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Autore: KIAsia    17/02/2014    0 recensioni
STORIA INCOMPLETA.
Ciao caro Ignaro che sta leggendo,
So che può sembrarti strano che una strega racconti una storia proprio a te, ma è così. Una storia di amore, di magia e di altro ancora.. sta a te scoprire di cosa però. Ovviamente non ti svelerò tutto il mio mondo su due piedi, dovrai essere paziente e pronto a sorbirti i due protagonisti innamorati e i loro amici per poter venir a capo di ogni particolare.
--
FanFiction Klaine ambientata in un contesto fantasy (come si era capito) che col tempo verrà svelato, non ci saranno solo loro, ma anche xxx che è fondamentale non dirvelo adesso. E' ambientata nei tempi nostri. Kurt trova un peluche per strada e decide di riportarlo alla propria casa, imbattendosi in ragnatele, polvere e un proprietario basso con gli occhi color nocciola: Blaine Devon Anderson.
Ma cosa avrà da nascondere quella casa, o sarà la casa stessa a dover essere nascosta? Chi sarà a ridacchiare alle disavventure di Kurt o a parlare con Blaine?
Genere: Fantasy, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Nome Capitolo: 1. La scatola pulita
Ship: Klaine
Rating: verde
Numero Parole: 6634

 

Ho pubblicato anche oggi visto che la prossima settimana sono in settimana bianca e quindi non pubblicherò! :)

Ed è così che la strega continuò a narrare.

I raggi del sole erano particolarmente irritanti e il rumore delle macchine che sfrecciavano sulla strada lo erano ancora di più.
Kurt si stiracchiò nel letto comodo e, dopo essersi stropicciato gli occhi ancora assonati, si alzò sapendo che prima avesse cominciato prima avrebbe potuto permettersi una pausa. Si vestì velocemente e scese le scale notando che erano solo le 8:00 ma non se ne meravigliò, dopotutto era sempre stato un tipo mattutino. Quella, decise, sarebbe stata l'ora perfetta per andare a comprare tutto l'occorrente per pulire quel lerciume di casa: l'orario in cui solo le signore anziane sono al supermercato e beh, lui.

«Ehy Bla-» arrivò in cucina e si fermò a metà frase notando dispiaciuto che il ragazzo non c'era. Pensò che dormisse ancora ma, ricordandosi che la porta era aperta e il letto vuoto, lasciò perdere quella opzione domandandosi dove fosse andato e si rattristò giusto un po'.

Dopo un scossa di testa si diresse verso il frigo e sconvolto si rese conto che quella casa era davvero mancante di cibo, tranne per la pizza Biancaneve della sera prima ma, non andandogli il salato di mattina, andò verso il supermarket dopo aver fatto meta ad un bar per strada.
Quando, una mezzora dopo, si presentò alla cassa con metà se non più degli scaffali del negozio il proprietario, nonché cassiere, decise si amarlo all'istante facendogli uno sconto. Finita la spesa Kurt si permise un altro caffè e rientrò in casa tranquillo e sereno tanto quanto sveglio e pronto per ciò che lo aspettava.
Si rimboccò le maniche e partì dalla sala che molto probabilmente era la più sporca, o almeno era quello che lui sperava con tutto se stesso. Era sommerso da più di tre ore da ruggine, scope, sapone e polvere quando decise di fare una pausa. Servendosi un bicchiere di acqua si andò a sedere sulla poltroncina accanto a quella dove si trovava l'orsacchiotto che lo aveva portato in quel lurido posto, da Blaine e al suo lavoro: non sapeva se ringraziarlo o mandarlo a quel paese.

Si risvegliò da quei pensieri quando vide una scatola azzurra posata sopra il frigo, nascosta da quasi tutti i punti di vista. Ma non era quella la particolarità che aveva attirato Kurt come le api al miele ma semplicemente il fatto che la scatola fosse linda mentre il frigo e quell'ala di sala fossero ancora pieni di polvere e ragnatele, sembrava come se la scatola fosse stata appena messa lì oppure pulita accuratamente. La sua innata curiosità lo fece alzare per vedere cosa ci fosse stato dentro, dopotutto Blaine non gli aveva negato nulla, no?!

«Ma cosa-?» si sentì buttar giù da un gran peso che gli piombò addosso sulla schiena. Ed è stato girandosi che si rese conto che il peluche gli era caduto addosso, Kurt gemette per il peso e lo alzò tornando a sedersi con il fiatone per la fatica, si scioccò per quanto pesante fosse l'orso perché proprio non se lo ricordava così.

«Cavolo, ma sei ingrassato?» non si stupì dell'assenza di risposta dell'altro ovviamente e avrebbe pure ridacchiato se non avesse potuto giurare di aver visto il giocattolo roteare gli occhi scettico.
Scosse la testa pensando che era davvero molto stanco e dopo una decina di tentativi riuscì a rimettere l'orso sulla sedia riportando l'attenzione alla scatola, alzandosi di nuovo.
BAM!
Un rumore sordo lo costrinse a voltarsi e a vedere il pupazzo disteso di faccia sul pavimento. Poteva addirittura sentire un piagnucolio per il dolore e, per un assurdo quanto ovvio motivo, provò una certa pietà per quel povero essere, sbuffando, lo aiutò (come se poi un giocattolo si “aiutasse”) a mettersi a sedere ma decise di lasciarlo comunque a terra con la schiena posata contro la gamba della sedia perché se lo avesse tirato su di nuovo avrebbe rischiato di spaccarsi la schiena a causa del peso sovrumano.

Non fece in tempo a girarsi che si ricordò di aver lasciato l'acqua del rubinetto aperta.

