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Autore: MarmeladeFever    21/02/2014    0 recensioni
A causa dei loro rispettivi ruoli al Ministero, Malfoy e Hermione devono cercare di risolvere un mistero che coinvolge una pigra isoletta sotto la giurisdizione del Ministero, ma l'isola è molto meno addormentata di quello che sembra.
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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Dreamers 

Part I


A: Ministero della Magia, GRAN BRETAGNA

DA: IMOGEN KEEPSY, SINDACO DI SLEEPER ISLAND

OGGETTO: SOS

A chi di dovere, gli abitanti di Sleeper Island necessitano assistenza STOP. L'isola sta riscontrando strani fenomeni STOP. Gli abitanti stanno scomparendo, ci svegliamo durante dei strani sogni STOP. Si prega di inviare assistenza STOP. Per favore STOP.

 

MEMO INTER-UFFICIO

A: Dipartimento Incidenti e Catastrofi Magiche

CC: Dipartimento per la Cooperazione magica Internazionale.

DA: Elric Elvenby, Ministro della Magia, Ordine di Merlino: terza classe.

 

In allegato potete trovare copia di telegramma ricevuto questa mattina nella mia posta personale. Non sono ancora sicuro se si tratta di una bufala o di una reale emergenza, ma siccome Sleeper Island risiede nella giurisdizione del Ministero, vorrei chiedere ad un rappresentante di ciascuno dei vostri dipartimenti di indagare sulla situazione. Come probabilmente saprete, l'isola in questione si trova in una zona di non-apparizione – grado M- , ed è troppo lontana per essere raggiunta volando o tramite passaporta. Pertanto, saranno messi a disposizione mezzi di trasporto non magici.

 

P.s. Mi sto esercitando con gli origami. Fatemi sapere se questa gru funziona bene come l'aereoplanino della scorsa volta.

 


 

“Colonnello Nutmeg-”

“Mustard.

“Nella sala da biliardo con il- stai di nuovo male, non è vero?” Malfoy fece una smorfia, schiacciandosi sullo schienale della sedia per allontanarsi il più possibile da lei.

Hermione deglutì a fatica. “No”.

“Si, invece. Sei verde, Granger. E sebbene ami tutto ciò che è verde,” indicò la sua camicia a maniche lunghe di una cupa sfumatura di verde, “non apprezzo particolarmente il tuo pallore. Non voglio che vomiti qui, non importa quanto alla svelta lancerai un incantesimo di pulizia. C'è già abbastanza puzza di pesce marcio e granchio andato a male qua dentro.”

“Non sto-”

“Bagno”. Indicò la porta del bagno con un cenno della testa.

Hermione si alzò sui piedi traballanti. Le sue gambe non si erano ancora abituate al rolleggio della barca. Per quanto odiasse vomitare, detestava di più essere sballottata sulle quella stupida nave. Avrebbe continuato ad insistere sul fatto che stava meglio, se un fiotto di liquido acido non le avesse iniziato a salir su per la gola.

“La prosssima volta, Granger” berciò lui oltre la porta, “basterà comprare quella stupida Dramamina, pazienza se ti ricorda tanto la contrazione dei nostri due nomi. O meglio ancora, preoparati un po' di pozione per il mal di mare”.

Lei riemerse dal bagno un attimo dopo, le guance arrossate e la bocca piena di colluttorio, che sputò in una bacinella che il primo ufficiale aveva messo a loro disposizione. “ Non è per questo che non l'ho comprata, lo sai. Te l'ho già detto. E sei tu quello che ha pensato assomigliasse ai nostri nomi”, sostenne lei, “Il mio nome non è Hermamine”.

“Oh, scusami Her-mi-ooo-ne. Ti prego trova un piccolo posto nel tuo cuoricino per perdonarmi, Her-mi-ooo-ne”.

Hermione riduse gli occhi a due fessure. “Malfoy”.

“Ehi, sei tu quella che ha detto che potevo chiedere scusa ogni volta che volevo”.

