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Autore: Dian87    02/12/2004    0 recensioni
Una giovane maga è costretta a fuggire dal suo borgo per giungere a Camelot. Per titolo ho scelto questa canzone di Enya per due motivi: 1) la canzone, ricopiata a fine capitolo (per quelle che immagino siano strofe) ho trovato che si adatti bene alla storia 2) la ragazza non è mai andata a Camelot e non ha la minima idea di dove si trovi.
Ai lettori il compito di giudicare
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 - LA FUGA
Presi il mio libro di magia e mia madre mi diede la sacca da viaggio. Stavo per partire alla volta di Camelot, dove avrei completato i miei studi di magia, se mai ne fossi stata all'altezza. Mia madre aveva fluenti capelli castani, occhi del color del mare in una giornata tempestosa e una carnagione molto chiara, che solo io riuscivo a battere, essendo di una carnagione lattea. Il suo nome era Lux, Lux Shadows.
- Madre, siete sicura che ve la caverete anche senza di me?- chiesi, mettendomi la sacca a tracolla.
- Sì, Evelyn, è per il tuo bene.-
- E il vostro, madre?-
Mia madre non rispose e mi allacciò la cintura più stretta. Indossavo una tunica chiara e delle brache, che avevano dei lacci che potevano essere sciolti per formare una gonna, in caso di necessità.
- Se l'Altissimo lo vorrà, saremo di nuovo insieme molto presto, figlia mia.- sorrise.
Mia madre si rizzò e mi mise al collo un ciondolo.
- Madre, questo è il vostro ciondolo,- feci, sorpresa.- perché lo date a me?-
Osservai il ciondolo: era di forma circolare in argento e come unico fregio aveva un triskell ricavato togliendo del materiale tra il bordo e il simbolo.
- Sei degna di portare il simbolo delle tue antenate, Evelyn, nella nostra famiglia il triskell rappresenta i tre momenti della Natura: passato, presente e futuro. Ora parti, figlia mia, o si accorgeranno troppo presto della tua fuga, non puoi permetterti tanti contrattempi.-
- E voi, madre?-
- Ti raggiungerò.-
Mi accompagnò alla stalla e presi il mio cavallo, un purosangue bianco. Sistemai la cavezza in modo che non gli desse fastidio e vi allacciai le redini, misi una gualdrappa di colore bianco sul suo dorso e misi la sella, distendendo bene le falde e regolando le staffe, ma quando vi montai in sella un'immagine, una visione passò davanti ai miei occhi: mia madre imprigionata nelle segrete del castello.
- Madre mia, tornerò a salvarvi.-
- No, figlia mia, ho sempre cancellato dalla tua mente il ricordo di colui che ti vuole, almeno il suo nome, per questo non ti rivolgeranno la parola dopo aver saputo che non conosci l'identità di chi mi ha presa. Vola, figlia mia, figlia di Tergeste intera, vola via!-
Con le lacrime agli occhi spronai il mio cavallo verso uno dei cancelli del borgo e ad uno di questi, rivolto sulla strada ad est, una guardia me lo aprì, permettendomi così di uscire. Era l'ora che veniva detta "delle streghe".
- Corri, Wild, corri!- incitai, inerpicandomi per i sentieri del Carso.
Anche se il percorso sarebbe stato lungo, ero decisa a seguire l'itinerario stabilito da mia madre: sarei andata nelle terre della Pannonia, dopo sarei risalita lungo il Donau, da lì scesa per il Reno e, giunta alla foce, avrei cercato o un passaggio o una nave per arrivare in Britannia per poi proseguire con il mio cavallo verso Camelot, dove avrei chiesto informazioni relative alla mia formazione.
Fermai il cavallo e scesi, facendogli riprendere il fiato e lo condussi a un fiumicello, lasciandolo bere e bevendo a mia volta. L'acqua era molto fresca e suggerii al cavallo di bere piano.
- EHI! FERMATELO! FERMATE QUEL MALEDETTO DRAGO!- sbraitò un uomo in germanico.
Mi alzai e mi voltai verso l'uomo, ma vidi un drago fatato venirmi quasi addosso. Il drago scartò all'ultimo momento e si mise dietro di me, tremando. Vidi l'uomo, null'altro che un contadino armato di zappa, fermarsi poco distante da me. Aveva corti capelli biondi, occhi azzurri e una pelle piuttosto abbronzata, forse dalle ore sotto al sole per lavorare la terra.
- Scusa, ragazzina, non è che hai visto un drago fatato?- fece l'uomo, non poco alterato.
- Potrebbe dirmi come mai lo cerca?- chiesi gentilmente.
- Si è divertito a bruciarmi i campi, ecco perché, lo hai visto?-
- Se posso rimediare ai suoi danni, lo lascerà andare?-
- Non vedo come puoi fare.-
- Lasci fare a me, me lo promette?-
- Sì, si, lo prometto, lo prometto.- borbottò l'uomo.
