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Autore: Fiamma Erin Gaunt    20/02/2014    5 recensioni
Cosa si prova quando l’unica persona che senti che potresti davvero amare è tua sorella? Cosa si prova quando scopri che tutto quello in cui hai sempre creduto non è altro che una menzogna? Questa è la storia di due giovani, eredi di due troni in perenne lotta, cresciuti a latte e bugie. Precedente al primo film di Thor.
***
Dal testo:
- Non puoi amarla, è tua sorella! – esclamò scandalizzata.
- Sorellastra. – puntualizzò.
- Non cambia nulla, è… –
Si fermò come se non trovasse le parole giuste.
- Strano? – le venne in aiuto Loki.
- No, stavo per dire disgustoso. –
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Sif, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Cap 12

 

 

 

Quando si svegliò la prima reazione istintiva fu quella di allungare una mano accanto a sé. Ricordava alla perfezione ogni dettaglio del volto di Loki quando era appena sveglio: lo sguardo assonnato, l’espressione lievemente imbronciata perché avrebbe preferito dormire ancora un po’, e poi quel meraviglioso sorriso sghembo che le faceva battere il cuore all’impazzata. Questa volta però la sua mano incontrò solo la delicata morbidezza delle lenzuola di seta e il freddo del materasso. Era come se quel letto non avesse ospitato nient’altro che lei per tutta la notte. E forse era davvero così, magari lo aveva solo sognato. Affondò il viso nel cuscino. Il familiare profumo di Loki le invase le narici. No, non era stato un sogno. Ma allora perché se ne era andato?

Indossò la sua vestaglia in broccato e uscì dalla stanza. Doveva trovarlo, aveva bisogno di parlargli, di capire. Percorse la strada che separava le loro stanze a passo di carica, finendo con il travolgere un guerriero di passaggio.

- Come mai tanta fretta? –

Magnifico, di tanti combattenti doveva incappare proprio in lui.

- Sto cercando Loki, lo hai visto? –

Thor storse il naso, apparentemente contrariato da quel nome.

- Perché lo cerchi? –

- Devo parlargli e, fratello, se sai dov’è ti prego di dirmelo. – tagliò corto, calcando sull’appellativo con cui gli si era rivolta.

Negli occhi del ragazzo passò un’ombra di tormento. A quanto sembrava quello era un tasto ancora dolente anche per lui.

Tyra si pentì di essere stata così brusca. Per quanto non fosse mai stata interessata a Thor da un punto di vista sentimentale, gli voleva comunque bene e molto.

- Per favore, Thor, è importante. –

Thor annuì, distogliendo lo sguardo da quegli occhi di ghiaccio che lo fissavano con aria supplicante.

- È nella sua stanza, immagino che ti ricordi dove si trova. – aggiunse poi, aspramente.

Annuì, riprendendo la sua marcia. Aveva fatto un paio di metri quando si voltò indietro, tornando di corsa verso il fratello e attirandolo in un abbraccio.

Thor rimase immobile, come una perfetta statua di ghiaccio, come se non sapesse bene cosa fare.

- Mi dispiace. Sul serio. –

- Anche a me. – replicò mestamente. Poi si separò da lei con risoluta gentilezza e s’incamminò verso le lizze.

 

 

 

 

 

 

 

 

*******

 

 

 

 

 

Loki era seduto sul davanzale della finestra, fissava il cielo senza vederlo davvero. La sua mente correva alla scoperta del giorno precedente. Aveva sempre vissuto ad Asgard, era sempre stato un principe, figlio di Odino e fratello di Thor. Aveva scoperto di amare ed essere ricambiato da Tyra, per poi perderla con la scoperta di essere il suo fratellastro. Tutte bugie.

No, si corresse mentalmente, lui e Tyra si amavano sul serio. Questa era l’unica verità in mezzo a un mare di bugie. Avrebbe voluto raccontarle cosa aveva scoperto, ma quando gli aveva chiesto di restare non se l’era sentita più. Con quale coraggio avrebbe potuto guardarla negli occhi e dirle ciò che era, come avrebbe fatto a sopportare il disgusto che avrebbe sicuramente letto nei suoi occhi?

La risposta era semplice: non avrebbe potuto.

- Eccoti qui. –

La voce della ragazza lo fece sussultare. L’aveva trovato, come sempre del resto.

- Eccomi qui. –

Tyra gli si avvicinò, esitante, tormentandosi nervosamente le mani affusolate.

- Perché te ne sei andato? – chiese, a voce talmente bassa che per un attimo Loki si chiese se non si fosse solo immaginato quella domanda.

- È complicato. –

- E io sono troppo stupida per capire, giusto? –

Lo fissava con sguardo esigente. Voleva una spiegazione e non poteva certo biasimarla per quello.

- Non ho mai pensato che tu sia stupida. – protestò.

- Eppure mi tratti come se lo fossi. –

- Io non ti tratto … – cominciò, ma venne interrotto all’istante dalla sua mano che gli chiuse la bocca.

- Allora spiegami, per favore. –

Non sopportava quando lo guardava in quel modo, come se il suo silenzio fosse la cosa che la faceva soffrire più di ogni altra cosa sulla faccia dei Nove Mondi, ma aveva bisogno di tempo per elaborare una spiegazione accettabile.

- È per stanotte? – domandò, visto che non sembrava accennare a risponderle.

- Stanotte non c’entra, non è stato nulla. –

Si pentì immediatamente di quello che aveva appena detto. Tyra gli rivolse uno sguardo ferito, per poi fissare ostentatamente il pavimento.

