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Autore: Gioacchino    18/02/2014    1 recensioni
La trama si sradica dalla serie madre a partire dall'episodio 3x13: l'ultimo episodio andato in onda, prima della pausa. Li avevamo lasciati così: "Emily che si risvegliava, ignara, nell'appartamento di Conrad Grayson, Miko che tirava delle conclusioni sul possibile coinvolgimento di Aiden nell'omicidio di Takeda e l'inaspettato quanto interessante ritorno negli Hamptons della prima moglie di Conrad."
Ora che il grande puzzle dei Grayson sembra resistere ai vari tentativi di Emily Thorne di sfasciarlo, non resta che spianare la strada per una nuova vendetta.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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“La vendetta, dicono sia un piatto che va servito freddo, freddo come il sangue o il corpo di un cadavere, come il cuore di una donna che scende a compromessi, freddo come l’amore che si cela dietro i gesti più importanti. La vendetta, qualunque forma essa abbia, ricorre a metodi più efficaci di un semplice omicidio.”


Emily Thorne si stiracchiò un altro po’ prima di alzarsi, aggrottò la fronte e strofinò i pugni contro gli occhi ancora assonnati, le labbra serrate dal sonno e i biondi capelli totalmente scomposti.  Quella che avrebbe dovuto essere la sua vittoria contro la potente famiglia dei Grayson si dimostrò l’esatto contrario: una viscerale sete di vendetta che adesso coinvolgeva anche altre persone: Daniel per esempio, la figlia di Takeda e -  inaspettatamente - anche Conrad Grayson.
Sebbene i ricordi di Emily fossero tornati da poco, dopo la sparatoria sullo jet, la donna non riusciva a ricordare il perché il letto su cui aveva dormito non era quello della stanza degli ospiti dei Grayson, non era nemmeno quello di casa propria. Ebbe la risposta solo quando Conrad entrò in camera, rigorosamente in camicia Hilton di seta azzurra e pantaloni bluastri tenuti in alto dalla cinta in pelle nera.
Perché aveva dormito al South Fork Inn? E, soprattutto, come c’era arrivata?
<< Buongiorno, cara Emily! >> Conrad poggiò una bottiglietta di pillole sul comò in legno mogano, aprì il primo cassetto e ve le infilò dentro, poi lo richiuse.
<< Cosa sono quelle? >> chiese la giovane, visto il vuoto che intercorreva nella sua memoria fra l’ultima lite con Daniel, avvenuta la notte precedente, e quell’insolito risveglio dentro l’appartamento del suocero. Sul volto dell’uomo spuntò un lieve sorriso: << sono il motivo per cui ti trovi qui … A pensarci, dovrebbe esserci Lidya in quel letto! >> Conrad palesò la sua preoccupazione per la propria donna, non sapere dove si trovasse o cosa stesse facendo lo disturbava e tutto per un’inaspettata dichiarazione da parte di Emily, che aveva messo in salvo la vita di Daniel, il figliol prodigo di Conrad e Victoria.  
<< Ho dovuto fare quella dichiarazione per salvare Daniel, Victoria, Charlotte... la tua famiglia! >> Emily si alzò finalmente dal letto e poggiò i piedi sul parquet per infilarli dentro le pantofole di colore bianco. Ora che si guardava attentamente, il kimono in seta bianco che indossava, non era nemmeno il suo.
<< Visto come stanno le cose fra te e mio figlio, non mi spiego il perché di una tale pronuncia contro Lidya. >> Conrad percorse con passo ovattato ogni centimetro di quella stanza, guardando i quadri perfettamente lineari sul muro, gli abiti di Lidya ancora sulla sedia. Poi sedette affianco ad Emily, che non smise di osservarlo: << vedi cara … signora Grayson!  … >> fece come per correggersi, volendo marcare l’importante ruolo che la signorina Thorne aveva voluto conquistare, a tutti i costi.  
Stando a quello che Emily fece trovare a Victoria all’interno della sua scatola del doppio infinito.
<< Posso chiamarti signora Grayson, vero? Immagino per te sia un onore. Ti avevo avvisato di non metterti contro di me, non che voglia intimidirti, ma avrei preferito che pronunciassi la verità quando ti ergevi imponente dalla scalinata principale della MIA  casa. >> Emily tacque ancora per un po’, il suo sguardo attraversò ogni singolo metro di quelle pareti così bianche, poi guardò dritta negli occhi l’uomo: << Sono diventata sterile per colpa di tuo figlio, so bene chi mi ha sparato ma non finirà così. Daniel non andrà in galera finchè non avrà avuto quello che si merita. >> per la prima volta sentì di essere finalmente sincera, nonostante sapesse che l’uomo di fronte a lei fosse il padre di Daniel.
<< E … mandare via Sara Munnello rientra in questa specie di vendetta? >> la notizia si era sparsa in fretta dentro casa Grayson, Charlotte non aveva potuto far a meno che parlarne con Victoria, che consecutivamente aveva riportato tutto a Conrad. << ecco perché Daniel non è andato a lavoro in questi giorni! >> continuò a rimuginare papà Grayson, forse fiero di quello che Emily aveva fatto. D’altronde anche il suo rapporto con Daniel si era inclinato, e nel profondo anche lui covava una certa restrizione punitiva nei confronti del giovane. Nelle parole di Conrad ci fu però qualcosa che attirò l’attenzione di Emily. Chiaramente era riuscita ad intuire il rancore che l’uomo provasse verso il figlio, ma ciò che la colpì fu esattamente  una frase: “ecco perché Daniel non è andato a lavoro in questi giorni.”
Cosa diavolo significava “questi giorni?”
<< Conrad, da quanto sono qui? >> negli occhi della donna cominciò a trasparire un accenno di preoccupazione, dettata dal fatto che, stando alla sua memoria, la lite con Daniel fosse avvenuta la sera prima e il giorno dopo suo marito non avrebbe perso occasione per rifugiarsi al Voulez.
 Conrad esitò, buttò al vento un sospiro e tornò a fissare Emily.
<< Cara Emily …  da tre giorni. Che tu ci creda o meno, ho dovuto sedarti. >>
 
 
 
  
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