20/02/2014
2 recensioni
Crazier
one shot
you make me crazier, crazier, crazier
Jess aveva diciassette anni ed un livello di acidità fuori dal normale, a detta di alcuni.
Aveva gli occhi grandi e marroni che ad Harry ricordavano tremendamente quelli di Zayn, aveva anche i capelli lunghi fino alle spalle e castani con tanto di punte bruciate a causa dell'overdose da piastra.
Aveva un maglione di Abercrombie che amava e le sue Converse della fortuna: grigie e rovinate dal troppo uso.
Aveva le labbra a forma di cuore, il labbro inferiore più carnoso e delle gambe che "Dio, sono enormi, scommetto che non entreranno mai in quel paio di jeans!".
Aveva sette braccialetti sul polso, che si fermava a comprare per pochi spiccioli ogni qual volta prendeva la metro per Bristol, erano stupendi e con un sacco di ciondoli molto significativi, o almeno, in parte.
Aveva gli occhiali per leggere i suoi amati romanzi ed un pacchetto blu di Camel sempre dentro la borsa.
Aveva conosciuto Harry una sera, durante una di quei party che organizza la BBC con gente alla moda ed altolocata; era lì a fare le veci della sua migliore amica Allison, mentre lui era stato invitato dal suo amico Nick che checca! Grimshaw.
«Chi sei? Non ti ho mai vista da queste parti...» provò ad attaccare bottone, lui, mentre versava una bevanda alcolica nel suo bicchiere che aveva già riempito due volte.
Jess lo guardò sconcertata, sospirando pesantemente prima di rispondere non proprio pacatamente con un classico: «Non sono di qui, vengo da Manchester, mi chiamo Jess e sono qui per sostituire la mia amica Allison e se vuoi saperlo, tu sei l'ultima persona con la quale vorrei parlare».
Harry rimase a bocca aperta, posando il bicchiere di vetro sopra il bancone di quel pub dove la festa era stata organizzata.
La squadrò bene con quegli occhioni verdi e Jess i sentì schifosamente mancare, tutta colpa di quel colore tanto magnetico e glaciale da farti venire brividi in tutto il corpo.
Da quel momento Jess cominciò a pensarlo continuamente, ad ascoltare la sua voce, a seguire gli accounts updates su di lui, ad odiare Kendall Jenner ed a scrivere il suo nome sul quaderno degli appunti.
Le sigarette fumate aumentarono e le cartacce dei pacchi blu cominciavano ad accumularsi lentamente nell'angolo più remoto della sua camera.
Si videro altre volte ed una di queste Harry la baciò dolcemente e lo fece ancora, ed ancora, ed ancora, poi partì per il suo tour.
"Ci vediamo quando torno, te lo prometto" le aveva detto il venerdì sera prima della sua partenza.
Da quel giorno i pensieri aumentarono così come le scritte nel quaderno degli appunti, i pacchi di Camel accartocciati nell'angolo della camera ed il volume con il quale continuava ad ascoltare al massimo canzoni di Ed Sheeran e Taylor Swift.
Harry la rendeva insicura e le metteva quasi paura; la sua distanza le metteva paura, così come il suo essere così bello quasi in modo sovrannaturale.
Le chiamate al suo cellulare aumentavano e sentiva il perenne ed incessante bisogno di prendere il primo aereo per gli Stati Uniti e raggiungerlo perché sapeva che Harry l'avrebbe aspettata lì, con i soliti jeans strappati, le mani nelle tasche del giubotto, i capelli spettinati ed il sorriso più bello della Terra... magari anche con un pacco di patatine rustiche o con un McChicken perché quelli erano i preferiti della sua piccolina.
Aveva gli occhi grandi e marroni che ad Harry ricordavano tremendamente quelli di Zayn, aveva anche i capelli lunghi fino alle spalle e castani con tanto di punte bruciate a causa dell'overdose da piastra.
Aveva un maglione di Abercrombie che amava e le sue Converse della fortuna: grigie e rovinate dal troppo uso.
Aveva le labbra a forma di cuore, il labbro inferiore più carnoso e delle gambe che "Dio, sono enormi, scommetto che non entreranno mai in quel paio di jeans!".