Hermione gemette. Prima finiva questo incarico e meglio era. “Giusto. Il colonnello Mustard, quindi è nella sala biliardo con...?”

“La Stecca della Morte”.

“Cos-?”

“Oh, mi dispiace. Mi ero dimenticato che doveva essere un tubo di piombo. Ma non ci somiglia molto, vero? E che diamine è una chiave inglese, comunque?”


Malfoy grugnì. “Stai russando”.

“Come posso russare se sono completamente sveglia?” Hermione si voltò, e lanciò uno sguardo all'orologio. Erano passati solo una manciata di minuti dopo le tre e ancora non aveva chiuso occhio. Nelle ultime ore, aveva ascoltato i rumori dell'equipaggio che col tempo che passava diventava sempre più ubriaco e chiassoso. Ad un certo punto la confusione era finita, non appena i marinai si trascinarono nelle loro cuccette a smaltire la sbornia. Il suo letto non era particolarmente comodo e il rollio delle onde non l'aveva cullata come si era immaginata.

Lui rimase zitto per qualche secondo. “Non eri tu?”

“No”, borbottò.

“Hai sentito?”

“N-”. Si fermò, ora aveva sentito. Ci fu un boato che sembrava provenire da sopra la loro cabina. “Probabilmente è solo il vento”.

“Sei sicura? Non sono le balene che fanno questa specie di verso?”

“Il suono delle balene è più... maestoso. Questo è” , di nuovo un boato, “spaventoso”. Le mani si serrarono ai bordi della cuccetta, e la sua voce si fece simile ad uno squittio. “Penso che potrebbe essere una tempesta. La barca sta beccheggiando sempre di più”.

“Si, l'ho notato. Dunque, cosa suggerisci di fare?”

“E perchè lo chiedi a me?”

“Sei tu la babbana. Presumo tu sappia qualcosa riguardo le misure di sicurezza, o qulche scemata simile. Sei pure la Grifondoro dei due, dovsti essere abituata a situazioni pericolose e a prendere decisioni importanti velocemente e sotto pressione”.

Lei serrò la presa sui bordi del lettino, che scricchiolavano paurosamente, menre la barca oscillava sempre di più a destra e sinistra sotto la spinta di quelle che sembravano onde enormi. Il rombo si fece sempre più intenso e assieme ad esso iniziò pure a farsi sentire un sibilo teribile.

“Potebbe placarsi” disse, senza mancare di notare con quanto scetticismo aveva pronunciato quelle parole. “Forse è meglio se ci mettiamo i giubbotti di salvataggio. Solo in caso...”

Malfoy stava frugando tra le sue cose, un attimo dopo teneva in pugno la sua bacchetta e aveva lanciato un lumos. Fece un cenno a Hermione con la testa verso la sua bacchetta. Proprio mentre si stava sporgendo per afferrarla, caddero entrambi rovinosamente a terra.

La bacchetta rotolava su e giù per le assi del pavimento. “Accio” disse Malfoy afferrando la bacchetta e tirandogliela in faccia. “I giubbotti di salvataggio. Dove sono?”

“Sono...” Hermione si alzò, piegando le ginocchia per cercare di rimanere in equilibrio, invece si sentì spingere violentemente in avanti, scontrandosi con qualcosa di caldo, morbido e ossuto. La spalla di Malfoy. “Nel gabinetto”, concluse, spingendosi via dalla sua spalla e cadendo in maniera poco dignitosa sul pavimento.

Lui non commentò, per fortuna, e dopo aver lanciato un incantesimo aderente sui suoi piedi si fece strada, lentamente, verso la porta del bagno. Un attimo dopo le aveva lanciato un giubbetto giallo, e fece una smorfia di disgusto, visto il colore. “Doveva essere un Tassorosso”.

Entrambi si concentrarono un momento per allacciarsi le cinghie, per essere certi che fossero in sicurezza.

