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Autore: firstmarch    16/02/2014    7 recensioni
SOSPESA
"Tutti hanno dei segreti.
Persino io, Eris Dwayne, ne ho.
Gli altri possono nascondere ricordi imbarazzanti, verità sulla loro persona, pettegolezzi sulla famiglia. Gli altri hanno così tanti segreti.
Io ne ho solo uno; un segreto che è come una moneta, con una doppia faccia.
Sono una sirena. Una sirena che vive nel mondo degli umani infrangendo le regole della mia società, una ragazza che vive tra le onde nascondendo alle sue nuove conoscenze chi realmente sia.
Persino io, Seela Astrid, ho dei segreti."
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TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=MuLlJMt3Gdo&feature=c4-overview&list=UUVN1byk4i4CKeoucLXFlBfQ
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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L'incoronazione.




La regina era appena tornata dalla cerimonia di incoronazione, trionfante, gloriosa, piena di sé.
Dopotutto era riuscita finalmente a salire al trono, a ottenere quel potere tanto agognato, quel potere strappatole dalla sorella perché nata pochi anni prima di lei.
Ma questo era il passato, ormai. Ora era Kendall la nuova regina, era lei l'unica in grado di decidere il destino di ogni creatura marina nel raggio di leghe e leghe.
Un sorriso pieno di soddisfazione si fece strada sul viso di Kendall, donandole un'aria ambiziosa e furba.
Un'aria che le si addiceva, un'aria degna di una regina, quale era.
   “Beiral, figlio mio”, disse percependo la presenza del figlio nella stanza.
   “Mi avete fatto chiamare, madre?”, rispose lui in tono formale, come sempre. Non si era mai preso la confidenza di darle anche solo del “tu”, ma era stata lei stessa a non correggerlo quando le si rivolgeva come un suo suddito, perciò non si era mai concesso di entrare in confidenza con lei.
   “Sì, Beiral. Voglio che tu mi faccia un favore. Faresti qualunque cosa per tua madre, vero?”
Kendall sapeva qual'era la risposta, non temeva un rifiuto da suo figlio.
   “Certo, madre.”
   “Bravo ragazzo. Voglio che mio nipote, tuo cugino, venga cacciato dal regno.”
Ne seguì una pausa più lunga di quanto si fosse aspettata.
   “Beiral? Mi hai sentito?”
Kendall si girò verso il figlio, impallidito. Notando come si raddrizzò, tornò a concentrarsi sullo specchio che aveva di fronte a sé.
   “Sì, madre, ma non credete che cacciarlo sia un po' eccessivo?”
   “No, figlio. So quello che faccio. Da sempre è vietato andare in superficie e lui non solo ha continuato a farlo dopo che quella svergognata di mia sorella è morta, ma ha portato con sé sua sorella. Entrambi sanno che la terra ferma non è fatale per le sirene e questo non posso accettarlo.”
Quella sciocca di Vera. Sapeva il segreto custodito a corte, sapeva che se una sirena fosse uscita dall'acqua non sarebbe morta, ma sarebbe semplicemente mutata in un umano. Ma il popolo non poteva saperlo. No, loro dovevano temere la terra, dovevano avere paura di cosa potessero fare gli umani. Se fosse stato per il popolo, a quest'ora le sirene andrebbero in giro a braccetto con gli umani, pronti a pugnalarle alle spalle. La terra è sempre stata la condanna ai crimini più gravi. Chi veniva cacciato non poteva più far ritorno al regno, doveva imparare a vivere da umano, doveva accettare di essere creduto morto da tutta la società. Se era abbastanza forte sopravviveva, se no sarebbe morto sulla spiaggia, agonizzante.
Essere cacciati era essere la vergogna del popolo, era essere dimenticati, disonorati.
E suo nipote stava per fare quella fine.
Ma Kendall sapeva che Medhan non era come gli altri, che era stato portato dalla madre diverse volte sulla terra ferma. Aveva esplorato quei luoghi ai più sconosciuti. Medhan non sarebbe morto e lei avrebbe preservato il segreto, lasciando che il terrore della terra continuasse a corrodere le anime dei suoi sudditi.
   “Cosa ne sarà di Seela, madre?”, chiese Beiral con una nota di preoccupazione nella voce.
   “Seela resterà qui. Non la voglio insieme a suo fratello, potrebbero essere pericolosi. Dimenticherà i segreti della terra, che lo voglia o no, e non ci farà più ritorno. Tu ti assicurerai che non lo faccia, Beiral. Mi fido di te.”
Kendall concluse il discorso congedando il figlio, il quale fece una riverenza e lasciò la stanza.
Seela resterà qui, potrà essere mia.
Un sorriso malizioso gli increspò le labbra mentre si lasciava le stanze della madre alle spalle, le stanze della regina. Kendall, la sovrana. E lui, Beiral, il principe. Era l'inizio di una nuova era.



