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Autore: CretinKaito    21/02/2014    6 recensioni
ATTENZIONE: IL PRIMO CAPITOLO VERRÀ COMPLETAMENTE RISCRITTO!
Con grande sorpresa e compiacimento di Ginzo, Kid ricambiò il contatto, dapprima timorosamente, fino poi ad arrivare a spingere con la propria lingua sulle labbra dell’uomo, per cercare rifugio.
Lo avvicinò a sé.
Aoko amava Kaito ed odiava Kid. Quindi se Kid andava a letto con suo padre, si sarebbe fatto odiare da Aoko… ovvero non sarebbe cambiato niente.
Perché ora Kaito era Kid. Per quanto il mondo ne sapeva Kuroba Kaito a quell’ora della notte era abbracciato al suo peluche di Pikachu e dormiva beato nel letto, sotto le coperte di cotone di Dragon Ball.
E forse era distinguendo le sue due vite, quella civile e quella criminale, che sarebbe riuscito a trovare una scusa per se stesso.
A sua volta, Nakamori afferrò Kid per la cinghia dei pantaloni, facendo aderire i loro bacini.
Attenzione alla coppia principale!
Se non vi piace NON scrivete recensioni Offensive! Ci basta un parere personale o un concetto più oggettivo del perché non vi va giù.
Se vi dovesse piacere accettiamo con entusiasmo le vostre recensioni!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Aoko Nakamori, Ginzo Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: QUESTO CAPITOLO VERRÀ COMPLETAMENTE RISCRITTO.
Chi sei davvero?
 
Quella notte d'inverno impetuoso niente aveva a che fare con le solite allegre atmosfere che caratterizzavano i furti di Ladro Kid. 
Al Museo Beika, nell'ala dei minerali, erano riuniti gli agenti della Task Force di Kaito Kid, tremanti dal freddo, l'uno stretto all'altro, come a sperare di potersi scaldare. 
Ma questo poco faceva; perfino una sottile latra di ghiaccio si stava formando sul pavimento, là, nelle zone più umide. 
Dunque, come pretendere di scaldarsi al calore di un corpo umano? 

Un frastuono e vetri infranti sul pavimento. 
"È Kid! È arrivato il Ladro Fantasma!" all'urlo di un poliziotto, tutti si accalcarono verso l'uscita della sala, direzionati all'origine del ruomore. 
Tutti, meno che l'Ispettore Nakamori.
Basta un poco di logica, d'altro canto; "È arrivato il Ladro Fantasma!" dopo un rumore simile? Kid non è stato denominato uno spettro a caso...

Un fruscio innanzi a se. Ginzo spostò lo sguardo, ma niente. 
"Dove sei maledettissimo ladro? Fatti vedere! Non ti lascerò rubare il gioiello." Urlò con voce roca, facendola rimbombare  nella grande stanza semideserta, ancora più gelida. 
L’adulto si bloccò.
Il monocolo scintillante nel buio.
Iil fiato caldo di Kid era percepibile sul collo dell’ispettore.
“Sai Kebu, io in realtà non sono affatto interessato al gioiello...” Lasciò la frase in sospeso, sussurrata con un tono basso e tremendamente accattivante, gironzolando curioso attorno all’uomo. La situazione iniziò a farsi imbarazzante, singolare.
“Ma chi accidenti credi di ingannare?”
“Forse dovresti provare a calmarti, ad analizzare la situazione.” Mormora ancora il ladro.
Una corrente fredda fece rabbrividire entrambi, ma solo l'espressione di Nakamori mutò.
Era in quella sala da più di tre ore. Stava iniziando a perdere sensibilità agli arti. Era quasi sicuro che il ghiaccio sul pavimento si stesse ramificando in disegni indefiniti sulle suole delle sue scarpe, salendone i lati lentamente, scricchiolante.

Al contrario, Kid era caldo e veoce, forse troppo.

