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Autore: ivi87    19/02/2014    9 recensioni
Sono passati anni ormai, ma forse ci sono cose che non abbiamo mai saputo, che non ci hanno mai svelato nella prima serie...
Timeline: Presente/flashback 1° serie
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Corso di aggiornamento

 

 

“Farai così ogni anno?” domandò Castle sbuffando, mentre la detective tendeva con cura la fascia sul suo polso.

“Stai fermo” lo ammonì “Voglio applicarla bene”.

“Sei bravissima, Kate, un’infermiera nata!” la rassicurò Castle “Un momento... lo facevi anche con Josh? Giocavate al dottore? E Demming? E Sorenson?” dall’agitazione dimenava le mani fasciate lasciando penzolare una benda non ancora fissata.

“La vuoi..Castle...” Kate cercava di afferrarlo per placarlo “La vuoi piantare!” disse quando finalmente lo prese per i polsi “E zitto!”

Castle si rabbuiò mettendo il broncio.

“Oh, andiamo, secondo te mi mettevo a fasciare i miei ex solo per essere pronta all’aggiornamento del corso di primo soccorso?”.

Castle annuì concorde “Allora perché noi lo stiamo facendo?” chiese poi, con un sopracciglio alzato.

“Perché voglio essere la migliore!” rispose subito “E perché non siamo normali, Castle” sorrise facendogli l’occhiolino e fissando l’ultimo lembo della fascia.

“La normalità è sopravvalutata, detective!” affermò abbracciandola in vita.

“Adesso lo so” disse prima di dargli un dolce bacio sulle labbra.

“Ti ricordi la prima volta che ho fatto il corso con voi?” domandò Castle con gli occhi sognanti.

Kate arrossì violentemente e uscì dall’abbraccio “No” negò veloce.

“Allora ti rinfresco la memoria”.

 

 

****

 

 

Kate controllò l'agenda incredula. 
Ora capiva perché Montgomery le aveva detto di lasciare il suo sospettato a crogiolare ancora un po’ nella sala interrogatori.
Tra pochi minuti sarebbe arrivato il consulente esterno che teneva il corso di formazione per il primo soccorso nell'ambiente di lavoro.
Tante parole solo per dire che per un’ora ci saranno solo battute e risatine.
Si voltò verso la sua squadra. Stavano facendo disegnini sconci sul retro inutilizzato della lavagna.
A volte le sembrava di essere ritornata al liceo.
Con due falcate raggiunse il responsabile, strappandogli il pennarello di mano "Ehi Picasso, che ne dici di cancellare?".
"Beckett, stavo solo disegnando Pippo!!!" si giustificò Castle, tra le risate di Ryan ed Esposito.
La detective sospirò esausta.
Erano ormai due settimane che sopportava il multimilionario scrittore di best sellers Richard Castle.
“Pippo?" domandò, neanche troppo sorpresa.
Da lui ci si poteva aspettare di tutto.
"Si, l'amico di Topolino!" rispose tutto contento.
Beckett gettò un altro sguardo al disegno sulla lavagna "Quello... quello non è Pippo, Castle!" 
Una parte anatomica del corpo maschile forse, ma non Pippo!*
"Non ancora. Beckett, non é colpa mia se Pippo ha una faccia da...." Castle fu interrotto da Montgomery, con enorme sollievo di Beckett.
"Vi prego di riunirvi tutti. Il corso di aggiornamento sta per avere luogo nell'ufficio in fondo al corridoio."
I detective e gli agenti seguirono immediatamente gli ordini del loro capitano. 
Solo Castle restò indietro “Che c'è?” domandò a Beckett e Montgomery che lo stavano fissando “Io non sono un poliziotto!” disse guardando soprattutto la donna. 
Lei adorava ricordarglielo.
“Male non ti farà Castle” lo ammoni Roy.
Di malavoglia si alzò e insieme raggiunsero gli altri.
Jane Cook, un'attraente donna sulla quarantina,  salutò il gruppo di persone e si presentò.
“Cominciamo vedendo cosa vi ricordate” scrutò tra il suo pubblico e pescò il detective Sullivan “Lei” aspettò che fosse al suo fianco, poi proseguì “Mi mostri una fasciatura. Vediamo... Lei, con i capelli ricci” indicò il detective Karposky “Fingiamo che abbia una ferita alla mano e lei debba fasciargliela”.