Che sbadato che sono oggi! Sto dando di matto da solo: l'orso che pesa come un uomo è proprio assurdo ma sarà la stanchezza che mi fa imm- ma cosa!?

L'orso era staccato dalla sedia, era in piedi, sui suoi piedini di pezza e sventolava verso Kurt le grassocce braccia con delle mani davvero.. umane per un orso.
Kurt indietreggiò di qualche passo sbattendo contro il lavello e chiuse velocemente l'acqua senza staccare lo sguardo dal peluche, si sentiva così scemo!
Sospirò e alzò gli occhi al cielo chinandosi per bagnarsi le mani ma, dopo aver contato fino a cinque, rigirò di scatto la testa e osservò il giocattolo immobile anche se qualcosa non quadrava, sentiva che un particolare era diverso: possibile che prima la gamba davanti fosse la destra invece della sinistra e che fosse più lontano? Assottigliò lo sguardo cercando le differenze.
«Cosa Kurt? Giochi a 1-2-3-Stella!» qualcuno scoppiò a ridere.

«Sì, problem- ma.. impossibile.» Kurt fece girare la testa per tutta la stanza spaventato a morte.

Shh Kurt, buono: non impazzire... O-K, oggi sto male, forse ho la febbre o mhh ci sono: ho bevuto l'acqua fredda troppo velocemente e mi si è ghiacciato il cervello, semplice! Sì, deve essere quello! Adesso mi mangio un trancio di pizza che c'era stamani così almeno boh, mi riempio lo stomaco...

Si avviò a passo di marcia al tavolo e aprì la confezione di cartone scoprendo che la pizza non c'era, non c'era più. Lasciando correre il fatto di averla vista la mattina, di sapere che Blaine non era tornato e che, oltretutto, non mangiava le croste; decise di attribuire quella sparizione ad un ritorno del proprietario mentre lui era andato a fare la spesa. Sì, doveva essere quello anche se la stridula vocina della ragione lo negava insistentemente.

Ceeerto, perché Blaine viene in casa solo per mangiare la pizza, vero?
- Beh, magari aveva fame.. no?
E non poteva comprarselo, il cibo!?
- No-non aveva soldi..
E le croste, mh? Ieri le ha lasciate.
- Oh, sta zitto.


Si afferrò la testa tra le mani ridacchiando nervoso quando si rese conto di star parlando da solo ma non se ne preoccupò, lo faceva sempre dopotutto. Sentii qualcosa muoversi tra i suoi piedi e, pensando che fosse un ratto, fece un salto spaventato e posso assicurarvi che avrebbe preferito scontrarsi contro un grosso sorcio grigio che contro il peluche che lui stesso aveva posato a più di qualche metro di distanza.
Gli dette un potente calcio facendolo rotolare dove prima e ridacchiò quando sentii l'orsacchiotto mugolare dal dolore

«Ah Ah così impari stupido orso inanim- oh.» strabuzzò gli occhi perché davvero non poteva ne parlare con un oggetto ne averlo sentito emettere suoni.

«Ok, adesso mi calmo e-e mi siedo qui.. sì, esatto» con lentezza disarmante andò contro il divano chiudendo gli occhi e portandosi le ginocchia al petto. Aveva il fiatone ed era spaventato a morte quando decise di cominciare a canticchiare nervoso.
Passato qualche secondo, che per Kurt sembravano essere ore, riaprì gli occhi e il suo sguardo cadde sul vetro della finestra che, come uno specchio, gli fece vedere il dolorante orso che si massaggiava la schiena.
Fece un sussultò e si girò di scatto pronto a vedere l'orso commettere un errore e invece se lo ritrovò proprio come lo aveva lasciato: sbattuto contro le gambe della sedia. Sbuffò sapendo di aver fallito e si rigirò sul divano accucciandosi di nuovo ma non ebbe il tempo di registrare la pazzia della situazione che notò, rispecchiato al vetro, il peluche che si burlava di lui salutandolo con la mano.
Grugnì e sospirò quando ovviamente trovo l'oggetto disteso: o era il vetro, o era l'orso, o era impazzito.. stava considerando sia la seconda sia la prima possibilità senza pensare alla terza che sapeva fosse la più probabile.

Beh, ovvio! Se mi deve prendere in giro non si farà mai vedere da me mentre si muove.. ma io riuscirò a ingannarlo e poi si guarda chi ride, eh!?

Si stropicciò gli occhi facendo finta di essere assonnato e, alzandosi, prese il peluche per la zampa ma lo lasciò cadere quasi subito perché una forte scarica lo aveva trapassato e aveva raggiunto la radice dei capelli. Dopo essersi calmato lo fece sedere e, chinandosi sulle gambe, arrivò a pari del peluche.

Lo osservò bene: quel blu così strano per un orso, quegli occhi tanto espressivi quanto paurosi che sembrava proprio lo stessero scrutando e quel collaretto rosso che spiccava, Kurt si rese conto solo in quel momento della medaglietta che pendeva.

Thaddeus ♪
libero sarai solo se l'amore farai trovare.


«Thad?» alzò un sopracciglio domandandosi come mai non ci avesse trovato il suo nome, visto che si chiamava come lui, giusto? Questo era quello che Blaine gli aveva detto anche se dopo molta incertezza e... si segnò mentalmente di domandare direttamente al moro appena fosse tornato non considerando affatto quella frase, per fortuna nostra.

«Bene, Thaddeus...tu adesso stai qui buono buono ok?» non voleva pensare di averlo visto storcere il naso al suo nome intero o che avesse ruotato gli occhi a quella frase, meglio non farlo. Tornò a sedere sul divano come poco prima, tutto rannicchiato su se stesso.

