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Autore: mahidevran    20/02/2014    4 recensioni
Quella fu la prima volta che Cersei Lannister ascoltò la storia di come lei e Jaime vennero al mondo, ma fu necessario che gliela raccontassero altre volte, e che passassero altri anni, prima che riuscisse a comprenderne il significato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cersei Lannister, Jaime Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Hold my head inside your hands,
I need someone who understands.
I need someone, someone who hears,
For you, I've waited all these years.
For you, I'd wait 'til kingdom come.
Until my day, my day is done.
And say you'll come, and set me free,
Just say you'll wait, you'll wait for me.

( Coldplay - Til Kingdom come )


I grandi e lucidi occhi di Cersei seguivano attentamente ogni movimento delle labbra secche e sottili della septa, come se la minima distrazione da parte sua le avesse impedito di carpire fino all’ultimo ogni singolo dettaglio di quella storia. Quella storia che stava udendo per la prima volta, ma a cui già conferiva un’importanza quasi vitale.
« Tutte noi pregavamo la Madre di proteggere Lady Joanna e il nascituro, e più lei gridava in preda ai dolori del parto, più le nostre preghiere si facevano veementi. Per gli dei, se l’hanno protetta! Non ho mai visto Lady Joanna così serena e raggiante come in quel giorno… e tra non molto darà alla luce un altro lord dai capelli biondi! »
Cersei sbuffava, visibilmente seccata, ogni qualvolta la balia divagava, e il suo racconto deviava dall’originario percorso. « Raccontami di quando hai visto me e Jaime per la prima volta. »
La septa apparve per qualche istante risentita dal richiamo della piccola lady, ma l’immagine che si delineò nella sua mente negli attimi immediatamente successivi contribuì a farla ritornare del suo solito umore.
« Oh, bambina mia, nessuno si aspettava che sareste stati in due. » un sorriso vago e dolce piegava le sue labbra rugose, conferendole una malinconia ed una lentezza che infastidivano l’impaziente Cersei.
« Tu eri così piccola, e tutti si chiedevano come poteva un pargoletto così piccolo occupare un ventre grande come quello di Lady Joanna! Ma eri anche molto bella, la più bella bambina che sia mai nata nei Sette Regni, così rosea e sana. »
La Lannister dovette ricordarle ancora una volta di Jaime, poiché la vecchia aveva cominciato a parlare dei pianti della piccola Cersei e della bellezza che la maternità aveva donato a Lady Lannister.
« Oh, ebbene, tu eri così piccola, ma il ventre di tua madre era cresciuto così tanto da poter ospitare almeno tre bambine della tua misura! Nessuno riusciva a spiegarselo, ma ecco che, quando tu avevi già preso il tuo primo respiro, vediamo una manina piccola quanto la tua aggrappata alla tua caviglia. »
Le splendide iridi verdi di Cersei si fecero più profonde e lucenti, e tutta la sua figura sembrava proiettata all’interno del racconto della septa, come chi ascolta le meraviglie narrate da un viaggiatore che ha esplorato terre lontane. « Tutti a Castel Granito ne parlarono per giorni. Dicevano che tu e tuo fratello eravate una sola cosa prima di venire al mondo, e che un giorno, dopo molti e molti anni di vita, sareste tornati ad esserlo. »
La bambina aveva smesso di prestare attenzione alle sue parole, per perdersi in oscure congetture, di cui nessuno avrebbe mai saputo indovinare la natura. 
« E tu che cosa pensi? » domandò ad un tratto, interrompendo bruscamente le chiacchiere della balia, che lentamente erano passate ad abbracciare altri argomenti. La vecchia strabuzzò gli occhi, interdetta.
« Ricordo di aver pensato che quel bambino non voleva lasciarti andare e che, non potendo impedirti di nascere, ti ha seguita. »
Quella fu la prima volta che Cersei Lannister ascoltò la storia di come lei e Jaime vennero al mondo, ma fu necessario che gliela raccontassero altre volte, e che passassero altri anni, prima che riuscisse a comprenderne il significato.

