Prologo
Stava finalmente accadendo.
Gremory aveva aspettato tutta la sera che Javier la baciasse, e finalmente ora stava per farlo. Quella sarebbe stata per Gremory la prima volta, era nervosa, ma nonostante ciò desiderava quel bacio. Desiderava baciare quel ragazzo dai capelli color del grano, che le aveva fatto passare una magnifica serata, che la faceva sentire davvero speciale.
Javier le piaceva molto, ma non era il suo aspetto a piacerle. A quello non dava importanza, anche se era più che consapevole che quei profondi occhi azzurri e quel fisico scolpito avrebbero fatto cadere ai suoi piedi qualsiasi ragazza. Gremory adorava il modo in cui la faceva sentire, il modo in cui le parlava, l’ascoltava e la lusingava anche se non vi erano motivi. La faceva star bene, e questo era tutto ciò che le importava.
Ora erano in quel grande Suv, l’uno abbracciata a l’altra, con i volti talmente vicini da riuscire a sentire l’odore e il calore dei propri respiri.
Javier stringeva tra le sue braccia il corpo minuto di Gremory, che frenetica stringeva le mani intorno al suo collo. Le loro labbra si stavano ormai sfiorando. Gremory non sapeva perché volesse cosi tanto quel bacio, anche se le piaceva stare con Javier, quello che provava per lui era solo affetto, perché di certo l’amore era un’altra cosa, doveva esserlo. Un qualcosa di più elettrizzante, più sconvolgente, più profondo, qualcosa per cui valeva la pena far qualsiasi cosa, anche morire.
Quello che provava per Javier era solo desiderio, e anche se sapeva che moralmente era sbagliato, Gremory voleva quel bacio. Le labbra di lei si facevano cullare dal calore e dalla calma che le labbra di lui le suscitavano, una calma che venne a breve sostituita da una strana frenesia che li portò a stringersi sempre di più, ad annegare in un bacio che sembrava non aver fine.
L’ intensità di quel bacio si affievolì, per Gremory, molto velocemente. Javier sembrava sempre più assente, la presa che le sue braccia avevano su di lei era sempre più debole, ma nonostante ciò non si muovevo.
Gremory si chiedeva cosa avesse sbagliato, cosa non andasse bene, così si distaccò da lui. Nella luce pallida del plenilunio, Gremory guardava gli occhi spenti di lui.
–C’è qualcosa che non va ?- lui continuava a tacere.
Gremory non capiva cosa stava succedendo, la situazione iniziava a preoccuparla, Javier eri lì, fermo come un automa, che la fissava. Lei iniziò a strattonarlo. Javier non reagiva, non poteva farlo.
Era morto.
Gremory aveva aspettato tutta la sera che Javier la baciasse, e finalmente ora stava per farlo. Quella sarebbe stata per Gremory la prima volta, era nervosa, ma nonostante ciò desiderava quel bacio. Desiderava baciare quel ragazzo dai capelli color del grano, che le aveva fatto passare una magnifica serata, che la faceva sentire davvero speciale.
Javier le piaceva molto, ma non era il suo aspetto a piacerle. A quello non dava importanza, anche se era più che consapevole che quei profondi occhi azzurri e quel fisico scolpito avrebbero fatto cadere ai suoi piedi qualsiasi ragazza. Gremory adorava il modo in cui la faceva sentire, il modo in cui le parlava, l’ascoltava e la lusingava anche se non vi erano motivi. La faceva star bene, e questo era tutto ciò che le importava.
Ora erano in quel grande Suv, l’uno abbracciata a l’altra, con i volti talmente vicini da riuscire a sentire l’odore e il calore dei propri respiri.
Javier stringeva tra le sue braccia il corpo minuto di Gremory, che frenetica stringeva le mani intorno al suo collo. Le loro labbra si stavano ormai sfiorando. Gremory non sapeva perché volesse cosi tanto quel bacio, anche se le piaceva stare con Javier, quello che provava per lui era solo affetto, perché di certo l’amore era un’altra cosa, doveva esserlo. Un qualcosa di più elettrizzante, più sconvolgente, più profondo, qualcosa per cui valeva la pena far qualsiasi cosa, anche morire.
Quello che provava per Javier era solo desiderio, e anche se sapeva che moralmente era sbagliato, Gremory voleva quel bacio. Le labbra di lei si facevano cullare dal calore e dalla calma che le labbra di lui le suscitavano, una calma che venne a breve sostituita da una strana frenesia che li portò a stringersi sempre di più, ad annegare in un bacio che sembrava non aver fine.
L’ intensità di quel bacio si affievolì, per Gremory, molto velocemente. Javier sembrava sempre più assente, la presa che le sue braccia avevano su di lei era sempre più debole, ma nonostante ciò non si muovevo.
Gremory si chiedeva cosa avesse sbagliato, cosa non andasse bene, così si distaccò da lui. Nella luce pallida del plenilunio, Gremory guardava gli occhi spenti di lui.
–C’è qualcosa che non va ?- lui continuava a tacere.
Gremory non capiva cosa stava succedendo, la situazione iniziava a preoccuparla, Javier eri lì, fermo come un automa, che la fissava. Lei iniziò a strattonarlo. Javier non reagiva, non poteva farlo.
Era morto.