Ci fu un lampo, poi un tuono così forte che persino la barca vibrò. Fu allora che il panico si impadronì di lei, le braccia che tremavano per l'ansia e la testa occupata da un vortice di pensieri. C'era una tempesta. C'era una tempesta e lei era su una barca in mezzo al nulla con Draco Malfoy e un equipaggio di marinai che si erano ubriacati fino al coma, e non si sarebbe sorpresa se la barca si fosse capovolta e fossero stati colpiti dai fulmini.

Stava per morire, vero?

Malfoy sembrava pensare le sue stesse cose. Si trascinò lungo la stanza, le afferrò il braccio e la tirò fuori dalla porta lungo il piccolo corridoio che portava al ponte superiore. Per un attimo la mente di Hermione esplose e cercò di tornare indietro. “Non possiamo... le nostre cose!”

“Usa il cervello, Granger!” gridò. “Sei una strega o no? Accio bauli!”

Lei annuì brevemente, ridusse i bauli e li infilò nella tasca dei pantaloni del pigiama. Malfoy iniziò a salire le scale, e lei gli afferrò il poslo per fermarlo. “Se stiamo affondando” si rannicchiò quando vide un nuovo lampo, seguito immediatamente dal rombo di un tuono, “dovremmo gettare su di noi e l'equipaggio un incantesimo testa bolla”.

Malfoy annuì. “Giusto. Sbrigati, allora”.

Alzò la bacchetta sulla testa dell'uomo, e una bella bolla luminosa si formo attorno alla sua testa. Se non fosse stata presa così dal panico, sarebbe stato quasi comico. Fece lo stesso su se stessa e rinnovò la stretta sul corrimano. Ora che sapeva che non sarebbe morta affogata, ritrovò un po' di calma.

“Probabilmente stiamo esagerando”, disse Malfoy, ricominciando a salire le scale, ancora sballottato a destra e sinistra.

“Probabile.” ammise, “Ma meglio prevenire che curare”.

“Morire, vorrai dire”

“Certo.”

Chiuse gli occhi. Uo spruzzo – no, un'onda - d'acqua la colpì in pieno, appena arrivarono sul ponte. Si dimenticò di avere la testa protetta dall'incantesimo e riaprì gli occhi. L'acqua colava ai lati della bolla sfocando il mondo attorno a lei.

“Andiamo!” grugnì Malfoy, offrendole la mano bagnata e scivolosa per aiutarla a camminare. Pochi passi dopo caddero entrambi sul legno fradicio del ponte.

“Dove sono?” stava urlando fortissimo adesso. Il vento ululava, non sembrava più il suono di qualcuno che russa come quando era inizato poco fa. La pioggia veniva giù fortissimo e le gocce gli colpivano forte in faccia, mentre la nave cigolava e oscillava da ogni parte e veniva colpita dalle onde gigantesche.

“Li vedi?”

Lui scosse la testa con violenza, tenendosi stretto alla ringhiera di prua. Una bottiglia di Whiskey Incendiario rotolò pochi metri davanti a loro, e cadde in mare prima che lei potesse preoccuparsi dei pezzi di vetro.

“Devono essere scesi di sotto!” urlò Malfoy. “Oppure...” la sua voce si spense, e guardava verso il basso cercando di vedere qualcosa fra le onde impazzite del mare.

“Pensi... No! No, non avrebbero potuto... NO!” Non riusciva a pensare che potesse essere finita in quel modo. Non potevano essere caduti in mare. Non importa quanto fossero stati ubriachi, si sarebbero svegliati con questo putiferio.
Dove erano? Dove erano? Dove..? “Laggiù!” allungò il braccio, indicando con la bacchetta una minuscola barchetta, un scialuppa di salvataggio, già a mezzo chilometro lontano da loro.

“Ci hanno lasciato qui?” berciò Malfoy, stringendo la presa sul suo polso. “Quei pezzi d'imbecilli ci hanno lasciato qui?!”