«Parlo al vento e sono in questa casa soltanto da un giorno.. come penso di fare? Uffa» Si passò una mano sulla fronte sudata scuotendo la testa rassegnato quando sentì una voce ridere nella stanza e, irritato, gli rispose «senti un po' tu, cosa ci trovi tanto da ridere eh? Perché davvero non c'è niente da ridere di me che parlo da solo in quest- oh.» si sarebbe strappato volentieri tutti i capelli di dosso per poi urlare come Hulk e diventare Blu, sì perché il verde non gli donava molto.

Sto parlando DI NUOVO da solo come un cane e oltretutto adesso sento anche le voci? Molto bene Kurt, facciamo progressi proprio... Ehy, ma nessuno mette al muro di Hummel!

Si alzò risoluto e convinto: ce la deve fare.
«Ora mi faccio una grande tazza di caffè e riprendo a lavorare! Nessuno, inesistente o non, mi fermerà da ciò!»
Si stiracchiò andando a prepararsi la bibita calda e si rimboccò le maniche per la ventesima volta quel giorno, proprio come aveva stabilito.
Se il peluche avesse potuto avrebbe sospirato di sollievo, per aver scampato il pericolo, e di orgoglio, per essere riuscito nel suo compito di distrarlo da ciò che aveva attirato la sua attenzione come una calamita.
E se Kurt avesse avuto occhio avrebbe notato una scatoletta ingiallirsi e farsi sporca proprio come il posto dove si trovava: sopra il frigo nell'angolo ancora non pulito della sala.

 

♪ ¤°.¸¸.·´¯`»« ´¯`·.¸¸.°¤ ♪
 

Era ancora immerso nella polvere quando decise di passare ad un'altra stanza della casa ed il bagno gli sembrò la scelta più adeguata.
Ci era già entrato la sera prima, e avrebbe tanto voluto non doverlo fare più.
Era disgustoso, davvero: il lavandino era così arrugginito che nemmeno si riusciva a girare del tutto i due pomelli dell'acqua calda e fredda, la quale usciva di un colore giallognolo perché era usata davvero poco o a causa di qualcosa nei tubi di cui lui non voleva avere niente a che fare.

Comunque era la parte messa meglio in quanto il cesso era così sporco da far invidia ai bagni pubblici; la vasca gli causò il voltastomaco perché era piena d'acqua torbida di un colore indescrivibile e non aveva assolutamente voglia di affondarci le mani per scoprire cosa nascondesse il fondo.
Kurt si tirò su le maniche e incominciò dal bidè che sembrava innocuo continuando a lanciare occhiatacce alla vasca come se fosse stata la sua più grande nemica in battaglia contro lo sporco. Quest'ultima l'avrebbe lasciata alla fine, ovviamente.

Decise di dedicarsi al armadietto, sopra il lavandino, quando aprì l'anta scricchiolante ci trovò un'infinità di boccette di ogni colore immaginabile e di grandezze varie, Kurt sapeva quanto importante fosse la cura per la pelle in quanto, anche lui doveva stare molto tempo sia la sera sia la mattina ad occuparsi dell'igiene per evitare brufoli o nei troppo vistosi. Il ragazzo pensò anche che ci fossero troppe scatolette nell'armadio e non resistette a guardare l'esterno dello scaffalino che sembrava piccolo in confronto a quante bottigliette c'entravano per questo decise di misurare la profondità di questo facendo toccare alle dita lo specchio accanto al legno notando che lo sportello era allineato al suo gomito quindi lo scaffale era lungo quanto tutta la sua mano più metà del braccio. Fece lo stesso all'interno del mobiletto e sgranò gli occhi quando dovette infilare tutto il braccio fino alla spalla dentro di esso.
Era impossibile.

A quel punto decise di far toccare alla mano destra lo specchio e alla sinistra la fine del mobile: non ottenne il risultato da lui tanto sperato infatti la sua spalla sinistra sparì all'interno dello scaffale mentre la destra non ci pensava minimamente ad avvicinarsi di più allo specchio.
Fece quel gesto almeno altre cinque o sei volte stupendosi ogni volta sempre di più. Si accorse di aver smesso di respirare solo quando riprese aria di botto e fece un sospiro calmandosi, chiuse gli occhi e ragionò a bassa voce

«Allora, a suon di logica, questo non è fattibile! Ma sono sicuro che c'è una spiegazione a tutto ciò,f-forse.. Ahh, forse è incavato nel muro! Sì certo, deve essere sicuramente così!» aprii gli occhi risoluto con un sorriso vittorioso stampato sul volto.
«Ahhh, pensavi di farmela, eh?! Ma ho vinto io, caro scaffale dei miei stivali alla moda di MarkJacobs, pft!» dette una pacca al mobile di legno tirandosi su le maniche.

«Adesso ti svuotiamo e puliamo tutto!» non si accorse di star parlando con un arredo, e forse era meglio così. Mise i contenitori in ordine di grandezza: i più alti in fondo in modo che non nascondessero gli altri, fino a raggiungere saponi viola grandi quanto il suo mignolo.

Decise di mettere le scatolette di cartone nell'ultimo ripiano, sorrise quando notò una a forma di usignolo.
Chiuse lo sportello rilassato e si girò verso il cesso senza calcolare la vasca che avrebbe aspettato paziente il suo torno. Quel “coso” avrebbe dovuto essere bianco avorio invece era di un verde vomito mescolato ad un arancione rugginoso, Kurt scoprì questo quando fece passare un dito coperto dal guanto sopra il gabinetto.
Rabbrividii davanti a quella notizia e schifato indietreggiò davanti a quell'orrido spettacolo. Dovette farsi forza mentalmente per riavvicinarsi armato di MastroLindo, spugna e uno scovolino attaccato alla cinta, se lo aveste visto davvero adesso stareste morendo dal ridere, ve lo giuro: io lo sto facendo solo al ripensarci!

