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Autore: emotjon    18/02/2014    13 recensioni
Lui è l’amore che credo di meritare.
È quell’amore impossibile, che tutti sognano ma che nessuno avrà mai. È l’amore di cui tutti scrivono ma in cui pochissimi credono ancora. È un sentimento puro, tutto sommato. Ed è una delle poche cose in cui credo al mondo.
Credo in lui. Come non ho mai creduto in nessun altro.
Quindi, scusa se mi sono innamorata di lui. Scusa se ho lasciato che lui venisse prima di tutto il resto. Scusa se è la prima persona a cui riesco a pensare la mattina, e l’ultima a cui penso un secondo prima di addormentarmi. Scusa se i suoi occhi mi tormentano. Scusa se mi sono fidata di lui, se ho lasciato che mi prendesse per mano e mi portasse nel mondo perfetto, in cui però io continuo a soffrire, nonostante tutto.
Scusa, ma non mi interessa.
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Questa "cosa" non ha molto senso.
Ma viene dal cuore, ogni parola.
Perciò, buona lettura.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*non penso che quello che leggerete avrà un senso.
ma mi hanno convinta a postarlo, perciò eccovelo.
e potete prendermi per pazza se volete, in fondo non mi importa.
sappiate che penso ogni parola che ho scritto.
e ogni singola parola, ogni virgola, ogni spazio, vengono dal cuore.
va bene, evaporo.
alla prossima... - emotjon.*




Apologize.
 

Sono stufa di chiedere scusa. Chiedo scusa di continuo, per qualsiasi cosa. Sono insicura, questo è vero. Ma se chiedessi scusa solo perché insicura, non sarebbe un problema. Chiedo scusa per niente, quando a volte vorrei solamente chiedere scusa a me stessa, per una valanga di motivi.
Per essermi fatta del male, scusa. Per aver pensato che se fossi morta il mondo sarebbe stato meglio senza di me, scusa. Per aver amato uno stronzo. Due, a dire il vero. Più il secondo che il primo. Per aver sofferto. Per aver perso talmente tante cose da averne perso il conto. Per aver deluso un trilione di persone. Per la timidezza, che non mi fa spiccicare parola.
Per non essere riuscita a contare le stelle.
Scusa, se preferisco leggere all’andare a sballarmi in discoteca. Scusa, se non bevo, anche se a volte avrei proprio bisogno di ubriacarmi e dimenticare tutto. Scusa, se ho smesso di fumare, nonostante mi rilassasse da morire. Se ho dato ascolto alle persone sbagliate, scusa. Se mi sono fidata, se ho lasciato che mi salvassero per poi farmi crollare, cadere ancora più a fondo. Scusa.
Scusa, se sono diversa. Magari un po’ strana, un po’ ambigua. Scusa, se oltre ai ragazzi mi piacciono anche le ragazze. E scusa, se mi sono innamorata di una ragazza complicata almeno quanto me. Scusa, se i problemi che mi assillano la mente crescono un giorno dopo l’altro.
Scusa, se nemmeno provo a farli diminuire, quei problemi. La maggior parte delle volte lascio che mi opprimano, che tentino di distruggermi, di uccidermi. Li lascio prendere il sopravvento, fregandomene altamente delle conseguenze. Fregandomene se quei problemi finiscono per fare male, a me stessa e agli altri.
E ci sarebbe un’altra cosa, di cui dovrei scusarmi con me stessa. Perché mi dispiace vivere nell’era in cui la tecnologia è quasi come aria per gli adolescenti. Mi dispiace aver aperto youtube, un giorno, e aver trovato la faccia sorridente e ancora da bambino di Zayn Malik. Mi dispiace non essere riuscita a chiudere la pagina prima che il suo viso, i suoi occhi, il suo sorriso, mi venissero incisi sulla pelle.
E nella mente. E nel cuore.
Scusa, se mi sono innamorata di lui senza via di uscita. E quasi senza che me ne rendessi conto. Scusa, se mi sono aggrappata a lui come se fosse l’unica cosa che in quel determinato periodo della mia vita potesse avere un senso. Se non avessi ascoltato la sua voce, ora probabilmente starei bene. Ma allo stesso tempo non sarei me.
Non sarei innamorata di lui. E mi farebbe schifo.