Il respirò di Hermione si mozzò, quando vide l'albero maestro piegarsi e spezzarsi come uno stuzzicadenti e venir risucchiato via dalla tempesta. Afferrò la mano di Malfoy senza nemmneno rendersene conto.

“Ascoltami, Granger! Ascoltami! Tieni stretta la tua bacchetta e non lasciare la mia mano. Qualunque cosa succeda, non mollare. Ci butteremo, cadremo in acqua e nuoteremo!”

Non era molto sicura di essere d'accordo, ma senti la sua testa annuire per lei.

“Piega le ginocchia... ORA!” il lato della barca s'inclinò verso il basso, così in basso che i loro piedi grattarono sul pavimento prima di cadere negli abissi.


Erano alla deriva. Il sole era sorto e entrambi avevano capito di non avere la minima idea di dove si trovavano, se si stavano avvicinando o meno alla loro destinazione. Le gambe e le braccia di Hermione erano sfinite e la presa sulla sua bacchetta e la mano di Malfoy, stava perdendo vigore.

Era fin troppo facile addorementarsi in un tale materasso d'acqua, congelati e fradici come lo era lei.

Metà dei suoi capelli erano all'interno della bolla, l'altra metà galleggiavano intorno a lei.

Guardò Malfoy. I suoi occhi erano chiusi e - oh, che tenero - russava.

Mise la bacchetta sul palmo della sua mano e disse: “Guidami”. Le sue parole uscirono stranamente, rimbalzando contro le pareti della bolla. Quindi quello era il nord. Era abbastanza sicura che dovessero dirigersi verso sud-ovest.

Scosse il braccio di malfoy, che si svegliò di soprassalto. “Cosa c'è?”

Fece un gesto in direzione sud-ovest, mimando lo stesso con la sua bacchetta e abbracciandosi. Le sciarade non erano mai state il suo forte, ma lui sembrò capire lo stesso, chiudendo le sue braccia attorno alla vita di lei, che pressò la sua schiena contro il suo stomaco, i due strati di giubbotti che li separavano.

Oh, questo sì che era strano. Prima la mano, ora addiritura abbracciati. Questo era di gran lunga il contato più intimo che avesse mai avuto con Malfoy. Hermione puntò la bacchetta alle loro spalle, verso nord-est e iniziarono a planare sull'acqua come un jet.

“Attenzione, pesciolini, stiamo arrivando”, mormorò, l'acqua che schizzava e spumeggiva dietro di lei.

Senti Malfoy che si muoveva, per tirare fuori la sua bacchetta e fare lo stesso che aveva fatto lei poco prima, cosicchè iniziarono a muoversi ancora più veloce. Troppo veloce. Quasi non riusci a virare in tempo, per evitare uno scoglio ricoperto di gabbiani contro il quale si sarebbero entro poco schiantati.

Passò i successivi 20 minuti cercando di evitare le rocce, quando si accorse che Malfoy si era addormentato. Oppure, stava approfittando per accoccolarsi su di lei. No, stava sicuramente dormendo.

Aveva freddo, era bagnata fradicia e tutto quello che desiderava era rintanarsi tra le coperte soffici e calde di un letto e non riemergere per le prossime venti ore.

Si rassegnò all'ipotesi meno peggio: uno scoglio piatto, abbastanza sporgente dall'acqua del mare. Non era sicura di come avrebbe fatto a tirar su entrambi, ma non appena ci riuscì lanciò un incantesimo riscaldante e un altro incantesimo per rendere più confortevole la dura pietra, e si addormentò immediatamente.


Battè le palpebre, il viso di Malfoy a pochi centimetri dal suo. “Bel pisolino, Granger?” chiese. L'incantesimo testa bolla era svanito per entrambi, a quanto pare.

Lei gemette e il suo stomaco brontolò di rimando. “Mi sento come se avesi dormito su una roccia dopo essere naufragata e aver nuotato in mare aperto per diverse ore. Ma sì, è stato bello. Grazie”

“Non dovevi”.