Seela vagava tra i corridoi del palazzo in cerca di un'uscita che le avrebbe permesso di allontanarsi dai festeggiamenti che si stavano per compiere.
Il giorno prima sua zia Kendall era salita al trono, neanche dopo cinque giorni dalla morte della sorella Vera.
Tutti erano stati felici di festeggiare la nuova regina e di dimenticare quella passata, tutti tranne Seela e Medhan. Ah, Medhan. Era rimasto nella sua camera, troppo abbattuto, troppo arrabbiato e troppo indignato per partecipare anche solo all'incoronazione.
Non solo aveva perso la madre, ma aveva visto la zia che da sempre odiava salire al trono al suo posto, per il solo motivo che non aveva ancora diciotto anni. Li avrebbe compiuti in un mese.
Seela, invece, era stata letteralmente trascinata alla cerimonia, non aveva potuto ribellarsi al potere della zia, non quando ti si presentano in camera tre servitrici pronte ad agghindarti secondo ogni tua richiesta. In questo caso, beh, secondo le richieste di Kendall.
E ora era lì, in cerca di un'uscita da quel castello di rigidità, regole e sorrisi falsi. Quando finalmente trovò una guardia disposta a lasciarla uscire “soltanto per qualche minuto”, lascio che l'oscurità la inghiottisse.
A quest'ora nemmeno i raggi più potenti del sole riuscivano a illuminare tanto in profondità, ma per lei non era un problema. Ogni sirena vedeva al buio, ma ciò non implicava che lo amassero.
La città, infatti, che si espandeva sotto il sguardo a un centinaio di metri più in basso, era costantemente illuminata. Seela non si era mai spiegata come gli umani non li avessero ancora trovati, eppure non ne aveva mai visto uno nei dintorni. Nessuna nave, nessun segno di vita.
Ogni sirena si era chiesta almeno una volta che aspetto avessero gli umani: avevano provato ad immaginarli, a disegnarli, a raccontarne le storie, ma non avrebbero mai saputo come fossero davvero. Solo Seela e Medhan ne erano a conoscenza. I viaggi verso la terra erano sempre lunghi, perciò era raro che Vera vi ci portasse i figli, ma quelle poche volte che erano riusciti a raggiungerla avevano passato le giornate migliori della loro vita.
Gli umani erano come loro per la parte superiore del corpo, mentre in quella inferiore avevano le gambe al posto della coda e delle pinne.
Così avevano scoperto che l'unica conseguenza dell'uscire dall'acqua era quella di diventare umani. Certo, si erano dovuti abituare a stare in piedi, a camminare, ma non ci era voluto molto. Vera sembrava farlo da una vita...sicuramente non era la prima volta che emergeva dall'oceano.
Seela scosse la testa cercando di ricacciare indietro i ricordi che la tormentavano, ma con scarsi risultati. I capelli neri ondeggiarono sinuosi nell'acqua mentre il movimento si concludeva. Rimase parecchi minuti a fissare il vuoto, sperando di poter rimanere immobile per sempre, sperando di poter diventare un corallo, uno scoglio, qualunque cosa fosse fermo e insensibile.
Delle urla risuonarono intorno a lei, distraendola dai suoi pensieri. Si girò di scatto, ma non vide altro che la porta chiusa dalla quale era uscita. Solo quando chi aveva gridato le fu vicino capì di chi si trattasse: suo fratello. Veniva trascinato verso la fine del giardino, verso la rupe oltre la quale si estendeva la città, da tre tritoni molto più robusti di lui.
   “Medhan!”
Seela si precipitò verso i tre, ma non appena fu abbastanza vicina da poter toccare suo fratello, uno dei tre si allontanò da lui e spinse la sirena lontano da loro, tenendola ferma al terreno con un tridente conficcato in una pinna. Seela urlò dal dolore, cercando poi di estrarre l'arma dalla coda, ma faceva troppo male. Il tempo di sollevare lo sguardo e i quattro erano spariti.
