Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Umiko_chan    19/02/2014    4 recensioni
Il corpo immobile, i capelli leggermente scossi dalla brezza. Sembra quasi dormire, tanto è pacato il suo viso, anche nella morte. E deve sforzarsi, il Caporal Maggiore, di pensare che lei non lei non è più qui; è arrivato tardi, e non ha potuto fare nulla.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petra, Ral
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Too late.

 

 

 

 

 

 

Alzati.
La testa reclinata all’indietro, il collo piegato in maniera del tutto innaturale, la schiena spezzata e il busto schiacciato contro la corteccia scura. Il viso candido madido di sangue e sudore; gli occhi rivolti in alto, a scrutare le chiome alte degli alberi che coprono la visuale. Iridi spente e senza vita che cercano l’azzurro dolce del cielo, ma che non trovano altro che buio.
Petra... guardami.
Le mani stringono ancora l’impugnatura della lama, saldamente. Ha combattuto fino all’ultimo respiro, come un vero soldato. Era forte, Petra Ral; Levi non ha mai avuto dubbi sul suo valore, sul suo smisurato coraggio, sulla sua incredibile volontà. Sul suo mantello, intriso di rosso vivo, sono finemente ricamate ali che s’incrociano; sulla sua schiena, somigliano quasi alle ali di un angelo.
Ascoltami.
Il corpo immobile, i capelli leggermente scossi dalla brezza. Sembra quasi dormire, tanto è pacato il suo viso, anche nella morte. E deve sforzarsi, il Caporal Maggiore, di pensare che lei non lei non è più qui; è arrivato tardi, e non ha potuto fare nulla. 
C’erano una valanga di cose che avrebbe voluto dirle: forse non lo avrebbe fatto comunque – maledetto, maledettissimo orgoglio! – ma ora non ha altro che il rimpianto.
Quanto gli piacesse il profumo floreale dei suoi capelli, o che il caffè che gli portava ogni volta fosse il migliore che Levi avesse mai bevuto; il fatto che non sopportasse le pieghe sulle sue camicie pulite, o quanto detestasse la tisana di bacche che gli rifilava quando lo vedeva nervoso: non lo saprà mai, Petra. 

Quanto amasse i suoi sorrisi, così pieni di calore, lui non glielo ha mai detto.

Sorridimi. Ti prego.
Si avvicina, cauto, e allunga la mano. Delicatamente, le chiude le palpebre: non potrebbe sopportare un minuto di più la vista del suo sguardo d’ambra spento e vuoto. Sembra serena, Petra, anche nella morte. Le labbra incurvate leggermente, la bocca semiaperta.
Forse anche lei aveva qualcosa d’importante da dire; anche se, ormai, è troppo tardi.

 

 

 

 

 

 

L’angolino di Umiko.
Bel modo di presentarsi, sì. Allegro, proprio. Bah.
*Una scatola di fazzoletti dopo*
Ehm... salve. Qui Umiko - che non sa mai cosa dire in questi casi.
E’ la prima Fanfiction che scrivo per questo Fandom e sono piuttosto agitata.
Ovviamente, è una Rivetra. Già. Mi voglio così male.
Immagino sarà la prima di tante (un’altra è già pronta e aspetta solo di essere pubblicata), quindi... spero che vi sia piaciuta.
Ci terrei a dedicarla a quella pazza di Koishi, che mi supporta (o sopporta, dipende dai punti di vista) ventiquattr’ore su ventiquattro, e a Mao, la mia fornitrice ufficiale di immaginette Rivetra - che custodisco gelosamente nel mio cellulare. ùwù
Siete due me(h)raviglie.

 
Insomma... vi ringrazio per aver letto, e per essere arrivati fino a qui.
Tornerò presto.
(Lo so, suona come una minaccia. E lo è.)
Alla prossima, dunque.
Chu.  

   
 
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