“Cosa? Naufragare? Non credo abbiamo avuto molta scelta.”

“Non c'era bisogno di dormire su uno scoglio. Guarda.” lei si sedette e allungò il collo per vedere meglio, le sue articolazioni erano terribilmente indolensite.

“Terra”, disse ottusamente.

“Circa una trentina di metri al largo, direi”

Sembrava somigliare alla descrizione di Sleeper Island. Le dimensioni erano circa come quelle del giardino di Hogwarts, la vegetazione era lussureggiante e tropicale, con una decina di case in vista. C'era un molo su un lato, ma nemmeno una barca ormeggiata.

“Andiamo?”

Malfoy fece cenno con la testa e si lasciò scivolare giù dallo scoglio, cadendo in acqua, che lo copriva fino alle spalle. “L'acqua è tiepida ed è poco profondo qui. Dovremmo farcela a camminare.”

Hermione seguì il suo esempio, rimanendo sulle punte dei piedi per cercare di mantenersi in equilibrio, il giubbotto che la teneva a galla e le impediva di toccare tutta la pianta del piede sulla sabbia.

Malfoy sbadigliò. “Qualche considerazione. Ho scelto il Dipartimento di Cooperazione Magica Internazionale per viaggiare e oziare, magari incontrare anche qualche strega straniera interessante. Finora, il viaggio è stato bestiale, la cucina discutibile e l'unica strega che ho visto sei tu. Senza offesa, Granger, ma non sei né esotica, né interessante. E non ancora menzionato la parte dove siamo qusi morti.”

“Non è vero” Hermione scosse il piede per districarlo da un miscuglio di alghe, “che non sono interessante.”

“No, suppongo di no, se essere pazzi come cavalli può essere definito essere interessanti.”

Lei sbuffò. “Grazie”

“Ma figurati”.

Hermione si fermò fissando l'acqua. Avrebbe giurato di sentire qualcosa sfregare contro la sua gamba. Forse era una tartaruga marina o un piccolo squalo, invece sembrava essere di nuovo uno stupido groviglio di alghe. Era verde, fastidioso e viscido; le ricordava una certa persona. Non che Malfoy fosse molto verde, adesso. Aveva dormito a torso nudo sulla nave, la camicia l'aveva riposta nel baule che adesso era rimpicciolito nella tasca dei pantaloni del suo pigiama.

“Gli incidenti e le catastrofi?”

Hermione girò la testa. La sua mente si era assopita per un secondo. “Cosa?”

“Ho detto, perchè hai scelto il Dipartimento per gli Incidenti e le Catastrofi? Non sembra abbastanza stimolante in fatto di ricerche per te, voglio dire. E nemmeno molto eroico, o roba del genere.”

“Certo che lo è, roba da eroi, intendo.” lei fece una smorfia, per quella parola. “Solo la parola catastrofe dovrebbe evocarti questa parola. Due settimane fa ho dovuto invertire il corso del tempo a Bristol”.

“E fammi indovinare, hai dovuto fare un monte di ricerche per scoprire come fare?”, chiese lui, un sorriso di circostanza.

“Beh, si”

“E che dire di questi incidenti? Quelli dove devi andare a cercare di rimediare quando il cane di qualcuno abbaia e canta noci di cocco?”.

Hermione alzò gli occhi al cielo. “Penso che tu stia sottovalutando la mia posizione nel reparto. Mi mancano due gradi per essere capo”.

Malfoy sorrise. “Davvero? A me solo uno.”

Hermione quasi cadde con la faccia in acqua. “Uno?”

“Oh, si. Ho fatto una bella impressione. Appena Roxana Croon andrà in pensione, prenderò il suo posto. Non è neppure un granchè. Era solo il sostituto più rapido per Crouch.”

“Fantastico, tu a capo di qualcosa che implica la cooperazione. Incantevole.”

