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Autore: Neverendingnightmare    18/02/2014    1 recensioni
«Questo è troppo.
E' tempo di rimettere in riga Kiku e famiglia.»
Pensò rabbiosamente Xion dopo quell'affronto.
«Come ha potuto...»
Sussurrò amaramente Yao, stringendo i pugni lungo i fianchi.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 2p!Hetalia, Cina/Yao Wang, Giappone/Kiku Honda, Nyotalia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esordio.




-18.09.1932, Manciuria.

«Sono felice che tu sia venuto da me, oggi, Kiku.» Disse Yao, accennando ad un sorriso «Davvero.»
In risposta ebbe solo il silenzio, da parte del giapponese.
Sembrava piuttosto a disagio.
Beh, l'espressione dell'uomo davanti a lui spaziava dall'agitazione, al disagio, per finire nel nervosismo. 
Strano da parte sua, doveva dire. Era sempre così tranquillo, e quel giorno così... nervoso.
Non era neppure tanto inguistificata quello stato d'animo, considerato quel che era accaduto anni fa. 
Forse era meglio lasciar stare quella... spiacevole situazione, per il momento.
Si sedette con volto tirato, e stanco, ma pur sempre sorridente, davanti al vecchio "amico".
«A cosa devo questa visita-aru?» Chiese dunque.
«A nulla di particolare, a dire la verità, Yao-san.» Rispose col suo tono pacato, abbassando lo sguardo.
«Qualcosa non va?» Domandò il cinese iniziando a preoccuparsi, accigliandosi.
E come prima, la domanda cadde nel vuoto del silenzio.
La stanza fu nuovamente nella quiete. Tutto molto imbarazzante, dovette ammettere.
Tic. Tac.
Solo il ticchettio dell'orologio che scandiva il passare dei secondi, a rompere il silenzio.
«Sai...» Fece l'altro, riuscendo in oltre a far sobbalzare il cinese «...Non volevo farlo, davvero.»
Probabilmente Yao arrossì fino alle punte dei capelli per l'imbarazzo del momento. 
Ma comunque, Kiku non si stava riferendo a quel che accadde anni fa.
«Ascolta, non mi sembra il momento di parlarne e...» 
Fu interrotto da un susseguirsi di fatti accaduti troppo in fretta perché Yao potesse elaborare un pensiero.
Uno strano fastidio lo prese all'altezza dell'addome; fastidio che si trasformò in un dolore acuto.
Abbassò lo sguardo.
Restò inorridito davanti a quel che vide. 
Quella katana tanto cara a Kiku, nel suo ventre. Rialzò gli occhi, una confusione mista a rabbia cieca in essi, a cercare quelli del giapponese.
Di fronte, si stagliava quello che una volta era suo amico, l'arma ben salda nella sua mano e uno sguardo sinceramente addolorato. Chiuse le palpebre ed estrasse la punta della lama dal corpo del cinese, e quel che parevano lacrime cadevano lungo le pallide guance.
«C-come... hai potuto...?» Ansimò tenendosi la ferita, fissandolo.
E per la terza volta non rispose.
Si limitò a guardarlo di rimando, voltarsi e correre via, nel silenzio tombale.
Nell'istante in cui uscì, si sentì un boato e una scossa del terreno.
Si alzò barcollante e si precipitò fuori. 
Regnava il caos. Chi correva in preda al panico, chi sparava, chi urlava, chi semplicemente era steso a terra, con gli occhi vitrei che fissavano il cielo, il volto contorto in un'espressione di puro terrore, o nel peggiore dei casi, completamente sfigurato.
Sempre tenendosi la ferita dovette correre a cercare Xiong*, che in qualche modo gli avrebbe spiegato la situazione. 
«Xiong!» Urlava a perdifiato nel paesaggio caotico intorno a lui.
«Xio-» «Yao!» Si trovarono i due fratelli quasi sbattendo uno contro l'altro.
«Dobbiamo tornare a casa. SUBITO.» Ordinò il secondo. Notò solo dopo la ferita che si teneva il primo, ma decise che al momento era irrilevante: l'importante era che fosse ancora vivo.
Lo prese per un polso e iniziarono a correre verso l'automobile e si diressero il più velocemente possibile a Pechino. 
Una volta arrivati, Xiong fece in modo che venissero ad aiutarlo, dunque lo medicarono come meglio poterono e lo lasciarono da solo in una stanza per riposare.
Qualche ora dopo lo reggiunse il fratello, e le due sorelle, Lang** e Péi-Jin.***
Una strana calma regnava su Xiong e Pei-Jin, solitamente piuttosto irruenti.
«Raiji**** ha fatto esplodere la ferrovia della Manciuria.» Iniziò il primo.
«E l'hanno occupata, scacciando le nostre truppe.» Concluse la seconda.
«E Kiku mi ha pugnalato-aru.» Aggiunse ferito e amareggiato lui.
Lo stupore generale si diffuse nella stanza.
Era pur sempre Kiku. Quell'innocente bambino che avevano accolto in casa loro tanto tempo addietro. Quell'innocente bambino con cui avevano combattuto anni prima.
«Allora, riassumendo, abbiamo perso momentaneamente la Manciuria, un falso-amico e un fratello ferito. Perfetto.» Chiuse il discorso l'ultima con voce squillante, facendo il conto sulle dita.
«D'accordo, cosa vogliamo fare, signori?» Intervenne Péi-Jin.
«Lasciamo che tutto proceda, vediamo come la vicenda si sviluppa.» Propose diplomaticamente Yao.
«Questo è troppo. E' tempo di rimettere in riga Kiku e famiglia.» Pensò rabbiosamente Xion dopo quell'affronto.
«Come ha potuto...» Sussurrò amaramente Yao, stringendo i pugni lungo i fianchi.
E di nuovo, il silenzio calò in stanza.







N.d.C.
*Xion: nome secondo una mia amica per 2P!China
**Lang: nome secondo me per Fem!China
***Péi-Jin: nome secondo me per 2P!Fem!China
****Raiji: nome secondo me per 2P!Giappone


Sclero della CinesaH 
Angolo della CinesaH

Salve popolo! 
Eccomi con un'altra fanfiction di Hetalia, e come vedete è sulla guerra sino-giapponese del '37-'45.
Spero vi piaccia, e spero di aver abbastanza tempo per continuarla senza far passare troppo tempo! 
A presto. 
-E
   
 
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