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Autore: monsters_are_inside_us    20/02/2014    2 recensioni
Era l'ultima volta. Lo sapevano entrambi. Era l'ultima volta. Per tutto.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Katniss si svegliò di pessimo umore. La schiena le faceva male e aveva le gambe indolenzite. Senza che se ne rendesse conto,il primo pensiero che le passò per la mente era quello di cosa avrebbe preso a caccia quel giorno. Sorrise. Non andava a caccia da molto tempo,ormai. Sarebbe anche stato strano che una vecchia signora sull’ottantina cominciasse a correre per i boschi,tirando con l’arco per uccidere delle poiane o delle lepri. Sapeva ancora tirare con l’arco,ne era sicura. Anche se non tentava da anni. Anche se le sue mani tremavano ormai per ogni cosa. Era sicura che,con l’arco stretto nei pugni,sarebbe tornata la ragazza di un tempo. In fondo,quella ragazza non se ne era mai andata. Nemmeno quando si era dovuta sentire madre. E i suoi figli,erano stati una gioia. Con il suo spirito ribelle e la bellezza di Peeta. Peeta. Il suo secondo pensiero della mattinata. Erano sposati da sessant’anni e ancora lui riusciva a guardarla come il primo giorno. Ed era riuscita ad amarlo come lui amava lei,nel tempo. Ne era orgogliosa. Scese la scale. Regnava il silenzio nella casa. Era sempre stata molto tranquilla. Sull’ultimo scalito,attorcigliata su se stessa,stava Prim. Katniss si piegò,seppure a fatica,per passarle la mano tra il pelo folto. La sentii fare le fussa,gorgogliando felice. Si risollevò. Trascinò i piedi fino alla cucina,dove la attandeva un the ancora caldo. Peeta doveva essersi svegliato poco prima di lei. A fianco alla tazza fumante,era delicatamente appoggiato un croissant. Li preparava ogni sera per la mattina dopo e lei ne era sempre più che contenta. Addentò la pasta,per poi posarla nuovamente sul tavolo di mogano. Effie l’avrebbe uccisa. Sorrise ancora al pensiero della donna,la quale non la abbandonava mai. Decise di uscire a prendere una boccata d’aria. Peeta era seduto sulla sedia a dondolo,nella veranda. Sonnecchiava,ogni tanto russava,per poi ricomporsi. Katniss lo guardò per qualche attimo. 
“Katniss.”
Il suo nome uscì flebile dalle labbra del marito.
“Dimmi.”
Ogni volta. Ogni volta che lui le parlava le sue gance si tingevano di rosa,le sentiva bruciare. E le gambe le tremavano. Lo amava,lo amava davvero. Ogni giorno della sua vita.
“Credo…credo che sia il momento.”
SI sentì confusa,scosse la testa. Non capiva cosa stesse insinuando.
“Intendo…il momento,il mio momento. Tu sei felice,i ragazzi stanno bene. Posso andarmene tranquillo.”
Non le ci volle altro tempo per comprendere. Suo marito era stanco,lo vedeva. Era debole,non riusciva più a fare le cose di un tempo. Piegò le ginocchia,che nel reggere il peso sembravano dover cedere da un momento all’altro. Katniss afferrò le mani di Peeta,entrambe invecchiate con gli anni. Una e una sola lacrima le bagnò il viso. 
“Resta con me.”
Disse,quasi implorandolo. Lui lazò la mano,per accarezzarle il volto un ultima volta. Lei piegò la testa verso la spalla,in modo da tenere stretta a se la mano dell’unico uomo che aveva mai amato davvero. La lacrima scivolò sulle dita di lui. E mentre questo accadeva lo guardò con occhi diversi. E lo vide non come colui che l’aveva sempre amata,bensì come colui che aveva passato la vita con lei. Quando stava per morire di fame,sotto la pioggia. Lui le aveva lanciato del pane. L’aveva salvata. Quando era la Ghiandaia Imitatrice. Nell’arena,due volte consecutive,nel tour della vittoria. La perla che le aveva regalato quando erano seduti sulla spiaggia. La perla che Katniss teneva ancora al dito,incastonata sulla sua fede. Il medaglione,con le foto delle sue persone care. Portava anche le cicatrici appena dietro al collo,dove lui l’aveva quasi uccisa. Eppure,quelle cicatrici facevano parte della loro storia. “Perché lei è venuta qui con me.” Le sue parole le risuonavano nella mente,non le davano tregua. Le treccie,che lui amava rigirarsi tra le dita. Katniss la teneva ancora. Su una spalla,come sempre,ma ciò che era diverso era il colore. Da un castano ebano a un candido bianco. Anche Peeta era anziano,ormai. Era stempiato,la faccia ricoperta dalle rughe. Quanto,oh quanto l’aveva amato. Il loro primo bacio nella grotta,ciò che avevano dovuto fingere,mentre la cosa diventava reale. Il distretto 13,la sua risata,il suo dolore. Il loro matrimonio. Haymitch l’aveva accompagnata sotto braccio fino all’altare. La loro casa. Il pane,le decorazioni. Le morti,che insieme avevano dovuto affrontare. Prim,Mags,Rue,Finnik. Gale,di Gale non si era più saputo niente fino a molti anni dopo. Poi era stato ritrovato impiccato ad un albero del distretto 2. Un suicidio. Ogni ribelluione nasce da una scintilla. La scintilla. Non era Katniss. Erano entrambi. Erano la ghiandaia imitatrice,insieme. Ognuno era un’ala. Da soli,non potevano volare. La mano di Peeta si abbandonò  accanto al suo corpo e si voltò per guardare Katniss. Nonostante la vecchiaia,era bellissima. Sapeva che era il momento. Era la fine. Lei continuava a sussurrare “Resta con me.” Lui si preparò al suo ultimo respiro. Lo sentiva. Riuscì a dire una sola parola,l’ultima. 
“Sempre.”
  
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