*

La notte avvolgeva ancora Castel Granito, ma nessuno dei gemelli Lannister ne aveva approfittato per riposare. Non appena le tenebre si sostituivano alla luce e sul castello scendeva il silenzio, Jaime percorreva segretamente i lunghi corridoi che separavano la propria stanza da quella della sorella e, silenzioso come uno spettro, si inoltrava nel suo letto, dove erano finalmente liberi di consumare quel sentimento tanto profondo e così dolorosamente dissimulato durante le ore di luce.
Mancavano poche ore all’alba. Jaime giaceva sul letto, abbandonato a quella pace dei sensi che regnava solo tra le braccia di Cersei. Tutto all’infuori di quel letto, all’infuori di loro due, era guerra, odio e peccato.
Soltanto in quel corpo perfetto, che gli anni avevano reso così profondamente diverso dal suo, Jaime trovava l’amore adorato dai cavalieri e dalle fanciulle e, per quanto al mondo piacesse sostenere il contrario, era certo che il loro amore non avesse nulla di marcio e diabolico. Sarebbe persino arrivato a gridarlo dalla torre più alta del castello, se solo Cersei gliel’avesse permesso. Ma lei no, Cersei non avrebbe mai potuto fare lo stesso, e Jaime lo sapeva bene.
La giovane Lannister accarezzava il capo  del fratello, adagiato sul suo grembo, chiusa nel suo indecifrabile silenzio. La bellezza del suo viso sotto la pallida luce lunare risplendeva come l’oceano colpito dagli ultimi raggi del sole, e i due smeraldi incastonati nella sua fronte si riflettevano in quelli del suo amante, pronunciando parole in un linguaggio noto solo a loro due.
Cersei era senza dubbio la donna più bella dei Sette Regni, pensò Jaime. Eppure a quel volto così bello mancava ancora qualcosa. Persino gli occhi più splendenti del reame sembravano privi di qualcosa.
Guardarli era quasi doloroso per chi, come lui, li aveva visti raggianti di gioia tempo addietro.
« Mia amata, cosa ti succede? » trovò finalmente il coraggio di aprir bocca, quando sentì che le tacite parole provenienti dai suoi occhi e dalle sue malinconiche carezze non erano più sufficienti.
La domanda non sembrò cambiare nulla in lei, che rimase silenziosa ed immobile, mentre lasciava che le sue dita affusolate indugiassero tra i biondi capelli di Jaime. Solo quando questi fermò l’esile polso della sorella nella propria mano, la fanciulla sembrò recuperare coscienza.
« È per quello che ho fatto? Anche tu odi lo Sterminatore di Re? » Cersei avvertì un tremito nella voce bassa e roca del fratello, insolito e fugace, ma fin troppo evidente. Smentì i suoi timori con un cenno del capo. « Tutti ti considerano un eroe per aver ucciso il Re Folle. »
L’appena diciannovenne Cersei intravide nelle iridi verdi di Jaime l’apprensione che le sue parole avevano provocato. Lo Sterminatore di Re, il cavaliere più coraggioso dei Sette Regni la fissava come un cucciolo smarrito e, impaurito, attendeva il suo responso.
Temeva che avesse smesso di amarlo, lo credeva possibile pur non possedendo alcuna motivazione per farlo. Lei sorrise, finalmente. L’ingenuità di Jaime riusciva sempre a strapparle un sorriso, anche nella più drammatica delle situazioni.
« Non m’importa di cosa pensa il reame. Tu, Cersei, tu pensi che io sia un mostro, o peggio, un codardo? »
Cersei lasciò che il sorriso di poco prima svanisse in un debole sospiro, liberando la propria mano dalla presa del gemello, ma senza riprendere ad accarezzarlo. « Non è ciò che sei, perché dovrei pensarlo? »
La giovane Lannister fece del suo meglio per non incrociare ancora gli occhi di Jaime.
Ogni qualvolta guardava al loro interno leggeva chiaramente nei meandri più nascosti del suo animo come se le venissero svelati davanti, ma il pensiero che anche lui riuscisse a fare lo stesso la intimoriva.
