Serie TV > Hannibal
Ricorda la storia  |      
Autore: Khyryr Lecter    19/02/2014    0 recensioni
"Perché siamo due destini che si uniscono
stretti in un istante solo
che segnano un percorso profondissimo dentro di loro
superando quegli ostacoli
se la vita ci confonde
solo per cercare di essere migliori
per guardare ancora fuori
per non sentirci soli."
Al Dott. Lecter prossimo alla Laurea in Criminologia e Psichiatria, viene assegnato un Tutor , il Dott. De Maurier. Ella però non è ancora il suo analista; lo diventerà solo se lui la confermerà. Come può essere stato un primo incontro tra loro?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bedelia Du Maurier, Hannibal Lecter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
| Anno: 1968, città di Baltimora. Studio psichiatrico Dr. Du Maurier. |

Hannibal Lecter, prossimo alla specializzazione in criminologia e psichiatria, si recò presso lo studio del dottor Du Maurier.  Gli fu assegnato uno psichiatra poiché scelse questo campo per la sua specializzazione. Non aveva idea di chi si sarebbe trovato davanti, era certo comunque che il dottore in questione sarebbe sicuramente stato capace di esercitare al meglio il suo lavoro. Bussò alla porta.

Quella mattina, per Bedelia, era stata piena di impegni e si era svolta senza intoppi. Qualche giorno prima aveva ricevuto una telefonata da parte di un suo ex professore universitario, con cui era rimasta in buoni rapporti. Il Dottore l'aveva avvisata che le era stato assegnato uno studente, un uomo molto distinto e brillante negli studi, per questo aveva pensato subito a lei. Bedelia lo ringraziò nuovamente per averla suggerita.

Arrivò il giorno e l'orario prestabilito per l'incontro con il Dott. Lecter. Bedelia andò ad aprire e sorrise all'uomo ben vestito che si trovò davanti. Aveva i capelli curati, castani, leggermente biondi, un viso reso interessante da zigomi pronunciati e una sfumatura rossastra presente nei suoi occhi. Lei giudicò che dovevano essere coetanei all'incirca
"Salve! Il Dott. Lecter io presumo. Molto lieta. Sono la Dottoressa Du Maurier " allungò la mano verso di lui e sorrise cordialmente.
Hannibal rimase sorpreso dopo la visione della persona che aprì la porta dello studio. Restò immobile sbattendo più volte le ciglia di fronte a lei. Credeva fosse un uomo, non gli era stato affatto detto che invece si trattasse di una donna, una bellissima donna fra l'altro. Notò i boccoli biondi dei suoi capelli e gli occhi azzurri. Il suo abbigliamento era davvero di classe, alla vista una bellissima persona. Accennò un sorriso alla dottoressa e le strinse la mano con una presa salda e decisa
"Buonasera dottoressa Du Maurier. Il piacere di conoscerla è tutto il mio." Rispose guardandola negli occhi
Lei notò lieta la sua mano salda e da un luccichio di sorpresa nel suo sguardo, capì che in realtà lui, si aspettava un uomo. In molti facevano quello sbaglio la prima volta che andavano da lei. Le sembrò di notare una nota di apprezzamento nella sua voce, magari si sbagliava. Era solo una sua fantasia. Anche lui sembrò studiarla attentamente, tuttavia non sembrava nutrire dei pregiudizi sul fatto che lei fosse una donna. Se li avesse avuti, con lei, sarebbe durato molto poco. Il primo incontro era decisivo.
"Buonasera. Si aspettava un uomo scommetto. Prego si accomodi pure." Gli sorrise e fece spazio.
Le lasciò libera la mano scrutando attentamente ogni sua singola espressione. Non era ancora uno psichiatra a tutti gli effetti, ma era solo questione di tempo. Aveva raggiunto un alto livello in quel campo già da tempo e poteva benissimo capire, da un singolo errore della persona che aveva davanti, i suoi ipotetici pensieri. 
Ma in quel momento aveva a che fare con una donna sicuramente intelligente. Le era bastato un semplice sguardo per percepire cosa lui avesse pensato.
"Ebbene sì, lo ammetto. Ero convinto che lei fosse un uomo, dottoressa."

