiri faticosi Belle French non riusciva più a piangere.
Non riusciva più ad urlare come aveva fatto come avrebbe continuato a fare, non riusciva neppure a parlare o a dimostrare quanto quel ritorno fosse stato un mosaico di vita in pezzi.
Era vuota.
Aveva una voragine nel cuore, un precipizio ricolmo della stessa densità oscura della nostalgia, la stessa che aveva proiettato fuori da se.
La spettatrice che osservava con l’azzurro chiarissimo dei propri occhi ogni scena ripetuta all’infinito della loro vita.
Andava oltre agli altri.

«Belle?»
Gli altri erano un contorno, erano qualcosa di esistente ma ininfluente al fine della sopravvivenza stessa di lei.
«Belle? Dobbiamo sistemarci da qualche parte…»
“Dove preferisci Bae. Io voglio andare a vedere la biblioteca.»
Ricordava ancora il suo regalo, quando le aveva consegnato quelle chiavi in una piccola scatola nera. 
Liscia, semplice. 
Sua.
Ricordava di aver preso tra le dita quell’unica chiave con quell’unica scritta appuntata al porta chiavi “Library”, ripercorreva la sua camminata. Frettolosa, concitata verso quel luogo.
Le sembrava di ricalcare i passi due volte immaginandosi quando quella scena era avvenuta, aveva rallentato Belle, lasciandosi superare dal suo ricordo lasciando che le mani della sua mente aprissero uno squarcio sul cuore.
Sullo spaccato profumato dei suoi libri.
Aprendo la porta.
Ma non era riuscita ad entrare, non era riuscita a superare la soglia a guardare dentro davvero, e non attraverso i suoi ricordi.
Belle non voleva tornare in biblioteca, non davvero.
Belle voleva tornare al negozio d’antiquariato.
Voleva tornare dove tutto era iniziato.
E dove tutto sarebbe potuto iniziare nuovamente.


“I will see u again”






Eccomi questa è la mia prima Fan Fiction su OUAT e nello specifico sulla mia Ship preferita.
Insultatemi, criticatemi, pesci, pinguini, lanciatemi di tutto ma fatemi capire se è sensata.
Per il resto aggiornerò i capitoli al più presto e se avete letto tutto con pazienza ringrazio tutti quanti :) Anche i lettori silenziosi. 
Un grazie speciale a Francesca (Cricket personale) che mi ha dato il coraggio di pubblicare questo sclero delle quattro di notte. Big kiss to you dearie. <3
Martina.

  
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