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Autore: Monsoon89    17/02/2014    1 recensioni
Mi abbracciò forte, il suo profumo m’inondò le narici e non resistetti più… le lacrime mi sgorgarono sulle guance come fontane e l’unica cosa che riuscii a sussurrargli fu: «…grazie per tutto…grazie di esistere».
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era una giornata cupa, fuori pioveva, sembrava che ogni minuscola goccia che si schiantava al suolo componesse una melodia melanconica e grave. Mi svegliai di soprassalto sentendo la voce di Tom che mi richiamava: «sbrigati lumacone, abbiamo le prove tra dieci minuti!!» mi disse scendendo al piano di sotto; non gli risposi… il mio sguardo si era posato su una foto caduta a terra, la presi con delicatezza tra le mani e la guardai… ritraeva me e Tom alle medie. A quel punto tutti i ricordi che pensavo aver dimenticato riaffiorarono nella mia mente…
Era l’ultimo giorno di scuola, lo ricordo bene, ricordo tutti quei volti che mi accompagnavano nel quotidiano e mi ripetevano “gay, donna, trans, truccato, sfigato…”. Io cercavo di non farci caso, ma era più forte di me e come sempre cercavo rifugio in mio fratello Tom che cercava di difendermi. Quella mattina scesi dal letto e andai a fare colazione, Tom era già seduto a tavola che mi aspettava: «finalmente ti sei deciso a scendere!» io gli feci un segno con la mano, ma non risposi… il mio solo pensiero era per la foto di classe che ci sarebbe stata proprio quel giorno. Mio fratello si alzò per posare la tazza di latte ormai vuota e mi rimproverò «Bill, bevi il tuo latte e vestiti che siamo in ritardo!!», «non ho fame» risposi seccato, Tom mi prese per un braccio «Bill!! Che diavolo fai?! Sei già magro e in più se non mangi, pensa cosa ti direbbero a scuola se diventassi anoressico!!». Io mi girai di scatto e lo spinsi con rabbia, lui cadde e si tagliò il mento contro lo spigolo del tavolo.  «OH DIO… Mi dispiace!!» urlai correndogli in contro. Pensavo mi colpisse, invece si alzo e disse soltanto: «non importa è solo un graffio, mal che vada mi rimarrà una piccola cicatrice…ora però vai a preparati». Io annuii e salii al piano superiore.
Arrivammo a scuola con un leggero ritardo e le prime tre ore passarono in fretta, troppo in fretta, lasciando posto all’ intervallo. Mentre cercavo Tom in corridoio, tre ragazzi mi bloccarono la strada e, come ogni giorno dall’inizio della scuola, cominciarono a insultarmi sul mio aspetto: «Oh ma guarda chi si rivede! La ragazzina ha avuto il coraggio di presentarsi sapendo che oggi c’è la foto di classe!», «lasciatemi in pace…!» gli urlai con voce tremante, al che mi presero e mi trascinarono nel bagno delle ragazze e mi chiusero dentro dicendomi: «adesso neanche il tuo caro gemellino è venuto a salvarti!! Ahahahaha che sfigato! » e se ne andarono ridendo. Tom, non vedendomi in classe, capì che era successo di nuovo… mi trovò come sempre in bagno da solo, accucciato vicino ai lavandini; entrando richiuse la porta dietro di se e si sedette davanti a me. Mi guardò e vide una lacrima nera scendermi dalla guancia: «Bill…» disse guardandomi. Ci fu un momento di silenzio. Io parlai: «oh Tom… che cos’ ho che non va?! Perché sono diverso dagli altri ragazzi?! Io…io mi sento sbagliato…!». Mio fratello mi guardò con dolcezza e mi rispose: «fratellino… tu sei perfetto così come sei e non sei diverso solo perché non ti vesti come loro, ma perché tu sei dolce e non giudichi gli altri soltanto dall’aspetto esteriore. Bill tu sei speciale e insieme tu ed io siamo forti perché ci vogliamo bene». Mi abbracciò forte, il suo profumo m’inondò le narici e non resistetti più… le lacrime mi sgorgarono sulle guance come fontane e l’unica cosa che riuscii a sussurrargli fu: «…grazie per tutto…grazie di esistere».
Altre due ore passarono e arrivò il momento “tanto” atteso e temuto: la foto di classe. Uscendo dall’aula incrociai Tom che si avvicinò dicendomi: «quando scattano la foto, mettiti questo…», si tolse dal capo il cappellino azzurro e me lo porse gentilmente, io rimasi un attimo confuso, poi lo ringraziai e feci come mi aveva detto…
 “FLASH”
Ritornai nel presente mentre Tom mi tirava per la maglietta: «Bill che fai?? Sei incantato? Che cosa stai guardando? », gli mostrai la piccola foto che avevo tra le mani. Lui la prese e la guardò…«te la ricordi?» gli chiesi, «si…ti voglio bene fratellino mio», «anch’io ti voglio bene…sempre uniti…?», «si…sempre uniti».
  
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