Il giovane mise il piede in fallo; nulla servirono i riflessi svelti, il ghiaccio era tremendamente scivoloso e tutti lo sanno: Kuroba Kaito alias Kaito Kid NON sa 
pattinare.
Perse l’equilibrio.
Ricordando le varie uscite con Aoko e altri loro amici, d'istinto chiuse gli occhi, pronto al dolore e alle risatine dei compagni, i queli sostenevano che un mago come lui era 
impossibile non sapesse pattinare!
Qualcosa non andava...
Non avvertì dolore, non era avvenuto alcun impatto con il pavimento e non si udivano risate di scherno.
Il capo era adagiato sul torace di Nakamori e l'unico rumore percepibile era il rimbombare ovattato del cuore dell'uomo. Kaito non ne fu sicuro, ma gli parve che quel ritmo 
stesse accelerando.

Sorrise lievemente incurvando le labbra.

Alzò lo sguardo e fu un istante.
I due iniziano a fissarsi intensamente.
“Ti sento piuttosto agitato, Ginzo. Hai forse paura di me?”
Kid prese in giro Nakamori, ma per qualche strana ragione ancora oscura a lui, anche il suo cuore iniziò a palpitare più forte. 

Kid era confuso, nemmeno lui sapeva bene cosa stesse accadendo. 
Nakamori era il padre della sua migliore amica d'infanzia, nonché l'uomo che l'aveva cresciuto. 
Cosa stava per fare? 
Eppure... eppure gli piaceva stare così, poggiato col capo che sentiva terribilmente pesante sul petto muscoloso dell'uomo più grande.
Tornò a fondere il blu metallico, ricco di striature celesti dei propri occhi, con la pece di quelli dell'ispettore. 
I suoi occhi, guardandoli con attenzione erano incredibilmente profondi, sembravano risucchiare il suo sguardo e la sua attenzione.
Impercettibilmente allungò il collo per avvicinarsi maggiormente a quei due buchi neri favolosi, segnati dal tempo, ma non imbruttiti, non stanchi.

Il tempo delle riflessioni era breve, i visi dei due sempre più vicini, anche se inconsciamente. 
Il momento delle esitazione era ormai concluso, ma no, il ladro si ritrasse a pochi millimetri dalla bocca dell'ispettore. Se avessero ispirato all'unisono, si sarebbero sfiorati le 
morbide labbra. 
Kid abbassò lo sguardo confuso e frastornato da mille pensieri, lo sguardo fisso nel vuoto oscuro della stanza.
Non si era accorto di cosa realmente stava facendo fino a che, negli stessi occhi oscuri in cui si stava lentamente perdendo, vide una scintilla, una luce di sorpresa e forse... 
forse di entusiasmo?
Solo allora si era resto conto di essersi leggermente avvinghiato con le mani alle braccia dell'ispettore e di essersi avvicinato alle sue labbra con le proprie. 

