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Autore: zavarix    21/02/2014    6 recensioni
Seguito di "Scavalcamenti e inviti a cena".
L'attesa sera è arrivata e Gibbs dovrà mantenere la promessa fatta Jenny.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Shepard, Leroy Jethro Gibbs
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia dedicata a Emily27

LA CENA

 

Jenny aprì il suo grande armadio sapendo già che l'avrebbe richiuso dopo un bel po', non aveva la più pallida idea di come vestirsi quella sera, non poteva sapere cosa sarebbe capitato. Leroy Jethro Gibbs poteva portarla in un elegantissimo ristorante come trascinarla in un appostamento per chissà quale caso che non poteva attendere.
Con un sorriso ripensò a l'altro giorno, quando entrambi avevano lasciato cadere le difese e avevano deciso di seguire il loro cuore. Quel bacio rubato in ascensore sarebbe forse diventato il più bel ricordo di Jen. Ancora indecisa spostò lo sguardo tra gonne, camicette, pantaloni eleganti e vestiti lunghi. Niente, forse le conveniva chiudere gli occhi e prenderne uno a caso.

 

Nella camera degli ospiti anche Gibbs stava fermo a fissare il suo armadio. Non aveva mai avuto problemi a decidere cosa mettersi, almeno non dai tempi in cui usciva con Shannon. Lui sapeva benissimo i programmi per la serata, ovviamente, ma per quell'appuntamento si stava agitando come un ragazzino alla prima cotta, e questo non era da lui. Sono già uscito con Jennifer Shepard; si disse continuando a fissare i vestiti riposti con cura. Ma solo quando eravate sotto copertura, gli suggerì una vocina nell'orecchio. Gibbs scosse la testa come per scacciarla e prese quello che aveva scelto, si sarebbe vergognato di se stesso se fosse rimasto un altro po' davanti all'armadio senza sapere che mettere.

 