“So cooperare quando voglio, Granger. Oppure non ti sei accorta che siamo ancora vivi?” guardò verso la riva. “Io vado a nuoto, ci vediamo quando arrivi.”

“Ma”, lui era già partito a nuoto verso la riva. “Sono così stanca”, mormorò. E affamata e aveva bisogno di fare pipì.

Un'onda s'infranse sulla sua testa.

Ok, poteva anche nuotare. Tanto era di nuovo fradicia mezza. Si tuffò in avanti, nuotando un po' a cagnolino prima di prendere il ritmo con le bracciate. Teneva sempre la bacchetta in pugno e questo la ostacolava un po' nei movimenti e si chiese come Mafoy avesse ovviato a questo fastidio.

Pochi minuti dopo, l'acqua era troppo bassa così si alzò di nuovo, inciampando negli ultimi metri che la separavno dalla spiaggia. Crollò sul bagnoasciuga ansimando.

“Ce l'hai fatta, eh? Ti porterei una piňa colada per festeggiare, ma non ho avuto tempo di cercare un pub qui intorno. I miei soldi sono ancora rimpiccioliti dentro le tue tasche vero? Tireresti fuori il mio baule?”

Hermione alzò gli occhi al cielo esasperata, ancora cercando di riprendere fiato. Infilò la mano nelle tasche dei suoi pantaloni, ritrovandosi a tastare la tasca sinistra con crescente disperazione.
Andato. Il suo baule era andato perso. Quasi scaraventò fuori quello di Malfoy, per cercare il suo con più precisione. Niente. Andato, andato, andato. Gemette, vicinissima al pianto.

Nel frattempo, Malfoy aveva riportato il suo baule alle dimensioni normali, stava asciugando il contenuto con la bacchetta, dopodichè si tolse il giubbetto di salvataggio, e si infilò la sua camicia verde dalla testa, felice come una pasqua.

“Non ti preoccupare Granger. Ci sarà pure un negozio di vestiti, da queste parti. Non c'è bisogno di strapazzare i capelli più di quanto non lo siano già”.

Smise di tirarsi i capelli. Per quanto detestava ammetterlo, Malfoy aveva ragione. Seguendo il suo esempio, usò la bacchetta per asciugarsi, cercando di ignorare il pensiero dello stato in cui si trovassero i suoi capelli, probabilmente tipo il pelo di un barboncino. Almeno era riuscita a salvare la sua bacchetta. Se fosse finita anche quella in fondo al mare, non poteva immaginare cosa avrebbe fatto.

Gettò il suo giacchetto accanto a quello di Malfoy. Aveva bisogno di un bagno e di cibo. “Hai visto cosa c'è qui intorno?” chiese lei.

“No, sono arrivato solo cinque minuti prima di te. Non ho visto nessuno. Andiamo?”

Indicò con la mano il primo gruppo di case un po' più all'interno dell'isola, e lei annuì seguendolo in stato un po' confusionale, il baule che li precedeva galleggiando a mezza'ria. Malfoy bussò elegantemente alla porta della prima casa che avevano raggiunto, aspettò un minuto e poi provò a muovere il pomello. “Non c'è nessuno in casa. Dovremmo continuare ad essere gentili ed educati, finchè non troviamo qualche anima ex-Grifondoro che ci inviti ad entrare, oppure cediamo alla disperazione ed entriamo dentro come i naufragi che siamo?”

“Me lo stai chiedendo davvero?”

“Giusto. Entriamo, allora. Prima le signore, incrostate di sale e in pigiama.” Si fece da parte e si inchinò per farla passare. Cibo, acqua, servizi igienici, il sonno. Poi avrebbe avuto tutta la forza necessaria per affrontare Malfoy e le sue stupide illazioni.

La casa era poco più grande di un bungalow. Da quello che poteva intravedere, aveva solo tre stanze. Adesso si trovavano nella cucina. Poi c'era una porta a sinistra che sembrava portare alla camera da letto e a destra c'era il bagno, verso il quale si diresse così rapidamente che si scontrò con Malfoy per riuscire ad entrare per prima.