Quello si tirò a sedere e, racchiudendo il volto di Cersei fra i palmi delle mani, la costrinse a guardarlo.
In quella maniera nessuno dei due avrebbe potuto mentire o nascondere nulla. « Forse ti eri abituata all’idea di dover sposare Rhaegar Targaryen? » una vena di risentimento e rabbia segnò le parole di Jaime, rendendole indicibilmente amare alle orecchie della sorella. Cersei storse le labbra sdegnosa, pronta a ridere di lui.
« Che importa che io mi abitui all’idea oppure no? Sarò comunque regina, alla fine, no? Nostro padre e Jon Arryn hanno già deciso così. Sposerò Robert Baratheon adesso, l’uomo a cui tu hai dato il trono. » Non rise, ma non riuscì a trattenere anche il veleno, che trasudava da ognuna delle sue parole.
Jaime la lasciò, mentre le sue braccia tornavano lentamente distese lungo il corpo. L’odio e la gelosia nei suoi occhi si erano dissolti come vapore, lasciando spazio ad un’ombra di compassione. Compassione per sua sorella.
Odiava essere una donna, e lui non aveva mai potuto fare nulla in merito, se non ricordarle di tanto in tanto che possedeva la tenacia e l’ardore di un uomo. Cersei lo spinse via, detestando con ogni fibra di sé stessa lo sguardo pietoso che le stava riservando.
« Ma tu, fratello, tu potrai prendere in moglie la fanciulla che più ti aggrada, e la renderai Signora di Castel Granito senza che nostro padre batta ciglio. Non sei felice? Persino il folletto può scoparsi chi vuole, mentre io vengo venduta come una volgare puttana! »
Si era levata dal letto, e ora camminava per la stanza, senza più badare a mantenere basso il tono di voce.
Jaime le andò dietro. Cercò di bloccare il suo furioso errare, e di calmarla, prendendola fra le braccia mentre si dibatteva. « Io non potrò mai sposare la fanciulla che più mi aggrada, perché quella fanciulla sta per andare in moglie ad un altro uomo, e non c’è nulla che io possa fare per impedirlo. »
Cersei aveva cessato di dimenarsi e di urlare. La sua collera si era tramutata in lacrime, pronte a bagnare le sue splendide guance.
« Ma nessun’altra donna mi avrà mai, e non ci sarà nessun’altra signora a Castel Granito all’infuori di te. » Jaime aveva allentato la presa, dopo aver constatato che sua sorella aveva smesso di opporre resistenza, preferendo limitarsi a piangere in silenzio. Le catturò di nuovo il viso tra le mani e si specchiò in quelle iridi rese ancora più lucenti dal pianto. Voleva assicurarsi che potesse guardarlo negli occhi mentre pronunciava il suo giuramento, sacro quanto quello dei Guardiani della Notte. « Diverrò un Cavaliere della Guardia Reale. Rinuncerò all’eredità di nostro padre per te, e sarai l’unica per cui infrangerò il mio voto di castità. »
Il pianto di Cersei, dapprima silenzioso e composto, scoppiò in tutta la sua furia, mentre si rifugiava disperatamente contro il petto di Jaime, come se volesse penetrarlo e giungere direttamente al cuore al suo interno.
« Non devi temere, Cersei. Ovunque andrai, io ti seguirò. »





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Innanzitutto, grazie per aver letto questa oneshot!
Si tratta del mio primo tentativo con questa coppia e nel fandom in generale,
ma sapete com'è, la JaimeCersei mi ha letteralmente stregata e...
hO IL TERRORE DI AVERLI RESI OOC AIUT
Per questo sarebbero più che gradite delle recensioni, davvero.
L'ispirazione mi è stata data dalla fanfiction "E nello specchio" di Kafkaesque,
la migliore che io abbia letto fino ad oggi! Alla prossima- !
   
 
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