Più di quanto mi faccia schifo esserne totalmente innamorata, quasi come se dipendessi da lui. Come se ne fossi succube. Come se la sua voce mi servisse a sopravvivere, a vivere, a continuare ad andare avanti. Come se mi togliesse un peso enorme dal cuore, quando invece fa esattamente l’opposto. Come se il suo sorriso mi facesse stare meglio, quando al contrario mi uccide e basta.
Sapete, quasi le invidio quelle ragazze che scrivono che Zayn è la loro forza. Forza? Scherziamo? Ma magari! Fosse la mia forza, sorriderei, invece di piangere fisso. Se riuscisse a darmi la forza magari sorriderei davvero, e magari non penserei a lui ventiquattro ore su ventiquattro.
Fosse la mia forza, magari non avrei il suo sorriso con quella cazzo di lingua tra i denti impresso a fuoco in ogni cellula. Magari se chiudessi gli occhi, e lui fosse la mia forza, non lo vedrei, come se ce l’avessi davanti, a pochi centimetri da me.
Perché credete che scriva di lui?
Esorcizzo il dolore della perdita di una cosa che in fondo non ho mai avuto né avrò mai.
Innamorata, poi.
Sembrerà sopravvalutato. E probabilmente nemmeno ha senso. Perché oltre a essermi resa conto di non essere in grado di amare come vorrei, “innamorata” è esagerata come parola, non trovate? Sì, lo ammetto persino io. Quale idiota si innamorerebbe di un ragazzo lontano migliaia di chilometri, che non la conosce e che mai la conoscerà?
Non so nemmeno se ne sono innamorata.
A volte mi sembra di amarlo davvero, come amo la mia ragazza, forse addirittura di più. Come se lui mi fosse accanto. Mi sembra addirittura di sentire le sue dita intrecciarsi con le mie, o le sue labbra sfiorarmi delicatamente sotto l’orecchio. Come fossi la protagonista di uno dei miei racconti. Altro che scrittrice.
È sintomo di pazzia, vero? Sentire la sua voce, in un sussurro soffocato. Sentire il suo tocco addosso. È sintomo di pazzia? Sono pazza? Probabile. Non che mi dispiaccia, a dirla tutta. Certo, magari preferirei non essere spedita in manicomio, sempre che si chiamino ancora così.
Manicomio, centro di recupero. Non fa differenza.
Io non mi sento pazza. È questo il colmo.
Sento come se quello che ho nella testa – qualsiasi cosa sia – riesca a riordinarsi, quando c’è lui. Nell’assolo di You and I, in Little Things, quando ascolto le interviste, quando mi imbambolo a guardare le sue foto… va tutto al proprio posto. I problemi evaporano. E siamo solo io e lui. In un mondo perfetto, un’utopia.
Cosa che non esisterà mai. Che non accadrà mai, se non nella mia povera testa bacata da ventiduenne. Perché, rendiamoci conto. Ventidue anni. Come si fa? È anche più piccolo di me. E’ un bambino, messo in confronto a me. Eppure, lui mi capisce, come nemmeno la mia strizzacervelli riesce a fare.
Magari vi ritroverete a passeggiare per le strade della mia città, e vedrete una ragazza alta, non proprio in forma. Con uno stranissimo taglio di capelli, e i capelli stessi tinti di rosso. Con un cappotto rosso, e ai piedi la versione economica delle dr. Martens. La vedrete passeggiare per strada, quasi sempre da sola…
E se la vedrete sorridere, non preoccupatevi. Non è grave. È solo la sua pazzia che viene a galla, probabilmente ascoltando la voce di quel ragazzo mezzo inglese e mezzo pakistano che le ha rubato il cuore.
Lo ha preso, stretto fino a farne uscire l’ultima goccia di sangue, preso a morsi… e poi l’ha semplicemente gettato via. Senza un motivo. Senza guardare la ragazza negli occhi. E senza curarsene più di tanto. Passando più facilmente alla ragazza successiva, anche lei innamorata di lui, anche lei pazza di lui.
Vedrete la ragazza dal cappotto rosso (che sarei io) sorridere da sola. Magari borbottare qualcosa a mezza voce. Non starà parlando da sola. Starà parlando con lui, ad un livello che gli altri non capirebbero. Sta immaginando una conversazione con lui. Magari sta anche immaginando di tenerlo per mano.
Perché è pazza, ma non si sente tale. E se lo è, è ad un livello superiore.