Entrò nello studio e fu subito pervaso da un piacevole profumo, che calzava perfettamente su quella donna. Si voltò per osservarla facendo lunghi e profondi respiri.
Aspettò fosse lei a fargli segno dove e quando sedersi, mantenendo sempre un cordiale sorriso in volto.
 A Bedelia interessava sempre molto seguire gli specializzandi. Si chiedeva sempre che tipo di psichiatri sarebbero diventati. Sapeva perfettamente che avere un bravo mentore era molto importante, per elaborare i successi e gli insuccessi delle prime esperienze. Era un processo di maturazione per entrambi. In questo caso poi non si trovava un semplice ragazzo inesperto ma  un uomo già formato con un propria impostazione e certamente una discreta cultura. Chissà se il fatto che fossero coetanei e non ci fosse alcun salto generazionale, sarebbe stato d'aiuto oppure no. Lo avrebbero scoperto con il tempo.Certamente prometteva bene.. tuttavia sarebbe stato il Dottor Lecter stesso a scegliere se confermarla oppure no. Chissà. Lo seguì nello studio e gli vece cenno di sedersi ad una delle due poltrone gemelle.

" E' un errore che fanno in molti temo. Non siamo molte donne ad esercitare questa professione."
 Sorrise e si accomodò accavallando le gambe elegantemente. Lui ,come lei, sembrava avere dei modi fini naturali e distinti, che lei analizzò. In primis la sua mobilità del viso contrastata sempre dagli occhi. Gli sorrise cordialmente.
Hannibal fece un cenno di ringraziamento con il capo dopo che la dottoressa lo invitò ad accomodarsi su una delle due poltrone. Si sedette di fronte a lei osservando ogni suo movimento, il suo abbigliamento e notando il modo in cui accavalla le gambe. Prese un respiro profondo appoggiando le mani sui braccioli della poltrona su cui sedeva.
"E' stata una piacevole sorpresa per me scoprire che in realtà è donna, proprio per questa ragione. Siete una rarità nel campo e non reputo sia giusto."
 Dicendo quelle parole socchiuse impercettibilmente le palpebre inclinando un po' di lato la testa. Strinse leggermente i braccioli della poltrona. I discorsi per ora non consentivano a nessuno dei due di sbilanciarsi. Ma presto, molto presto, sarebbe successo.
Bedelia pensò che lui sapeva come muoversi nell' ambiente ed era sicuro di se`, senza eccedere in modi troppo galanti o spavaldi. Erano semplicemente raffinati e posati. I suoi occhi però si muovevano senza sosta e davano segni di vita . Da quello che lui diceva non sembrava avere pregiudizi sulle donne, bene. Lei sospiro' e sorrise .
"Trovo anche io che sia un peccato.  Mi è stato detto dal dottor. Claus ,mio ex docente universitario, che lei si sta specializzando in criminologia."
Lui annuì tranquillamente alla frase appena detta dalla donna, prese un profondo respiro socchiudendo un po' le palpebre. L'atmosfera in cui era piombato non appena aveva varcato la soglia di quello studio, gli trasmetteva un senso di pace, gli capitava raramente di sentirsi così e mai in presenza di qualcuno. Per trovare quella tranquillità doveva dedicare il suo tempo libero ai propri piaceri, alla musica, all'arte. Era convinto dunque che quella donna racchiudesse in se le sue stesse passioni ed interessi, perché ella sembrava essere musica ed arte insieme
"Sì esatto, avrò la discussione della tesi a Luglio."
 Impiegò diversi istanti prima di rispondere alla frase detta dalla dottoressa. Erano obbligati ad affrontare discorsi di circostanza o inerenti ai suoi studi, ma ciò che avrebbe voluto poter fare fin da subito, era conoscere il più possibile sul suo conto. Sapere se le sue intuizioni erano esatte.
In questi casi, non si parlava di una vera e propria seduta ma era più un incontro amichevole. Le sedute vere e proprie sarebbero avvenute in seguito.Bedelia si chiese quali fossero i motivi che l`avessero spinto a scegliere quella professione. Il suo intuito le disse che lui sapeva studiare bene le persone.
"Quale sarà l`argomento della sua tesi?" chiese cordialmente, mostrando sincero interesse.
Era una donna davvero cordiale e lo era sinceramente. Non stava fingendo. Hannibal lo notava dai suoi atteggiamenti, dal suo modo di porsi e da come gli rivolgeva la parola. Le sue mani sempre posate sui braccioli della poltrona.
Rispose anch'egli con un tono di voce calmo.
"Ho deciso di discutere riguardo l'immagine e come essa riesce ad avere infiniti significati diversi per ognuno che la osserva. In questo modo potrò trattare anche un argomento a me molto caro. L'arte visiva."
Era convinto che così sarebbe riuscito, dalla sua reazione, a capire se anche lei era un'amante del genere come lui aveva intuito.
Bedelia gli sorrise. I suoi toni pacati sembravano essere un tratto distintivo della sua personalità , ma era troppo presto per dirlo. Mosse leggermente le gambe e inspirò.
"Oh un argomento molto interessante e dalle molteplici sfumature in ambito psicologico. Dall'interpretazione dettata del proprio inconscio al cambio di prospettiva. La scelta dei colori e le dimensioni. Tutto concorre alla visione dell'insieme ma è sempre sottilmente differente per ognuno. Dipende dal proprio criterio di giudizio. Un tema sicuramente originale. La mia è stata sull'attendibilità delle tavole di Rorschach per la valutazione dei casi Borderline " sorrise cordialmente. Si era lasciata andare volutamente a questa piccola confessione. Era necessaria per creare un clima di fiducia.
"Il Dottor Claus mi ha parlato della sua brillante carriera accademica."

