Anime & Manga > Mahō shōjo Lyrical Nanoha
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Autore: Diavolo Bianco    19/02/2014    7 recensioni
Persia e Diavolo Bianco devono attraversare un buker pieno di "pericoli".
Nanoha deve salvare Fate da un'ipnosi potente.
Signum dovrà sopravvivere agli attacchi di Persia e Nanoha.
Alcuni recensori e scrittori di questo fandom si ritroveranno nella storia per motivi "giustissimi".
Chi l'avrà vinta? E cosa faranno alla fine di tutto Diavolo Bianco e Persia?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Fate T., Nanoha T., Precia Testarossa, Signum
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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La vendetta di un’ossessa

“Persia, corri!”
“Ehi, Diavolo Bianco… ho un seno che è talmente grosso che faccio fatica a starti dietro, sai?!” Protestò una donna in viola mentre si appoggiava ad una parete. Le due si trovavano in un bunker costruito a labirinto per rendere difficile arrivare al centro. La ragazza si mise a filo del muro e sbirciò fuori.
“Dannazione…” Ringhiò prima di tirarsi velocemente indietro.
“Che c’è?” Chiese Presea, che era tornata a respirare come una persona normale.
“Ci sono delle guardie.” Quella sorrise e impugnò il suo scettro.
“Lasciale a me.”
“Con piacere.” La giovane si fece da parte, lasciando campo libero alla donna. Presea superò il muro e osservò i tre uomini armati davanti a lei.
“Eccola! Prendiamola!” Quelli le corsero incontro.
“Poveri illusi.” Gli puntò contro l’arma dalla quale uscì un raggio viola che ridusse in polvere i tre. “Troppo facile.” Sbuffò annoiata. La ragazza le andò accanto.
“Non disperare, più andremo avanti e più forti saranno i nemici.”
“Benissimo.” Ripresero ad avanzare. Ad un certo punto, una delle due, pestò un tasto che fece tremare la parete alla loro destra.
“Ma che…?” La ragazza fu colpita in pieno stomaco da un sedano “Ugh!” Dalla parete ne uscirono a centinaia. Quando quella pioggia di ortaggi si concluse Persia abbassò la barriera viola, che aveva usato per difendersi. Fissò attentamente tra quel mare di verdure e quando individuò una chioma bionda e riccia, l’afferrò.
“Abbiamo una missione da compiere, ricordi?” Domandò mentre sollevava la giovane, quella sputò fuori un sedano e si massaggiò lo stomaco.
“Ahi…! Senti… non potevi alzare una barriera anche per me?!” Domandò infuriata. Presea oltrepassò la trappola, che avevano fatto scattare, e poggiò la ragazza sul terreno cementato.
“Per entrare qua ho dovuto sfondare il portone d’ingresso, direi che ho già fatto tanto per te.” Puntualizzò riprendendo a camminare.
“Non pensare mai di esagerare con la gentilezza, mi raccomando.”
“Contaci.”
“Argh, sei odiosa!” Continuarono a procedere lungo il corridoio. Girarono parecchi angoli, ma non sembravano mai arrivare.
“Di grazia, sai almeno dove stiamo andando?” Domandò annoiata Presea.
“No.”
“Cosa!?”
“Ho detto, no!” Ripeté la ragazza, pensando che l’altra non avesse davvero sentito.
“Vuoi dire che ci siamo perse?!”
“Mm… detta così è un po’ troppo tragica… diciamo che siamo, leggermente, fuori strada.” Rispose sorridendo intimorita.
“Fammi capire… rischiamo di morire qui?!”
“Ma no! Ho un p-” In quel istante una lingua appiccicosa si avvolse introno alla vita della ragazza. “Ah!” Davanti a loro c’era un’enorme rana rossa a puntini gialli.
“Ridicola.” Commentò Persia osservando la creatura. L'altra intanto stava tentando di liberarsi.
“Che schifo! E’ viscida!” Dichiarò toccando la lingua.
