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Autore: yas_    17/02/2014    0 recensioni
Teris Janner è una ragazza di sedici anni che ama danzare,leggere e passare interi pomeriggi su cruciverba e giochi di parole. La sua vita scorre normalmente fino al suo diciassettesimo compleanno. Si ritrova a dover affrontare situazioni incredibili nelle quali è affiancata da François,un nuovo misterioso amico conosciuto grazie alla danza.
[-Ehi..mi scusi-. Era la voce del ragazzo di cui ero l'ombra.-Scusa-.
-Sì-ho risposto con un leggero sorriso mentre mi levavo una cuffietta.]
...
[Improvvisamente nel cuore della notte vengo svegliata da un forte dolore alla schiena,come se la mia spina dorsale si stesse sciogliendo o sbriciolando. ]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Mi sveglio lentamente quando sento delle mani calde accarezzarmi la spalla. E' la mamma,una donna di quarantun anni a cui somiglio molto,o almeno così mi dicono, e anche se ne sono felice mi chiedo come possa essere vero,dato che mi hanno adottata dopo pochi mesi di vita. Diciamo che vivo solo con lei dal momento che mio padre è sempre in viaggio per lavoro e torna solo poche volte al mese,ma entrambi sono di una dolcezza quasi noiosa. La ignoro per un po',giusto per godermi più a lungo quelle coccole.

-Ehi Teris...Teris.-
-Mh,sì mamma.-.La mia voce è quasi un sussurro un po' per il sonno e un po' per la pigrizia.

-Non dovresti essere già sull'autobus?-

-Cosa? Ma che ore sono?-

-Quattro e un quarto-
-Oh mio Dio,le quattro e un quarto? Perché non mi hai svegliata prima?- mi sono accorta di aver alzato un po' troppo la voce,cosa che a lei da davvero fastidio -oh,scusami- ho detto subito,cercando di usare il tono più dolce che avessi mai sentito- è che devo essere lì alle quattro e quarantacinque e...- non ho tempo nemmeno per parlare e non so da dove iniziare a prepararmi. Per fare più veloce mi tengo i leggings che ho già addosso e mi infilo un paio di stivali. Prendo forcine,elastico e retina e faccio un cenno a mamma che balza dal letto.

-Certo,lo chignon,sissignore-dice lei con lo sguardo serio,la mano ferma sulla testa e mimando un discreto soldato. Mi siedo per facilitarle il lavoro e all'improvviso mi torna in mente una cosa che avrei preferito non ricordare in quel momento -oh mio Dio,oggi ci sarà il nuovo maestro,ci inquadrerà subito e io arriverò già in ritardo. Così penserà che sono una sfaticata e non mi considererà nemmeno. Dannazione dovevo proprio addormentarmi oggi? Come faccio ora?- mi accorgo di aver detto tutto d'un fiato e all'improvviso mamma scoppia a ridere e,anche se non c'è nulla di divertente,le rispondo con una risata altrettanto fragorosa. Mi guarda attraverso lo specchio e giustifica la sua risata inopportuna dicendo -Scusami,non volevo ridere,è solo che sei identica alla vecchia me...circa venti anni fa,al mio matrimonio. Solo che io mi misi quasi a piangere quando mi accorsi che un piccione mi aveva appena benedetto il vestito,poco prima di entrare in Chiesa. E' stato orribile,ma ora ogni volta che ci penso non smetto di ridere!-.Per un attimo mi sono sentita sollevata,pensando che ci sono cose peggiori. E' incredibile come le mamme riescano sempre a far sorridere i propri figli! Sto ancora pensando alle cose peggiori che potrebbero accadere e al potere delle mamme,quando lei esclama con un sorriso-Fatto-. Mi alzo velocemente dalla sedia,mi infilo il cappotto e senza nemmeno tirare su la zip,prendo la borsa e mi precipito su mamma dandole un bacio -Dovrei tornare circa alle otto,forse un po' prima. Chiudi te per favore. Ciao!-. Uscendo dalla mia stanza pesto qualcosa e subito dopo sento un lamento. E' la mia cagnolina,una piccola palla di pelo bianca con un collare rosa. -Oh Etoìle scusami,non volevo farti male..preparati alle coccole appena torno!-. Esco di casa velocemente e correndo verso la fermata dell'autobus mi chiedo perché,parlando con gli animali,noi esseri umani usiamo sempre un tono esageratamente dolce e orribilmente lagnoso.

