18/02/2014
1 recensioniBut lately her face seems
Slowly sinking, wasting
Crumbling like pastries
Slowly sinking, wasting
Crumbling like pastries
Ah, che emicrania terrificante. Loro e queste luci psichedeliche: stupidi, stupidi umani. Vogliono provare il “brivido” e poi passano le notti incollati l’uno sull’altro a ondeggiare come burattini rotti dalle facce da ebeti. Che spreco di vita ed energia: nel 90% dei casi non valgono niente neanche come pasto, così imbottiti di droghe ed alcool da essere marciti… ed io non mangio cibo putrefatto, non mi accontento di schifezze da fast food. Sono un essere di classe, e molto esigente: non si trova nulla di buono nelle discoteche, le brave ragazze fanno altro: mostre, teatri, serate a tema, opere di beneficenza… Ecco dove vado a cercare le mie prede; ma queste non le uccido mai… solo un goccetto. Il mondo val la pena d’esistere ancora solo per loro molto probabilmente: riescono ancora ad apprezzarlo per quello che è senza cercare lo “sballo”.
Annodò la cravatta in modo informale, lasciandola larga, poi si scompigliò i lisci capelli corvini facendoli ricadere scomposti sul volto. Alzò un angolo della bocca in un sorriso soddisfatto: nessuno avrebbe potuto resistergli.
« Nessuno riesce a resistermi mai ad esser sincero: sono l’essere più attraente di New York. »
Afferrò la giacca grigio fumo di Londra che gli metteva in risalto i begli occhi cenere dalle lunghe ciglia d’ebano, e uscì di casa posandosela sulla spalla; il jeans scuro si tirò appena quando passò la gamba dall’altro lato del serbatoio, mettendosi a cavalcioni sulla moto: era nera come la notte e slanciata, come il suo fisico statuario, nera come la sua anima dannata.
« No, il casco no: mi si rovinano i capelli e poi… non posso certo morire di nuovo! » e ridendo, partì a tutta velocità, sfrecciando per le strade fluorescenti e trafficate di Manhattan, verso una nuova festa, una nuova notte, un nuova… vita.
Annodò la cravatta in modo informale, lasciandola larga, poi si scompigliò i lisci capelli corvini facendoli ricadere scomposti sul volto. Alzò un angolo della bocca in un sorriso soddisfatto: nessuno avrebbe potuto resistergli.
« Nessuno riesce a resistermi mai ad esser sincero: sono l’essere più attraente di New York. »
Afferrò la giacca grigio fumo di Londra che gli metteva in risalto i begli occhi cenere dalle lunghe ciglia d’ebano, e uscì di casa posandosela sulla spalla; il jeans scuro si tirò appena quando passò la gamba dall’altro lato del serbatoio, mettendosi a cavalcioni sulla moto: era nera come la notte e slanciata, come il suo fisico statuario, nera come la sua anima dannata.
« No, il casco no: mi si rovinano i capelli e poi… non posso certo morire di nuovo! » e ridendo, partì a tutta velocità, sfrecciando per le strade fluorescenti e trafficate di Manhattan, verso una nuova festa, una nuova notte, un nuova… vita.
Spazio d'autrice.
Questo è giusto un'istantanea, nata da un esercizio di antologia fatto per aiutare mia sorella. XD
Spero vi piaccia.
Il disegno sotto è il mio, di come ho immaginato il protagonista. (non dite che somiglia a Cullen perché non mi sono ispirata a lui ma ho usato le foto di Ian Somerhalder e Sean Faris come base. XD)
Spero vogliate farmi sapere cosa ne pensate, ad ogni modo, grazie per l'attenzione! ;)
Un bacio, Jane.