“Ti consiglio di muoverti.”
“Perché?” Chiese preoccupata. Presea indicò la parte della lingua nella bocca nella rana. Stava diventando blu ed era circondata da scariche elettriche. Quella scia di elettricità stava percorrendo tutto il muscolo ed era diretta verso la ragazza prigioniera.
“Se ti raggiunge ti cuocerà a puntino.” L’informò la donna divertita.
“Dammi una mano!”
“No.” La giovane digrignò i denti e fissò la rana. “E va bene. Posso farcela da sola.” Sguainò il coltello che aveva legato all'avambraccio e lo piantò nella lingua. L’animale ruggì dolorante e la liberò. Fece un salto all’indietro e si portò in una strana posizione d’attacco con il suo coltellino. Presea però si mise davanti a lei e puntò lo scettro contro la rana. “Che fai?”
“L’ammazzo.” Caricò il colpo, ma la ragazza dietro di lei le tirò i capelli distraendola.
“No! Perbacco, è il mio nemico!”
“Voglio essere io a fare fuori il primo Boss.”
“Prima non mi hai aiutata, quindi lo ammazzo io.”
“Eri in mezzo e non potevo attaccarlo.”
“Cazzi tuoi! Adesso lasci fare a me!” Le due erano troppo distratte dalla loro pacifica discussione per accorgersi di una rana arrabbiata, perché ignorata.
“Sentimi un po’ piccolo...” Entrambe le infiltrate furono avvolte dalla lingua dell’abominevole creatura e inghiottite nella sua bocca.
“Bleah! Non voglio finire i miei gironi dentro lo stomaco di una fottuta rana!” Sbraitò la giovane osservando le pareti viscide introno a loro.
“Wow… è davvero grande, visto che ci stiamo tutte e due.” Constatò Persia guardandosi intorno colpita.
“Pronto!? Non siamo in gita, dobbiamo uscire di qui!”
“Aspettiamo che ci espelli fuori dal didietro.”
“Mai! Preferisco che ci vomiti!” Dichiarò la ragazza. “No… sul serio… dobbiamo andarcene.”
“Senza di me non ce la faresti, lo sai vero?”
“Purtroppo si.” Presea sorrise orgogliosa di averla avuta vinta ancora una volta. Puntò il suo scettro contro un fianco della bestia e sparò un discreto colpo. Uscirono dalla rana morta.
“E questo è andato. Proseguiamo.”
“Il prossimo però è mio.”
“Non hai armi.” Disse scettica la donna mentre correvano per un corridoio completamente grigio.
“Un coltello, parecchie granate e il karate. Non mi serve altro.”
“Il vestito da Lara Croft era necessario?”
“Ha il suo fascino.” Spiegò l'altra convinta.
“Ma lei non ha le pistole?”
“Si, però non erano incluse nel pacchetto. Quindi niente pistole.” La terra sotto i loro piedi iniziò a tremare.
“Questa volta che succede!?” Sbuffò Presea guardandosi intorno. La giovane chiuse gli occhi e ascoltò i suoni intorno a lei. Li riaprì di scatto e afferrò velocemente la donna.
“Giù!” Caddero a terra pochi secondi prima che i muri ai loro lati venissero abbattuti da un raggio rosa.
“Fate-chan!” Urlò una maga dalla veste bianca.
“Toh guarda, c’è Nanoha!” Esclamò la ragazza rialzandosi. L’altra le sorrise.
“E’ bello rivederti DB, come mai qua?”
“Dobbiamo catturare un persona.” Disse Presea affiancandosi alla giovane. Nanoha la fissò male e le puntò contro il suo scettro magico, Raising Heart. La donna non si mosse di un millimetro.
“Che diavolo ci fai qua?!” Domandò seria.
“Sei sorda? Te l’ho appena detto!” L'altra si mise tra le due.