Arrivo alla fermata e improvvisamente mi ricordo che Martha mi sta aspettando,così tiro fuori il cellulare e la chiamo.

-Pronto?- dice lei,come se non si aspettasse una mia telefonata.

-Ehi Martha,sono io,Teris. Ti volevo dire di non aspettarmi perché non ho ancora preso l'autobus e non so quando potrò arrivare.-

-Ah...Va bé dai,aspetto un altro po' e poi vado,va bene?-

-Sì,come vuoi-

-Ok,ci vediamo dopo,baci!-

-Ciao..Ah volevo dir..-. Ha riagganciato senza farmi finire,come sempre del resto. Se la dovessi riassumere in tre parole direi: frettolosa, impulsiva e Martha,ma nonostante ciò è un'amica fantastica.

Sono le quattro e ventisette e,mentre penso che sarebbe meglio tornare a casa,intravedo qualcosa di rosso in lontananza. L'autobus! Mi precipito sul ciglio della strada per far cenno all'autista di fermarsi. Salgo facendo attenzione a non scivolare sugli scalini bagnati. Nella zona meridionale di Bromley piove davvero troppo spesso! Mi trovo un posto e subito dopo un ragazzo,ricoperto di tatuaggi e piercings e con indosso dei pantaloni che sembravano di dieci taglie più grandi,si siede accanto a me. Lo guardo quasi disgustata e ma poi mi giro verso il finestrino. So che i gusti sono gusti,ma odio i tatuaggi tanto quanto odio i broccoli e la musica rap. L'autobus si ferma e io mi affretto a scendere. Mentre penso di correre premo un tasto a caso sul cellulare e vedo che sono le quattro e trentatré. Sono decisamente in anticipo! Camminando verso la Dreamer's Ballet School non riesco a smettere di pensare a come sarà il nostro nuovo maestro. Severo? Comprensivo? Oppure sarà uno dei soliti fanatici che si vantano del loro talento e delle loro fantastiche movenze? Non saprei,ma a quanto pare tra non molto saprò da chi potrebbe dipendere il mio futuro. Qui le strade non sono molto affollate,anzi a dire il vero sono anche molto deserte rispetto al resto della città. Continuo a camminare ascoltando le mie canzoni preferite e immersa in un mondo tutto mio. Tornando alla realtà mi accorgo di avere sempre lo stesso ragazzo davanti,come se fossi la sua ombra o lo stessi inseguendo. Indossa una tuta e porta un borsone sportivo. E' abbastanza alto,sicuramente più alto di me e dal portamento mi sembra molto un ballerino. Oh,dovrei smetterla di credere che ogni persona snella e in forma faccia danza! Sembra come perso, cammina alzando e abbassando lo sguardo in continuazione,come se stesse cercando qualcosa. Dev'essere proprio così,visto che in mano ha un foglio abbastanza grande che controlla ogni cinque secondi. Mi accorgo di aver rallentato così controllo che ore sono: le quattro e trentasette. Dovrei darmi una mossa. Velocizzo il passo e supero il ragazzo “smarrito”. Mi sembra di aver sentito qualcosa così abbasso il volume della musica.

-Ehi..mi scusi-. Era la voce del ragazzo di cui ero l'ombra.-Scusa-.

-Sì-ho risposto con un leggero sorriso mentre mi levavo una cuffietta.