Il dolore continuava ad aumentare, ma la priorità era suo fratello.
   “Guardie! Guardie!”
Ma nessuno rispose.
Seela si guardò intorno devastata dalla paura. Perché nessuno era arrivato ad aiutarla? Era la principessa e questi erano ordini! Suo fratello era appena stato rapito e lei ferita, dove diavolo erano tutti?
Gridò ancora fino ad avere la gola dolorante. L'acqua intorno a lei aveva perso il colore rosso intenso dei primi minuti, ma la ferita non smetteva comunque di sanguinare. Iniziò a singhiozzare, ma, come sempre, era come non farlo, le lacrime si disperdevano nell'acqua, senza lasciare traccia di sé.
Non poteva più indugiare, strinse le mani intorno al tridente e tirò più forte che poteva, non riuscendo a trattenere un altro urlo. Era libera, ma riusciva a malapena a muoversi. Avanzò nell'acqua nuotando con le braccia, fino a quando non raggiunse l'entrata del palazzo.
La porta dalla quale era entrata era chiusa dall'interno, oltre di essa non intravedeva nessuno. Le guardie non erano più presenti. Forse i festeggiamenti erano iniziati, forse erano tutti nella Sala del Trono. Ma questo non implicava che le guardie potessero prendersi qualche ora di pausa. No, c'era qualcosa che non andava.
Seela lasciò che l'acqua la portasse più in basso, si abbandonò sul fondale, davanti alla porta chiusa, aspettando che qualcuno arrivasse in suo soccorso, aspettando forse l'impossibile?
Aveva perso la cognizione del tempo da un bel po', quando qualcuno la sollevò da lì e la riscosse, risvegliandola da quello stato di trance.
   “Seela, svegliati! Chi è stato a farti questo? Forza, dobbiamo farti vedere da uno specialista.”
Beiral, suo cugino, la teneva stretta tra le braccia, impedendole di scivolare lentamente verso l'abisso che le aveva imprigionato i sensi.
   “Tre uomini, Beiral...hanno preso Medhan...bisogna fermarli.”
   “Non avrebbero dovuto farti del male, Seela, se la vedranno con me una volta fatto ritorno.”
   “Beiral, cosa stai dicendo?”, chiese la sirena mentre il cugino la portava velocemente verso la sua camera.
   “Sto dicendo che tuo fratello è stato appena cacciato dal Regno. Ma non devi preoccupartene, non adesso.”
   “Cacciato?! Ma cosa stai dicendo, Beiral? Perché?!”
   “Ti ho detto di non preoccupartene, cugina.”
   “Di non preoccuparmene o di non intromettermi?”
Beiral guardò Seela con ammirazione, ma anche come se fosse un gioiello prezioso appena entrato in suo possesso.
   “Vedila così: non sono io a chiedertelo, è mia madre. Sai che non ti ferirei mai, Seela.”
“Quindi dovrò vedermela con lei per riavere Medhan a casa? Mi stai giurando che non c'entri niente?”
   “Sì, esatto.”
Le parole di Beiral sembravano più un sibilo, una menzogna.
Per la prima volta nella sua vita, Seela ebbe paura di lui.

 


SPAZIO AUTRICE.
Sono di nuovo qui con una una nuova fanfiction, yeaaah
Questo è il prologo, più corto dei capitoli normali.
Spero che vi incuriosisca, perché vi assicuro che non sarà la solita storia che si trova sotto la categoria "Justin Bieber" e che non sarà la copia della Sirenetta, lol
Chi ha letto le mie altre fanfiction lo sa.
Vi lascio i link con le foto degli attori che ho scelto per i personaggi e quello del trailer.
Justin entrerà in scena nel prossimo capitolo o, al massimo, al terzo.
Ora vorrei spendere due righe per ringraziare le quarantanove persone che hanno scaricato il pdf della mia precedente fanfiction "Lennox - 0127" e le 171 che l'hanno messa tra le preferite. Significa molto per me, grazie mille♥
 


Seela Astrid. Medhan Astrid. Beiral, il principe. Kendall, la regina. Trailer

((Seela: Àstrid Bergès- Frisbey, Medhan: Jannis Niewöhner, Beiral: Max Irons, Kendall: Charlize Theron))
   
 
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