Due minuti e una vescica vuota dopo, Hermione riemerse dal bagno, trovando Malfoy che frugava nel frigorifero.

“Tutto bene?”

Lui fece una smorfia. “ Un sacco di questo cibo sta cominciando ad andare a male. Preferisci della senape o della conserva?”

Hermione scosse la testa, che per pura coincidenza cominciò a girarle. “Fammi vedere.”

“Fai come se fossi a casa tua.”

Si diresse verso il gabinetto, appena lei inizò a frugare nel frigorifero. Il latte era stantio, gli spinaci erano viscidi e il pollo faceva davvero cattivo odore.

“Aha!” la zucca che aveva trovato rovistando nel cassetto della verdura non sembrava avere niente che non andasse. Certo, doveva cuocerla, ma almeno per adesso era sufficiente per sfamare entrambi.

L'aveva divisa a metà e stava togliendo i semi con un coltello, quando la mano di Malfoy si strinse sul suo polso.

“Che cos-”

“Qui,” sussurrò, facendo cenno verso la porta della camera da letto. Per un attimo i suoi pensieri vagarono in una strana e allarmante direzione, almeno prima di vedere che qualcuno stava già occupando il letto.

L'uomo giaceva completamente immobile. Quasi, immobile. Il petto si alzava e si abbassava molto lentamente, e i suoi occhi si muovevano freneticamente sotto le palpebre, avanti e indietro.

“Sta sognando”, mormorò Hermione, sorpresa.

“Si. Per fortuna non l'abbiamo svegliato. Ti piacerebbe trovare due sconosciuti in pigiama che frugano dentro al tuo frigorifero?”

“Ma- il cibo. È tutto marcio. Perchè non se ne sarebbe procuato dell'altro, se fosse rimasto qui a casa?”

“Non lo so. Magari è pigro. Sta dormendo, nel bel mezzo della giornata.”

“Ma sembra che siano scomparsi tutti.”

“Beh, lui ovviamente non lo è. Quindi lasciamo dormire questo pigrone, mangiamo il suo cibo, beviamo la sua acqua e squagliamocela prima che si svegli.”

Hermione annuì esistante. Qualcosa non quadrava, e non si riferiva solo alla sua paranoia di essere un'intrusa lì dentro. Ci volle un po' di tempo per far cuocere la zucca e dopodichè lei e Malfoy bevvero quasi un litro d'acqua per uno, nonché un barattolo di sottaceti e una lattina di fagiolini verdi. Fu il pasto più assurdo che avesse mai fatto, nonostante al settimo anno avessero fatto quella... esperienza di campeggio.

“Sta ancora dormendo.” disse Malfoy, un volta riempitosi lo stomaco. “Dovremo tornare più tardi ad interrogarlo.”

“Già”. Hermione si alzò. Si sentiva molto più vigile adesso, anche se non avrebbe detto di no ad un pisolino. “Per prima cosa, domani potremo fare delle interviste e chiedere informazioni riguardo la gente scomparsa, così da capire meglio in che situazione ci troviamo. Per adesso, vorrei trovare un posto sicuro dove passare la notte, contattare il ministero per informarlo di quanto ci è accaduto, e-”

“Trovare qualcosa di decente da indossare?” lui sorrise quando notò che lo sguardo di Hermione vagò verso il basso ai suoi jeans e le sue scarpe costose. Si era cambiato quando era andato in bagno e lei non se ne era nemmeno accorta.

“Si. E trovare qualcosa di decente da indossare.” mugugnò lei a mezza bocca.


 


Salve di nuovo! storiella carinissima e simpaticissima, mi sono divertita tantissimo a tradurla per voi! in realtà, siccome è abbastanza lunga ho deciso di dividerla in due, tre parti. per creare più suspence! 

Ho già tradotto tutto, quindi ci vediamo tra pochi giorni con il seguito!
baci
char

  
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