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Autore: lizfandoms    21/02/2014    5 recensioni
Clarissa è l'arma più potente che Valentine Morgenstern abbia mai creato, persino superiore a suo fratello Jonathan.
Il sangue che le scorre nelle vene, è un'arma altamente pericolosa, capace di distruggere tutto il mondo sovrannaturale o salvarlo.
La sua anima è dannata, in cerca di vendetta fin da quando era bambina.
Come può un nemico che non può essere scalfito, essere sconfitto?
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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I'm going to burn down the world




Jace aprì gli occhi.
La vista annebbiata non gli consentì di vedere nitidamente il caos che lo circondava, 
ma riuscì lo stesso a voltare la testa e scorgere due figure familiari legate a una delle tante colonne di 
marmo della biblioteca dell'Istituto.
I fratelli Lightwood erano privi di sensi, seduti e con le mani avvolte in un groviglio di nodi. 
Jace non avrebbe potuto dire se erano stati feriti oppure no.
Cercò di alzarsi, ma invano. 
Una fune gli scorticava la pelle dei polsi, impedendogli alcun tipo di movimento e la colonna di marmo 
gli premeva contro la schiena.
Il dolore rischiarì per un momento la sua mente e i ricordi delle ore passate cominciarono ad affiorargli e
 come un mare in tempesta si avventa sulle rocce, questi si scontrarono contro la parete della sua mente.


 

 

 
Jace stava girovagando per i corridoi dell'Istituto. Aveva appena terminato la lezione di Demonologia e adesso lo aspettavano due noiosissime  ore di lingue demoniache, ma prima aveva bisogno di una pausa. Si recò in biblioteca, dove trovò Isabelle Lightwood, la più bella e potente Shadowhunter della sua età, dal portamento di un' amazzone e la velocità di un ghepardo, con un piede sul petto di suo fratello Alec Lightwood, il quale si trovava sdraiato per terra: evidentemente disarcionato e buttato a terra dalla sorella.

-è bello vedere quanto vi vogliate bene, ragazzi disse Jace, appoggiandosi alla porta e puntando il suo sguardo verso i due fratelli.
Questo soggetto- disse Izzy, sistemandosi i capelli e riavvolgendo la sua frusta, la quale era pericolosamente libera nella sua mano- dovrebbe evitare di ficcare il naso in affari che non sono i suoi-
-Stavo cercando i miei libri.. ed è stato un caso che io mi sia imbattuto nel tuo diario- rispose il ragazzo, alzandosi in piedi e spolverando il punto dove poco prima si trovava il tacco della sorella.
-I TUOI LIBRI? IN CAMERA MIA?- Urlò la ragazza furiosa
-NON LI TROVAVO DA NESSUNA PARTE E VISTO CHE LA TUA CAMERA FA PARTE DI QUESTO GRANDE EDIFICIO CHIAMATO ISTITUTO, VISTO CHE NON TI è ANCORA CHIARO IL CONCETTO, HO PENSATO DI CONTROLLARE ANCHE Lì- fece il ragazzo
-AVRESTI POTUTO CHIEDERMI IL PERMESSO!- Ribattè Isabelle ormai rossa in volto
-ME LO AVRESTI DATO?- Urlò Alec

Jace, riconoscendo come in questa una delle tipiche situazioni in cui se non li si fermava, i Lightwood erano capaci di proseguire per ore e ore disse:
-Ehi, ehi. Calma ragazzi. Non scaldiamoci, ma scusate una cosa. Come avete fatto a finire in biblioteca se Alec ha letto quel diario in camera di Izzy?-
-Quando l'ho scoperto con le mani nel sacco, Mr Coraggioso -indicò il fratello- è fuggito e mi è toccato inseguirlo, fino a che non l'ho atterrato, qui in biblioteca.-
-EHI, TU NON MI HAI ATTER..-Alec si fermò- avete sentito?-
-Avete sentito cosa?- Chiese Isabelle
 Fu la quiete prima della tempesta. 
Jace non fece a tempo a rispondere che ci fu una grande esplosione..

e poi tutto bianco.