“E dai, non iniziate a scannarvi.” Pregò, quelle la fissarono sbarrando gli occhi. Lei sospirò e guardò la maga. “Sei qui per salvare Fate, giusto?” Nanoha annuì. “Avrai bisogno di noi per arrivarci, questo bunker brulica di nemici e sono piuttosto forti. E tu Persia…” Fissò la donna. “Vedi di stare buona.”
“Dimmi perché stai ancora con questa qua?” Domandò Nanoha abbassando l’arma.
“Sai com’è… dividere il costo dell’appartamento è più economico.” Spiegò la ragazza.
“Dovresti smetterla di sfondare tutti i muri che ti intralciano la strada, sprechi troppo potere magico.” Disse Presea avvertendo la maga.
“Non farmi la predica. Piuttosto, avete detto che siete qui per catturare qualcuno, chi?”
“Quella che ha preso la tua Fate.”
“Signum?” Chiese Nanoha piegando la testa da un lato.
“No, lei è solo al soldo di qualcun altro e quel qualcuno è quello che dobbiamo catturare.” Spiegò Diavolo Bianco mentre tutte e tre avevano ripreso a camminare.
“C’era bisogno di tutto questo giro di parole?” Domandò Presea fissando male la sua coinquilina.
“Pignola. Senti, Nanoha, come si comportava Fate in questi giorni?” L’interpellata si portò un dito al mento mentre scavava nei suoi ricordi.
“Normale. Ma ieri sera non è tornata a casa e la cosa mi ha fatto preoccupare. Così ho chiesto ad Hayate-chan se sapesse dove fosse e lei mi ha detto di avere visto Fate-chan uscire con Signum-san. Sono andata al suo appartamento, ma ho trovato Shamal-san che mi ha detto che nessuna delle due era ancora tornata.”
“E come sei arrivata qua?”
“Ho rintracciato il loro segnale magico e proveniva da qui dentro.” Spiegò Nanoha.
“Mm… ci sarà da divertirsi.” Commentò sogghignando Presea.
“Attente!” La maga bianca alzò una barriera rosa che protesse le tre da delle lance di ghiaccio. Davanti a loro c’era una specie di yeti-nano. La ragazza gli si avvicinò lentamente, era incantata da quel cucciolotto.
“Oh, povero piccolo yetino, ti sei perso?” Quello gonfiò le guance.
“No, no. Sta per vomitare…” Il nanetto bianco e peloso ricoprì di neve la giovane. “…Neve.” Concluse Presea, che non era riuscita ad avvertire in tempo l’altra. Quella iniziò a fumare dalla rabbia e la neve che la circondava si sciolse immediatamente.
“Sei morto!” Afferrò la gola del nanetto e tolse la sicura ad una granata. Ficcò nella bocca dello yeti l’ordigno e corse via. Nanoha alzò un’altra barriera per proteggerle dall’esplosione, che alzò una nube di polvere pazzesca. Quando si diradò dello yeti non c’era più traccia.
“DB, stai bene?”
“Tranquilla, convivendo con Presea sono abituata a cose ben peggiori.” Disse quella riprendendo a camminare in testa al gruppo.
“Devo preoccuparmi?” Domandò Nanoha lanciando un’occhiataccia a Persia.
“No. Tutto sommato non è male.”
“Davvero?” Chiese sorpresa la maga bianca.
“Beh... se togli i suoi occhi inquietanti, i vestiti da spogliarellista, il caratterino poco simpatico e la passione per le torture con la frusta… si.”
“Vestiti da spogliarellista!?” Gridò indignata Presea. L'altra la squadrò dalla testa ai piedi. Ghignò.
“Hai una scollatura così vertiginosa che se non fosse per quel gancetto dorato che tiene unita la stoffa... sembrerebbe che tu sia una prostituta.”
“Tu ti vesti da maschio!” Ribatté quella.
“Sempre meglio che girare nuda!”
“Il tuo guardaroba ha solo capi neri!”
“Il tuo viola!”
“I tuoi vestiti sono due volte la tua vera taglia!”
“I tuoi sono troppo stretti!”
“Non ti trucchi!”