Allo stesso tempo Nakamori svuotò la mente di botto: non gli importava se a qualche corridoio più in là stavano i suoi uomini.
Non pensava adesso alla figlia, nemmeno alla moglie tanto amata.
Vedere qul ragazzo fasciato di bianco, sempre spavaldo e giocoso, adesso con quell'aria persa e intimorita, le guance forse arrossite, lo avevano ridestato. 
Da tempo un velo gli oscurava il cuore che credeva morto insieme alla moglie, eppure quella visione aveva letteralmente strappato, con forza, quella stoffa pesante e tetra. 
Ginzo semplicemente portò l'indice sotto al mento del ladro, sollevandoglielo. Lo afferrò per la rossa cravatta nerastra dall'oscurità e lo avvicinò a se, facendo aderire il petto del giovane al proprio.
Il cuore del ladro iniziò a battere forte, il ragazzo dalle iridi azzurre con quelle striature blu metallico e nere che sembravano sminuire qualsiasi altro sguardo,  avvampò, ma tentò di mascherare ogni emozione.
"Ispettore che...-"
 L'uomo iniziò ad accarezzargli dolcemente il viso perfetto, con il torso delle dita, delicatamente.
"Sh, non rovinare questo momento, dimentica ogni cosa, ogni preoccupazione. 
Abbandonati tra le mie calde braccia; non porti alcuna domanda. Il destino ci ha voluti qui, insieme. Forse è un errore, ma a me non dispiace affatto..." Gli passò una mano tra i capelli morbidi e sbarazzini, sempre scomposti in quei buffi ciuffi che sembravano vincere la gravità. 
Il ladro accennò un sorriso dolce, avvolse timidamente le braccia attorno al collo di Nakamori.
"Ginzo, lei è l'errore più bello della mia vita". Biascicò sottovoce, imbarazzato.
Si alzò leggermente i punta dei piedi per avvicinarsi al volto dell'uomo più anziano col proprio, ripiegando il cuoio candido e brillante delle scarpe eleganti. 
Chiuse gli occhi lentamente a ochi millimetri dalla bocca di Ginzo che lo imitò e finalmente e con imbarazzo celato, posò le proprie labbra su quelle dell'ispettore, facendo un poco di pressione per assaporare fino in fondo quel sapore magnifico, dolce spiritualmente, ma nella realtà leggermente acre.
Per lui, una combinazione perfetta.
L'ispettore sorrise di rimando nel bacio, ma poi lasciò che le labbra tornassero morbide per farle aderire al meglio con quelle del ragazzo che solo in quel momento aveva capito quanto fosse importante per la propria vita e quanto avesse, Ginzo, desiderato quel contatto. Certo, Kid era fastidioso, burlone, un bambino sempre attivo e giocoso, ma era anche tanto dolce e non rifletteva molto sulla propria incolumità pur di salvaguardare quella altrui. 
Quante volte alle rapine erano stati avvistati strambi uomini vestiti di nero a mano armata?
Quante non ricordava, ma sapeva che altrettante volte Kid si era posto tra i proiettili e i civili, Nakamori compreso.
Ora, gli era avvinghiato al collo, in quel tenero bacio che durava da solo pochi attimi, ma che entrambi volevano e stavano effettivamente approfondendo con passione maggiore.

Kid, costretto in punta di piedi, le mani dietro al collo dell'ispettore.

Inclinò la testa per cercare respiro e l'adulto ne approfittò, intrufolando la propria lingua nella bocca del ladro che gemette sorpreso. 
Cosa aspettarsi da un ragazzino? 
In fondo, altro non era che giovane, dannatamente giovane e inesperto. Era, appunto, un ragazzino e Ginzo non conosceva neppure la sua identità.
Eppure, anche quel fascio di mistero, fanciullezza e innocenza che avvolgevano il ladro dal manto bianco attiravano l'ispettore.
Inizialmente intimidito, Kid tentò di rispondere al bacio e pian piano iniziò a muovere la propria lingua in armonia con quella dell'amato, diventando, secondo Ginzo, anche piuttosto bravo e sempre più appassionato, tant'è che l'ispettore perse la testa e, un po' per il ghiaccio ormai ben formato sul suolo, un po' per l'eccitazione che quel moccioso gli creava, sentì le gambe indebolirsi e in pochi attimi si ritrovò steso per terra, il ladro avvinghiatogli sotto.
"Kid, sei sicuro? I miei uomini staranno per..." la frase venne soffocata da un bacio del ladro. "Kebu... I suoi uomini se la trappola è andata bene adesso sono altrove. Può stare tranquillo e cercare di calmare anche me..."
Non era stato proprio esplicito, ma era una dichiarazione di... ansia, per quello che si accingevano a fare. Nakamori era stato sposato e aveva avuto una figlia... Ma che ne sapeva del ragazzino che stava schiacciando contro al pavimento?
Poi, ancora, un bacio gli fece dimenticare tutto e tutti. 
Le mani dell'ispettore, dai capelli del ladro, scesero seguendo con le dita i lineamenti affilati e perfetti del ragazzo. Tracciarono il contorno del pomo d'adamo e arrivarono alla cravatta che venne ignorata.
Giunti alla vita del pantaloni, Nakamori estrasse la camicia blu da essi e infilò una mano al di sotto della stoffa morbida. Brividi di piacere e fresco attraversarono le membra del giovane che mai aveva assaporato sensazioni simili prima. Il poliziotto notó con piacere che il più piccolo era sì, "piccolo", ma in quanto ad addominali non scherzava.
Segnò con le dita il percorso ondulatorio dei muscoli di Kid, duri e caldi, fino ad arrivare al petto.
Ginzo si compiacque del ritmo sempre più accelerato del cuore del suo piccolo ladro. Spostò il peso reggendosi solo con le gambe, facendo sì che potesse intrufolare anche l'altra mano sotto la camicia di Kid.