Jenny ancora non sapeva cosa aspettarsi quando vide la macchina di Gibbs fermarsi davanti casa. Senza aspettare il campanello incominciò a scendere le scale e si diresse verso la porta. La aprì nel momento stesso in cui Gibbs arrivava sul pianerottolo. Rimase a guardarlo stupita. Indossava un completo blu scuro, una camicia bianca e una cravatta azzurra che gli risaltava moltissimo gli occhi.
Anche Gibbs sembrò fermarsi qualche secondo a contemplarla. Lei alla fine aveva optato per un vestito rosso, che le arrivava poco sotto le ginocchia e che le risaltava i colore dei capelli. Sorrisero entrambi, poi Gibbs le offrì un braccio.
“Vogliamo andare, direttore?”, chiese con fare scherzoso. Jenny lo guardò male.
“Ti ricordi il mio primo giorno come tuo capo?”, chiese mentre si avviavano lungo la strada, Gibbs non sembrava intenzionato a prendere la macchina. Jethro le lanciò un'occhiata eloquente, come per dire: chi può mai dimenticarselo? “Beh... Ti ho detto che sul lavoro dovevi chiamarmi direttore”, gli fece notare calcando la voce sulla parola lavoro.
“Mi hai anche detto che non ci sarebbe stato nessun fuori dal lavoro”, la prese in giro lui.
“Diciamo che non avevo ancora archiviato l'ordine... Quindi posso ritirarlo”, rimbeccò lei sottolineando il posso e facendo un occhiolino. “In fondo io non sto infrangendo nessuna regola, né dell'NCIS, né tanto meno mia”. Si divertiva a stuzzicarlo, era un gioco che c'era sempre stato, fin dai tempi di Parigi, quando lei era una pivellina sotto gli ordini di Gibbs.
“Se vuoi possiamo fare marcia indietro”, propose Gibbs senza però accennare a fermarsi. Jenny rise senza essere troppo preoccupata di quella minaccia.
“Ho come l'impressione che sia tu il peggior fuorilegge delle famose cinquanta regole... Non credo che romperne un'altra sia così male”. Gibbs rise dandole silenziosamente ragione. Ormai stavano camminando da un po' e Jen incominciò a pensare a dove diavolo la volesse portare Jethro.
“Siamo quasi arrivati, non ti preoccupare”, le disse lui come se le avesse letto nel pensiero. In effetti poco dopo si fermarono davanti ad un piccolo ristorante chiamato Le due Rose. Era piccolino, probabilmente di gestione familiare, però era molto carino come posto, con molte parti in legno e vari quadri alle pareti, senza contare svariati mazzi di rose disseminati per tutto il locale.
Si sedettero al tavolo che una gentilissima cameriera aveva loro indicato.
“Non sarà elegante come una cena dal presidente...”, commentò Gibbs stuzzicandola.
“A dir la verità sono stupita, come fai tu a conoscere un posto del genere?”, chiese Jenny ancora stupita. Gibbs la guardò e sembrò non voler rispondere.
“Mi ci ha portato Shannon...”. Al sentire quelle parole Jen si sentì strana. Sapeva che l'uomo dagli occhi di ghiaccio seduto di fronte a lei non avrebbe mai smesso di amare la sua prima moglie, ma questo la infastidiva. La faceva pensare che forse anche lei era uguale alle sue ex mogli, un modo per riempire il vuoto di Shannon, che però non sarebbe mai stato abbastanza. Fece un piccolo movimento, come se volesse prendere le sue cose per andarsene, e Gibbs le mise una mano sulla sua, appoggiata al tavolo. Jen tornò a guardarlo e quando vide il suo sguardo su di lei le venne quasi da rabbrividire. Perché tutte le volte che lui la guardava si sentiva così?
“Jethro...”. Le sembrò strano pronunciare il suo nome dopo tutto quello che le era passato per la testa. “Non voglio essere un altro dei tuoi sbagli”, confessò stringendogli la mano che lei adorava così tanto. Ma in fondo c'era una parte di lui che non le piaceva?
“Sei la prima che porto qui...”, rispose Gibbs sorridendole con il suo sorriso sghembo. “Io...”, sembrò bloccarsi, come se non trovasse le parole. “Tornare qui è come dire a Shannon che ce l'ho fatta, che non ho del tutto rovinato la mia vita...”. Jenny allora capì. Capì che lui l'amava veramente, come aveva amato la sua prima moglie. E lei non poteva chiedergli di cancellare il suo passato, perché era quello che l'aveva reso l'uomo che aveva davanti. “Devi credermi, Jen... Devi credermi quando ti dico che ti amo”. I due si fissavano intensamente negli occhi, così intensamente che sembrarono non si accorgersi delle quattro figure che erano appena entrate e che li guardavano a bocca aperta. McGee, Abby, Tony e Ziva stavano lì imbambolati, senza sapere che fare. Ziva, con il suo fare silenzioso da ninja fece cenno a tutti di uscire prima che li notassero. Così, ancora piuttosto muti per la sorpresa, tranne Tony che aveva saputo la cosa qualche giorno prima e che ridacchiava sotto i baffi, uscirono per cercarsi un altro locale in cui passare la serata in compagnia.
“Li hai notati?”, commentò divertita Jenny, Gibbs sorrise a sua volta e annuì. “Allora, che ci inventiamo?”, continuò con aria da cospiratrice.
“Niente. Perché nasconderci ormai?”, rispose Gibbs, sentendosi però un po' stupido, in fondo lei non gli aveva ancora detto che lo amava.
“Hai ragione, anche io non sopporterei di fingere ancora”, convenne lei. “Ti amo Leroy Jethro Gibbs”. Non ci poteva credere, l'aveva detto! Si sentì euforica per questo e accolse volentieri le labbra di Gibbs che si adagiarono sulle sue. Poi lo sentì ridacchiare, e il sorriso rimase mentre si allontanavano di nuovo. Lei invece aveva una faccia interrogativa.
“Credo che adesso ci convenga ordinare”, le spiegò indicando la cameriera che stava aspettando e che li guardava con un sorriso che le arrivava da orecchio a orecchio.





Ecco qui! Emily27 mi ha suggerito di dare un seguito... E io l'ho fatto! Spero vi piaccia! Soprattutto a te Emily!

  
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