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Autore: Altaria_18    20/02/2014    3 recensioni
Shu e Jiro sono amici d'infanzia ed eterni rivali nell'atletica, che praticano da circa otto anni; Shu si è fidanzato da poco con Kluke, la sua migliore amica, scatenando la gelosia di Jiro, almeno fino a quando il giovane non incontrerà Bouquet...
Zola, giovane campionessa nazionale del lancio del giavellotto, sta insieme al suo ragazzo, Conrad, da due anni, ma l'arrivo del suo nuovo allenatore, Logi, complicherà la sua relazione.
Lo so, sembra la trama di "Beautiful", ma credetemi, non è così deprimete(almeno credo. XD). Spero comunque che possa piacervi, buona lettura! E fatemi sapere che ne pensate!
P.S. Mi è, finalmente, venuto in mente un titolo più carino e ho, inoltre, alzato il rating da giallo ad arancione sia perché mi sono resa conto di aver usato termini abbastanza pesantucci in alcuni punti sia perché andando avanti ci saranno delle scene in cui sarà necessario
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loghi, Un po' tutti, Zola
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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                                                Chiarimenti(parte seconda)

Zola rimase in piedi, immobile, con gli occhi spalancati e fissi in quelli furiosi di Conrad. Il cuore sembrava essersi fermato all'improvviso e la sua mente non le permetteva di formulare una frase di senso compiuto. Dopo una manciata di secondi che a Zola parvero un'eternità, finalmente Conrad fece la prima mossa.

-Dobbiamo parlare-disse con astio, voltandosi e dirigendosi verso la sua macchina senza nemmeno controllare se Zola lo seguisse. Lei, d'altro canto, non disse una parola e gli corse dietro per evitare che la situazione peggiorasse ulteriormente; aveva scoperto tutto, ne era sicura, e il suo atteggiamento ne era la prova evidente. Per quale altro motivo avrebbe dovuto comportarsi in quel modo altrimenti?

-Dove andiamo?-si azzardò a chiedere non appena salì in macchina.

-Al parco vicino la casa di Delphinium-gli rispose prima di partire con una sgommata; Zola si aggrappò istintivamente al sedile e stava per urlargli contro, ma si fermò non appena vide come stava. Le mani strette attorno al volante, la mascella contratta e gli occhi neri dalla furia. Preferì dimenticare l'accaduto e tacere per alcuni minuti prima di parlare di nuovo.

-Perché stiamo andando lì? Possiamo parlare a casa-

-Preferisco stare all'aperto e il più lontano possibile da casa tua. Capirai dopo perché ho scelto quel parco-

Zola tacque, non aveva più la forza di dire nulla. Sapeva cosa stava accadendo, e anche se cercava in ogni modo di negarlo a se stessa non poteva ignorare la verità. Presto sarebbe scoppiato il finimondo, e non voleva. Aveva deciso di lasciare Conrad quel giorno stesso, quindi non era preoccupata della loro imminente rottura considerando il fatto che era la prima a volerlo. Ciò che temeva davvero era perderlo come amico, ecco perché non avrebbe mai voluto che scoprisse nulla del suo tradimento; gli avrebbe detto che il motivo della loro rottura era Loghi, meritava di saperlo, ma non poteva dirgli che si erano baciati. Due volte. L'avrebbe odiata per sempre, e lei non voleva perdere una persona come Conrad. 

-Ci siamo-disse Conrad spegnendo la macchina. Zola scese e lo seguì in un piccolo parchetto con varie panchine e un paio di scivoli mezzi distrutti. Conrad si sedette sull'unico tavolino presente nel parco e Zola si sedette di fronte a lui, aspettando. La guardò e per un attimo il suo sguardo irato si addolcì.

-Ricordi quando ci siamo visti la prima volta?-gli chiese lui con tono nostalgico.

-Certo, ti sono praticamente caduta addosso-rispose lei con un leggero sorriso mentre sentiva il suo cuore stretto in una morsa. Il loro primo incontro. Era un ricordo che custodiva ancora gelosamente.