È solo innamorata. Forse sì. O forse no.
Innamorata a tratti. Distrutta a momenti.
Perché, dicevo, ci sono momenti in cui sento di amarlo davvero, Zayn. E momenti in cui la sua voce mi dà ai nervi. Quei momenti in cui mi metto a piangere sentendolo cantare, e mi accorgo che non vorrei che esistesse. Attimi in cui vorrei strozzarlo, prenderlo a schiaffi fino a fargli male, e fino a piangerne. Vorrei solo non averlo mai conosciuto, in quei momenti.
Non aver mai sentito la sua voce. Non aver mai visto i suoi occhi tanto strani, il suo sorriso tanto affascinante, o i suoi capelli sempre perfettamente in disordine. E lo odio, in quei momenti, come odierei il mio peggior nemico se ne avessi uno. Solo che Zayn è tutto fuorché il mio peggior nemico.
 È il mio migliore amico, impossibile da odiare. È quel ragazzo che nonostante io possa dire che lo odio, o che lo amo, o che mi fa stare male… mi ha salvata. Lo so, è una contraddizione bella e buona. Io, sono una contraddizione vivente. Lo amo, e lo odio. Non lo vorrei, ma nemmeno riesco a farne a meno. Continuo a dire che non è la mia forza, ma d’altro canto mi ha salvata.
Avete presente quelle immagini, con la mano della fan che crolla e l’idolo che la salva?
Ecco. Tra me e Zayn è successa più o meno la stessa cosa.
Con la piccola e poco significante differenza che lui non è il mio idolo. Non riesco a considerarlo tale, no. Lui è solo un ragazzo di ormai ventun anni al quale nemmeno faccio più gli auguri di compleanno. È il ragazzo che vorrei affianco quando ho bisogno, quello che mi sussurrerebbe che andrà tutto bene, anche se probabilmente non sarebbe vero e nemmeno lui ci crederebbe troppo.
È il mio amore per i tatuaggi e per i piercing. È la mia passione viscerale per la fotografia. Quelle foto sature di colore, che sono quel che più si avvicina ad essere lo specchio della realtà. È il mio amore per i romanzi ottocenteschi. Quelli che non legge quasi più nessuno, ma che a me parlano di un amore che non esiste più. Zayn è il mio amore per la musica, per la cioccolata calda, per il pollo arrosto e per il rosso.
Tutta colpa delle sue dannate camicie, in quel caso.
Lui è la mia cattivissima abitudine di fare qualsiasi cosa ascoltando la musica. Ed è la mia ossessione per l’Inghilterra, per Los Angeles, e per i paesi mediorientali e orientali (Pakistan in primis).
Lui è l’amore che credo di meritare.
È quell’amore impossibile, che tutti sognano ma che nessuno avrà mai. È l’amore di cui tutti scrivono ma in cui pochissimi credono ancora. È un sentimento puro, tutto sommato. Ed è una delle poche cose in cui credo al mondo.
Credo in lui. Come non ho mai creduto in nessun altro.
Quindi, scusa se mi sono innamorata di lui. Scusa se ho lasciato che lui venisse prima di tutto il resto. Scusa se è la prima persona a cui riesco a pensare la mattina, e l’ultima a cui penso un secondo prima di addormentarmi. Scusa se i suoi occhi mi tormentano. Scusa se mi sono fidata di lui, se ho lasciato che mi prendesse per mano e mi portasse nel mondo perfetto, in cui però io continuo a soffrire, nonostante tutto.
Scusa, ma non mi interessa.
Che io lo odi, o lo ami. Che io non lo sopporti, o che non possa farne a meno. Che lui mi abbia salvata, o che sia o meno la mia forza. Sono semplici dati di fatto. Per cui, ho appena deciso che smetterò di scusarmi per le cose di cui non mi importa.
Piuttosto, dovrebbe scusarsi lui.
Per avermi fatto diventare solo la metà di un cuore, senza di lui.
Peccato che sia troppo tardi per le scuse. Ormai è fatta.
Avrebbe dovuto pensarci prima di entrare così prepotentemente nella mia vita. E avrei dovuto pensarci prima io. Prima di aprire youtube e trovare quel video, avrei dovuto pensare. Magari uscire, fare qualcos’altro.
Invece no, ho lasciato che mi incastrasse.
E non me ne pento.



 
 
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