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Autore: monnie    20/02/2014    1 recensioni
Ci siamo relazionati nel modo sbagliato, io e te.
Siamo stati vicini troppo a lungo che adesso forse ci serve un po' di spazio per capire se da soli riusciamo ancora a stare in piedi.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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siamo nello stesso punto di sempre,
sembra di vivere un dicembre perenne
 





 




“Forse vi siete relazionati nel modo sbagliato, voi”
Ci stavo pensando ieri, quando ti ho salutato e ci penso ancora adesso perché, effettivamente è vero: abbiamo sbagliato qualcosa.
Perché noi – che poi un noi esiste? - non siamo da 'forse', ' non lo so' e 'così'; noi siamo da tutto o niente. Perché siamo amici o estranei, e di essere solo conoscenti proprio non ci va. 
E andava bene, giuro, mi andava bene così. Era tutto più semplice, non dovevo mentire alle domande insistenti del “Ti piace qualcuno?” e non dovevo nascondermi i sorrisi di quando ti guardavo mentre tu non te ne accorgevi. Era semplice, finché 'solo amici' non mi è bastato più, e a te non bastavo io. Perché di stare insieme ogni mattina, ogni tanto ci fa scoppiare e allora litighiamo che la tua voce è sempre meglio dei tuoi silenzi che non sono mai riuscita a capire.
Perché non mi sono mai sbilanciata, perché ho sempre pensato troppo e fatto l'essenziale per non farti andare via ma, alla fine, sei scappato lo stesso. Perché forse la sensazione nelle ossa la sentivo solo io.
E ti vorrei chiudere, stringere, non lasciarti andare oppure vattene ma poi basta che di questi tuoi comportamenti adesso sono stanca, perché non so se ti voglio vicino o lontano anni luce. Il problema è che comunque, ti voglio ancora.
Rompi gli schemi, scavalca le pareti del silenzio, chiamami ancora con quel soprannome ridicolo che fingevo di detestare per sentirti un po' più mio.
Ci siamo relazionati nel modo sbagliato, io e te.
Siamo stati vicini troppo a lungo che adesso forse ci serve un po' di spazio per capire se da soli riusciamo ancora a stare in piedi. Ce la faccio, lo sai, lo vedi. Ma non è lo stesso. Perché alla fine, era divertente stare in equilibrio sul filo solo perché sapevo che c'eri tu a tenermi. E vaffanculo a quelli che mi dicevano che sei uno stronzo, perché avevano ragione ma non importa, perché sei il tipo di stronzo che vorrei avere adesso per stringermi la mano.
C'eravamo io e te, le nostre risate strane e le tue sigarette che rubavi un po' a tutti, perché un pacchetto vero e proprio non l'hai mai comprato. C'erano gli spazi stretti, quelli con gli incastri giusti per non farci troppo male tra i nostri gomiti e c'erano quei bicchieri di troppo che ti facevano parlare più forte che “Stai zitto, che se ti vedono ubriaco non ci fanno entrare” davanti ai locali. C'erano le stelle, il tavolino fuori dal nostro bar preferito e quei muretti, dove l'importante è sedersi e tutto il resto non conta.
C'eravamo tu ed io.
C'eravamo.
Adesso che fai? La tua mancanza la sento ancora, anche se sei seduto a dieci centimetri da me, perché quei dieci centimetri sono già troppi.
Tu devi stare qui.
Che ne dici?
Sal(tiamo)?



 
Scusate, in questo periodo mi escono solo cose così.
Spero apprezzerete comunque.

Monica
  
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