Noto' che la dottoressa gli disse il suo argomento di tesi per una ragione specifica e di certo non la biasimava. Si faceva così in quel campo, si cercava di stabilire un clima di fiducia con il proprio paziente. Solo che lui, almeno per ora, non era ancora un suo paziente. Sorrise cordialmente sollevando un po le sopracciglia.
"Notevole." Fece una pausa prima di rispondere a quanto gli disse riguardo le parole del professore.
 "Ho sempre amato approfondire gli studi riguardanti ciò che mi appassiona. Il professor Claus e' stato gentile con me. E lo è stato anche consigliandomi di venire qua da lei. Dottoressa Du Maurier ."
Si era sbilanciato con quel commento, ma lo aveva fatto anche lei con la sua confidenza. Aveva capito che non le sarebbe dispiaciuto seguirlo come futuro paziente. E lui in quel modo voleva farle capire che non avrebbe cercato altro terapista, se non lei.
Bedelia pensò che l'uomo che aveva davanti non si lasciò trasportare molto da quella confessione che lei gli aveva appena concesso. Ovviamente lo aveva messo alla prova per valutarlo. Non sembrava avesse avuto intenzione di fare colpo su di lei, mantenendo i suoi toni pacati. Ciò era un ottimo punto a suo favore, ma forse lui non lo sapeva. Ricambiò il sorriso cortese, lei non era ancora la sua terapista. Certamente non sarebbe stato facile capire le intenzioni di quell'uomo in futuro, sarebbe stata un ottima sfida. 
"E' stato il mio relatore per la tesi. Non mi consiglia a tutti i suoi studenti. Lei certamente deve aver stimolato il suo interesse. Sono felice che il Dott. Claus si sia ricordato di me, in questa occasione. Come mai ha scelto di avventurarsi a conoscere le "menti umane"?chiese poi con una breve pausa
Hannibal riflette' un istante dopo quella domanda, in effetti era normale che gli ponesse un quesito di questo tipo, ma le vere ragioni non potevano necessariamente essere motivo di conversazione, altrimenti avrebbe dovuto parlarle della sua infanzia e di quanto ha vissuto quando era solo un ragazzo. Non poteva nemmeno accennare qualcosa, lei era molto scaltra e avrebbe immediatamente capito che lui ha subito notevoli traumi in giovane età .

