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Autore: Vic 394    17/02/2014    6 recensioni
La notte era particolarmente calda, in quell’estate così afosa. Tutte le finestre erano spalancate nel caso un venticello fresco si fosse deciso a entrare. Sul villaggio splendeva la luna piena, che sembrava cullare il sonno degli abitanti.
Solo un ragazzo in tutta Berk continuava a rigirarsi nel letto, incapace di addormentarsi.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte era particolarmente calda, in quell’estate così afosa. Tutte le finestre erano spalancate nel caso un venticello fresco si fosse deciso a entrare. Sul villaggio splendeva la luna piena, che sembrava cullare il sonno degli abitanti.
Solo un ragazzo in tutta Berk continuava a rigirarsi nel letto, incapace di addormentarsi.

Hiccup era rimasto sveglio per ore, aggrovigliandosi nelle coperte, lottando contro il cuscino, facendo tanto da cadere dal letto come un sacco di patate.
Preoccupato, lanciò un’occhiata a Sdentato, temendo di averlo svegliato. Il drago mosse distrattamente un orecchio, poi sbuffò e piombò nuovamente nel sonno.
Hiccup sedette sul letto, sospirando. La sua gamba lo stava facendo impazzire, con quel continuo formicolio e occasionali fitte dolorose.
Il problema era che non poteva fare nulla, se non sopportare.
Perché lì dove sentiva male non c’era assolutamente nessuna gamba.
Skaracchio gliene aveva parlato, tempo prima; erano quelli che chiamava “dolori fantasma” e potevano andare avanti anche molto a lungo.
Hiccup ne soffriva da ormai quasi cinque anni e anche se a volte la cosa era gestibile c’erano notti come quella in cui a stento riusciva a sopportarla.
“Stupida gamba” borbottò a bassa voce.
Decise che ormai non sarebbe riuscito a prendere sonno, così pensò che una bella passeggiata per sgranchirsi un po’ non gli avrebbe fatto male.

Pochi minuti dopo era fuori casa, diretto verso la selva, il cammino illuminato dalla luna che quella sera gli sembrava più grande.
Non prestò attenzione al percorso, immerso com’era nei suoi pensieri. Camminò lentamente e a lungo, lasciandosi scappare un sorriso quando si ritrovò a chiedersi come fosse arrivato alla conca senza neppure accorgersene.
Si calò dentro agilmente e andò a sedersi su un masso, con lo sguardo rivolto al laghetto.
Quel posto, la conca, era colmo di ricordi che al suo arrivo sembrarono affiorare e corrergli incontro da ogni parte.

Lì c’era il ramo a cui Sdentato si era appeso per dormire, come un pipistrello, quando il vichingo cercava di conquistare la sua fiducia. Poco più in là c’era il punto in cui Hiccup gli aveva montato la prima protesi alla coda. Poi c’era quel posto all’ombra dove entrambi amavano riposare dopo una giornata dedicata a giocare.
Hiccup vide se stesso e il suo drago proiettati in quel loro territorio nascosto, lasciando col sorriso che la sua mente ripercorresse le loro avventure di anni prima.
Tornò indietro nel tempo fino al loro primo incontro lì e notò che la pietra su cui era seduto era la stessa su cui stava quando aveva disegnato la sagoma della Furia Buia usando un bastone.
Si tirò su e si guardò intorno, cercando la sua opera nonostante la consapevolezza che non l’avrebbe mai trovata, spazzata via da vento, pioggia e neve.

Era leggermente malinconico quando si voltò a guardare la luna riflessa nel lago.
Si abbassò a immergere una mano nell’acqua, trovandola piacevole in contrasto all’insolito calore notturno.
Con calma si sfilò la maglia leggera che portava e si immerse, beandosi della sensazione di fresco sulla sua pelle. Nuotò per un’abbondante mezz’ora, prima di stancarsi e uscire nonostante la gamba amputata avesse smesso di fargli male.
Arrivato vicino a riva, con l’acqua che gli arrivava poco sotto le ginocchia, udì un sommesso clangore metallico sotto di lui.
Abbassò lo sguardo e vide che qualcosa di vagamente luccicante gli era rimasto incastrato nella protesi. Afferrò l’oggetto e trasalì; era il suo vecchio pugnale.

Coperto da qualche alga e in parte divorato dalla ruggine, era rimasto lì da quando Hiccup l’aveva lanciato via per non far spaventare Sdentato.
Il ragazzo andò a sedersi a riva, mentre alcune gocce d’acqua gli accarezzavano dolcemente i muscoli che aveva finalmente messo su.
Rigirò il coltello tra le mani, ricordando il giorno in cui l’aveva adoperato per liberare un pericoloso drago dalle funi che lo avvolgevano. E se invece non l’avesse fatto? Se avesse deciso di… non volle neppure pensarci.
Guardò l’arma un’ultima volta prima di alzarsi in piedi e scagliarla nuovamente in acqua. Stava meglio lì, si disse.
Si passò una mano tra i capelli bagnati, scuotendoli un po’ e incastrando le dita nelle piccole treccine che Astrid gli aveva fatto per gioco e che lui aveva volutamente dimenticato di sciogliere.

Sbadigliò. Da quanto tempo era uscito di casa? Sembravano pochi attimi, ma potevano essere trascorse ore.
Era meglio tornare indietro, pensò partendo in direzione del villaggio.
Poi, appena prima di uscire dalla conca, si bloccò.

La notte era particolarmente calda e stava già lasciando il posto all’alba, in quell’estate così afosa. Tutte le finestre erano ancora spalancate, in attesa che qualcuno si svegliasse e si alzasse dal letto per chiuderle. La luna piena, sempre più pallida, stava andando via lentamente, per essere sostituita dal sole.
E c’era un ragazzo, a Berk, che dormiva profondamente accanto al suo drago, con il sorriso sulle labbra.
Consapevole del fatto che se qualcuno quel giorno fosse sceso nella conca avrebbe trovato, vicino a un determinato masso, la sagoma di una Furia Buia, impressa nel terreno con un bastone.





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Angolo Vic
Senza pretese, scritta di getto ieri... potrebbe essere l'ultima per un bel periodo, non me ne vogliate xD la dedico a tutte le persone che non potrò sentire nei prossimi giorni: CodaViola, Symphonia, Sowk, Nihal992, a u t u m n, tutte quante :3
A (non proprio) presto!

Vic

 
   
 
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