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Autore: Matilde di Shabran    19/02/2014    1 recensioni
Seguito di Tonight - L'incontro.
"Don't want you to feel like
I take you for granted"
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tonight '
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Questa fanfiction è uno dei due seguiti per la fanfiction Tonight - L'incontro che trovate qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2343839.
Pubblicherò un capitolo a settimana, ogni mercoledì, tendenzialmente la sera e gradirei molto conoscere le opinioni di voi che avrete la bontà di leggere. Quindi, recensite!

Buona lettura!

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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo

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"Allora? Ti è piaciuta la serata?" chiese Nicky quando ormai erano giunti davanti alla porta dell’appartamento che Victoria e Francesca condividevano.

Quella sera si era svolta una festa di addio per Francesca, una semplice riunione di amici con lo scopo di salutarla tutti assieme prima che partisse.

Nonostante i buoni propositi, però, l'atmosfera non era stata delle migliori: lo stato d'animo della maggioranza dei presenti spaziava fra il triste e il malinconico. Gli unici allegri, lo erano diventati in corso d'opera, grazie a quello che avevano bevuto.

“Se questa era la mossa per farmi cambiare idea, vi è venuta davvero male. Mamma mia, peggio che ad un funerale… Però lo sketch di Kian ha dato una svolta alla serata” rispose scoppiando a ridere.

Infatti Kian, decisamente brillo, cercò di appoggiarsi ad una parete. Ma aveva sbagliato a calcolare le distanze e, lasciandosi cadere all’indietro per incontrare il muro con le spalle, era finito a terra con un tonfo fragoroso e si era fatto la doccia col contenuto del suo bicchiere.

“Eh, lo so…” rise “quello era in nostro jolly! Non hai idea dello studio e delle menti brillanti che vi ci sono applicate per idearlo!... Ma sei davvero convinta di volertene andare?” riprese, dopo qualche istante di silenzio, farcendosi serio, mentre le accarezzava una guancia.

“Nicky, non posso restare, te l'ho detto mille volte… la mia borsa di studio è finita, devo tornare a casa, i miei genitori non possono permettersi di mantenermi qui…”

“E allora resta con me!” la interruppe “Vieni a vivere a casa mia, o resta con Viky. Pagherò tutto io, lo sai che i soldi non sono un problema”.

“Non fare così, ti prego” rispose rivolgendo lo sguardo al pavimento, cercando di darsi un contegno, anche se non ne aveva voglia: avrebbe preferito sfogarsi.

“Non mettermi in questa posizione, per favore... Non mi fraintendere, ma non voglio dipendere da te. È...” esitò, con una voce insolita, quasi gracchiante, rispetto al suo abituale timbro limpido e squillante “troppo presto, decisamente troppo presto…”

“Cosa vuol dire dipendere da me? Anche se non vuoi calcolare il fatto che per me non sarebbe un problema o un peso, puoi prenderlo come un aiuto per i tuoi studi, o, se preferisci, come un regalo, anche se io lo considererei più come un regalo a me stesso, visto quanto poco mi costerebbe e quanto ci guadagnerei ad averti qui.”

“Capisco che per te l’aspetto economico non sia un problema, ma lo è per me. Capisco che pagare i miei studi per te sarebbe uno scherzo, quando invece i miei genitori hanno fatto un sacco di sacrifici per permettermi di studiare e di avere tutto quello di cui avevo bisogno, ma se tu facessi questo mi metteresti in una situazione “scomoda”. Anche se non la vuoi vedere in questi termini, di fatto dipenderei economicamente da te e non voglio che si crei questo tipo di rapporto tra di noi. Vorrei che fossimo sullo stesso piano, non su quello di debitrice e creditore. Ho paura che si formerebbe una barriera, o comunque un rapporto condizionato, e non voglio che sia così. Vorrei che ci potessimo comportare a prescindere da chi siamo, dal lavoro che facciamo, o da quanto guadagniamo.”

“Hai ragione...” constatò, comprendendo le conseguenze che quello che lui si offriva di fare avrebbero comportato e sentendosi in imbarazzo per non aver pensato ad altro, se non al suo interesse “Ho sempre cercato una relazione che non fosse condizionata dal mio lavoro, ma poi sono io il primo a comportarmi da star capricciosa...”

“Non è una questione di star. Probabilmente diresti lo stesso anche se lavorassi in banca.”

“E tu mi risponderesti allo stesso modo…” le sorrise.

“Semplicemente non voglio affrettare le cose. Pensa se dopo un po’ ci accorgessimo che tra noi non funziona, io…”

“Non ci pensare neanche” la bloccò “ tra noi non può non funzionare. Io ti amo più di ogni altra cosa al mondo!”

“Lo so!” ribatté, alzando lievemente il tono della voce “Calma! Per me è lo stesso, ma è quello che sentiamo adesso, dopo pochi mesi. Non possiamo essere certi del futuro, di cosa ci succederà, di come cambieremo dopo così poco tempo che ci frequentiamo. Dobbiamo dare più tempo ai nostri sentimenti, vedere come cambiano, se si rafforzano o si affievoliscono. Restare qui sarebbe una decisione prematura e irresponsabile. Potremmo prendere questa separazione come una prova, vedere se la distanza ci allontana o ci unisce. Sto male al pensiero che non ti potrò vedere ogni giorno, lo sai, ma sono sei mesi che non vedo la mia famiglia ed i miei amici. Una parte importante della mia vita è ancora là…” concluse. Qualche lacrima aveva iniziato a rigarle il viso. Cercava di essere forte, di non dare a vedere quanto si sentisse in difficoltà e stesse soffrendo, ma reprimere tutto le era impossibile.

“No, non piangere” le sussurrò stringendola a se e facendole appoggiare il capo sulla sua spalla. “Non avrei dovuto chiedertelo.”

“No, non ti preoccupare” rispose baciandogli lievemente le labbra “Sono io per prima a non volermene andare, a non voler separarmi da te, anche solo per un momento… D’altra parte, voglio tornare a casa, perché chi mi aspetta la mi manca tantissimo… ma ho paura di perderti…”

“Non mi puoi perdere, il mio cuore appartiene a te, per me esisti solo tu” la rassicurò depositandole tanti delicati baci sul viso solcato dalle lacrime.

“Non ti dimenticherai di me?” sospirò, appoggiandogli una guancia sulla spalla.

“È impossibile che ti dimentichi, anche se saremo lontani, sarai sempre con me, nei miei sogni, nei miei pensieri, sempre.”

“Ti amo” balbettò tra i singhiozzi.

“Ti amo anch’io, più di ogni altra cosa…”

 

   
 
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