Il detective Sullivan, per tutti Sully, srotolò una lunga fascetta bianca e cominciò ad arrotolarla attorno alla mano di Karposky.

“Ovviamente nessuno di voi è medico, quindi la prima cosa da fare è sempre quella di chiamare il 911” spiegò dando le spalle ai due detective all’opera “Ma sappiamo bene che non sempre le cose vanno come vorremmo. Siete tutti poliziotti e rischiate spesso la vita. A volte vi sarà impossibile chiamare un’ambulanza, perciò  il minimo che possiate fare è...” si voltò per indicare il compito appena assegnato “...sapere fare una buona fasciatura”.

Una risata si levò spontanea tra il gruppo vedendo la benda penzolare malamente.

“Ho.. ho quasi fatto...” esclamò il povero detective.

Jane scosse la testa “Grazie detective per averci mostrato come NON si deve fasciare una mano” la donna poi si rivolse a Montgomery “Capitano, vuole mostrarci come si fa?”.

Sotto i fischi e gli applausi di approvazione dei suoi uomini, il Capitano Montgomery eseguì una perfetto bendaggio quasi professionale.

L’istruttrice distribuì una fascetta per coppia passando poi a controllare il risultato finale.

La caviglia di Beckett fu abilmente fasciata da Ryan mentre la benda applicata da Castle in testa ad Esposito assomigliava più ad un turbante.

Dopo vari altri tentativi passarono all’uso delle coperte termiche, in caso si fossero trovati in stato di ipotermia.

Oppure come agire in caso di ustioni da incendio o esplosioni.

O cosa fare in caso di rischio di annegamento.

 

****

 

“Un momento” Castle smise di raccontare.

Sembrava aver avuto un’importante rivelazione “Ipotermia, esplosioni, annegamento...”.

“Quindi?” domandò Kate senza capire, mentre riponeva fasce e garze nel piccolo kit di pronto soccorso che tengono nel loft.

“Non ti rendi conto? Quella donna ha previsto tutto! L’ipotermia l’abbiamo avuta! L’esplosione è quella di casa tua e il nostro quasi annegamento nell’Hudson dentro la tua auto!! Oh mio Dio era una veggente!”.

Kate gli prese il volto tra le mani “Ti devo davvero rispondere?” domandò con gli occhi stretti.

“No” mormorò, sapendo bene come la pensasse la sua compagna in merito al paranormale.

Poi il suo sguardo si addolcì “Babe, io e te ci cacciamo sempre nei guai, per questo voglio saperti fare la migliore fasciatura possibile, in caso di bisogno”.

Lo scrittore la baciò immediatamente, poi si ricordò del suo racconto “Dove ero rimasto?”.

 

****

 

“Ora passiamo al comportamento da tenere in caso di perdita dei sensi” Jane Cook prese il manichino didattico e lo distese sulla scrivania “Vi ricordate di Robert, vero?”.

“Sembra pallido il caro Robert” scherzò Esposito.

“Lo è. Robert sta soffocando dopo aver inghiottito un pezzetto di osso di pollo. Prego detective, ci mostri come agire.”

Javier Esposito sapeva il fatto suo.

Con passo sicuro e sguardo fiero raggiunse il povero Robert.

“Per prima cosa  mi pongo lateralmente al paziente e lo faccio piegare un po’ in avanti” l’istruttrice annuì e lui continuò “Poi cerco di incoraggiarlo a tossire per espellere l’osso di pollo”.  

“Molto bene! Ma se questo non fosse sufficiente?”.

Il detective ci pensò su qualche attimo “Mi posiziono dietro di lui” espose infine, suscitando un coro di battutine allusive “Per praticare la manovra di Heimlich!!” si affrettò a precisare.

“Li ignori, detective. Ci mostri come si esegue” lo spronò la formatrice professionale.

“Sì, Espo facci vedere!!” gridò qualcuno dal fondo della sala.

Indignato, e un po’ innervosito, Javier portò il manichino davanti a sé.

Con la l’indice della mano sinistra cercò l’ombelico mentre con il pollice raggiunse la parte inferiore dello sterno. Con La mano destra chiusa a pugno andò ad occupare lo spazio a ‘ C ’ creato dalla mano sinistra.

