Too late.
La
testa reclinata all’indietro, il collo piegato in maniera del
tutto innaturale, la schiena spezzata e il busto schiacciato contro la
corteccia scura. Il viso candido madido di sangue e sudore; gli occhi
rivolti in alto, a scrutare le chiome alte degli alberi che coprono la
visuale. Iridi spente e senza vita che cercano l’azzurro
dolce del cielo, ma che non trovano altro che buio.
Petra... guardami.
Le
mani stringono ancora l’impugnatura della lama, saldamente.
Ha combattuto fino all’ultimo respiro, come un vero soldato.
Era forte, Petra Ral; Levi non ha mai avuto dubbi sul suo valore, sul
suo smisurato coraggio, sulla sua incredibile volontà. Sul
suo mantello, intriso di rosso vivo, sono finemente ricamate ali che
s’incrociano; sulla sua schiena, somigliano quasi alle ali di
un angelo.
Ascoltami.
Il corpo immobile, i capelli leggermente scossi dalla
brezza. Sembra quasi dormire, tanto è pacato il suo viso,
anche nella morte. E deve sforzarsi, il Caporal Maggiore, di pensare
che lei non lei non è più qui; è
arrivato tardi, e non ha potuto fare nulla.
C’erano una valanga di cose che avrebbe voluto
dirle: forse non lo avrebbe fatto comunque – maledetto,
maledettissimo orgoglio! – ma ora non ha altro che il
rimpianto.
Quanto gli piacesse il profumo floreale dei suoi capelli, o che il
caffè che gli portava ogni volta fosse il migliore che Levi
avesse mai bevuto; il fatto che non sopportasse le pieghe sulle sue
camicie pulite, o quanto detestasse la tisana di bacche che gli
rifilava quando lo vedeva nervoso: non lo saprà mai, Petra.
Quanto amasse i suoi sorrisi, così pieni di
calore, lui non glielo ha mai detto.
Sorridimi.
Ti prego.
Si avvicina, cauto, e allunga la mano. Delicatamente, le
chiude le palpebre: non potrebbe sopportare un minuto di più
la vista del suo sguardo d’ambra spento e vuoto. Sembra
serena, Petra, anche nella morte. Le labbra incurvate leggermente, la
bocca semiaperta.
Forse anche lei aveva qualcosa d’importante da dire; anche
se, ormai, è troppo tardi.
L’angolino di
Umiko.
Bel modo di presentarsi, sì. Allegro, proprio. Bah.
*Una scatola di fazzoletti dopo*
Ehm... salve. Qui Umiko - che non sa mai cosa dire in questi casi.
E’ la prima Fanfiction che scrivo per questo Fandom e sono
piuttosto agitata.
Ovviamente, è una Rivetra. Già. Mi voglio
così male.
Immagino sarà la prima di tante (un’altra
è già pronta e aspetta solo di essere
pubblicata), quindi... spero che vi sia piaciuta.
Ci terrei a dedicarla a quella pazza di Koishi, che mi supporta (o
sopporta, dipende dai punti di vista) ventiquattr’ore su
ventiquattro, e a Mao, la mia fornitrice ufficiale di immaginette
Rivetra - che custodisco gelosamente nel mio cellulare.
ùwù
Siete due me(h)raviglie.
Insomma...
vi ringrazio per aver letto, e per essere arrivati fino a qui.
Tornerò
presto.
(Lo so,
suona come una minaccia. E lo è.)
Alla
prossima, dunque.
Chu.