-E nel momento in cui sono riuscito ad aprire gli occhi mi pareva di trovarmi di fronte ad un angelo-continuò Conrad abbassando lo sguardo-Ho cercato le scuse più assurde per vederti, e dopo un mese...-

-Ci siamo fidanzati-concluse Zola per lui, torturandosi le mani per il nervosismo. Sentiva un nodo in gola che le causava non pochi problemi quando doveva deglutire; continuava a chiedersi come mai era successo tutto questo. Sentì Conrad sospirare, alzò lo sguardo e rimase sconvolta da quella scena; gli occhi di Conrad erano lucidi, e tremava.

-No, ti prego-sussurrò Zola allungando una mano verso il suo viso, ma lui si sottrasse al suo tocco.

-Perché mi hai fatto questo? Dopo tutto il tempo che abbiamo passato insieme. Eravamo felici, no?-la sua voce era rotta, la sua espressione ferita e sconvolta. Al solo guardarlo Zola si sentì male, si sarebbe volentieri presa a schiaffi da sola. Dovette contenere anche lei le lacrime per evitare di scoppiare a piangere davanti a lui

-Sì, lo eravamo-disse con un sussurro.

-E allora spiegami perché hai passato la notte con lui-ringhio Conrad. Zola alzò la testa di scatto.

-Come sai che era lì?-

-La sua macchina non passa inosservata. Per essere sicuro sono anche rimasto a controllare dopo che sono uscito da casa tua, e l'ho visto-disse Conrad con uno sforzo incredibile, che costò a Zola un altro enorme sforzo per controllarsi.

-Mi spiace di non averti detto nulla, davvero. Ero così confusa anche io, credevo di amarti incondizionatamente, credevo che il mio futuro sarebbe stato al tuo fianco, ma quando l'ho visto...non so che mi sia preso, non ho fattto altro che pensare a lui continuamente. Ed ora ho capito. Lo amo moltissimo, non ho mai provato qualcosa di così forte per qualcuno e avevo intenzione di dirtelo oggi. Non volevo che scoprissi anche altro però. C'è stato solo un bacio, nulla di più-

-Solo un bacio-ripete Conrad come se volesse stamparselo nella mente. Le prese la mano, stingendola con forza prima di continuare a parlare-Non posso obbligarti a stare con me se ami lui, e cercherò di non portarti rancore. Non è colpa tua dopotutto. Per un pò preferirei non vederti-Zola sapeva che sarebbe finita così, ma le fece ugualmente male sentire quelle parole.

-Certo, spero che un giorno riusciremo...-le parole le morirono in gola. Non riusciva più a parlare. Conrad sorrise debolmente.

-Lo spero anche io-le lasciò andare la mano e si alzò-Allora arrivederci piccola-le diede un leggero bacio sulla testa e si allontanò, lasciando Zola seduta con la testa bassa, gli occhi lucidi e le mani che stringevano con forza il tavolino di legno. Dopo una decina di minuti si alzò, ancora singhiozzando, e capì cosa intendeva Conrad prima, quando le aveva detto perché aveva scelto quel posto. Si era preoccupato per lei anche in quella situazione.

Si asciugò con forza gli occhi e corse a tutta velocità verso la casa di Delphinium.

*

Delphinium quel giorno era esausta. Si era risvegliata alle cinque del pomeriggio con dei postumi della sbornia mostruosi e un tizio sconosciuto che dormiva accanto a lei e che era riuscita a buttare fuori un'ora prima. Ogni volta si ripeteva "lui è l'ultimo" ma sapeva da sola che era una menzogna. Ed era anche stufa di dare la colpa a Lui per questo; la colpa era sua per non essere ancora in grado di andare avanti. Lui ce l'aveva fatta, perché lei non ci riusciva?

