Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Ricorda la storia  |      
Autore: Unnatural    19/02/2014    0 recensioni
" Una certezza, un porto sicuro. Un' ancora fredda, un cuore distrutto. Un sogno infranto, un destino illuso. Una via senza ritorno nè saluto. Non erano le lacrime a colmare un vuoto. Non bastavano giuramenti o patti col diavolo. Non c'erano più scuse, balle che reggessero. Era morto, e io con lui. "
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
       CON LUI ANCHE IO.
 
 
Era il ventotto dicembre, mi ero alzato presto per andare a pescare con Jimmy. Mi vestii alla veloce e diedi un bacio a Michelle cha ancora dormiva pacata nel nostro letto. Scesi in cucina, presi la confezione di birre dal frigo e mi diressi in garage per prendere l'attrezzatura da pesca e la macchina. Preso il tutto salii in macchina e mi diressi verso la casa di JimmyArrivato davanti al suo portone, suonai ma non ottenni risposta, riprovai. Lo stavo maledicendo, probabilmente stava ancora dormendo, allora estrassi la chiave di scorta e aprii la porta, iniziai a chiamarlo a gran voce ma non rispose, mi diressi velocemente nella sua stanza, la porta era socchiusa, la aprii e lo trovai lì;.Disteso a pancia in su. Bianco. Dannatamente bianco. Mi avvicinai a lui e comincia a scuoterlo, al contatto con la sua pelle venni quasi ustionato dal freddo che lo animava.
Non era vero. Non poteva esserlo.
IniziaI a scuoterlo, a strattonarlo. Presi il suo polso tra le mani, niente. Non sentivo il battito. Appoggiai la testa con attenzione al suo petto, animato dalla paura di poterlo svegliare. Ma niente, niente tum tum. Il suo corpo era animato dal silenzio. Iniziai a gridare e a strattonarlo. Non poteva essere. Gridai gridai e gridai, fin quando non mi trovai accasciato a terra senza forze, inerme. Non riuscì nemmeno a chiamare il 911, lo chiamò un passante che preoccupato dalle mie urla notando la porta aperta, entrò nella villetta. Di li a dieci minuti arrivò l'ambulanza e Matt, a cui ero riuscito a mandare un messaggio con scritto di venire lì. Arrivò, ignaro di cosa il fato gli avesse riservato. Entrò in camera e gli indicai il letto, lui abbassò lo sguardo e lo vide lì. Vide uno dei suoi migliori amici sdraiato, indifeso, morto. Si avvicinò. Lo fissò e anche lui inizio a strattonarlo in preda alle convulsioni, dettate dai suoi singhiozzi. Venne allontanato da uno dei medici legali. Io rimanevo lì, fermo, impassibile a fianco del letto. Matt chiamò Zacky, Johnny, Val e Michelle.
Rimasero tutti attoniti, inorriditi dinnanzi a quella scena. Da quel colpo basso che, il destino aveva voluto giocarci.
Michelle venne a stringermi e io non risposti a quell'abbraccio. Sentivo freddo, nemmeno la donna che amavo riusciva a scaldarmi. Sentivo come se mi avessero tolto tutti gli organi e tutte le ossa, ero vuoto, completamente vuoto.
Venni trascinato via quando i medici legali, accompagnati dai genitori di Jimmy, portarono il corpo in ospedale. In quel momento mi chiedevo come avrebbero detto a Kelly e a Ketie che loro fratello non c'era più.
Andammo tutti a casa di Matt, eravamo tutti lì, uniti dallo stesso dolore.
Zacky tirava pugni al divano, Matt piangeva con la testa tra le gambe stretto dalle fragili braccia di Valary. Johnny piangeva come un bambino e io, fissavo come i miei migliori amici affrontavano il declino lento, ma allo stesso tempo repentino, della nostra realtà. Ero un ombra tra i vivi.
Mi alzai e me ne andai, senza rispondere alle domande di Mich che mi chiedevano dove stessi andando. Presi l'auto e andai a casa di Jimmy, entrai dalla porta sul retro che nessuno aveva chiuso. Entrai e studiai ogni minimo dettaglio di quella casa che era stato il mio rifugio dopo infinite sbronze e sfuriate con Michelle, sapendo che di lì a poco, di tutti quei ricordi, frammenti di vita, non sarebbe rimasto più nulla. Salii in quella che era stata la sua camera e mi sedetti sulla sedia della sua scrivania. Presi un foglio, e iniziai a scrivere:

"I feel insane every single time I'm asked to compromise, 'cause I'm afraid and stuck in my ways"

In quelle parole erano rinchiuse le mie paure. Sarei dovuto scendere a compromessi per continuare a restare a galla. Ma, cazzo, io non so vivere senza le mie abitudini. E lui era la mia abitudine, la mia certezza. Il pilastro su cui si fondava chi sono, chi ero.
Chi sarei stato? Niente.
Non vedevo futuro in un modo del genere. Decisi di andare al Johnny's a bere. Piegai il foglietto e me lo misi nel portafoglio, uscì  e mi diressi verso il bar.
Ordinai: una, due, tre... cinque, sei birre. Una dietro l'altra come se dietro a quel liquido fresco e avvolgente si celasse l'unico rimedio per tutto quel dolore che animava le mie membra.
Mi svegliai a casa con Michelle che mi guardava, era vestita di nero. Dal suo abbigliamento capii, il funerale. Mi alzai, senza proferire parola e mi vestii.
Scesi le scale e la trovai lì con gli altri: Zacky con gli occhiali calati per nascondere gli occhi iniettati di sangue, risultato di una notte di lacrime. Accanto a lui Gena, che gli stringeva la mano.
Matt stretto a Val e Johnny stretto a Lacey. Uscii per primo e tutti mi seguirono, ognuno con la rispettiva auto. Arrivammo in chiesa. La funzione religiosa iniziò con i soliti canti, tipici dei funerali. Erano strazianti. Di lì a poco il reverendo lasciò dei minuti per chiunque volesse dire qualcosa in memoria di Jimmy. Vidi la piccola Katie che avvicinarsi al microfono, il reverendo gli e lo abbassò e lei iniziò a parlare, la sua voce era impastata, segno che aveva pianto: "Jimmy era il mio fratellone, era il mio principe. Ogni sera prima che mi addormentassi veniva a cacciare via i mostri e a darmi il bacio della buonanotte. Adesso chi impedirà ai mostri di mangiarmi?"
Sentii Barbara lasciarsi andare ad un pianto liberatorio, mentre Kelly salì sull'altare per accompagnare sua sorella al proprio posto.
Il reverendo concluse la funzione, prima che i becchini potessero avvicinarsi alla bara mi alzai e mi avvicinai, per dimostrargli che io l'avrei accompagnato al cimitero. Io l'avrei accompagnato al luogo che avrebbe segnato in definitivo la sua morte.
I ragazzi vedendomi si alzarono, Matt si mise al lato opposto dal mio con al seguito Zacky e io con al seguito Johnny. In pochi minuti raggiungemmo il cimitero. E li i becchini ci fecero allontanare per poter seppellire al meglio la bara. Non c'erano più scuse, balle che reggessero. Jimmy era morto, e non sarebbe tornato. E con lui anche io.

 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Unnatural