- Allora scusa se ti ho disturbato per nulla. – decretò gelidamente, voltandogli le spalle e incamminandosi verso l’uscita.

- Aspetta, per favore. –

Quelle ultime due parole ebbero il potere di immobilizzarla. Loki non chiedeva mai per favore, era una cosa che diceva con più difficoltà persino delle scuse.

- Cosa c’è ancora? –

- Non volevo dire che non è stato nulla, credimi. Stanotte è stato incredibile, e so che è stupido perché non abbiamo fatto altro che dormire, ma vorrei poter vivere altri miliardi di notti come la scorsa. Il problema è un altro. Il problema sono io. –

Lo fissò accigliata, - Non capisco, come puoi essere il problema se sei anche la soluzione? –

- Non sono tuo fratello. –

- Loki … –

- No, lasciami finire. L’ho scoperto ieri, durante lo scontro, non sono tuo fratello. In realtà, non sono nemmeno un Asgardiano. – ammise.

- Allora cosa saresti? –

- Un mostro. –

Quelle due parole gli uscirono dalla bocca contro la sua volontà, dando voce a quello che nella sua testa si ripeteva da interminabili ore.

- Sono uno di quei mostri di cui le balie narrano ai loro protetti la sera, uno degli spauracchi che usano per convincerli ad andare a dormire. Sono un Gigante dei Ghiacci … Il figlio di Laufey. –

Ecco, l’aveva detto. Fissò risolutamente il pavimento, aspettandosi di sentire i passi di Tyra mentre fuggiva via da lui. Però ciò che giungeva alle sue orecchie era solo il silenzio; carico di tensione, aspettativa e domande non fatte, ma pur sempre silenzio.

- Perché non me lo hai detto ieri sera? –

Sgranò gli occhi. Si era aspettato mille reazioni, ma non certo quella.

- Perché sono un egoista, dovresti saperlo. Volevo passare almeno un’ultima notte con te e sapevo che non sarebbe stato possibile se ti avessi detto cosa ero davvero. – mormorò.

Uno schiaffo, preciso e potente, si abbatté sul suo viso; un altro colpì l’altra guancia. Non reagì, in fin dei conti se l’era meritato.

- Sei un vero imbecille, lo sai vero? Credi che mi importi se sei un Gigante dei Ghiacci, che cambi qualcosa? Ti amerei anche se fossi uno gnomo delle caverne, stupido idiota. – esclamò, fissandolo furibonda.

- Non t’importa? –

Adesso sì che era davvero sorpreso.

- Certo che no. Ti amo e questo mi basta. –

- Davvero? –

Tyra si sentì stringere il cuore per il tono speranzoso con cui le si era rivolto. Sembrava quello di un bambino spaurito, di qualcuno che voleva soltanto essere abbracciato e sentirsi dire che tutto sarebbe andato per il meglio. Perciò è quello che fece.

Gli cinse il collo con le braccia e lo strinse a sé, fissandolo negli occhi e baciandolo con passione.

- Non sono mai stata tanto sincera in vita mia. – assicurò.

Loki le rivolse una versione leggermente sbiadita del suo solito sorriso sghembo. La baciò a sua volta, continuando a farlo finchè non si separarono per riprendere fiato.

- Ho una cosa da chiederti. – annunciò.

Tyra annuì, incoraggiandolo ad andare avanti.

- Vorresti … Vorresti venire con me? –

Corrugò la fronte, - Venire dove? –

- Via da Asgard, lontano da tutta questa gente che non ha fatto altro che raccontarci bugie. Ho parlato con Laufey, abbiamo trovato un accordo. –

Gli posò le mani sul petto, allontanandosi leggermente.

- Loki, io non posso andarmene, non posso tradire la mia gente. Odino mi ha mentito, è vero, ma è pur sempre mio padre. E poi c’è Thor, e Sif, Fandral e tutti gli altri. Sono miei amici, nostri amici, non possiamo abbandonarli. – provò a farlo ragionare.

- Sono tuoi amici, non miei; Asgard è la tua città, non la mia, e i suoi abitanti non sono come me. –

- Sei cresciuto qui, è come se fossi uno di noi. –

Loki scosse la testa, - Non sono mai stato uno di voi. –, poi aggiunse: - Devi decidere. Io me ne andrò, ti puoi seguirmi o restare qui. –

Tyra abbassò lo sguardo, sconfitta, - Mi dispiace, ma non posso andarmene, non posso tradirli. Ti amo, ma non posso farlo. –

- Anche io ti amo, ma non rimarrò qui. – sentenziò.

Si fissarono negli occhi, entrambi sconfitti, per poi baciarsi un’ultima volta.

- Ti amo, l’ho sempre fatto e continuerò a farlo. – le giurò.

- Anche io. – sussurrò in risposta, mentre lo guardava allontanarsi e abbandonare definitivamente Asgard.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ok, mi state odiando, lo so. Lo so, sono perfida u.u Scherzi a parte, spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio ancora tutti coloro che seguono, preferiscono, ricordano, recensiscono o semplicemente leggono la mia storia (ve se ama, sul serio). Ricordo che il prossimo capitolo sarà l’epilogo e vi annunciò che ho già plottato tutti i capitoli del sequel, ergo non dovrei farvi attendere troppo per farlo uscire. Spero di ritrovarvi tutti lì e, come sempre, vi chiedo di farmi sapere che ne pensate di questo nuovo capitolo. Alla prossima.

Baci baci,

          Fiamma Erin Gaunt

  
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