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Autore: Giampi96    17/02/2014    3 recensioni
Sarà stato così facile per C-18 accettare di avere una figlia? Forse è stato solo un incidente...
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dimenticami

Un rumore si udì per tutta la Kame House, tanto forte da far sobbalzare dal letto il povero Crilin.
“Ma che sta succedendo?” Pensò ancora assonnato lui.
Si precipitò giù per le scale per vedere cosa stesse succedendo, era solito svegliarsi presto la mattina, ma non così.
Si udirono dei passi pesanti nel soggiorno. Non appena Crilin scese le scale, avvertì tensione nell’aria.
Si intravide un’ombra non subito chiara. Crilin solo avvicinandosi la riconobbe: era C-18 e a quanto pareva era lei che aveva provocato quei rumori.
«C-18, che stai facendo?» Chiese il terrestre preoccupato.
La cyborg, ignorando completamente il moro, andò in direzione delle scale. Non riuscì a fare molti passi che subito si sentì tirare per un braccio.
«Che ti prende?» chiese il terrestre.
Senza pensarci due volte la cyborg si liberò della presa e lo buttò a terra.
«Non osare toccarmi.» sibilò lei furiosa.
Senza aggiungere altro, se ne andò nella sua stanza.
 
Crilin per un’intera sera cercò di capire cosa fosse successo alla cyborg; nei primi mesi di convivenza, più di una volta era capitato che lei per qualche arcano motivo se la prendesse con lui.
Ormai era più di un anno che abitavano insieme e anche se erano a malapena fidanzati, era tempo che non si comportava così con lui.
“A volte si comporta in modo strano.” pensò, triste.
Crilin si convinse che il giorno dopo sarebbe tornato tutto alla normalità, quindi lasciò passare la notte e dopo qualche ora riuscì ad addormentarsi anche lui.
 
Il mattino seguente, il sole splendeva più che mai, i raggi solari passavano attraverso le finestre e risvegliarono Crilin, che era già mezzo sveglio. Troppi pensieri affollavano la sua testa per dormire.
“Spero che sia già sveglia, devo parlarle.” Pensò lui speranzoso.
Il terrestre timoroso, scese le scale pensando a cosa dire. Aveva già notato la bionda dalla finestra, sapeva che era in spiaggia, doveva andare lì e parlare con lei per chiarire.
Prima che Crilin potesse aprire la porta, essa si aprì dall’esterno.
C-18 entrò ignorando completamente la sua dolce metà, proseguì dritta in cucina finché una voce non la fece fermare.
«Si può sapere che ti prende? Perché ti comporti così?» chiese addolorato Crilin.
La cyborg restò un attimo immobile, ma dopo neanche qualche minuto, senza rispondere, cambiò direzione e se ne tornò in camera.
Crilin vedendo la reazione di C-18 divenne triste, possibile che in tutto questo tempo non aveva ancora imparato a capire cosa passasse per la testa alla bionda quando si comportava così?
 
Verso il tramonto, il terrestre si fece coraggio e decise di andare nella stanza di C-18. Bussò, senza ricevere risposta.
Non era lì. Entrò e affacciandosi dalla finestra notò che era in spiaggia.
“Deve essere passata dalla finestra, non mi sono nemmeno accorto di lei.”
Non pensò ad altro. Si precipitò in spiaggia.
“Niente paura, questa volta devo avere coraggio.” Pensò lui, cercando il coraggio di parlare alla sua amata cyborg.
Purtroppo, non era così facile, bastava anche solo un suo sguardo per farlo tremare.
 
Trovò la cyborg seduta sulla sabbia, sembrava persa nei suoi pensieri, forse troppo per accorgersi della sua presenza.
Quando il moro si avvicinò, finalmente C-18 lo notò, ma, nonostante ciò, continuò ad ignorarlo.
Crilin, decise di sedersi accanto a lei e cercando di avere più coraggio possibile trovò le parole «Diciotto, che ti prende? Non fare così… se ti ho fatto qualcosa, parliamone.»
La cyborg non rispose, si alzò in piedi per andarsene, ma prima che potesse fare anche un solo passo, una mano la trattenne «No, non te ne andare, voglio sapere cos’hai!» urlò Crilin deluso.
La bionda si liberò all’istante dalla presa, ma senza trattarlo male. Lo guardò e rimase immobile.
Quella notte era piuttosto gelida e il vento che sibilava non faceva altro che rendere il tutto inquietante,
una frase ruppe il silenzio: «È colpa tua.»
Furono queste le parole di C-18, parole piene di rabbia e odio.
Crilin rimase incredulo, continuava a non capire quale fosse la sua colpa.
«Non capisco, cos…» prima che potesse finire la sua frase, un urlò furioso lo interruppe: «Sono incinta. Hai capito? Incinta!»
Quelle parole colpirono il moro dritto al cuore, non si sarebbe mai aspettato nulla del genere.
In quel momento gli vennero in mente dei ricordi…
 
«Non dovremmo usare qualche protezione cara?»
«Non dire sciocchezze.»  rispose lei sicura.
«E se poi rimanessi incinta, forse è meglio non rischiare no?»
«Non succederà, non a me, ricorda che sono un cyborg. Quindi ora sta zitto.»

Forse nemmeno lei conosceva davvero sé stessa, non si aspettava nemmeno lei di rimanere incinta.
«Beh, che ti prende? Mi sembrava avessi qualcosa da dirmi, hai forse perso la lingua?» Continuò acida lei.
Crilin ancora scosso dalla rivelazione non riuscì a dire nulla.
Vedendo la rabbia della bionda, riuscì a trovare le parole «Io, non me l’aspettavo, è una notizia fantastica!»
C-18 a quelle parole rimase sconcertata, ma nel giro di due secondi riacquistò il controllo di sé e reagì: «Fantastica? Sei solo un'idiota!» Urlò furiosa.
«Non capisco, a te non fa piacere?» ribatté lui.
«Io non volevo una figlia, è stato solo un incidente.» e subito aggiunse: «Sei un imbecille, mi sono fidata fin troppo di te, sarà meglio per te se mi dimentichi. Addio.»
Senza dare altre spiegazioni la cyborg spiccò il volo lasciando Crilin triste e confuso.
  
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