 


 

 

 

 

 
Jace ricordava perfettamente.
Dopo quell'esplosione, si era sentito trasportare e legare alla colonna, ma senza capacità di difendersi.
Frustrato, cercò nuovamente di liberarsi da quelle maledettissime corde, ma d'un tratto sentì una risata. 
Una risata giovane, arrogante, sfacciata.
Una risata  capace di sovrastare tutto il rumore all'interno della biblioteca.
Una risata che fece gelare il sangue nelle vene a Jace.

 
E poi la vide.

 

 
Riconobbe la figura di ragazza, un'ombra scura in lontananza giungere tra le macerie della biblioteca e il fuoco che ardeva nei punti in
 cui l'esplosione non era cessata.
Jace pensò che se la dea della guerra avesse avuto un aspetto, sarebbe stato senz'altro quello.
Quando la ragazza fu abbastanza vicino, senza il fumo che oscurava il suo viso, Jace vide una giovane, poco più alta di un metro e cinquanta, 
vestita con la tipica tenuta da cacciatrice.
 I capelli, una massa aggrovigliata di ricci rossi le ricadevano sul viso, sporco di fuliggine. 
La ragazza lo guardò con uno espressione divertita, come se lui fosse stato la preda e lei il predatore pronto ad attaccare.
-Più ti muovi- disse la giovane guardandolo fisso negli occhi- più la corda si allenta. E se la corda si allenta, un meccanismo farà sgorgare 
sangue demoniaco sulla tua pelle. Voglio vedere se sarai ancora così bravo a combattere, senza mani.-
Jace continuava a fissarla. 
Quella ragazza, nonostante fosse di bassa statura, emanava un'aurea di potere incredibile.
La giovane si avvicinò a Jace, mise un ginocchio per terra e si piegò, in modo di essere allo stesso livello di Jace.
 Gli mise una mano, con unghie lunghe laccate di nero, sotto il mento e glielo inclinò leggermente a destra e poi a sinistra. 
Come se stesse controllando la qualità del suo premio.
-Sei rimasto senza parole, giovane cacciatore?- chiese la ragazza con uno sguardo famelico, con i suoi occhi verdi zaffiro puntati 
in quelli d'oro di lui.
Jace, che era stato sempre capace di utilizzare la parola come una delle sue tantissime armi a disposizione, 
si rese conto di non aver nessuna battuta con cui ferire il suo avversario, o mascherare i suoi timori. 
Jace era sempre stato il più grande cacciatore di tutti i tempi e se anche molti nemici lo avevano catturato, 
tutti avevano sempre avuto un po' di paura nei suoi confronti.
 Jace riusciva sempre a leggere negli occhi dei suoi avversari.
Ma la ragazza era una questione completamente diversa.
 Sembrava guardarlo senza timore, solo con curiosità e divertimento.
E nei suoi occhi, non c'era nessuna traccia di umanità. 
Solamente due grandi occhi verdi, indagatori e calcolatori.
Non ricevendo nessuna risposta, la giovane lasciò il mento di Jace e si alzò.
-Mi aspettavo molto di più da te. 
Il Grande Jace Herondale. Il più forte cacciatore di tutti i tempi.-ripetè la ragazza, con fare canzonatorio- Il più forte, eh? Come mai a me non sembra?
Il giovane ed abilissimo cacciatore: una furia in battaglia e tagliente come una lama, con le parole-
Puntò i suoi occhi verdi su di lui.
-Ma non mi sembra di notare nessuna di queste grandi qualità in te. Speravo di trovare un degno nemico, un degno sfidante. A quanto pare mi sbagliavo-

 

 
Ad un tratto una voce maschile urlò:
-CLARISSA, ANDIAMOCENE-
La ragazza si incamminò nella direzione di provenienza di quella voce, nascosta tra il fumo e le fiamme. 
Fatti pochi passi la ragazza, Clarissa, disse con un sorriso:
-Ho la netta sensazione che questo sia solamente un arrivederci-
Detto questo, sparì nel fumo. Ci fu una gran luce che invase tutta la stanza.

 
E poi, tutto buio.
  
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