Sorrisi. Mi ero accorta che il draghetto non aveva lanciato fiamme nelle ultime ore e volevo saperne di più. Presi il mio libro di magia dalla sacca e presi per le redini il cavallo, osservando le sue reazioni: non si era spaventato del drago fatato e questo voleva dire che non era affatto pericoloso. Tuttavia quanto più ci avvicinavamo al podere tanto più sembrava nervoso.
- Si fermi, signore.- ordinai.
Si fermò e aprii il libro di magia, sulla pagina della cattura di una singola unità ostile. Scorsi con lo sguardo le righe, fino a trovare l'incantesimo per bloccare i draghi.
- Contra ventum, contra flammas, ego capio te, draco!- recitai.
Si sentì un tonfo e la terra tremò. Salendo a cavallo, io, Wild e il piccolo drago fatato corremmo verso il podere, vedendo una massa scura abbattuta al suolo, catturata in una rete di fiamme e vento: le fiamme impedivano a qualsiasi essere di avvicinarsi troppo al drago, il vento a non permettergli di muoversi. Wild sembrò acquietarsi e il drago fatato cominciò a volarmi intorno, felice di essere stato discolpato.
- Potete venire, signore, e vedere il vero colpevole dei danni ai vostri campi.- chiamai.
L'uomo giunse di corsa, il piccolo drago fatato si posò sulla mia spalla e il contadino vide il vero responsabile: un drago rosso non ancora nel fiore degli anni.
Il drago era illuminato sia dalla rete che lo imprigionava sia dalla luna piena ancora alta.
- Ecco il vero responsabile, signore.- dissi, distraendolo dallo spettacolo del drago imprigionato.- Ora, come da patti, risistemerò le cose e il drago fatato sarà libero. Come vede, mi sono limitata a bloccare i movimenti del drago, non a nuocergli in alcun modo.-
Il drago era stato abbattuto poco fuori del podere e in una posizione in cui non poteva nuocere a nessuno. Sfogliai il libro di magia fino ad arrivare all'incantesimo che volevo utilizzare e che non utilizzavo molto spesso, se non per esercitarmi almeno una volta la settimana.
- Reviviscete, viventia, ut vitam in hoc loco reportarent.- recitai.
Le piante arse rinacquero, rifiorendo e ritornando com'erano state prima di essere state sottoposte a tanto calore, e l'uomo fu sbalordito dello spettacolo delle piante che rinascevano.
- Chi siete?-
- Solo una giovane maga ancora inesperta. Vi prego di non rivelare a nessuno che sono passata di qui.-
- Come farò con il drago?-
- Sta a voi decidere e liberarlo, posando la vostra mano sulla rete, come vi ho già detto, mi sono limitata a fermare i suoi movimenti.-
Voltai il cavallo e partii al galoppo, con il drago fatato ancora sulla spalla.
- Cos'hai intenzione di fare?- gli chiesi.
- Io non ho casa, posso venire con lei?-
- Certo.- sorrisi.- Evelyn Shadows, lui è Wild, tu?-
- Mmm… non ho un nome vero e proprio, che ne dite di Tempest?-
- Bel nome.-
Wild nitrì in segno di approvazione e continuammo il viaggio verso nord-est.
Ora in viaggio c'eravamo io, una maga ancora apprendista dai fluenti capelli castani, occhi azzurri e una carnagione molto chiara, Wild, un cavallo arabo purosangue dal manto bianco, e Tempest, un piccolo drago fatato lungo due spanne, dalle scaglie color verde smeraldo e ali da farfalla dai colori sgargianti.
- Tempest, come si chiama il fiume sul quale ci siamo incontrati?-
- I posteri lo chiameranno Sava, presso il paese di Kranj, per giungere al Donau dovremmo oltrepassare prima il Drava, conviene all'altezza di Dravograd o poco più verso monte, dopo il Mur, all'altezza del borgo di Graz, da lì seguire il corso Raab, che verrà chiamato con due nomi, e seguire il gran fiume fino alla sorgente. Ma non facciamo prima ad andare direttamente a nord?-
- È stata mia madre a scegliere quest'itinerario, ha fatto in modo che i nostri inseguitori non capiscano subito la nostra meta.-
Wild nitrì.
- Sì, lo so anch'io che ci metteremo una settimana per giungere a Camelot, allora muoviamoci.-


ANYWHERE IS (Enya) I walk the maze of moments
but everywhere I turn to
begins a new beginning
but never finds a finish
I walk to the horizon
and there I find another
it all seems so surprising
and then I find that I know
You go there you're gone forever
I go there I'll lose my way
if we stay here we're not together
Anywhere is
  
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