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Autore: Rota    19/02/2014    0 recensioni
[Kiseki no Iro]
Gli occhi nuovi che vedono di nuovo il mondo non sono quelli di Yukinaga, ma proprio i suoi.
[ShotaroxYukinaga - Shotaro centric]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Rota
Titolo: È il suo nome
Genere: Fluff, Instrospettivo, Romantico
Personaggi: Shotaro Imayoshi, Yukinaga Kasamatsu
Pairing: Shotaro/Yukinaga (circa xD)
Fandom: Original (Kiseki no Iro, 奇跡の色)
Rating: Giallo
Dedica: Shichan, Rin, Ele, ovvero le persone che condividono con me il fandom xD
Note: I miei due personaggi provengono da un Gioco di Ruolo su Facebook, e la loro base sono i personaggi del noto manga di Tadatoshi Fujimaki, ovvero Kuroko no Basket. Per questo hanno cognomi uguali a due personaggi di tal opera.
In realtà mi vergogno molto, perché per me Shotaro e Yukki sono troppo più belli di così. Spero possiate apprezzare ugualmente ù//////ù (L)

 

 

 

 

 

Si sveglia piano, con un odore ben specifico nel naso di cui si accorge coscientemente solo dopo pochi secondi e che gli curva, appena, gli angoli della bocca – non troppo, perché anche i muscoli del viso si sono rilassati tanto e tanto a lungo che muoverli vuol dire vincere la resistenza del torpore, e lui ancora non vuole abbandonare quello stato di quiete. Sente a poco a poco anche il resto del corpo, a cominciare dall'avambraccio schiacciato sotto dei fianchi non troppo morbidi e un peso considerevole, e il mento appoggiato di striscio contro qualcosa di morbido e filamentoso come possono essere solo i capelli di una persona. Ha i piedi freddi, fuori da qualsiasi coperta, e le caviglie strette l'una sopra l'altra; si ricorda di non indossare alcun pigiama quando, tendendosi all'indietro, trova una zona più fresca sul materasso. Chiude di nuovo gli occhi, con il battito del cuore ancora calmo e una piega della federa del cuscino sotto la propria guancia.
Yukinaga dorme respirando lento, completamente abbandonato al sonno. È stretto a lui come potrebbe esserlo il cucciolo di un koala alla schiena della madre, e con ogni probabilità in quel momento ne condivide la soddisfazione e la tranquillità. Una delle sue mani sfiora, con i polpastrelli, la pelle della sua schiena, mentre l'altra è rannicchiata tra i loro due corpi, a un'altezza poco sotto il suo petto avvolto da una maglietta sottile di cotone; ricorda che prima di dormire la presa sul proprio corpo è stata più decisa, e di essersi anche svegliato nel cuore della notte per il malessere derivato da una posizione che non ha potuto cambiare in alcun modo: le sue gambe hanno avuto qualche scatto nervoso, terminato solo in un'irritazione poco lucida senza alcuno scopo.
Ma lui non s'è mosso, neanche quando Yukinaga ha mugugnato qualcosa ispirato da un sogno sereno. Gli ha persino risposto, credendosi interrogato dall'altro – tuttavia, quando ha sentito distintamente le sue labbra pronunciare “mele cotonate sotto un mulino a vento”, si è permesso di non prestargli più troppa attenzione.
In quel momento, sente solo un calore insopportabile e piacevole allo stesso tempo, su tutta la superficie del petto e del ventre.
Si sfila piano da sotto il suo corpo, muovendo dapprima il bacino e le gambe e poi anche il busto. Il braccio gli è diventato una proboscide molle, senza sensibilità, che termina appena sotto la spalla. Lo muove lento fino a riuscire a toglierlo del tutto.
E prima di concedersi di guardarlo, per qualche secondo o anche qualche minuto, recupera gli occhiali dal comodino e li inforca, sgombrando la propria vista dei ciuffi scuri dei propri capelli troppo lunghi – ne sputa anche un paio, finiti chissà come proprio tra le sue labbra.
Forse Yukinaga gli è tanto caro perché è in grado di ispirargli dolcezza. Una dolcezza tenera e istintiva, a cui non si aggiunge alcun tipo di pensiero o preoccupazione. Non ci sono grandi verità da raccontare, eppure nelle argomentazioni spicciole probabilmente Shotaro si perderebbe in ore intere.
Gli occhi nuovi che vedono di nuovo il mondo non sono quelli di Yukinaga, ma proprio i suoi.
Perché non ha mai considerato il pudore, tra le tante altre cose, se non nel rispetto di un corpo che arriva persino a tremare sotto le sue carezze, e rende importante qualsiasi suo gesto e ogni singolo suo sentimento tanto da rispondervi con accuratezza precisa, calda. Il ragazzo più giovane non vive la sessualità come il motivo di una sorta di sottomissione e lui ha imparato presto di non potersi permettere un pensiero simile troppo a lungo: sono le azioni, è il carattere a determinare quelle reazioni tutte sentimentali che si radicano nell'animo e non lo lasciano, come colorate impronte profonde in una bianca neve perenne. Yukinaga gli ha dato un valore sgombro di pregiudizi ma anche di buonismo e pietà che non ha mai visto, e questo ha comportato in lui qualcosa di altrettanto mai provato che non comporti alcun tipo di malizia.
I dolci, i genitori, gli amici e gli spazi personali. La coerenza, il rispetto, l'orgoglio e la coscienza. Persino dormire comodo è diventato un lusso raro non più così tanto necessario.
Si è sorpreso, lo ha dovuto ammettere a se stesso, a considerare il proprio desiderio non come un fine ultimo, ma come una tappa finale – solo una delle tante e probabilmente neanche la più importante. Baciarlo a lungo, per esempio, è una prospettiva decisamente più piacevole.
Si china verso il materasso e, poggiando le ginocchia contro il pavimento, si sorregge il mento con il solo braccio sensibile. Gli libera la fronte di qualche apparente capello, nella scusa di una carezza, poi si alza di nuovo e fa qualche passo indietro come per lasciare la stanza. Il freddo che sente sotto i piedi, quando comincia il corridoio, gli suggerisce la proposta allettante di prendere delle ciabatte, e a Shotaro occorrono solo due passi per tornare indietro e chinarsi sopra il tappeto per afferrare quanto desidera. Così come occorre solo un altro passo perché Yukinaga mugugni qualcosa di decisamente più cosciente e lo trattenga sul posto.
È il suo nome, impastato e lento sulle labbra.
Allora Shotaro si volta, pur nella propria gloria di una canottiera indossata male e un paio di mutande troppo basse. Ringrazia che la madre di Yukinaga non ci sia e non corra il rischio di vederlo in quello stato – o di vederlo e basta, perché sarebbe alquanto imbarazzante dover giustificare la propria presenza in quel posto. Gli sorride, davvero contento.
E quando si riunisce a lui, riallacciandosi al suo corpo in uno strano abbraccio e trovando sul suo petto lo stesso calore e lo stesso ritmo del cuore, sempre uguale al proprio, lo fa spinto dal semplice e innocente desiderio di toccarlo e di sentirlo per sé.
Il pudore è suo, come la felicità rosea sulle guance.
-Buongiorno!

 

   
 
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