Tornando a noi, Kurt prese a grattare forte sopra il coccio facendo pian piano comparire il colore bianco che si nascondeva sotto tutta quella ruggine, storse il naso davanti alla vista dell'acqua verdognola che si trovava dentro al cesso: con riluttanza impugnò la spugna insaponata cominciando a pulire l'interno. Capì di aver compiuto un ottimo lavoro solo quando si rese conto che avrebbe potuto considerare quell'acqua limpida come potabile e che, alla fine dei giochi, non gli sarebbe dispiaciuto poi così tanto essere infilato di testa nel cesso come gli facevano i suoi cari vecchi amici giocatori di Football.

Dopo aver pulito il muro, il pavimento ed aver tolto le ragnatele da ogni angolo capì che non poteva più rimandare quell'appuntamento con la Vasca. Inghiottì a vuoto e, a passo lento, si fece vicino ad essa; si fece coraggio infilando la mano dentro l'acqua alla ricerca del tappo che non la faceva scorrere via e chiuse gli occhi quando si rese conto che sembrava aver immerso il braccio nella melma che si trova sul fondale del lago più sporco. Non credette al suo tatto quando sentii la mano scontrarsi contro qualcosa e non resistette all'impellente impulso di alzare l'oggetto fino a lui: era una scarpa sciupata e decisamente vecchia.

Cosa ci fa una scarpa lì dentro?? Dio, che schifo! Ma Blaine si fa la doccia con le scarpe? Io non ho parole per esprimere il mio disappunto.

La lanciò dentro il secchio dell'immondizia e tornò a cercare dentro la vasca, durante la lunga navigazione si scontrò con altri oggetti quotidiani tanto quanto fuori posto lì dentro, come ad esempio con delle lampadine nuove di zecca che pensò ci fossero cadute dal soffitto anche se non c'erano luci sopra la vasca, delle statuette di legno alle quali trovò come causa di Blaine che gli piaceva fare il bagno nell'acqua melmosa con quelli, dei pupazzetti voodoo che gli misero il terrore in corpo ai quali non trovò risposta.. il colmo comunque arrivò quando si trovò tra le mani una manciata di spaghetti ormai scotti, possibile che Blaine mangiasse nella vasca e poi lo lasciasse lì?

Stava per arrendersi quando afferrò un altra cosa: una corda di cotone abbastanza spessa, pensò che alla fine ci fosse collegato il tappo della vasca e quindi cominciò a tirare posando la corda sul pavimento.
Venti minuti dopo era ancora lì a tirare, ma non perché non veniva via ma semplicemente perché era infinita: era da venti minuti che tirava via quintali di corda dalla vasca. Il ragazzo continuò a lanciare la corda sul pavimento fino a far una montagna alta quanto lui quando esasperato perché era davvero impossibile che ci entrasse tutto.

Kurt pensò che forse non doveva sorprendersi più di tanto a quella scena perché sicuramente quella dell'orso aveva fatto più effetto!
Si scontrò con i suoi pensieri quando girandosi vide un cumulo di corda gettata in mezzo al bagno e si afferrò la testa tra le mani in attacco di panico. Perché in quella casa l'impossibile diventava possibile? Si grattò la nuca assente quando sentii il suo stomaco brontolare dalla fame e guardò l'orologio: erano le 14 e la sua pancia faceva bene a racimolare attenzioni, a malincuore si alzò e fece il segno del “ti tengo d'occhio” con le dita alla vasca prima di uscire dal bagno dirigendosi in cucina pronto a prepararsi un'insalatina niente male.

Quando si sedette gli spuntò un sorriso triste al pensiero di suo padre alle prese coi fornelli che lui gli aveva lasciato: probabilmente in quel momento stava dando fuoco a metà casa oppure era uscito a comprare qualcosa di pronto. Si sarebbe preoccupato, quella sera, di chiamarlo lui stesso per ricordargli che doveva stare attento al cuore.
Canticchiò un po' e poi posizionò il piatto proprio davanti alla sedia di Thad in cerca di compagnia, anche un pupazzo andava bene quando sembrava così umano.
Cominciò a mangiucchiare qualcosa osservando il peluche davanti a se incantato, pensò a come risolvere il discorso della 'corda infinita' arrivando alla conclusione che avrebbe aspettato Blaine per descrivergli e fargli vedere l'assurdità del fatto. Inforcchettò un po' di insalata e pomodoro portandoselo alla bocca e masticò con calma sorridendo al peluche, sventolò la forchetta davanti a se e cominciò a ragionare con questo.

«Ehy ma tu sai parlare? Ti giuro che se mi parli non mi sconvolgo! E' che non mi piace mangiare da solo..» si sentì così stupido appena dopo averlo fatto che scaraventò la faccia contro il legno del tavolo finalmente pulito da farsi male alla fronte e se la massaggiò mentre l'orso si tappava la bocca con la mano-zampa cercando di non ridere ma Kurt non lo vide perché era troppo impegnato ad alleviarsi il dolore alla testa e vi assicuro che è stato conveniente per tutti compreso lui.
Quando Kurt rialzò il capo finì in silenzio il suo pranzo e pulì il piatto e le posate che aveva usato mettendole ad asciugare accanto al lavello e, senza tante cerimonie, ritornò a lavorare tralasciando il bagno per il discorso della fune precipitandosi nello studio del ragazzo. Entrò trovandosi davanti ad un numero di libri che equivaleva a quello delle ragnatele e quella era la libreria più grande che avesse mai visto. Si promise a se stesso che, quando avesse finito lì si sarebbe permesso di leggersi qualche libro che lo intrigava di più perché proprio c'erano tantissimi titoli carini che lo distraevano.