“Posizione perfetta; ora eserciti almeno cinque compressioni dal basso ventre verso l’alto”  suggerì la Cook.

Le risatine e le chiacchiere che sentiva lo stavano irritando.

La prima compressione fu piuttosto violenta.

“Non così forte, detective...”

Ma ormai Esposito doveva dimostrare a tutti quanto mosse macho e virile.

Alla terza compressione il manichino si spezzò a metà, rendendolo inutilizzabile.

Solo quando Montgomery minacciò tutti con turni doppi e tripli, la quiete si ristabilì.

“Bene...” l’istruttrice era fortemente a disagio. Non le era mai successo prima “...dato che Robert è fuori gioco... chi si offre per provare la respirazione artificiale?”.

Beckett con un colpo di gomito ben assestato alla schiena di Castle, lo spinse in avanti.

“Ecco un volontario, prego, si sdrai sulla scrivania”.

Castle ci mise due secondi netti per realizzare il tutto.

Sconsolato si avvicinò a Jane, non prima di aver guardato male la detective, e si sdraiò. 

Beckett non si sentiva affatto in colpa.
Se Castle avesse continuato ad ostinarsi a voler giocare al poliziotto sarebbe stato meglio che almeno avesse imparato due o tre cosette per riuscire a sopravvivere.
Non se lo sarebbe mai perdonata se per una stupidaggine delle sue Alexis fosse rimasta senza padre.

"Procediamo. Se lei fosse realmente privo di sensi chi la soccorrerebbe per primo? Chi é il suo partner?" domandò l'esperta in materia. 
Ogni singolo sguardo all'interno di quell'ufficio era puntato su Beckett.
Esposito, Ryan e addirittura Montgomery la stavano perfino indicando.
"Ora si fa interessante!" esclamò Castle facendo ridere tutti.
Tranne Beckett che ovviamente era di un rosso non lontano dal colore della maglia aderente dal collo a barchetta che stava indossando.
Si toccò nervosamente i capelli corti e si fece avanti verso l'istruttrice.
"Sii gentile Beckett sono fragile come il povero Robert" la schernì lo scrittore.
"Neanche privo di sensi riesci a stare zitto?!?" ribatté immediatamente.
"Detective Beckett innanzi tutto controlli se è veramente privo di sensi".
Beckett fece mente locale "Controllo il polso" disse infine.
fece una leggera pressione con indice e medio all'interno del polso sinistro di Castle.
"Debole ma presente" annuncio Beckett.
Castle se la stava rimirando tutto contento sdraiato sulla scrivania. Era bellissima così imbarazzata e a disagio.
"Oppure?" domandò l'istruttrice.
"Con uno specchietto appoggiato sotto il naso controllo se respira" rispose prontissima, sperando di aver finito “Posso andare?”.

“Non così in fretta! Se invece il suo partner fosse in arresto cardiaco?”.

Non visto dalle due donne in piedi accanto a lui, Castle si toccò i gioielli di famiglia, chiaro segno scaramantico che fece ridere la sala.

Beckett alzò gli occhi al cielo, ma prima dovette guardare cosa avesse suscitato tale ilarità, il ché la costrinse ad arrossire.

 

****

 

“Io non ho affatto sbirciato!!” protestò Kate.

“Dalla mia angolazione ti ho vista benissimo, hai sbirciato eccome!” controbatté Castle “E non mi interrompere sul più bello!”.

 

****

 

“Posso lasciarlo a terra agonizzante?” domandò Beckett, esasperata.

Jane le sorrise “Temo di no, detective”.

“In questo caso praticherò il massaggio cardiaco” rispose la detective posizionando le mani sul petto di Castle.

La Cook prese le mani di Beckett tra le sue “Più su” e le posizionò nel punto giusto “Dovrà comprime il cuore poco sotto la metà dello sterno. In questo modo si sostituirà meccanicamente all'attività cardiaca”.

Beckett sorrise malefica con le braccia tese sul petto dello scrittore “Pronto Castle?”.

“Sono sicuro che questa parte la possiamo saltare!” si affrettò a protestare, Castle.