"La mia intenzione era esercitate come chirurgo ma durante i miei studi sono rimasto notevolmente affascinato dalle materie riguardanti la psichiatria e tutto ciò che ne deriva. Quindi dopo la laurea conseguita in Francia in chirurgia ho iniziato gli studi alla John Hopkins come psichiatra. "accenno' leggero sorriso continuando ad osservarla negli occhi .
La sua risposta non la stupì in quanto era molto «politicamente corretta». Gli aveva permesso di non sbottonarsi troppo e non dire molto. Sarebbe stato un osso duro farlo cedere un po`. Ma quello sarebbe stato questione di tempo. Certamente si trovava davanti un uomo fuori del comune, dalle molteplici potenzialità. Sapeva quello che voleva. Gli sorrise. .
"Complimenti a lei per la sua carriera e la scelta che ha compiuto, certamente non facile. Non è mai facile esplorare una mente, neanche per chi ha una certa esperienza. La mia famiglia è di origine francese, un paesino nel sud, vicino alla Provenza. Abbiamo dei vitigni. "
Bedelia si concesse ancora una volta di parlare di se stessa .

Hannibal sorrise.Un'altra confidenza da parte della dottoressa. Non sapeva se sentirsene onorato oppure se era semplicemente un suo modo per aiutarlo ad aprirsi. Sicuramente era la seconda opzione quella più probabile. Sollevò le sopracciglia e rispose, porgendosi un po' in avanti, sollevando quindi la schiena dalla poltrona
"Allora la Francia è uno stato a noi comune, dottoressa. Quali altri posti dell'Europa ha avuto la possibilità di visitare? Sempre se posso permettermi di chiederglielo.."
Le sorrise cordialmente dopo l'ultima frase inclinando di lato la testa, accavallò le gambe e si posò una mano sul ginocchio in attesa di risposta.
Pur essendo un argomento comune la Francia, lui scelse di non approfondirlo chiedendole dei suoi viaggi. Bedelia registrò questa cosa e pensò che ci sarebbe stato tempo per affrontarla. Si chiese cosa fosse accaduto in Francia. In realtà lei aveva viaggiato così poco. Sorrise.
"In realtà non sono stata in altri posti in Europa a parte quello dove sono presenti i vigneti di famiglia. Lei ha viaggiato invece? Ama il vino? " cambiò leggermente posizione sula poltrona e incrociò le braccia.
Lui la ascoltava con attenzione e guardava senza batter ciglio. Annuì piano dopo la sua risposta alla domanda che le aveva appena posto. Si domandava dove fossero questi vigneti, prima o poi avrebbe colto l'occasione per chiederglielo, era molto curioso.
Si riposò allo schienale della poltrona e rispose .
"Amo il vino, sì. Ne conosco di molti tipi. Direi che la passione sia reciproca, visto che viene da una famiglia che ha coltivazioni di vigneti."
 Osservò la sua nuova posizione e poi tornò a guardarla negli occhi .