-Dovrei arrivare alla Dreamer's Ballet School,ma non sono mai stato qui e non so dove andare.-

-Oh..Anche io devo andare lì,ti accompagno-

-Grazie mille..comunque,piacere,mi chiamo François- esclama all'improvviso tendendomi la mano.

-Oh,sì,piacere Teris-

-Quindi anche tu sei una ballerina?-

-Sì,sono praticamente cresciuta dentro quella scuola. Da quanti anni fai danza?-

-Mia madre mi iscrisse circa quattordici anni fa. Mi dice sempre che da piccolo iniziai a danzare prima ancora di camminare!- ha riso e io gli ho risposto con un altro sorriso.

-Te invece? Da quanto tempo frequenti la scuola?- mi dice all'improvviso dopo un po' di silenzio

-Oh...io da quando avevo cinque anni. E...come mai hai cambiato scuola?- gli chiedo mentre cerco di rimettere le cuffiette nella borsa.

-È una lunga storia,ma in sintesi è per le preferenze della maestra-. Ha un tono scocciato. Forse non avrei dovuto fargli quella domanda.

-Come mai? Intendo,c'erano i famosi ruffiani? Tipo quelli che si pavoneggiano in continuazione,fieri del loro “talento” e che ottengono le parti migliori anche se non le meritano?- Alla parola talento mimo le virgolette. Anche io ho un tono scocciato,poiché queste sono cose che accadono molto spesso e perché mi sono già trovata in questa situazione.

-Beh sì,o meglio,tra noi c'era il figlio della maestra che ovviamente era il fulcro di ogni spettacolo,mentre il resto del gruppo è sempre stato sottovalutato è considerato come una decorazione-. Continua a parlare guardando il basso e con le mani in tasca,segno che gli da davvero fastidio. Non so più cosa dire così,dopo un imbarazzante silenzio,mi ricordo che aveva bisogno di informazioni.

-Ecco,siamo quasi arrivati. Praticamente dalla fermata dell'autobus vai sempre dritto verso la pizzeria- gli dico indicando una porta di vetro -e poi giri a sinistra,qui- .

-Oh,è più facile di quanto pensassi,ma grazie!-

-Di niente-. Sorrido e alzando lo sguardo vedo l'enorme porta della scuola,con in alto la sagoma di una ballerina in arabesque e la scritta Dreamer's Ballet School.

Quando entriamo noto che François si guarda intorno con aria sbalordita. Tra le cose davvero bella qui nel Bromley sicuramente c'è la nostra scuola di danza.

-François..- sembra non avermi ascoltata -ehm,François...-
-Oh scusa,dimmi,stavo vedendo quelle foto lassù,sono stupende!-

-Si hai ragione,io le guardo ogni giorno da moltissimi anni e ogni volta mi sembra di notare nuovi particolari che le rendono sempre più belle-. Mi sono ritrovata ad ammirare quelle ballerine perfette e a sorridere senza nemmeno accorgermene -comunque,volevo dirti che lì c'è lo spogliatoio dei maschi- gli dico indicando una porta nera con un omino bianco -poi quando finisci ci raggiungi in quella sala laggiù,la porta bianca. Ah,i ragazzi sono simpatici,dovresti trovarti bene!-

-Grazie,ci vediamo dentro allora- risponde lui rivolgendomi un ampio sorriso.

Nello spogliatoio ci sono solo io. Martha e le altre sono sicuramente già in sala. Così mi affretto a cambiarmi e le raggiungo. I maestri non sono ancora arrivati,ma tutti quanti sono così impegnati da non accorgersi nemmeno della mia presenza. Subito dopo arriva François che inizia a riscaldarsi poco lontano da me,poiché non conosce nessun altro del gruppo. Dopo qualche minuto si avvicina e si china per dirmi qualcosa.

-Ehi..com'è..oh,cos'è un tatuaggio? Una voglia?- dice indicando la voglia pallida che ho dietro al collo.