C'era ogni genere immaginabile ma il più gran numero era costituito da libri di antica stesura con davvero poca trama da quanto poteva vedere sfogliandoli veloce: sembrava trattassero di magie e pozioni, di maledizioni e antidoti per esse, erano complicati: c'erano parole che non capiva e nomi messi in maiuscolo che lui non aveva mai sentito nominare nei libri di storia. Ogni volta che ne trovava uno si perdeva cercando di decifrare una pagina e a ridacchiare davanti ad un nome alquanto buffo di una magia. Storse il naso quando incontrò una pozione dove, come simbolo avevo un usignolo tanto simile a quella boccetta che aveva rimesso a posto sopra il mobiletto del bagno: da quello che riusciva a leggere parlava di prendere le sembianze dell'animale scelto che, in questo caso, un uccellino.

Inoltre a circondare ogni parete c'era uno scaffale che raggiungeva il soffitto e non ebbe il tempo di domandarsi come sarebbe arrivato a quello più in alto che vide una scava fissata alla fila di scaffali che si poteva spostare, proprio come quelle che si vedeva nei film storici. Kurt si rese conto di amare quel lato della casa: amava come i vetri delle librerie tenessero i libri al loro interno come se non ci fosse niente di più raro, amava come i libri variassero dai best-seller più nuovi fino a quel libro sconosciuto con la copertina ingiallita dal tempo, amava tutte quello e sapeva che avrebbe passato molto tempo lì dentro.

Perse molto tempo in quelle mura perché erano molti libri ed altrettanti scaffali e bisogna anche dire che si fermava spesso a sfogliare i libri che più lo ispiravano. Verso metà dell'opera era sommerso dalla polvere e decise di aprire le grandi finestre per fare luce e cambiare l'aria pesante che si era formata a causa del polverume che aveva alzato con la sua grande amica scopa. Ogni tanto rompeva il silenzio con un urlo schifato e spaventato a causa di un qualche ragno gigante che gli appariva davanti arrabbiato, probabilmente, visto che gli aveva appena distrutto l'attico di ragnatela che si era fatto ma lui non demordeva e ghignava colpendolo con forza con la scarpa: non era mai stato più coraggioso in vita sua.

A fine lavoro si mise a sedere sopra la poltroncina rossa in centro alla sala e posò i piedi distrutti sopra il tavolino di vetro posando le mani dietro il suo collo e aspirando l'odore dei libri che circondava la stanza. Chiuse gli occhi e si beò quel momento di beatitudine assaporando ogni attimo. Sapeva di aver fatto tanto quel giorno e quindi si prese una pausa sentendo il suo corpo ringraziarlo. Si alzò precipitandosi verso un libro che aveva notato e che si era annotato mentalmente come primo libro da leggere: era probabilmente uno dei più nuovi e come titolo aveva “Promessi Vampiri” da quello che aveva capito dalla trama c'era una giovane ragazza ignara di appartenere ad una nobile stirpe di vampiri ma sopratutto ignara del fatto di essere promessa sposa ad un eccentrico vampiro, da qui sarebbe nata un'avvincente avventura piena di colpi di scena e una romantica storia tra i due promessi.
Era un libro particolare che lo aveva colpito fin da subito ed era proprio per quello che adesso si trovava a gambe incrociate a leggerlo con attenzione, a ridacchiare per la battuta saccente della ragazza o a sbuffare davanti alla faccia tosta del vampiro.
Si spaventò quando sentii la porta sbattere e dei passi farsi pesanti al piano di sotto ma si ricompose quando sentì la dolce voce di Blaine.

«Ehy Kurt sono a casa finalmente!».

Kurt chiuse il libro con uno dei tanti segnalibri dentro una scatola sopra il tavolo di vetro stupendosi di essere già a pagina 50 prima di scendere velocemente le scale per andare ad accogliere il proprietario di casa che adesso era al di poco sconvolto e fece cadere dalle braccia la sua valigia mentre la sua bocca poteva tranquillamente toccare il pavimento da quanto aperta fosse. L'altro ridacchiò a quella vista e si fece avanti chiudendo con l'indice la bocca di Blaine e lo risvegliò da quello stato di trance in cui era caduto.

«Kurt ma sei un mostro? Come hai fatto? E' bellissima, ti assicuro che nemmeno me la ricordavo così questa stanza» gli occhi del moro erano spalancati e aveva una strana lucina emozionata al loro interno, il casalingo era lusingato di tutti quei complimenti e sorrise timido.

«Oh, ma io non ho fatto davvero nulla! La cosa di cui stupirsi era l'aspetto di prima» ridacchiò vedendo Blaine alzare gli occhi e sorridere alla battuta mentre camminava per la stanza posando i diti sopra i mobili per costatare che davvero non ci fosse più nemmeno un briciolo di polvere oppure mettendosi davanti ai vetri per potersi vedere riflesso.

«E comunque non è finito qui... credo che il lavoro migliore l'ho fatto in bag- Ahh oddio devo farti vedere una cosa impossibile! Forza andiamo!» Kurt lo prese fortemente per la manica della camicia mentre lo portava su per le scale verso il bagno dove sapeva ci sarebbe stata quella fune.