“Tu invece esageri!”
“Smettetela! Mi sta esplodendo la testa!” Urlò Nanoha stremata.
“Chi se ne frega!” Gridarono in coro le due, voltandosi verso di lei.
“Ma siete matte?! Abbiamo una missione da compiere e voi vi mettete a litigare!” Sbraitò la maga bianca. La ragazza sospirò e si sfregò il ponte del naso.
“Scusa, hai ragione. Mi sono lasciata andare.” La donna invece non si scusò. Ripresero ad avanzare come uno stormo d’oche. La ragazza apriva la strada, alla sua destra c’era Nanoha e alla sua sinistra Persia. “Mi sa che ce l’abbiamo fatta.” Affermò osservando il portone ferrato davanti a loro. “Adesso dobbiamo solo trovare un modo per sfondare...”
“Divine Buster!” Un raggio rosa abbatté completamente la porta. “Andiamo!” Le incitò Nanoha correndo verso il varco.
“Oh beh, tanto vale che chiuda il becco.” Sbuffò la ragazza.
“Sarebbe una cosa fantastica.” Dichiarò Presea superandola.
“Sai cosa? Non lo farò solo per te!” Le gridò l'altra correndole dietro. Le tre si ritrovarono dentro un’enorme sala. C’era un balcone interno che si affacciava sulla sala. Lì sopra c’era una ragazza con la coda e le orecchie da topo.
“Diavolo Bianco, tu e la tua combriccola ce ne avete messo di tempo per arrivare.” Affermò ridendo.
“Se evitavi di costruire un labirinto sotterraneo avremmo fatto prima, sai Nezuchan?”
“Concordo, ma dopo non ci sarebbe stato più gusto.”
“Dov’è Fate-chan?” Chiese Nanoha affiancandosi alla giovane vestita da Lara Croft.
“Come? Non la vedi? E’ proprio dietro di te.” Le due si voltarono e si trovarono davanti ad una Fate sorridente. I suoi occhi erano così dilatati che le iridi rosse erano praticamente invisibili.
“E’ assatanata!” Esclamò la giovane estraendo il suo coltello.
“Fate…chan?” Chiamò Nanoha avvicinandosi alla bionda in trans. Quella le lanciò contro una saetta, ma l’altra si protesse. Iniziarono a combattere.
“Che le hai fatto!?” Domandò la ragazza fissando di nuovo il suo obbiettivo.
“Un paio di giorni fa ho visto un programma sull'ipnosi, mi serviva una cavia e ho scelto lei.” Spiegò la ragazza-topo.
“Ma perché proprio Fate?!”
“Ma che ne so! E’ la prima persona che ho incontrato, punto e basta. Non c’è un motivo preciso. Si trovava solo nel posto sbagliato al momento sbagliato.”
“Odio il caso.” Brontolò l'altra. Sentì un forte spostamento d’aria alle sue spalle, si girò appena in tempo per vedere la spada di Signum venirle addosso. All’ultimo secondo la frusta di Presea si avvolse intorno alla lama e il cavaliere rosa, pur di non lasciare andare l'arma, cadde con essa.
“Il caso non esiste.” Disse Presea voltando le spalle alla ragazza e fissando Signum a terra.
“Oh, anche tu hai un lato poetico!” Esclamò la giovane.
“E’ solo per dire qualche frase-fatta prima di una battaglia. Preparati cavaliere, il tuo avversario sarò io!” Dichiarò la donna puntando il suo scettro contro Signum, quella si alzò sorridendo.
“Finalmente una lotta contro qualcuno alla mia altezza!” Iniziarono a tirarsi potenti incantesimi. La giovane arretrò per non essere colpita.
“Mannaggia… mi sento inutile.” Le quattro maghe si stavano fronteggiando tra di loro. “Fortuna che ho portato un bacchetto di liquirizia!” Iniziò a frugare nelle tasche, ma dopo parecchi minuti non l’aveva ancora trovato. “Ma non è possibile. Che fine ha fatto!? ...E se me l’avesse fregato quel dannato yeti nano? Si, è sicuramente così!” Proprio in quel momento la terra tremò, l’aria sembro distorcersi e davanti alla ragazza apparve una giovane dai capelli mori. “Homu?” Chiese stordita.