-Cos..oh no,no,per carità! Li odio i tatuaggi. Credo sia una voglia,ma non so cosa significhi una voglia bianca!-continua a guardarla come se la studiasse.

-Sembrerebbero delle ali..con qualcosa sotto. Tipo un..un bottone con le ali!-. Dice lui e subito dopo scoppiamo a ridere tutti e due.

-Un bottone con le ali?- Non riesco a smettere di ridere -io ho sempre pensato che fosse un libro,sarà perché sono fissata con i libri!-

-Però è una bella cosa una voglia. Ti contraddistingue,mi piace l'idea di speciale..diverso- Parla così seriamente che fa quasi impressione.

-Oh..ehm,si è vero-. No so più cosa dire.

-Ah,ti stavo chiedendo com'è la maestra. Non dirmi che è come quella della mia vecchia scuola..-

-Oh,no,certo che no. Noi abbiamo due maestri. La prima è Madame Janette,una bravissima donna di mezz'età che riconoscerai dagli occhiali,lo chignon perfetto e l'eleganza. É molto severa ma nonostante ciò è una persona molto razionale e rassicurante,come una seconda mamma diciamo..- Mi sfugge un sorriso pensando a quando presi un grave strappo muscolare. Ero disperata perché mancavano pochi giorni al saggio è lei mi disse che andava tutto bene e che non mi sarei dovuta scoraggiare, infatti poi guarii in tempo e feci parte dello spettacolo come previsto.

-Poi c'è Paul. È molto più giovane di Madame Janette,ha circa trent'anni,perciò è lui che ci mostra cosa fare essendo più in forma. Ah,Paul è quel tipo di persone che fanno perdere la pazienza,ma sta' attento perché controlla ogni singola mossa alla ricerca di qualcosa che possa tirarti fuori dal saggio. Infine però è comunque molto bravo e quel suo essere noioso porta buoni risultati a tutti noi-.

-Oh,allora farò attenzione! Grazie del consiglio. Ehi,mi presenti gli altri ragazzi e ragazze del grup-

-Salve ballerini- dice all'improvviso Madame Janette -Come state? Vi siete già riscaldati? Paul oggi ha delle cose da fare quindi sarò sola.- dice rivolgendoci un sorriso. Parla sempre così veloce che ci vuole del tempo prima di capire tutto quello che dice.

-Purtroppo oggi non verrà Jamie,che come sapete valuterà chi fra voi merita di più di far parte del suo spettacolo,ma ci ha confermato che domani sarà tra noi quindi vi consiglio di mettere in atto ogni cosa che abbiate imparato in dieci o più anni di danza.- Oggi Madame Janette ha un tono ancora più severo delle altre volte. -E poi ho saputo anche che ..oh..tu,laggiù! Sei il ragazzo nuovo vero?- dice indicando François con l'indice quasi totalmente coperto da un anello ovale di colore viola scuro.

-Sì,buonasera,mi chiamo François- risponde lui inchinando leggermente la testa verso la maestra e poi girandosi verso gli altri ragazzi e sorridendo.

-Oh,che ragazzo carino! Immagino tu abbia già fatto amicizia,vero?- Dice lei con un ampio sorriso.

-Ehm veramente non ho fatto in tempo,ma sono sicuro che mi troverò bene!- Sembra davvero felice del cambiamento.

-E come fai a saperlo?- Risponde velocemente Madame Janette,tornando al suo tono severo -Insomma,non intendo che siano tutti dei Cigni Neri- è incredibile come ogni volta trovi riferimenti alla danza. -ma in questo mondo non si può mai avere la certezza di nulla ragazzo mio.-

François non sa più che dire così aspetta che la maestra torni a parlare di Jamie e del suo spettacolo e si china su di me per dirmi qualcosa.

-Non mi avevi detto che era così pignola- mi sussurra ridendo.

-Ehm,questo particolare mi era sfuggito!- gli rispondo ridendo anche io,sempre a bassa voce per evitare le prediche di Madame Janette.