Iniziò a stuzzicare le parti più sensibili della morbida pelle del ladro, mordicchiandogli con foga il lobo dell'orecchio. Il ragazzo ormai era sul punto di gemere, ma la sua Faccia da Poker lo fece rinvenire. Ancora non si sarebbe mostrato fragile agli occhi dell'ispettore.
Senza bloccare l'amante, strappò con i denti e una mano i bottoni della giacca dell'uomo che intanto gli teneva un braccio bloccato col corpo.
Le due ombre risultavano curve linee bluastre, dolci e ondeggianti al chiaror della notte. La giacca venne totalmente strappata, seguita dalla camicia color pistacchio del poliziotto. Adesso era il ladro a condurre il gioco. L'ispettore lo lasciò fare, voleva vedere come se la sarebbe cavata il verginello. Kid iniziò a baciare il petto di Nakamori, arrivando fino ai capezzoli che torturò leggermente.
Altri leggeri lamenti si alzarono dalla gola dell’uomo che, dopo aver capito il dispetto che voleva fargli quel monello di un ladro, tentò di soffocare come meglio poteva.
L'ispettore si tuffò nuovamente sulle labbra carnose, del ragazzo.
Si fece spazio per poi iniziare ad accarezzargli il palato con la lingua, calda.
Il giovane ansimò piano nella bocca dell’amante che a sua volta gli strinse con forza i capelli.
Il giovincello gemette di piacere come l'uomo iniziò a mordicchiargli il lobo dell’orecchio, inebriato dall’inconfondibile aroma di vaniglia di cui erano impregnati i capelli del ladro che lo mandarono letteralmente in estasi.
Stufo e impaziente, Kebu spinse Kid vicino alla parete e gli si accostò gattonando. 
Riuscì a bloccargli le mani sopra al capo con la cravatta del ragazzo che ora si ritrovava davvero impotente e leggermente impaurito.
Portò una mano sulla schiena ormai nuda del ladro e la fece scivolare lentamente verso il basso, provocando brividi infiniti e improvvisi nell'altro che si deconcentrò totalmente e alla mano fredda dell'ispettore nelle proprie mutande, contro la pelle bollente, si lasciò sfuggire un grido sorpreso che compiacque infinitamente l'ispettore.
Il ghigno perverso e maniacale che sempre adornava il bel volto nel ladro durante le rapine si era trasferito sulle labbra di Nakamori. 
Gli angoli della bocca erano tirati in quella smorfia pazza, di passione, voglia, ma fascino. 
Kid era confuso... come poteva piacergli quel volto? 
Forse però, adesso capiva le molteplici sensazioni che attraversavano le sue fans. 
"Che c'è Kid, hai paura?" I ruoli si erano davvero invertiti. Ora era Ginzo a comandare il gioco. Adesso era il ladro ad essere vulnerabile e indifeso. 
Non permise a Kid di rispondere, avvicinandosi maggiormente al suo corpo statuario e infilando meglio la mano nei boxer del ragazzo che era rimasto sbalordito. Iniziò a muovere lentamente e sensualmente la mano sul membro del ragazzo, mozzandogli letteralmente il fiato e lasciandolo mormorare sillabe sconnesse. 
Kid strinse la presa attorno alla cravatta che gli legava i polsi. 