“Ah, ciao Diavolo Bianco. Che ci fai qua?”
“Mm, catturo Nezuchan.”
“Perché?”
“Storia lunga, tu piuttosto perché sei qui?”
“Mi pare ovvio, devo salvare Madoka.” L'altra spalancò gli occhi.
“Di nuovo?!”
“Ehi! Non è mica facile, piuttosto sai dov’è?”
“No, credo tu abbia sbagliato tempo.” Homu sbuffò stressata.
“Uff, ci riprovo. Spero di finire nel periodo giusto questa volta.”
“Quando ci rivediamo ricordati la torta.”
“Ma te l’ho già data.” Esclamò l’altra.
“Però Persia si è mangiata tutta la mia fetta.” Piagnucolò la giovane.
“Va bene, va bene. Ne farò un'altra con Madoka.”
“Ma non l’hai ancora incontrata.” Puntualizzò.
“Quella di prima.”
“Prima?”
“Si, quella che ti ha detto che Persia…” Fissò lo sguardo sperduto dell'altra e scosse la testa sconsolata. Le poggiò le mani sulle spalle. “Fa niente, lascia stare. Te ne porterò un’altra la prossima volta. Ciao!” Homu sorrise prima di scomparire per un altro suo viaggio nel tempo.
“Diavolo Bianco! Combatti con me!” Ordinò Nezuchan, che era comparsa a pochi passi da lei.
“Perché la tua coda sta davanti a te?”
“La uso come arma.”
“Uh, anche Freezer di Dragonball usa la coda come arma! Ci spara pure degli strani raggi viola!” La ragazza-topo sbarrò gli occhi.
“Hai battuto la testa?”
“Non rompere, sono in astinenza di liquirizia.” Brontolò l’altra snervata. Nezuchan le mostrò un bastoncino di liquirizia sorridendo. “Dammelo!” Esclamò alzandosi.
“Combatti.”
“Vuoi proprio che ti sconfigga, eh?” Ghignò la ragazza afferrando saldamente il suo coltello.
“Che arroganza.” L'altra puntò un dito contro Presea, che si stava ancora menando con Signum.
“E' lei che ha una cattiva influenza su di me!” Dichiarò prima di ritornare normale. Corse verso Nezuchan e iniziarono a combattere. “Hai la coda di ferro!?” La ragazza-topo stava usando soltanto la coda per proteggersi dai colpi dell'altra.
“E’ un mio dono speciale.” Si vantò quella.
“Ah… aspetta! Dov’è il tuo mezzo demone?”
“Appare solo quando sono in pericolo.”
“Ora non lo sei?”
“Mi sa che non ti reputa una minaccia.” Disse Nezuchan facendo spallucce.
“Ridicolo.”
“Senti, ho altro da fare. Dimmi che vuoi e vattene.”
“Sei tu che mi hai chiesto di lottare!?”
“Davvero? Quando?” La giovane sbarrò gli occhi.
“Soffri di perdita di memoria a breve termine?”
“Non che io sappia.”
“Ferme tutte!” Urlò una voce. I presenti nella stanza si bloccarono sul posto, Signum rimase immobile a mezz’aria con la spada alzata. Lara Croft si voltò verso l’ingresso e vide che c’era una ragazza con la coda e le orecchie da coniglio.
“Eh no! Non è giusto che tutti siate per metà animale, io voglio le corna!” Sbraitò.
“Kaninchen, che ci fai qua?” Domandò Nezuchan avvinandosi all’altra.
“Ho portato la cura per Fate.” Mostrò una fialetta contente un liquido blu.
