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Autore: layla84    19/06/2008    6 recensioni
Storia ambientata subito dopo la fine del settimo libro, non tiene conto dell'epilogo. "Harry aveva anche cominciato a capire l’anno prima come anche le persone più buone, vedi Silente, avessero un lato oscuro e come le persone apparentemente dalla parte sbagliata, dalla parte dei cattivi, potessero provare amore anche verso altre persone" Solo che adesso l'avrebbe provato sulla sua pelle.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Un nuovo inizio

Autrice: Layla84

Pairing: Draco/Harry

Disclaimer:Harry Potter, Draco Malfoy e gli altri personaggi di "Harry Potter" sono di proprietà di J.K. Rowling e non voglio violare nessun. copyright con questa storia.

Riassunto della storia: "Harry aveva anche cominciato a capire l’anno prima come anche le persone più buone, vedi Silente, avessero un lato oscuro e come le persone apparentemente dalla parte sbagliata, dalla parte dei cattivi, potessero provare amore anche verso altre persone" Solo che adesso l'avrebbe provato sulla sua pelle.

^Piccola premessa^

E' la mia prima Draco/Harry.

La storia è ambientata alla fine del settimo libro e non tiene conto dell'epilogo.

Sarà formata da diversi capitoli, non so ancora quanti, comunque sicuramente più di 10.

Ovviamente questo è un capitolo iniziale quindi dovrete aspettare un pò capire in che direzione vadano gli eventi.

Spero di avervi incuriosito e se non chiedo troppo vorrei sapere cosa ne pensate, consigli o suggerimenti sono sempre ben accetti ^_^

Ricominciare a vivere

Capitolo 1

Ritorno

La stazione a quell’ora era veramente affollata.
Ovunque voltasse lo sguardo vedeva persone correre veloci, chi per prendere il treno in tempo, chi per tornare il prima possibile dalle loro famiglie.
Si sistemò meglio lo zaino sulle spalle e si avviò con passo sicuro verso l’uscita.
Lui poteva anche prendersela comoda, pensò, tanto non aveva nessuna famiglia che lo aspettava, ne tantomeno nessuna casa accogliente dove poter tornare.
Aveva passato l’estate con i suoi amici di sempre in giro per l’Europa babbana: dopotutto Hermione aveva insisto così tanto che alla fine non aveva potuto rifiutarsi.
Era riuscito comunque a passare da solo le ultime tre settimane, adducendo come scusa il fatto che voleva passare un po’ di tempo lontano da tutto e tutti per poter riprendersi a pieno.
Ron gli aveva dato una pacca sulle spalle e aveva borbottato un ‘ti capisco amico’ sorridendo, Hermione invece, da sempre più sveglia del rosso nel capire i suoi stati d’animo, aveva avuto un attimo di titubanza, nel quale aveva potuto leggere nei suoi occhi un conflitto interiore, poi lo aveva abbracciato di slancio e gli aveva sussurrato all’orecchio un ‘appena rientri faccelo sapere ok?’.
Sapeva che la sua amica aveva capito a pieno senza bisogno di parole.
Da quando i suoi due migliori amici si erano fidanzati, con sua somma gioia sinceramente, visto che non sopportava più i loro continui battibecchi, lui a volte si sentiva il terzo incomodo.

Aveva veramente bisogno di staccare un po’ la spina, anche da loro, almeno per un po’.
Dopotutto quello che provava a lasciarsi alle spalle era una guerra, dei morti e ferite, fisiche e non, che pensava non si sarebbero mai rimarginate del tutto.
Ovviamente i mesi passati con loro erano stati belli, liberi ormai dall’ombra malefica di Voldemort che fino a poco prima aveva condizionato ogni scelta della sua vita.
Si doveva ancora abituare a tutto questo in verità, a non doversi guardare continuamente le spalle, ad essere libero anche lui, finalmente, di vivere la sua vita.
Certo, c’erano i momenti in cui tutto tornava prepotentemente a bussare alla sua porta a ricordargli il prezzo pagato per quella libertà, un gufo dalla madre di Ron, una lettera della madre di Tonks che lo informava su quanto Teddy stesse crescendo, lo sguardo di Ron che a volte diventava triste e distante.
Tutto a ricordargli quante persone si fossero perse durante la guerra, persone che avevano combattuto accanto a lui, creduto e sperato nel ragazzo-sopravvissuto, ma che non avevano mai potuto veder realizzato quello per cui avevano combattuto.