Intanto Blaine stava pregando che riuscisse a non peggiorare la situazione che stranamente già conosceva infatti quando Kurt aprì la porta del bagno si trovò davanti alla scena che si era immaginato tranne per il fatto che l'altro non era sconvolto.

«Cavolo, ma la vedi quella fune?» proprio non si spiegava come il moro non potesse guardarla male.

«Sìsì lo so, la casalinga di prima l'aveva fatta così perché diceva che era più comoda e altre cavolate varie. Devo ammettere che non l'avevo davvero ascoltata.. devi solo tirare per svuotare la vasca, perché non lo hai fatto?».

«Perché è infinita, ecco perché?! Ti giuro non ha fine!».

«Kurt, tutto ha una fine!» Blaine alzò un sopracciglio e ridacchiò davanti all'espressione sbigottita e sarcastica dell'altro.

«Ok, allora prova dai! Tirala via» lo sfidò il castano indicando la fune con superiorità perché sapeva che non ce l'avrebbe fatta.
Ma si dovette ricredere quando Blaine, con un colpo secco, prese la fune e si sentì il classico rumore dell'acqua che si precipita giù per lo scarico, infatti il ragazzo fece comparire la fine della fune con attaccato il tappo nero mentre in faccia aveva stampato un sorriso vittorioso.

«Ma come-? Uffa.» Kurt sbuffò e allargò le braccia per poi lasciarle cadere a peso morto sui fianchi mentre l'acqua sporca spariva dentro il buco nero dello scarico.

Sbuffò di nuovo e uscì dal bagno scalciando imbufalito mentre Blaine dietro di lui ridacchiava per la tenera scena visto che Kurt sembrava un bambino a cui era stato privato un altro giro sulla sua giostra preferita.
Il ragazzo si stava davvero chiedendo come poteva Blaine aver fatto così veloce facendolo passare per uno sciocco, arrossi giusto un po' pensando a che figuraccia ci aveva fatto e scosse la testa voltandosi credendo di trovare Blaine dietro di se ma non fu così.

Infatti l'altro stava guardando sconvolto il mobiletto dei “saponi” che Kurt aveva risistemato, se potessi descrivere meglio la sua espressione terrificata vi giuro che lo farei volentieri ma posso solo dirvi che era completamente impaurito da ciò che sarebbe nato da quella trasformazione, rabbrividì davanti alle possibilità schiaffandosi una mano sulla fronte.

«Blaine..? ho un'altra stanza da farti vedere!» il moro si sentì chiamare e, dopo un'ultima occhiata allo scaffale, si diresse verso la voce che lo chiamava cercando di riprendere colorito: sembrava che avesse visto un fantasma.

«Oh, eccoti.. seguimi dai!» Kurt lo portò fino davanti alla libreria e il ragazzo pensò di morire perché capì cosa aveva fatto l'altro.

Il castano gli tappò gli occhi e lo fece avanzare nella stanza «pronto? 3...2..1!» quando Blaine si trovò davanti a quella meraviglia i suoi occhi luccicavano perché nemmeno si ricordava quando aveva avuto tutto quell'ordine e adesso si stava chiedendo se anche quando l'aveva creata l'aveva mai avuto, forse no. Forse Kurt aveva fatto un miracolo che nemmeno il miglior mago di sua conoscenza sarebbe stato capace di fare e per questo si girò verso di lui abbracciandolo di colpo senza lasciargli via di fuga o di respiro.

«Tu non sai quanto è importante per me.. grazie Kurt, grazie!» gli sorrise dolcemente lasciando la presa e guardandolo con i suoi occhi nocciola emozionati.

Kurt si perse in quegli occhi così belli e profondi nei quali poteva immaginare il più bello dei suoi sogni, magari uno che ancora non aveva fatto. Si sentì mancare il fiato e arrossì leggermente abbassando lo sguardo sulle sue mani e sul tenero e goffo abbraccio che ancora di stavano scambiando.

«Davvero è stato un piacere! Questa stanza è... è perfetta» non stava mentendo perché lo pensava davvero, la trovava irreale, la confine con la fantasia così ampia e luminosa. Blaine indicò il divanetto davanti alla poltrona e lo invitò Kurt a sedersi con lui, ovviamente il ragazzo non se lo fece ripetere due volte lasciando al moro un posto affianco.
Si incupì un po' vedendolo dirigersi verso la porta, ma sorrise quando capì che non voleva andarsene, ma solo prendere un libro ingiallito: uno di quelli che Kurt aveva tanto provato a capire senza riuscirci.

«Questo è uno dei miei libri preferiti» lo informò Blaine stringendoli al petto come fa una mamma con il suo piccolo bambino, come se avesse timore di perderli.

«E' una storia intrecciata e complicata che parla principalmente di due coppie di innamorati circondati da altri personaggi secondari: una coppia ha un lieto fine mentre l'altra no perché l'amore non è ricambiato da entrambe le parti, mentre questi quattro personaggi vivono l'avventura altri attori entrano in scena rovinando ogni volta un loro incontro e, allo stesso tempo, rendendolo unico nel suo genere. Sono inoltre immersi nella magia vera.

Questo poema è di uno scrittore italiano, si chiama Ludovico Ariosto e questa» indicò la copertina rotta e di mano antica «questa è la prima stesura dell'Orlando Furioso.» riprese fiato sedendosi accanto a Kurt e lo incatenò al suo sguardo mentre accarezzava lentamente la fodera del libro «Ho pensato questo, ci sono due possibilità in amore: essere ricambiati o no e questo libro illustra entrambe le possibilità, è per questo che lo amo: mi mette davanti ai due binari opposti in cui potrei incappare sulla mia strada. Uno è quello che desidero da.. un'eternità mentre l'altro lo temo da altrettanto tempo perché so che ho solo una strada da percorrere ma sta a me camminare fino al traguardo.. ». 

