Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Fiamma Erin Gaunt    20/02/2014    0 recensioni
Tre momenti della storia di Evan e Dorcas, legati in qualche modo al Girasole e ai suoi significati.
1# Il Girasole rappresenta Apollo e l’amore non corrisposto;
2# Il Girasole è eliotropico;
3# Il Girasole è portatore di luce.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dorcas Meadowes, Evan Rosier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
































If You are my sunbeam, then I’m your sunflower

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dorcas sedeva sulle sponde del Lago Nero, con il libro d’Incantesimi poggiato sulle gambe, mentre lanciava occhiate di sottecchi in direzione del gruppo di Serpeverde poco distanti. Erano ragazzi del suo stesso anno, arroganti e spocchiosi, e aveva passato quei cinque anni evitandoli come la peste. Allora perché erano venti minuti abbondanti che non riusciva a non guardarli? Scosse la testa, cercando di scacciare quel pensiero fastidioso. Abbassò lo sguardo sul libro, sfogliandolo distrattamente alla ricerca dell’argomento giusto su cui scrivere la relazione per il professor Vitious. Era quasi riuscita a concentrarsi quando una risata più alta delle precedenti attirò la sua attenzione. Un ragazzino dai capelli color grano, che le sembrava frequentasse il secondo anno, emerse sputacchiante dall’acqua. Il moro appoggiato all’albero più vicino lo fissava, scosso dalle risate.

- Coraggio, Crouch, esci di lì o finiranno per spuntarti le branchie. – lo esortò il più giovane dei Lestrange, l’ultimo a essere rimasto a scuola.

- Così assomiglierà davvero a un ranocchio. – aggiunse il ragazzo che rideva, contagiando tutti con la sua euforia.

Anche il ragazzetto dall’aria gracile e malaticcia rideva, ma non sembrava molto contento.

- Dagli un po’ di tregua, Rico. – lo esortò il cugino, sdraiato sul prato sotto al salice, rivolgendogli un mezzo sorriso bonario.

Rosier. “Si scrive Evan Rosier, ma si legge tronfio damerino” come amava definirlo la sua amica Eris. Di solito Dorcas non era il tipo di persona che provava antipatia istintiva per qualcuno, ma fin dal primo giorno di scuola non aveva potuto fare a meno di mal sopportare l’atteggiamento del biondo Serpeverde. Arrogante, spocchioso, e convinto che essere un Rosier lo rendesse praticamente di stirpe reale. E poi aveva quegli occhi blu, profondi e ammalianti, che scintillavano quando qualcosa lo divertiva. Dorcas detestava quegli occhi, troppo belli per uno come lui, ma ancora di più odiava l’effetto che avevano su di lei. Da qualche parte avrebbe dovuto esserci una legge che vietava agli arroganti bastardi di essere tanto belli.

Andiamo, che diavolo ti prende adesso? È di Rosier che stiamo parlando, te ne rendi conto?

Lo so, ma non so spiegarlo.

Riprenditi, ragazza!   

La voce nella sua testa suonava in modo incredibilmente simile a quella di Eris.

Sbuffò. Fantastico, adesso si metteva anche a parlare da sola.

La sua attenzione venne attratta da qualcosa di dorato che scintillava a pochi centimetri da lei: un girasole. I petali giallo dorato ricordavano la chioma di Rosier, quell’oro zecchino che si tingeva di una miriade di sfumature diverse quando veniva illuminato dai raggi del sole. Afferrò lo stelo e lo strappò con un movimento deciso. Rigirò il fiore tra le mani, portandolo al volto e assaporandone il profumo. Sorrise, riponendolo con cura nella borsa e recuperando le sue cose. Per certi versi aveva un pezzo di Rosier con sé, qualcosa che non le facesse saltare i nervi come la versione in carne e ossa.

 

 

 

 

 

 

 

 

******

 

 

 

 

 

 

 

Dorcas stava andando verso l’ufficio di Lumacorno quando li vide, ad appena un paio di metri da lei. Evan e i suoi amici si stavano dirigendo verso la loro Sala Comune.

- Ultimamente la Meadowes ti guarda spesso. – esordì Rabastan, un ghigno malizioso dipinto sul volto dai tratti aristocratici.

- Tu dici? –

Tono pacato, freddo, perché il “grande” Rosier non si sbilanciava mai.

- Già. Allora, che ne pensi di lei? –

- Cosa dovrei pensarne, è secca come un manico di scopa e possiede la stessa attrattiva. –

La replica fece scoppiare a ridere i suoi amici. Evan sorrise, compiaciuto per aver riscosso come sempre la loro approvazione.

- Andiamo, Ev, non è poi così male. – lo contraddì Rico.

- È tutta tua, cugino, fanne pure ciò che vuoi. –

Quelle parole la colpirono in pieno, provocandole una fitta al petto che non seppe interpretare. Sapeva di non essere la quindicenne più femminile della scuola, né particolarmente provvista di quella sensualità prorompente che avevano alcune sue compagne, ma aveva sempre pensato di essere abbastanza carina. Se non altro l’aveva creduto fino a quel momento. A quanto sembrava si era sbagliata di grosso: possedeva l’attrattiva di un manico di scopa secondo Evan. 

Chiuse gli occhi, asciugando con decisione le piccole lacrime che le bagnavano le guance rosate. Percorse i sotterranei con rapidità, accompagnata dal rimbombo dei suoi passi, in direzione della rampa di scale che l’avrebbe condotta nella sua Sala Comune.

Chiuse la porta dietro di sé, recuperando il girasole che giorni prima aveva portato con sé.

- Stupido, arrogante, insopportabile, idiota di un Rosier. – ringhiò, strappando rabbiosamente un petalo alla volta.

Quando rimase solo il gambo, lo accartocciò nel pugno e lo gettò via.

- Ti odio, ti odio, ti odio. –

Affondò il viso nel cuscino, assestando colpi sempre più violenti al materasso. Non importava quante volte ripetesse quelle due parole, perché non era la verità. Lei non odiava Rosier, si era solo presa una cotta pazzesca per lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

[807 parole]

 

 



  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Erin Gaunt