La sensazione che provava era indescrivibile. Era come scosso da spasmi, era bellissimo, era strano, provava il gelo ovunque e poi un calore devastante. Questo significava essere toccato dalla persona amata? 
"Non fare così, lascia le sensazioni migliori per dopo, non siamo che all'inizio Kai-chan “ L'ispettore parlò dolcemente al ragazzo che avvicinò il viso a quello di Nakamori, volenteroso di ricevere un altro bacio che non tardò ad arrivare. Dopo quel breve contatto a fior di labbra, Kid nascose il naso nell'incavo del collo del suo uomo, per poi dvincolare con abilità le mani dalla stretta della cravatta e portarle sulla schiena dell'ispettore, avvinghiarsi con più forza al corpo di quest'ultimo, graffiandolo.

L'ispettore continuò a massaggiare e stuzzicare l'erezione del ragazzo, il quale sentiva la propria pelle sempre più calda e bagnata. Kid strinse le palpebre, sia per il piacere, sia per il lontano dolore che stava iniziando a covare, tentando, inoltre, di impedire al sudore ormai grondante di entrargli negli occhi.

Gemiti repressi gli salivano alla gola e prontamente venivano repressi con decisione che ad ogni nuovo tocco dell'uomo più grande veniva sempre meno.
Solo suoni gutturali uscivano dalle labbra stupende, semiserrate del piccolo ladro che nel frattempo aveva anche allargato le gambe e con le braccia tentava di attirare maggiormente l'amato a se. 

Voleva di più, amava quella sensazione incredibile e stava lentamente perdendo il controllo.

Pian piano le orecchie di Ginzo udirono un bellissimo suono, magnifico per i timpani: 
i gemiti di Kid.

Estasiato da tali suoni melodici, Ginzo si resse sulle ginocchia, intrufolando anche la seconda mano nei boxer del ragazzo. Questa nuova intrusa puntò dritta all'osso sacro che torturò leggermente e, sommato al movimento dell'altra mano, il risultato fu un urlo di puro piacere da parte del ladro che subito si morse le labbra imbarazzato.
Ginzo fissò il suo marmocchio morente di vergogna, dalle guance rosse e lucide per l'imbarazzo e per il piacere che stava provando.
Si sporse verso di lui, baciandolo con passione, riprendendo contemporaneamente a muovere le mani in quella fine stoffa, ormai zuppa di sudore, che costituiva l'unico indumento del ragazzino ormai in estasi.

Si separò leggermente dal suo volto, insaziabile di vedere quella figura tanto fragile. Qualche filo di saliva legava ancora le due bocche. Quando esse si ricongiunsero la bava si appiccicò al collo di Kid, come se non fosse già abbastanza bagnato.

Dopo poco il ladro si staccò bruscamente, ansimando sempre più forte. Doveva respirare, non riusciva a baciare l'ispettore, gli mancava il fiato e gli dolevano i polmoni. 
Conficcò le unghie nella carne dell'ispettore, vicino al collo, eccitandolo sempre di più e facendogli aumentare il ritmo. Kaito non resistette. Spalancò gli occhi e iniziò a chiamare il suo ispettore, con toni sempre più alti, rotti da spasmi, rovinati dall'assenza di fiato, ma alle orecchie del poliziotto giungevano come melodie.
"Ginzo... ah, Ginzo!" Il sangue caldo dell'ispettore ricadde sul viso di Kid rendendolo ancora più attraente e vulnerabile.

L'appellato non si tratteneva più, voleva farlo suo. 

Abbandonò ciò che stava facendo e con entrambe le mano tolse finalmente i boxer neri, fradici, ormai inutili al ragazzo, abbassandoglieli fino alle ginocchia.

Gli riaprì subito dopo le gambe per vedere il suo ladro in tutta la sua bellezza.

Il giovane stava inerme contro la parete, ancora in preda a mille emozioni.
La testa era leggermente rivolta vero l'alto e metteva in bella mostra il pomo d'Adamo, sottolineava i lineamenti del viso.
Ginzo si apprestò ad avvicinare la sua mano all'apertura del giovane, vergine -a parer di Nakamori- ancora per poco.

