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Autore: xnicholasblessing    17/02/2014    3 recensioni
"Harry Styles piangeva.
Aveva bisogno di tirare fuori quel dolore straziante, che si consumava dentro di lui ogni giorno, e ogni giorno aumentava, spingendolo alla follia pura.
E così aveva preso una giacca a caso dall’armadio, si era infilato gli anfibi senza neanche mettersi le calze ed era uscito di casa correndo, fuggendo disperatamente da quella prigione di sofferenza."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Tu guarda nei miei occhi e trovaci un domani: 
e appena avrai finito prova a raccontarmelo, se puoi. 
Tu passa fra i miei occhi, fra polvere e rottami, 
e se mi trovi ancora vieni a salutarmi come sai. 

La terra trema, amore mio: staremo sempre un po’ più svegli.
Se stiamo stretti stiamo in piedi un poco meglio. 
Tu che hai bisogno di me, che ho bisogno di te: 
ognuno con le sue risposte date da Dio.
La terra trema, amore mio - Luciano Ligabue

 
Cosa sarà mai portarti dentro solo tutto il tempo?
PER SEMPRE, SOLO PER SEMPRE.


Harry Styles camminava nel silenzio della notte.
Calciò un sassolino con un piede, provocando l’unico rumore in quell’oscurità.
Un lampione non funzionava bene: la sua luce andava e veniva a intermittenza, illuminando a tratti la strada deserta. Non una macchina in giro, non un passante ubriaco di birra. Niente.

La terra sembrava tremare.

Harry Styles piangeva.
Aveva bisogno di tirare fuori quel dolore straziante, che si consumava dentro di lui ogni giorno, e ogni giorno aumentava, spingendolo alla follia pura.
E così aveva preso una giacca a caso dall’armadio, si era infilato gli anfibi senza neanche mettersi le calze ed era uscito di casa correndo, fuggendo disperatamente da quella prigione di sofferenza.

Fai l’uomo, si diceva. Sei un padre, cazzo.

Harry Styles voleva tornare ragazzino. 
Sedici, diciassette anni. L’età perfetta. Troppo cresciuto per comportarsi da bambino, ma troppo immaturo per essere adulto. 
Odiava essere adulto, ormai.
Voleva semplicemente tornare indietro, a quando aveva ancora tutto.

«Mi dici dove cazzo sei?»
Crollò sul prato umido, con le mani tra i ricci scompigliati per il vento e le lacrime sulle guance.
Parlava nel buio. Parlava a lei
Non la sentiva più. Era abituato a sentirla accanto, ogni volta che la pensava… Ma non più.
Forse allora se n’era andata sul serio.

Era l’undici settembre.
E Harry Styles affogava nei suoi tormenti.

Tredici anni.
Erano passati ben tredici anni da quando non era più tornata dal lavoro.
Tredici anni da quando, la mattina, l’aveva baciato dolcemente sulle labbra, sussurrandogli un timido “Ti amo” all’orecchio.
Tredici anni da quando si era arrabbiata perché Nate aveva rovesciato con una gomitata la tazza di latte bollente sul pavimento.
Tredici anni senza di lei.
Tredici anni che Harry Styles cercava una ragione per continuare a vivere in quel mondo ormai spento e vuoto, senza la luce del suo sorriso.

«Sono qui, Harry. Lo sai.»
Quel suono. Dio, se solo fosse stato reale!
La testa gli girava, i polmoni stavano andando a fuoco per la corsa, le mani tremavano.
«No Nina, non ci sei. Te ne sei andata. Mi hai lasciato solo. Come hai potuto?!»
Rimase con gli occhi serrati, troppo spaventato da se stesso per guardarsi in giro.
Nel buio della sua mente, la vide.
Era ancora bella da morire. 
Lui era invecchiato, lei no. Era rimasta la sua bellissima moglie di ventisei anni. 
I capelli biondi erano lisci e setosi proprio come se li ricordava, e la frangetta le copriva le sopracciglia, arrivandole quasi sugli occhi.
La pelle era candida, non cadaverica. Bianca come il latte, come era sempre stata, da quando si erano conosciuti al concerto di Bruce Springsteen, più di vent’anni prima.
Le labbra, su cui si era abbandonato più e più volte durante le loro notti d’amore, erano piene, con gli angoli inarcati verso l’alto, tratto tipico delle persone ottimiste.
Gli occhi. C’era ancora tutto l’oceano lì dentro, ci avrebbe potuto giurare.
"Gli occhi di una donna nascondono un profondo oceano di segreti." 
E così era, specialmente nel caso di Nina: non c’era stata una volta in cui era riuscito a decifrare completamente il suo sguardo, non un episodio in cui aveva guardato quelle iridi azzurre senza rimanerne stordito.
La sua Nina. Bella come un angelo.