 L`uomo che aveva davanti a lei era molto interessante sotto diversi aspetti. Aveva fascino, carisma. Sapeva catturare l'interesse delle persone. Era sicuramente molto colto. Sarebbe stato bello averlo come paziente. Solo se lui avesse voluto però.
"Non solo solita offrire del vino ai miei pazienti, ma tecnicamente lei ancora non lo è." 
Bedelia gli sorrise inclinando la testa di lato, facendo ricadere i riccioli biondi.
 "Credo lei gradira' un vino della mia famiglia,allora . Bianco o Rosso?" si alzò per raggiungere una vetrinetta e si voltò a guardarlo.
Hannbal trovo' che il suo gesto davvero molto gentile. Doveva ammettere che la dottoressa lo stava piacevolmente sorprendendo. Si volto' lentamente verso di lei guardandola camminare fino alla vetrinetta. Il biondo dei suoi capelli si spostava perfettamente con il colore dei suoi occhi e della sua pelle. Annui' piano prima di alzarsi. Penso' alla risposta da darle sorridendo gentilmente.
"Io direi un rosato, lei che cosa ne pensa?"
compì alcuni passi lenti verso di lei per aiutarla con i calici. Il profumo che lasciava nell'aria mentre si muoveva era sublime per il suo olfatto .
Bedelia  posò su tavolino dietro di lei, una bottiglia di rosato con due calici di vetro. Chiuse la vetrinetta e si preparò a stappare con gesti accurati e consapevoli. Versò nei due bicchieri e ne porse uno al suo ospite.
" Lei è proprio un intenditore. I rosati della Provenza sono i migliori." sorrise" Prego. A cosa vogliamo brindare?"
La guardò, anche lui in piedi, inclinando leggermente la testa. Prese il calice che la donna gentilmente gli porse, sfiorandole appena il dito indice. Il loro primo contatto dopo la formale stretta di mano. Le sorrise guardandola negli occhi tenendo il calice sollevato.
"Si, me ne intendo in effetti." fece una breve pausa e poi le rispose, dopo aver pensato un attimo.
"Brinderei al futuro, dottoressa. A ciò che ci riserva il futuro che, sono sicuro, sarà sicuramente sorprendente."

Attendeva di far tintinnare i cristalli dei loro calici guardandole gli occhi azzurri, un azzurro che pareva mutare a seconda dei pensieri e dei discorsi che faceva.
 Le prese il calice e così facendo per caso si sfiorarono. Bedelia inconsciamente fu percorsa da un brivido. Lui però le sorrise. Anche lei alzò il suo calice, approvando tale brindisi. Si guardarono negli occhi. Fece un breve cenno facendo tintinnare i suoi calici.
"Con ciò ne deduco che lei mi conferma come suo analista? Questo era solo un incontro amichevole. Una vera e propria seduta sarebbe diversa."
Precisò prima di assaggiare il vino.
Hanibal sorseggio' il suo vino solo dopo che lo fece la dottoressa, ne inspirò attentamente il profumo. Poi accenno' un impercettibile sorriso. Voleva una conferma e lui gliela doveva. Sollevo' le sopracciglia annuendo mentre riabbassava il calice.
"Direi che sarebbe interessante vederla in opera dottoressa, sono sicuro che non potrò trovare di meglio."
Sollevo' nuovamente il calice guardandola ancora negli occhi, come per captarne l'eventuale cambiamento di tonalità d'azzurro di cui sono fatti.

Bedelia sorrise per il suo complimento galante appena celato, prendendo un ultimo sorso di vino..
"oh ma non sarò io completamente a fare il lavoro. Non potrei fare molto senza la sua collaborazione. Non le pare? Sarò io che dovrò vederla all'opera e guidarla nel suo processo di introspezione. E' fondamentale per esercitare." fece un breve cenno.
Sarebbe stato divertente per lui sostenere delle sedute con quella donna. Era convinto che avrebbe dovuto stare anche molto attento a celare i suoi 'passatempi' poco ortodossi, per lei non sarebbe stato poi così difficile intuire che c'era qualcosa in lui, qualcosa di spaventoso. Era una sfida che era pronto a correre.
"Sarà piacevole, ne sono convinto." diede un altro sorso al vino e poi riabbasso' il calice dicendole.
"E' davvero buono, lo si capisce già dal profumo.
Bedelia gli sorrise e ricambio' il suo sguardo. Non perdeva tempo il Dott. Lecter. Sarebbe stato un paziente interessante. Sembravano avere molto in comune. Chi lo sa come sarebbe evoluto il loro rapporto in seguito?
"Ansioso per la prima seduta?" posò il calice e si avviò verso la propria agenda controllandola.
"Se è libero possiamo fare il prossimo lunedì, primo pomeriggio" sorrise.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hannibal / Vai alla pagina dell'autore: Khyryr Lecter