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Autore: ___cLa    19/02/2014    11 recensioni
"Non guardo in basso e non guardo me stessa, fisso qualsiasi cosa, ma non lo specchio."
Una storia che esprime il mio disagio nei confronti di un corpo che non sento mio.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In bagno, mi spoglio.
Non guardo in basso e non guardo me stessa, fisso qualsiasi cosa, ma non lo specchio.
Oh! Che sia maledetto quello stupido specchio che mi fa vedere come sono realmente, che svela ciò che nascondo.
E il metallo della doccia mi riflette mentre l'acqua mi sfiora come lacrime.
Perchè sono intrappolata in questo corpo, io mi chiedo?
I vestiti sempre larghi sul seno e stretti sui fianchi. I reggiseni come maschera di vergogna.
Mi chiedo perchè io debba soffrire e morire dentro ogni volta che il mio sguardo si abbassa sul mio corpo.
Spengo la luce, faccio la doccia.
Mia madre lo nota, si arrabbia, l'accende: sono ancora qui, con questo corpo che mi trascina giù.
Sono ancora qui, in questo corpo che non è il mio.
Amorfa, giaccio su un letto sotto il peso delle parole.
So cosa pensa la gente, mi vergogno.
Amorfa, mi vedono. Amorfa, sono.
Come può indossare quei vestiti? Come può andare in giro? Non si vergogna?
Se potessi non uscirei, se potessi non mi vergognerei.
Ma non posso decidere della mia vita a prescindere da ciò che devo o non devo fare.
Quel corpo mi opprime.
Quell'oggetto rotto che non posso riportare in negozio, quel corpo difettoso che non posso riportare a Dio, perchè un dio non c'è.
Quanta sofferenza accumulata negli anni.
Quanti specchi evitati, quanti occhi chiusi facendo la doccia. Quanti vestiti sulla spiaggia, perchè non li tolgo. Quanta vergogna negli spogliatoi.
Quanta insicurezza. Quanta fraglitià. Quanta inadeguatezza.
Lui. Un angelo. Mi guarda, gli piaccio. Mi vergogno e mi copro, lo sa, ma gli piaccio. Lo sa, potrebbe avere di meglio.
Non posso guardare, che tu sia maledetto specchio, che tu sia maledetto corpo.
Quanta invidia.
  
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