“Ma così che divertimento c’è?” fu la sua battuta questa volta a far ridere tutti.

“Devo concordare con il signor Castle. Nessun reale massaggio cardiaco per oggi” confermò Jane Cook “Ma possiamo provare invece la respirazione bocca a bocca” disse come se fosse una cosa del tutto normale.

“Ci sto!!” esultò Castle, sotto lo sguardo divertito di tutti, Capitano Montgomery in primis.

“No, no, un momento... cosa? Abbiamo sempre usato Robert per questo tipo di... esercizi...” si affrettò a dire Beckett.

Quasi in perfetta sincronia, si voltarono tutti verso il povero manichino didattico, spezzato a metà e lasciato a giacere contro una parete.

“Mi dispiace detective” sussurrò divertita Jane.

Beckett maledì Esposito in tutte le lingue da lei conosciute.

“Coraggio” le disse la Cook “Gli chiuda il naso con una mano, per evitare che esca l'aria che soffierà”.

“Questo le riesce bene” commentò Castle memore di come Beckett gli avesse afferrato con violenza il naso, solo pochi giorni prima.

Beckett alzò le sopracciglia “Vero” e gli tappò le narici incurante della poca delicatezza del suo gesto.

“Mantenga il naso tappato e contemporaneamente soffi nella bocca del ‘paziente’. Ricordatevi che è molto importante controllare che il torace e l'addome si dilatino durante questa procedura”.

Beckett era al limite del nervosismo e dell’imbarazzo.

In caso di pericolo, ne era certa, non avrebbe esitato un secondo.

Ma lì la stavano guardando tutti e Castle, anche col naso tappato, stava palesemente gongolando.

Inspirò profondamente e, al diavolo tutti, fece il suo dovere.

Il tutto durò giusto un paio di secondi.

Giusto il tempo per Beckett di soffiare aria nella gola di Castle prima che lui iniziasse a ridere di gusto.

Beckett divenne paonazza e Montgomery dovette richiamare l’ordine più volte, inutilmente, decretando la fine del corso di aggiornamento.

 

****

“Nemmeno i ragazzi del liceo si sarebbero comportati così, Castle!” sentenziò Kate “È stato il peggior corso di sempre”.

“Vorrai dire il migliore” Castle sorrise a trentadue denti.

Kate cercò di fare l’indifferente “Non capisco cos’hai da ridere...”

Castle la abbracciò stretta stretta “Si che lo sai”.

“È la tua parola contro la mia” aggiunse seria ma ricambiando l’abbraccio.

“Ti avvali dell’infermità mentale, detective?”.

Kate scosse la testa “Non mi serve, Castle, perché non ho fatto niente”.

Rick rise “Ammettilo, avevi infilato un pochino di lingua, l’ho sentita chiaramente per questo mi è venuto da ridere”.

“Assolutamente no! Tu ridi per qualunque idiozia Castle, non hai prove! Sai bene che a quel tempo mai e poi mai ti avrei baciato”.

“Eppure eri tutta rossa e non mi hai rivolto la parola per tre giorni!”.

“Certo, perché mi davi ai nervi!” anche se stavano per sposarsi, quella era una delle poche cose su cui non avrebbe mai ceduto “E comunque se anche, in via del tutto ipotetica, tu avessi ragione, il mio sarebbe stato solo un piccolo... piccolissimo incidente”.

“Quindi lo ammetti!”.

“No, mai” Kate lo baciò e scivolò via dalla sua stretta.

Castle sospirò. Poi sorrise diabolico.

Prima o poi l’avrebbe fatta confessare.

 

FINE

 

*ora, non so da voi, ma quando frequentavo io le scuole medie, disegnare “Pippo” sulla lavagna era un must!! u.u spero non abbiate bisogno di un video esplicativo Xd

 

Ivi’s Corner:

DON’T TRY THIS AT HOME!

Ovviamente non potevo spiegare bene tutte le procedure mediche e nemmeno le so... a tal proposito... special thanks: Potti, Serena, Vale e Rachi la mia beta :-**

Che dire, avevo bisogno di ridere. Spero di aver fatto ridere anche voi.

 
A presto :-*

 

Ivi87

 

Ps. Mi scuso se non ho più risposto alle recensioni, rimedierò! ;-)
   
 
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