Il campanello la fece saltare in aria dallo spavento. Sbuffò con forza e andò ad aprire la porta pronta a prendere a male parole il folle che aveva deciso di disturbarla. Quando aprì la porta però, l'unica cosa che riuscì a vedere fu una cascata di capelli color argento e sentì un corpo tremante premuto contro il suo. Non le servì vederla in faccia, sapeva chi fosse.

-Zola, che è successo?-chiese, trascinandola in casa e chiudendo la porta mentre la sua amica la stringeva ancora.

-Ci siamo lasciati-sentì dire dall'altra con voce soffocata, e non poté fare a meno di rimanere di sasso.

-Eh? Ma...come? Perché?-balbettò confusa prima che un sonoro singhiozzo la fece sobbalzare. Se la staccò di dosso e le prese il viso tra le mani, asciugandole le lacrime. Zola non era il tipo che piangeva, in dieci anni l'aveva vista in quello stato solo un paio di volte, ed era sempre una scena tanto rara quanto devastante.

-Calmati, vieni e siediti qui-la portò sul divano e le si sedette accanto, accarezzandole la testa e aspettando che si calmasse.

-Ricordi qualcosa di ieri sera?-le chiese all'improvviso con voce strozzata. Delphinium rimase stupita a quella domanda, ma non disse nulla e alzò gli occhi al cielo, pensierosa.

-Mmmh...nulla di rilevante, perché?-

-Io e Loghi ci siamo baciati, ci hai visti anche-per la seconda volta nel giro di cinque minuti Delphinium rimase di sasso.

-Davvero?! Tu...e lui...e io vi ho...cavolo, non me lo ricordo proprio!-

-Devi smetterla di uscire, ubriacarti e portare a casa sconosciuti-borbottò Zola.

-Ehi ehi! La paternale la rimadiamo ok? Abbiamo altro di cui parlare. Conrad vi ha scoperti?-

-Non proprio...avevo un po di febbre ieri sera e Loghi è rimasto con me. E prima che tu ti faccia idee strane ti assicuro che abbiamo solo dormito, non è successo niente. Conrad però ha riconosciuto la macchina di Loghi quando è venuto a trovarmi la mattina dopo. Lo ha anche visto salirci e andarsene. Dopo quello che era successo ieri sera avevo già intenzione di lasciarlo, ma non volevo che scoprisse tutto-

-Già, lui odia il tradimento-mormorò Delphinium, e Zola la guardò stupita.

-Come lo sai?-

-Me lo hai detto tu-la liquidò-Comunque, mi dispiace molto che sia finita nel peggiore dei modi, ma prima o poi sarebbe successo. Era questione di tempo, tu e Loghi vi correvate dietro a vicenda. So che tenervi a Conrad e che ti dispiace,ma purtroppo non siamo noi a decidere di chi innamorarci, e non sempre otteniamo ciò che vogliamo-disse con un sussuro.

-Che poetessa! Adoro il tuo lato tenero-la prese in giro Zola, sorridendo leggermente. Delphinium la guardò con una finta espressione offesa.

-Ma come osi! E io che volevo tirarti su di morale!-la colpì con forza con un cuscino del divano e le saltò addosso, continuando a darle cuscinate mentre Zola rideva.

-Basta! Pietà, chiedo scusa!-gridò Zola tra le risate e l'altra si fermò.

-Va bene, ti lascio stare ma solo per questa volta!-esclamò Delphinium tra le risate-Comunque, rimani qui stanotte?-

-Sì-rispose Zola, respirando pesantemente-E grazie Dedi-

-Figurati, siamo amiche no? È il minimo. E ora vieni con me e aiutami a cucinare, o niente cena per te!- disse correndo verso la cucina.

-Sei una schiavista!-gridò Zola con un sorriso, seguendola.

Erano queste le situazioni in cui si rendeva conto di quanto Delphinium facesse per lei.

                                                      ***

Scusate per il ritardo, ci sono state piccole complicazioni! Comunque ben ritrovati! Questa è la seconda parte, presto pubblicherò l'ultima che per compensare sarà dedicata completamente a Su e company! Sperò che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima! :)

 

 

  
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