Sembra risvegliarsi da quel discorso mentre alza una mano verso Kurt ma poi la ferma a metà facendola tornare sul libro. Intanto Kurt si sente gelare le vene realizzando che quelle parole lo hanno colpito molto, capisce il discorso di Blaine ma sa di non apprendere completamente tutto, sa che gli manca un pezzo fondamentale del puzzle.

«Scusa, mi lascio sempre prendere da questi discorsi assurdi e complicati su questo manoscritto che..» borbottò Blaine guardando a giro per la stanza arrossendo, Kurt lo trovò stupendo nella sua dolcezza e lo fermò poggiandogli l'indice sulle labbra aperte. Calò un silenzio sereno mentre Kurt sorrideva a Blaine mentre questo continuava a scusarsi con gli occhi «Ho amato questa tua passione, davvero!».

Per Blaine quello fu un colpo al suo lontano cuore, un colpo di felicità che gli riempì tutto il corpo facendolo volare meglio delle ali stesse e un sorriso raggiante si fece strada sul suo viso perché quella parola per lui era quella che aspettava da vite intere.

Non è uguale, coglione! Ma intanto mi godo quel suono così dolce dalle sue labbra, finalmente.

«Sono contento.. adesso andiamo giù in cucina e mangiamo?» gli domando il moro porgendogli la mano a palmo aperto che l'altro afferrò sicuro. Kurt si mise ai fornelli preparando un roast beef e delle patate arrosto squisite.

Blaine apparecchiava fischiettando felice la tavola notando con piacere che finalmente aveva dei piatti puliti, lo disse a Kurt ed entrambi, dopo una sarcastica risposta da parte dell'altro, ridacchiarono.
Non parlarono per tutto il tempo ma non fu né uno di quei silenzi che senti l'impellente bisogno di spezzare né uno di quelli che sanno tanto di astio e di parole non dette ma fu uno di quelli in cui ci vivresti per sempre perché vi basta anche la presenza dell'altro per stare bene; non so se a voi è mai capitato ma a me sì e vi assicuro, per la barba di Merlino, che è magico davvero!

Finito di cucinare Kurt portò la pentola in tavola e la posò proprio al centro, poté vedere il viso di Blaine illuminarsi e gli occhi farsi più grandi. Fece un gran respiro con il naso e quando espirò si lasciò cadere sulla sedia. A quanto parevv gli piaceva molto.

«Io scommetto che è buonissimo e gustosissimo.. meraviglioso..» furono le parole di Blaine davanti al pollo e alle patate, come se il suo vocabolario fosse composto solo da quelle.

«Blaine, sembra che tu non veda cibo da un bel po'.» ridacchiò Kurt mettendosi a sedere e prendendo il piatto di Blaine per riempirlo con un pezzo di pollo e qualche patata. Si aspettava una risposta da parte del moro che non arrivò perché semplicemente stava divorando con lo sguardo il cibo nella padella, immaginatevi quando gli fu nel piatto.
Kurt alzò lo sguardo e vide un Blaine che stava letteralmente finendo la sua porzione, il ragazzo scoppiò a ridere e porse all'altro un secondo giro.

«Hai fame, ho capito! Ma non ti ingozzare, che ti fa male!» consigliò il castano e Blaine alzò la testa guardandolo e assumendo un espressione da bambino capriccioso.

«Ok, mamma.»
Fu così che Kurt si arrese e sorridendo cominciò a mangiare anche lui gustandosi l'ottima cena che aveva preparato.
Il proprietario finì di mangiare il suo piatto e si stravaccò sulla sedia guardando mangiare il ragazzo, i suoi occhi si scontrarono contro quelli azzurri e poté vedere le gote di entrambi colorarsi di rosso. Kurt fu il primo a rompere il silenzio.

«Bhe, allora.. cosa hai fatto per tutto il giorno?»

«uhm.. nulla di che!»

«Oh, non vuoi dirmelo, non importa!» smorzò un sorriso cercando di non sembrare eccessivamente deluso o imbronciato.

Prima o poi la curiosità di Kurt lo avrebbe fatto arrivare ad un punto di non ritorno, ma per questo c'è ancora tempo.
«No, non è questo! » esclamò Blaine mentre i suoi occhi variavano da tutte le parti. A Kurt sembrò un deja-vù: gli ricordava troppo il primo loro incontro quando Blaine lo aveva informato di chiamarsi come il peluche.

«E' che non ho fatto davvero niente.. sono andato a trovare dei miei amici e poi sono andato al bar dove lavoro.. nulla di che!».

A Kurt suonava tanto una scusa ma scrollò le spalle perché comunque ancora non si conoscevano bene e non poteva obbligarlo a raccontargli i fatti propri. Fu quando il moro riprese a guardare il soffitto e poi il tavolo, e poi di nuovo il soffitto ed infine il frigo che si ricordò di una cosa.

«Oggi Kurt mi è cascato addosso, è davvero pesante!» Blaine lo guardò come se fosse matto, ma quando ricevette una rinfrescata di memoria ridacchiò «Sì. Quel peluche sa essere una peste..».

«Quiiindi confermi che si chiama come me, giusto?» Kurt si avvicinò allungandosi sul tavolo e puntando i gomiti sul legno posandoci la testa.