«Vedi? Sono proprio qui con te, amore mio.»
«Non ti sentivo più. Non mi lasciare, sai che non posso sopravvivere.»
Harry supplicava, gemeva di dolore per la ferita che gli sanguinava ancora nel petto e non sembrava voler smettere.
«Non vado da nessuna parte. Sto qui, con te e Nate: è questo il mio posto.»
«No, il tuo posto è qui con noi, sulla Terra! Perché proprio tu? Perché non qualcun altro? Perché sei dovuta morire, dimmelo!»
«Purtroppo è una risposta che non ti posso dare… Ma sappi che ora ho la possibilità di vegliare su di voi meglio di prima: ogni giorno, tutti i giorni, senza smettere mai. Siete il mio unico pensiero, quassù.»
«Ma io ti voglio qui!»

Harry Styles urlava, tra i singhiozzi.
Ma Harry Styles non era mai stato più uomo di quel momento.
Harry Styles si sentiva solo, con tutto il mondo addosso.

Aveva bisogno di lei, e la terra tremava.
Lo toccò. Gli sembrò quasi di sentire il calore della sua piccola mano sulla schiena.
Sembrava reale.
«Cosa darei per poterti asciugare le lacrime, in questo momento… Mi manchi da morire.»
«E allora vieni qui, ho bisogno di te. Non ce la faccio da solo.»
«Temo sia impossibile.»
«Rendilo possibile! Sei sempre riuscita a fare tutto nella tua vita, qualunque cosa, che si trattasse del tuo lavoro o di essere una madre perfetta per Nate…. Bhè, riescici anche adesso, e vieni qui.»

Il delirio d’amore lo consumava.
Straparlava, con gli occhi ancora chiusi e i pugni sull’erba. Ne strappava dei ciuffi, lanciandoli con rabbia, strappando anche la terra. 
Tanto il mondo, senza di lei, non aveva senso.

Gli prese il viso, posandogli la bocca sulla fronte. Era un gesto che Harry aveva sempre amato.
«Harry, guardami adesso. Odio vederti così… Ascoltami, dai. Sono quassù per un motivo, che noi lo comprendiamo o no. Così è stato deciso, e così sarà. Non ho intenzione di lasciarti buttare via la tua vita perché io non ci sono più. Promettimi che non lo farai. Promettimi che ti rialzerai ogni volta che cadi, come fai da tredici anni. Promettimi che aiuterai Nate a crescere quel poco che gli manca prima di diventare adulto. Promettimi che guarderai al cielo quando ti sentirai solo: io ti starò guardando, come ho sempre fatto.»
«Ti amo angelo mio.»
«Anche io ti amo, non sai quanto. Non dubitarne mai, ti prego.»
«Non l’ho mai fatto.»
«Torna a casa adesso. Nate si preoccuperà se si sveglia e non ti trova.»
Harry sorrise amaramente:«Sei davvero una mamma perfetta.»
«Meno di quello che hai sempre pensato. Mi preoccupo semplicemente per voi: è questo il mio compito adesso. Alzati, su.»

Harry obbedì alla moglie: si tirò in piedi, lasciò andare la terra che teneva stretta in mano, rimanendo però con gli occhi chiusi. 
Non voleva lasciarla andare.
Aprire gli occhi significava tornare nel mondo reale, un mondo in cui lei era solo un nome su una lapide in un triste cimitero nella periferia di New York.
E Harry Styles odiava quel mondo. 
Quello stesso mondo che si era lasciato portare via la sua creatura più bella, strappandola a lui, che aveva giurato l’avrebbe amata fino alla fine dei tempi.
«Riapri gli occhi, amore. Non aver paura: mi troverai qui ogni volta che vorrai. Basterà solo che tu mi pensi, anche solo per un secondo, e io sarò qui.»

L’oscurità era più fitta. Sentì un brivido freddo percorrergli la schiena.
Si aggiustò la giacca, incrociando le braccia al petto.
Un ultima volta, si disse. Devo salutarla.

Nina riapparve.
«Mi manchi angelo mio.»
«Anche tu mi manchi, Harry.»
«Ci vediamo… poi. Domani, non so quando, ma ci vedremo, amore: Te lo prometto.»
«Certo. Ora vai. Sarò qui quando avrai bisogno di me.»
«A presto.» 

La terra continuava a tremare.

Harry Styles camminava a testa bassa, tenendo gli occhi sull’asfalto.
Strusciava i piedi, pigramente, con le mani in tasca.
Ma non era solo. Lei era con lui.


 
"E lei che era troppo più forte, sicura di tutto, 
e prima di andarsene mi dà il profilo con un movimento perfetto." 



 
Spazio autrice:
chiedo umilmente perdono.
Saranno due mesi che non aggiorno nessuna delle long, e poi me ne esco con questa roba.
Ho avuto il mal di stomaco per tipo un'ora, mentre la scrivevo, e ho consumato una scatola di fazzoletti, quindi big up for me (?)
Non so come mi sia venuta l'ipirazione, ma stavo girando su tumblr e ho trovato la gif qui sopra... in più, ascoltare Ligabue non aiuta per niente.
Anche la citazione in fondo è sua, di "Per sempre", il nuovo singolo, che trovo spettacolare.
Bho, credo di avervi detto tutto.  
Ah, mi scuso se vi ho fatto ridere/piangere/vomitare, lol
A presto! xx
Hold on.
Ronnie.
 
  
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