“Mia!” Nanoha l’afferrò velocemente e tornò dalla sua bionda. Le fece inghiottire il liquido a forza e poi fissò attentamente il suo viso. Fate sbatté parecchie volte le palpebre, poi i suoi occhi tornarono normali.
“…Nanoha…?” Quella l’abbraccio felice.
“Fate-chan! Sei tornata!”
“Perché… ero partita?” Chiese piuttosto scombussolata.
“Non proprio.” Mentre la maga bianca le spiegava tutto, Presea aveva legato come un salame Signum e stava avanzando furente verso Nezuchan.
“Tu! Come hai osato ipnotizzare mia figlia!?” Chiese con voce imponente e rabbiosa.
“Non è tua figlia, Alisia lo è.” La ragazza-topo schioccò le dita e da una porta uscì un’altra Fate. Presea la fissò attentamente.
“Come ti chiami?” Chiese severa.
“Alisia Testarossa.” La donna strinse gli occhi a fessura e studiò la giovane davanti a lei.
“Qual è la tua mano dominate?”
“...La destra...?” Un raggio viola le attraversò la faccia. Tutte spalancarono la bocca e fissarono allibite Presea.
“E-era tua figlia…” Sussurrò terrorizzata Kaninchen.
“No, Alisia era mancina.” Silenzio di tomba. La coinquilina della donna incrociò le braccia al petto è fissò divertita Nezuchan.
“Mi sa che hai fatto un buco nell’acqua.” Affermò divertita.
“Anche i migliori toppano.”
“E meno male che ero io quella arrogante.”
“Ehm… Diavolo Bianco, perché sei qui?” Domandò Kaninchen.
“Per sgridare Nezuchan.”
“Non dovevamo rapirla?” Chiese confusa Presea.
“Cambio di programma. Comunque, cara Nezuchan, sei liberissima di scrivere su tutte le coppie che ti passano per la testa, anche perché mi piace molto leggere le tue storie, ma non distruggere il NanoFate! Mi spezzi il cuore e non solo a me, anche a Persia.”
“Io che centro ora?”
“Fate è tua figlia, non vuoi che stia con Nanoha?”
“Deve starci per tenere alto l’onore della famiglia.”
“Che discorso mafioso.” Dissero contemporaneamente tutti i presenti nella sala.
“Rompete poco! Piuttosto diamoci una mossa, tra un po’ è l’ora del mio pisolino di bellezza.” Presea si accarezzò le guance.
“Va beeene…” Diavolo Bianco si schiarì la gola e tornò a fissare Nezuchan. “Scusa l’intrusione nel bunker e per tutto il resto, ma ci tenevo a dimostrarti che sarei riuscita a entrare nella tua fortezza inaccessibile e volevo anche dirti che questa scenata non è una critica.” Sorrise e si avvicinò all’uscita.  
“Che ne facciamo di quella?” Chiese Presea indicando Signum.
“Portiamola con noi, dopo Nanoha e Fate la riporteranno da Hayate.” La donna afferrò la coda del cavaliere rosa e iniziò trascinarsela dietro. Uscì e subito dopo la seguirono Fate e Nanoha che si tenevano a braccetto mentre sorridevano felici.
“Vedi?” Domandò esuberante la giovane alla ragazza-topo. “Sono perfette insieme.”
“Mah, io posso scrivere quello che voglio.”
“Non lo nego, siamo in un paese libero, no?”
“E allora perché mi rompi tanto?!”
“Mi piace stuzzicare le persone e poi adoro sottolineare l’ovvio, che in questo cosa è il fatto che Fate e Nanoha devono stare insieme.”
“Sei leggermente fissata.”
“Lo so, ma i matti sono difficili da curare. Ciao ciao!” Uscì dalla porta distrutta, lasciandosi alle spalle Kaninchen e Nezuchan. Raggiunse le altre quattro e insieme percorsero a ritroso il labirinto.
“Nyah!” La giovane si bloccò sul posto e voltò la testa nella direzione dalla quale era venuto il verso. Vide un piccola gattina.