Immaginava quella situazione dal momento in cui il ladro gli era inciampato addosso.
Voleva anche lui godere dopo tutto ciò che aveva fatto provare al ladro, no? Poi s'illuminò. Che nome avrebbe dovuto gridare in preda al piacere?

L'uomo si avvicinò all'adolescente, baciandogli delicatamente la spalla destra muscolosa. Kaito chiuse gli occhi, ancora ansimante, godendosi quella dolce situazione. "Kai-chan... 
qual'è il tuo nome?"

Il ladro sbarrò gli occhi.
Kaito.
Kaito.
Il suo nome era Kaito Kuroba!
Era figlio di uno dei migliori amici di Nakamori e Kaito era a sua volta il migliore amico della figlia di Ginzo, Aoko. 
Era un ragazzino di 16 anni, un genio, certo, ma pur sempre un ragazzino.
Ladro, per giunta!
E se Nakamori avesse fatto tutto quello consapevole del fatto che Kid era un giovincello facilmente ingannabile?
Magari lo scopo originale era proprio quello di arrivare a quella decisiva domanda. Forse Nakamori aveva solo giocato con lui per farsi gridare la propria vera identità mentre veniva masturbato.

Era ovvio... Perché un uomo in salute, nel pieno degli anni, con una figlia splendida e tanti privilegi dovrebbe rovinarsi la vita e l'orgoglio diventando pedofilo del ladro cui da' la caccia? Kid portò freneticamente le mani sulle spalle dell'uomo, allontanandolo da se di scatto, guardandolo smarrito, spaventato... deluso.
"No..." Sussurrò solo. Non riusciva a dire altro.

Sentiva le lacrime accumularsi agli angoli degli occhi bellissimi. 

Nakamori lo guardava confuso.
Dopo tutto quello che avevano fatto e si erano detti, perché tale reazione? 
Certo non poteva immaginare quali fossero i pensieri e le preoccupazioni che affollavano la mente del ladro. 
Frastornato non reagì allo spintone che il suo Kid gli diede.

Il giovine si alzò barcollante. 
Provò subito un freddo immenso così lontano dalle calde braccia dell'ispettore, ma scosse la testa e frettolosamente si tirò su le mutande per poi raccattare i propri vestiti sparsi nella sala. 

Nel frattempo anche Nakamori si era alzato, ma di darsi una sistemata non ci pensava neanche. Il suo unico pensiero era Kid.
Lo raggiunse che già aveva indossato il mantello, umido dal contatto col pavimento. 
Lo afferrò per un braccio, ma prima che la presa diventasse significativa, il ladro si ritrasse intimorito. 
"Kid... perché?"
"L-l'ha detto lei all'inizio. È stato tutto un errore!" balbettò furiosamente, scomparendo in una fioca nube di fumo bianco, lasciando l'ispettore più depresso che mai con pensieri sconnessi a otturargli la mente...



Fine primo capitolo!


CretinKaito
ATTENZIONE: QUESTO CAPITOLO VERRÀ COMPLETAMENTE RISCRITTO.
             SE NON AVETE INTENZIONE DI CONTINUARE LA FICTION PERCHÈ L'AVETE TROVATA GRAMMATICALMENTE E           STILISTICAMENTE ORRIBILE, VI PREGO DI DECIDERE SE NON SEGUIRE O MENO QUESTA STORIA DOPO AVER LETTO IL SECONDO CAPITOLO. 
Come accennato, questa storia era nata a quattro mani. Ora la mia partner mi ha abbandonata e nonostante il dispiacere, ho la possibilità di rendere i capitoli omogenei stilisticamente, scorrevoli e piacevoli. Il capitolo successivo, è, infatti, scritto unicamente da me e quindi vi chiedo la cortesia di giudicare la storia dopo aver avuto un approccio con il livello effettivo di grammatica, lessico e stile. 
  
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