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Autore: Serena394    21/02/2014    1 recensioni
La guerra contro Capitol City ormai si è conclusa. Ora, mentre Katniss e Peeta son tornati nel distretto 12, Gale si ritrova solo, a lavorare nel distretto 2 e a combattere con i sensi di colpa per la morte di Prim.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Quando ho iniziato a scrivere questa flashfic le mie intenzioni erano tutt’altre. Non pensavo proprio di scrivere un missing moment post-guerra, bensì un missing moment pre-mietitura. Ma come sempre ho divagato e niente è nato questo piccolo estratto, buona lettura :)

L’ennesimo spot televisivo era finito e Gale, di pessimo umore, si ritrovava sulla strada di ritorno verso la sua nuova casa. Benché fosse grato alla Paylor per avergli dato un lavoro nel distretto 2, avrebbe volentieri evitato tutte quelle stupide apparizioni televisive. La guerra era finita, che bisogno ne avevano ora?
Sebbene il suo impiego nel distretto lo tenesse occupato, Gale non poteva fare a meno di sentire la mancanza dei suoi amati boschi. Solo la caccia gli avrebbe permesso di svuotare la mente, permettendogli di scordarsi, almeno per qualche ora, il senso di colpa che lo opprimeva costantemente fin dal giorno della caduta ufficiale di Capitol City.
Odiava il fatto di aver mostrato a Beetee il funzionamento delle sue trappole, odiava il fatto che la Coin le avesse usate contro dei bambini, bambini fra cui c’era Prim. Prim che era troppo giovane per essere in prima linea fra i medici, troppo giovane per dover affrontare una guerra, troppo giovane per morire. E invece, era morta e la colpa era soltanto sua. Ricordava ancora le parole che Katniss gli aveva rivolto, pochi mesi prima, “Era tua la bomba?”.
 “Non lo so, ha importanza? Tanto tu continuerai a crederlo.” Aveva risposto lui, aveva aspetto almeno un piccolo gesto, uno sguardo che gli avrebbe indicato che non era vero, che lei in ogni caso lo avrebbe perdonato. Ma quel gesto non era arrivato. La verità era che, se anche Katniss avrebbe dato un cenno di perdono, lui avrebbe comunque passato il resto della sua vita ad associare quelle bomba a se stesso. E ne era consapevole nell’esatto momento in cui le aveva dato quella risposta. E ora, gli incubi che lo tormentavano ogni notte ne erano la prova. Così come lo era il fatto che non sarebbe mai più tornato nel 12. Come poteva tornare là, dove aveva visto Prim crescere, dove ora Katniss non lo avrebbe mai più guardato come faceva un tempo.
Katniss, che gli aveva proposto di scappare insieme prima di tornare di nuovo nell’arena e che poco dopo, alla sua confessione d’amore, gli aveva risposto “lo so”. Peeta glielo aveva detto, nel sotterraneo di Tigris, lei ti ama. Certo, probabilmente in passato lo aveva amato, ma ormai quell’amore non esisteva più. Katniss non aveva bisogno di fuoco nella sua vita, quello ne aveva già a sufficienza lei stessa. Ora c’era Peeta al suo fianco, come lo era stato negli ultimi due anni. Gli Hunger Games, erano un’esperienza forte e loro, li avevano condivisi per bene due volte.
E così lui aveva deciso di lasciarla andare, si questa volta avrebbe deciso lui. Non voleva vederla scegliere di nuovo Peeta. Perché era lui che l’avrebbe aiutata a sopravvivere al dolore della perdita, si sarebbero curati a vicenda.
Quanto a lui, lui si sarebbe curato da solo. Proprio come aveva sempre fatto negli ultimi anni.
  
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