“...Neko... chan...?” Sussurrò colpita chinandosi davanti alla gatta.
“E’ da un po’ che non ci vediamo.” Disse la bestiola.
“Sembra un secolo.”
“E invece sono alcune settimane.” La ragazza chinò il capo.
“Colpa mia.”
“Perché non mi hai detto niente?”
“Ero leggermente arrabbiata.”
“Per una stupidaggine del genere? Stavamo semplicemente parlando.”
“Lo so… te l’ho pur detto che sono strana.”
“Il vostro discorso non ha senso.” Le avvertì Presea. La giovane prese la gatta tra le braccia.
“Ovviamente, questa è una cosa che possiamo capire soltanto io e lei.” Sorrise mentre riprendeva a camminare con il seguito dietro.
“Non vorrai tenertela vero? Sai che odio i gatti, soprattutto questa.” Disse Presea fissando male la gatta tra le braccia dell'altra.
“Non è mia e non la voglio privare della sua libertà. Ehi gatta, che ci facevi qua dentro da sola?”
“Cercavo dell’erba gatta.”
“Oh…” Finalmente riuscirono ad uscire da quel bunker-labirinto. Presea mollò la coda di Signum, che poverina cadde di faccia.
“Qua ci separiamo.” Disse Nanoha, poi fissò con occhi glaciali Signum. “Dopo io e te facciamo i conti.” Quella deglutì.
“Okaa-san…” Chiamò piano Fate.
“Taci.” Presea la fissò seriamente. “Ti sei fatta ipnotizzare senza nessuna resistenza. E’ disonorevole.”
“Mi dispiace.” La sua coinquilina le mise una mano sulla spalla.
“Persia…” Tentò di dire qualcosa di intelligente, ma prima che potesse riuscirci la madre di Fate aveva ripreso a parlare.
“Takamchi-san… puniscila questa notte, mi raccomando. Voglio che le rendi impossibile camminare.”
“O-okaa-san…!” Fate arrossì vivacemente, Nanoha rise leggermente.
“Sarò crudelissima Presea-san, si fidi di me.”
“Mn.” Fate, Nanoha e Signum si teletrasportarono via. La ragazza poggiò a terra la gatta.
“Meglio che tu vada, ma prima…” Tirò fuori una palla di erba gatta e la passò alla piccola creaturina. “Scusa per tutto.” Si alzò e si accostò a Presea. “Andiamo?”
“Affrettiamoci pure lentamente, eh?” Brontolò la donna. Iniziarono a camminare.
“Ahh… sei la solita esagitata.” Scherzò l’altra.
“Nyah!” La giovane si voltò verso la gatta. “Ci sentiremo ancora?”
“Non lo so.” Sorrise tristemente e le due scomparvero nella boscaglia.
“Non credi di essere stata un po’ vaga?” Domandò Presea.
“Non le ho detto addio… il mio era solo un arrivederci.” Il vento fece volare i capelli delle due e la ragazza osservò pensierosa il cielo. Per un po’ regnò il silenzio.
“Sei strana.”
“Lo so.”
“Mi piacciono le persone strane.”
“Anche a me.” Confermò la ragazza. “E tu lo sei.”
“Però sei anche pazza.” Dichiarò Presea.
“I pazzi sono costretti a vedere diavoli in eterno, più di quanti ne contenga il vasto inferno.”
“E questo cosa c'entra?”
“Non so…” La donna la fissò attentamente, poi scosse semplicemente il capo.
“Già… sei proprio strana.”


-Parole Dovute-
Come potete vedere, io all'una di notte non c'ho niente da fare e infatti mi metto a cazzeggiare! Mi sa che è un delirio totale. 
Ah, si! Lo so che la madre di Fate si chiama Presea Testarossa, ma non so perchè per molto tempo l'ho chiamata Persia e la cosa mi è rimasta XD quindi è per questo motivo che io nel racconto la chiamo con il nome sbagliato.
Va beh, spero di essere riuscita a strapparvi almeno una risata!
  
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