Aveva sette braccialetti sul polso, che si fermava a comprare per pochi spiccioli ogni qual volta prendeva la metro per Bristol, erano stupendi e con un sacco di ciondoli molto significativi, o almeno, in parte.
Aveva gli occhiali per leggere i suoi amati romanzi ed un pacchetto blu di Camel sempre dentro la borsa.
Aveva conosciuto Harry una sera, durante una di quei party che organizza la BBC con gente alla moda ed altolocata; era lì a fare le veci della sua migliore amica Allison, mentre lui era stato invitato dal suo amico Nick che checca! Grimshaw.
«Chi sei? Non ti ho mai vista da queste parti...» provò ad attaccare bottone, lui, mentre versava una bevanda alcolica nel suo bicchiere che aveva già riempito due volte.
Jess lo guardò sconcertata, sospirando pesantemente prima di rispondere non proprio pacatamente con un classico: «Non sono di qui, vengo da Manchester, mi chiamo Jess e sono qui per sostituire la mia amica Allison e se vuoi saperlo, tu sei l'ultima persona con la quale vorrei parlare».
Harry rimase a bocca aperta, posando il bicchiere di vetro sopra il bancone di quel pub dove la festa era stata organizzata.
La squadrò bene con quegli occhioni verdi e Jess i sentì schifosamente mancare, tutta colpa di quel colore tanto magnetico e glaciale da farti venire brividi in tutto il corpo.
Da quel momento Jess cominciò a pensarlo continuamente, ad ascoltare la sua voce, a seguire gli accounts updates su di lui, ad odiare Kendall Jenner ed a scrivere il suo nome sul quaderno degli appunti.
Le sigarette fumate aumentarono e le cartacce dei pacchi blu cominciavano ad accumularsi lentamente nell'angolo più remoto della sua camera.
Si videro altre volte ed una di queste Harry la baciò dolcemente e lo fece ancora, ed ancora, ed ancora, poi partì per il suo tour.
"Ci vediamo quando torno, te lo prometto" le aveva detto il venerdì sera prima della sua partenza.
Da quel giorno i pensieri aumentarono così come le scritte nel quaderno degli appunti, i pacchi di Camel accartocciati nell'angolo della camera ed il volume con il quale continuava ad ascoltare al massimo canzoni di Ed Sheeran e Taylor Swift.
Harry la rendeva insicura e le metteva quasi paura; la sua distanza le metteva paura, così come il suo essere così bello quasi in modo sovrannaturale.
Le chiamate al suo cellulare aumentavano e sentiva il perenne ed incessante bisogno di prendere il primo aereo per gli Stati Uniti e raggiungerlo perché sapeva che Harry l'avrebbe aspettata lì, con i soliti jeans strappati, le mani nelle tasche del giubotto, i capelli spettinati ed il sorriso più bello della Terra... magari anche con un pacco di patatine rustiche o con un McChicken perché quelli erano i preferiti della sua piccolina.
______________________
Buon pomeriggio a tutte voi! Come state? eccomi con una delle mie solite e frequenti sparate...così ecco a voi un'altra OS. Da quando ho pubblicato la prima continuavo a pensare di pubblicarne un'altra et voilà! Non ha un senso preciso ma mi andava di descrivere una ragazza - in questo caso l'ipotetica ed immaginaria fidanzata di Harry - in preda ad una cotta. Credo che tutto sommato non sia proprio una cacca, anche se ammetto che anche a me fa un po' schifo perciò avete tutto il diritto di vomitare dopo averla letta ahah. Adesso torniamo seri e parliamo di altro, è da tempo che penso di pubblicare una fan fiction ma non so quante di voi la seguirebbero e mi dispiacerebbe scrivere qualcosa che viene recensita soltanto da una persona, perché come sapete, chi pubblica storie comunque sacrifica del tempo e non voglio fare sforzi per non ricevere nulla in cambio, solo questo. Okay, fine discussione... piuttosto, fatemi sapere cosa ne pensate di questa.
Adesso devo scappare.
Un bacione
Ale
Adesso devo scappare.
Un bacione
Ale