«S-sì, non dovrei?» il moro deglutì a vuoto facendo mente locale se avesse sbagliato o si fosse tradito da solo. Vide lo sportello dietro la schiena di Kurt aprirsi e chiudersi e l'orsacchiotto indicarsi la medaglietta rosso acceso al collo, era spaventato e saltellava per farsi vedere. Blaine quasi si strozzo con la saliva e deglutì di nuovo.

«Certo, si chiama Kurtye Thaddeus! Ma io lo chiamo semplicemente Kurt.. ti da fastidio? Posso chiamarlo diversamente: come Thad.» stava ballando auto-congratulando se stesso mentalmente.

«Ahh, no perché avevo visto la targhetta e.. nulla! Mi chiedevo perché Kurt..»

«E'.. è una specie di secondo nome diciamo!» gli sorrise, si alzò e stiracchiò prima di afferrare il proprio piatto e portarlo dentro il lavandino «vuoi una mano? Posso sciacquare mentre te insaponi!».

«Nono, non preoccuparti! Dopotutto sono pagato per questo, no?» Kurt ridacchiò prendendo il suo posto accanto al lavello. Blaine lo lasciò fare appoggiandosi affianco a lui.

Chiacchierarono del più e del meno mentre il castano lavava i piatti, quando finì il proprietario si congedò dicendo che era stanco e doveva andare a dormire invece Kurt disse che avrebbe telefonato a suo padre e così fece.

-Pronto?

«Papà? Ciao!»

-Oh figliolo! Come va? Stai bene? Mangiato? Sei solo? Ti sei lavato? Hai il pigiama con te? E le creme? Spero per te che tu abbia un bagno riservat-

«PAPA',» lo interrompette Kurt «sono vivo, ho un bagno solo mio e anche un letto! Te devi stare calmo, devo ricordarti che hai problemi al cuore?»

-Tanto lo fai lo stesso..

Kurt poteva giurare di vedere l'espressione imbronciata del padre e sorrise dolcemente, gli mancava ed era solo da un paio di giorni che non si vedevano.
«Sì, l'ho appena fatto! Comunque, com'è andata la giornata?»

-Bene, in officina va., oggi sono arrivati due nuovi clienti per fortuna. E' fantastico!

Burt si emozionava sempre quando parlava del suo lavoro e Kurt amava sentirlo così preso dal suo lavoro, era contento per lui.

-E a te, com'è andata?

A Kurt non passò nemmeno per l'anticamera del cervello di dire a suo padre del peluche pesante, della fune infinita dentro la vasca o del mobiletto che.. che non sapeva nemmeno come descriverlo! Così passò ad un argomento tranquillo che sapeva avrebbe annoiato un po' suo padre.

«Blaine ha una libreria ENORME e aiutami a dire enorme papà! Ha un sacco di enciclopedie e anche i libri sono di lingue diverse e le più disparate! Alcune non mi sono nuove in quanto adottano i nostri stessi simboli ma altre.. altre sono assurde!» riprese fiato cercando di calmare tutta l'eccitazione che gli scorreva nelle vene.

Kurt amava la moda o il canto o la danza ma amava la cultura e le lingue «.. un paio erano anche in francese!» suo padre in quel momento gli avrebbe potuto dire qualsiasi cosa e lui probabilmente non avrebbe sentito perché perso nella libreria.

- Figliolo? KURT

Una cosa avevano e hanno in comunque quei due uomini, basta un urlo dall'altro e si riprendano dai loro sogni all'istante. Vi giuro che è quasi comico sentirli riprendersi uno dopo l'altro!

«Scusa pà.. dicevi?»

-ti sei divertito quindi? E sei sano e salvo.. avevi ragione. Mi dispiace per l'altra sera..

Dall'altra parte del telefono si stava grattando la nuca nervoso e alquanto sconsolato.

«Lo so! Ti voglio bene e ti prometto che ti chiamerò ogni sera. Buonanotte» mormorò Kurt intenerito dal padre, poteva essere un uomo possente e forte, ma si vedeva che era saggio da quei momenti.

- Ti voglio bene anche io, notte figliolo! BRACK

Kurt mise via il telefono sotto l'occhio dolce di Blaine che stava appoggiato allo stipite della porta e prima che il ragazzo se ne accorgesse girò i tacchi tornando in camera.
Il cascato sospirò, si chiuse in camera e, dopo tutte le sue cure per la pelle, finì sotto le coperte addormentandosi.

♪ ¤°.¸¸.·´¯`»« ´¯`·.¸¸.°¤ ♪

«Blaine...»
«gnn shhh!»
Il letto si mosse e lo fece cadere a terra.

«Lui dorme»
«Davvero?»
«Sì, era stanco. Ora va!»
«Ok.»
«Sta attento Blaine.. e torna prima! Dopo un po' mi annoio qui e tu non vuoi questo, no?»
«ti odio.»
«Naaah, non è vero!.. Ehy!»
«Sì?»
«Portami Thad.»
Blaine sbuffò

«Può venire anche da solo, ha le gambe!»
«Dai andiamo, lo sai che si caca addosso!»

Blaine annuì.

«Grazie.»
«A dopo!» Blaine si chiuse la porta alle spalle.

 

KIAsia channel:
Ed eccoci alla fine di anche questo capitolo.
Che dire? Faccio impazzire Kurt già dal primo momento e boh, spero di avervi incuriosito in questo capitolo perché è così che dovrebbe essere!
No, Blaine non spaccia e Kurt non l'ha assaggiata se è questo che vi state chiedendo! XD

Ringrazio chi ha messo questa FF nelle seguite/preferite/ricordate.
Mi sbaciucchio chi la recensisce e mi abbraccio forte forte chi la legge in silenzio.

Alla prossima, Asia.

  
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