Di notte, nel buio della sua stanza si diceva che tutto quel dolore era troppo per lui, che non avrebbe retto il peso delle vite spezzate a causa sua, che sarebbe impazzito un giorno, se i fantasmi del passato non lo avessero lasciato.
Ogni notte nei suoi incubi riviveva la battaglia e ogni singola volta si risvegliava sudato e ripensava a quante cose poteva fare meglio.
Poteva velocizzare la ricerca degli Horcrux, perdere meno tempo alla ricerca dei Doni, chissà quante vite valeva ogni singolo istante che aveva sprecato.

Ma tutti intorno a lui non volevano che ringraziarlo, stringergli la mano, cercare un seppur minimo contatto con lui, non sentiva che frasi come “dobbiamo tutto a te” oppure “sei il nostro eroe” e avrebbe voluto urlare, gridare che no, lui non era per niente un eroe, era stato una marionetta nelle mani di uno dagli occhi celesti e dagli occhiali a mezzaluna che aveva gestito la sua vita come più faceva comodo a lui.
Ed è cosi da quel giorno.
Quasi tutti ormai, tranne Ron ed Hermione lo vedevano come “l’eroe”.

Non più il “bambino-che-è-sopravvissuto”.

Ora per tutti era “ colui-che-ha-sconfitto-Voldemort ”.
Praticamente se prima lo vedevano come un fenomeno da baraccone per via della cicatrice, ora i ficcanaso si erano centuplicati.
Non poteva muovere un passo in qualunque zona abitata da maghi o streghe che subito qualcuno che non conosceva lo fermava per fargli complimenti, chiedergli com’è andata davvero, com’era riuscito a sconfiggere Vodemort. Lo sapevano già tutti ovviamente, ma lo volevano sentire da lui.

Ed Harry questo non lo sopportava.

Non sopportava di essere visto solo come quello che aveva salvato il mondo magico e non come Harry.
A nessuno interessava sapere com’era lui realmente, cosa pensava, cosa provava.
Volevano solo sapere della battaglia, colmando la loro insaziabile curiosità, sperando si confidasse con loro, così sarebbero potuti andare in giro a dire ‘io so com ‘è andata, me lo ha raccontato il grande Potter in persona’.
Nessuno che si fermava a pensare che ogni singola volta che sentiva ripetere la storia, ogni volta che le persone nominavano Voldermort, il dolore che cercava di nascondere dentro, ritornava prepotentemente a galla e lo distruggeva.
Cosa poteva raccontare loro? Come si era sentito morire alla vista dei corpi di Tonks e Lupin, amico, insegnate, confidente, come si era sentito piccolo e inutile sentendo l’urlo di dolore di Molly davanti al corpo senza vita del figlio? Questo volevano sapere?
Herm diceva che con il passare del tempo le cose sarebbero migliorate.
Che prima o poi la gente avrebbe iniziato a prestargli meno attenzioni, ed Harry sperava ardentemente sia fosse così.

Perché semplicemente non riusciva a sopportare tutto quello.

Uscito dalla stazione si smaterializzò direttamente alla Tana.
‘Basta brutti pensieri’ si disse apprestandosi a bussare alla porta che dava sul retro della casa ‘per quelli c’è sempre tempo’
Adesso quello che contava era rivedere le persone che non lo avevano mai abbandonato, che formavano per lui una famiglia da cui ritornare.
Dopotutto quello la guerra non era riuscito a portarglielo via.

Ed era il suo tesoro più grande.

  
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