Mi duole dirlo,ma la lezione è stata davvero noiosa senza Paul a farci notare la sua bravura e a sottolineare la nostra “rigidità nei movimenti”.

Alla fine della lezione andiamo a cambiarci. Martha spreca sempre dieci minuti in più per pettinarsi e truccarsi,io invece sono sempre fra le prime ad andare via,sia perché lego i capelli in uno chignon senza molta cura e senza pensare minimamente ai trucchi,e sia perché devo correre in fermata per prendere l'autobus. Mentre esco dalla porta principale trovo François che mi aspetta,visto che dobbiamo andare verso la stessa fermata.
-Allora? Come ti sembra la maestra? E il gruppo?- Esclamo improvvisamente dopo un lungo e imbarazzante silenzio.

-Mh sì,mi sembrano tutti simpatici e anche Madame Janette mi sembra molto brava. Si chiama Janette,vero?-

-Sì sì. Hai ragione è davvero una brava maestra,anche se a volt..oh c'è l'autobus!- Ci avviciniamo alla strada e l'autista si ferma. È davvero molto affollato così io salgo dalla porta davanti e François dalla porta di dietro. Tra tutte le persone e i vetri appannati non riesco nemmeno a capire se è già sceso o no,quando prenoto la mia fermata. Scendo dall'autobus,prendo le cuffiette dalla borsa e metto una delle mie canzoni preferite.

Appena arrivo trovo Etoìle in giardino che inizia a saltellarmi addosso. Mi ricordo della mia promessa di coccole così la prendo in braccio e la porto dentro accarezzandola. Finisco i miei compiti appena in tempo prima che mamma mi chiami per la cena. Ha cucinato della carne con le verdure,che mi affretto a mangiare. Appena finisco vado in camera mia e appunto sul mio Calendario Delle Novità l'incontro con François,rappresentato con due manine che si stringono e con il nome della persona appena conosciuta. Mi sdraio sotto le coperte e avvio uno dei miei film preferiti:“Le pagine della nostra vita”. Amo quel film tanto quanto amo il suo libro. Ma,nonostante l'interesse per quella bellissima storia,vengo abbattuta dal sonno.

Improvvisamente nel cuore della notte vengo svegliata da un forte dolore alla schiena,come se la mia spina dorsale si stesse sciogliendo o sbriciolando. Sveglio subito mamma che dopo aver sentito la spiegazione del dolore corre in cucina e torna con tre o quattro farmaci diversi.

-Tieni prendi questo. Dovrebbe diminuire il dolore- dice con tono dolce-oppure prova quest'altro,è per le infiammazioni..oppure- la interrompo subito dicendo -mamma no,dammi solo una borsa d'acqua calda e passerà. I farmaci hanno sempre degli effetti collaterali e non posso permettermi febbre o altro in questo momento.-

-Ma sono le medicine che curano!- dice lei quasi urlando.

-Mamma ti prego,solo dell'acqua calda.-

-Va bene..-. Va e dopo un po' torna con la borsa azzurra e caldissima.

-Tieni,dormici sopra.- mi dice infilandola sotto le coperte.

-Ok,grazie. Buonanotte-

-Buonanotte tesoro-. Mi dà un bacio sulla fronte e se ne va spegnendo la luce.

Dopo un po' di tempo il dolore diminuisce e io sprofondo di nuovo nel sonno con Etoìle accoccolata vicino alle gambe.


Saaalve ragazzi! Come vi sembra? :3 Diciamo che è la "prima storia seria" che scrivo ,le altre erano insensate(non che questa sia molto meglio eh xD) e se dovessi pubblicarle mi seppellirei subito dopo! Mi piacerebbe se lasciaste una recensione dicendo dove sbaglio e se vi piace come inizio.Grazie :D (P.S. Il titolo fa pietà,ma non ho molte idee ora ç_ç)
  
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