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Autore: Despair    20/02/2014    0 recensioni
E sull'alba delicata e brillante, stagliavano con calore e potenza, senza stonare. || Eduardo è ormai a Singapore ma, per un motivo che non sa spiegarsi, soffre d'insonnia. || Accenni di Eduardo/?. Accenni così sottili da essere invisibili, ma comunque pensati e venerati di Eduardo/Mark.
Genere: Angst, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Failing victories.

Gettò uno sbuffo -a metà fra il soddisfatto e lo sfinito- mentre si lasciava stancamente cadere sulla sedia, neanche troppo comoda, del caffé. Chiuse gli occhi per qualche istante, corrugando appena la fronte, per poi massaggiarla con pesnate, rigida e lenta. Per qualche motivo sconosciuto anche a lui, la notte prima gli era stata completamente insonne, e non aveva potuto fare altro che alzarsi presto e vestrisi, per uscire. Sempre meglio di rimanere chiuso dentro la sua luminosa e ampia abitazione. Il silenzio lo schiacciava, dentro le quattro mura, quasi fino a fargli sentire dolore; o forse il dolore era il concreto risultato di tutti i movimenti bruschi che aveva fatto quella notte, nell'invano tentativo di addormentarsi? In ogni caso, sapeva che non avrebbe resistito anche solo un secondo di più sotto la luce filtrata dalle immense finestre trasparenti, mentre si allacciava frettolosamente una camicia pastello, stirata ed appesa accuratamente. 

Riaprì gli occhi, con delicatezza quasi timorosa, gradualmente. Mosse appena le palpebre lentamente, per poi contrarle di nuovo sino a scontrarsi diverse volte, sino a riaprire gli occhi castani dalle sfumature ambrate sul profilo stravagante di una Singapore che si svegliava. Beh, forse quello non era il termine esatto; la città, esattamente come lui, non aveva mai dormito. Aveva soltanto spento delle luci per farne zampillare altre, ancora più vivide e brillanti nell'oscurità totale che le aveva avvolte, nello scomparire delle altre. Così alcune sue idee, erano ritornate senza un vero motivo a ronzargli nella testa, rafforzandosi col calare della notte. Accompagnare i ricordi sgraditi con qualche bicchiere di vino forse non era stata una buona idea. Non era neanche riuscito a donargli il tanto agognato riposo. 

Posò lo sguardo sui vetri dei palazzi barocchi che iniziavano a brillare di luce propria, con lo scontrarsi dei raggi dell'alba contro i vetri cristallini di cui la maggior parte era interamente costituito. Erano un'insieme di grazia e assurdità, saggiamente bilanciati dall'architetto sino a creare una sagoma che dava la continua impressione di star sognando. Singapore era un'allucinazione pulsante. Non pensava avrebbe mai pensato qualcosa di simile di altro, quando i suoi occhi si posarono incautamente su qualcosa di un colore tanto vivido ed intenso quanto delicato e gradevole come quello dell'alba che lo accompagniava in un'esplosione di allegria gioconda. I boccoli rossi della ragazza cadevano su un viso angelico, costellato di lentiggini. Ed infine, incrociò i suoi occhi. Verdi, o forse azzurri, non l'aveva ben distinto; ma magnetici, perfetti, unici. Si ritrovò a sorridere, senza un preciso, guardando la sconosciuta mentre beveva a sorsi il suo caffé. Questa gli rispose con una risata quasi imbarazzata, dato che aveva subito notato le attenzione dell'altro. Era una bellezza rara, in quel luogo. Era anche vero che lui aveva sempre avuto un debole per i capelli corvini e gli occhi sottili e vispi, eppure, stavolta, sentiva che avrebbe dovuto parlare con la sconosciuta; quel genere di presentimento, guidato da un pensiero del tutto irrazionale e privo di fondamento. Si alzò, lasciando suo malgrado la sua preziosa sedia, per approcciare la sconosciuta.

<< Strano vedere qualcuno qua dentro, a quest'ora. >> 
<< Oh, beh. Qualcuno lavora. >>
<< Esattamente. Ma c'è qualcuno che lavora più tardi.  ...Come me. >>
<< E' più strano trovare qualcuno che non abbia tratti asiatici, non credi? >>
<< Trovo che i tratti asiatici siano graziosi. Trovo piuttosto che sia molto più difficile trovare una bella ragazza come te. Ma quello vale per tutte le città, eh? >>

Prese un altro sorso dal caffé, guardandola con un sorriso che celava un che di beffardo.

<< Mh, sai, mi piacerebbe rimanere a parlare. Ma- devo lavorare. Ma ci possiamo comunque sentire, no? >>
<< Se mi scrivi il tuo numero sul braccio non me lo laverò mai più. >>
Rise, di nuovo. << Allora facciamo che ci scambiamo Facebook? >>

Abbassò lo sguardo, sulla bocca un sorriso incerto.

Forse doveva dare meno retta ai suoi istinti.

Forse doveva semplicemente rispettare la sua stessa preferenza per le asiatiche.




Note;;
Allora, la ragazza, per chi non l'avesse capito, è Emma Stone. Che non è Emma Stone.(?) Cioè, mi sono ispirata a lei perché la amo e mi andava. Poi. Ecco a voi una storia un po' angst e un po' comica. Eduardo si è ufficialmente trasferito a Singapore, non ha neanche più la cittadinanza americana, e ZAN ZAN ZAAAN., è partita la fantasia. Tormentato dal ricordo di Mark, non si rende neanche conto del motivo delle sue notti insonni. A volte gli torna in mente la vicenda che ha vissuto e il suo più grande amico, ormai perduto. Alla fine, si sente sconfitto e vittorioso allo stesso momento, in un turbine di sentimenti contrastanti che gli è difficile comprendere. Non è escluso un sequel.
Eduardo Saverin e Mark Zuckenberg ovviamente non intrattengono realmente rapporti di questo genere, ma, dopo aver visto il film The Social Network, ispirandomi ai personaggi e non alle persone reali, ho scritto. Non intendevo in alcun modo calunniare le persone descritte, in quanto mi riferisco più al loro personaggio, creato appunto nel film del 2010, che alle persone vere e proprie.
  
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