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Autore: randomnessUnicorn    21/02/2014    0 recensioni
Questa è una raccolta di una serie di Fiction auto conclusive, quindi ognuna non c'entra con l'altra. I personaggi saranno vari, per questo metterò "un po' tutti", idem per i generi che saranno sempre diversi a seconda della storia. Non so ogni quanto aggiornerò, però spero che siano gradite.
Capitoli pubblicati fino ad ora:
1- Self- Inflicted Pain ( Calliope x Roxy)
2- Waiting for you… (Nepeta)
3- I will learn to fly (Tavros & Vriska)
4- Whalecome Love (Meenah x Aranea)
5- Due cuori spezzati sono meglio di uno (Kankri & Nepeta)
6- Thank you for the Smile (Feferi & Gamzee)
7- L'utopia di un desiderio (Calliope & Cronus)
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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TITOLO: I will learn to fly.
AUTORE: randomnessUnicorn
FANDOM: Homestuck
RAITING: Verde
GENERE: Introspettivo, triste e generale.
NOTE: Raccolta.
PROMPT: Salta! E mentre cadi lascia che ti spuntino le ali. {Ray Bradbury}.
PERSONAGGI: Tavros e Vriska.
NOTE D’ AUTORE:  Yeah, e dopo l’eternità sono tornata, con una nuova storia triste, yeeeeah! La Tarvis è una delle mie OTP, anche se prenderei a schiaffi Vriska per ovvi motivi, ok. Mi sono ispirata ad un video per questa storia, this:
È una storia senza pretese, nata da un momento inaspettato d’ispirazione, sta mattina al bar, intenta a studiare il Rinascimento Italiano, l’ispirazione viene sempre nei momenti come questo: quando dovresti impiagare le tue energie sui libri, ma alla fine non lo fai. Buuuu-!
Spero vi piaccia, lasciate un commentino.  

 

 
 
I will learn to fly.
 
 
 
 
« … mentre cadi lascia che ti spuntino le ali… »
 
Disse una voce, distante ma allo stesso tempo vicina. Era una voce familiare, ma non riuscisti a riconoscerla, non in un primo momento.
 
« Puoi volare. Io credo in te. »

Ripeté la misteriosa voce.  Ti concentrasti maggiormente per capire di che voce si trattasse. Ma certo! Era il tuo amico Rufio! Sì, proprio lui. Tutti credevano fosse un amico immaginario, frutto della tua fervida immaginazione. Però tu hai sempre saputo che si sbagliavano, perché Rufio è reale, non è fantasia. È concreto, proprio come i tuoi sogni e la tua voglia di vivere… proprio come la brutta sensazione che stavi percependo …  

« Tavros… Tavros... Tavros... »

Improvvisamente un’altra voce ha iniziato a rimbombare per la stanza – anche se non eri sicuro esattamente di dove ti trovassi- . Era una voce inaspettata, indesiderata. Questa voce prese il posto di quella di Rufio, che scomparì lentamente.
La nuova voce era prepotente, strafottente e provocatoria. Una voce che avresti preferito non udire. Una voce che non ti mancava, e che fece riaffiorare nella tua mente ricordi troppo dolorosi, rancori pesanti come fardelli.  
 
« Perdente. Tu non sai volare, perché sei solo un perdente. Il re dei perdenti. Sei debole, anche prima che ti spezzassi le gambe, eri già incapace ed inetto. Perdente.
Datemi una P-E-R-D … »
 
«BASTA!»
 
Hai urlato in preda alla furia, tappandoti le orecchie. La voce però non proveniva dall’ambiente circostante, bensì dalla tua testa.
 
La voce non se ne andò, anzi, sembrava più forte e desiderosa di vederti penare.
 
« AH AH AH AH AH AH AH AH !!!!!!!!»
 
Rideva. Era una risata maligna e rauca, che non ti dava pace, anzi, alimentava ancora di più la tua rabbia, per non parlare della frustrazione che stava raggiungendo livelli più alti del precipizio da cui quella strega ti ha buttato.
No, non potevi più reggere tutto ciò. Né il tuo fisico e né la tua psiche avrebbero potuto sopportare tutto questo. Non di nuovo.

« Smettila. Vattene via, non voglio ascoltarti, così come sei entrata allora uscirai, o sarò costretto a cacciarti via io.»

Hai detto alla voce di tu sai chi, con tutta l’incertezza di questo mondo. La tua insicurezza era quasi palpabile, musica per le sue orecchie.
Perché non ammetterlo una volta per tutte e dire al mondo di chi è quella voce? Tutti lo hanno capito, ma tu ancora vuoi tenerlo nascosto al pubblico. Ti fa così paura da non riuscire a pronunciare nemmeno il suo nome?

“Vriska” Hai sussurrato tra te e te, con voce piena d’odio e astio.

« Non farmi ridere, tu non sai combattere. Infatti sto ancora qui, e faccio quello che voglio. Non sei in grado di cacciare i mostri dalla tua testa, come puoi pretendere di combattere i mostri veri, quelli che si trovano nel mondo reale, eh?! »

Continuava a parlare, sebbene non volessi ascoltarla, era inevitabile. Quelle parole erano verità, la dolorosa verità che ti scorreva nelle vene e non ti faceva dormire bene di notte, o vivere serenamente di giorno.  Ma cos’era la vita ormai? Un cumulo di incertezze e paura, che avevano solo un volto, un solo nome, un solo aspetto. Il suo. Avevano le fattezze di lei.

« Lasciami in pace! Non ti ho fatto niente di male. Perché continui a perseguitarmi così? Per quale motivo? »

Hai urlato, e lacrime color cioccolato iniziarono a solcarti le guance. Sapevi che un comportamento simile era sbagliato, soprattutto con lei. Piangevi ugualmente, almeno questo doveva concedertelo.

« Niente, tu non mi hai fatto niente. Tu non fai mai niente, è questo il problema. E non piangere come la mammoletta che sei, non fingi nemmeno di sembrare forte.
Non essere cieco, Tavros. Basta con questa pagliacciata del “credere che ti spunteranno le ali” perché non accadrà mai. La vita è crudele, e se tu non lo hai ancora capito, allora arrangiati, non posso spiegartelo in eterno.
Credere non serve a niente, alimenta solo le tue mere illusioni, e ti rende ancora più miserabile di quanto tu non sia già. I sogni sono per le persone inutili, che non sanno prendere in mano la propria vita, che non sanno agire. La vita è per chi sa rischiare e manovrarla, è per quelli come me.
Sì, Tavros, io ho in mano la mia vita; posso toccarla, annusarla, cambiarla come e quando voglio. Tu hai in mano la tua vita, Tavros? No, perché la tua vita è sempre stata in mano mia.»

« No, non è vero, stai mentendo!»

Hai gridato con tutto il fiato che avevi in corpo, cercando di mandarla via, di eliminarla dalla tua mente. Ma fu impossibile, lei faceva parte della tua mente, e la stava controllando.

«Tu non sei reale, sei frutto del mio inconscio, che si sta prendendo gioco di me, non è vero? »

« Oh, frutto del tuo inconscio, eh? Proprio come Rufio e tutte le altre insulse favole in cui credi? »

« No, loro sono reali! E Rufio crede realmente in me… quello che tu non hai mai fatto.»

« Allora inizierò anch’io a credere in te, se è questo che vuoi.»

«Davvero?»

« Certo, infatti credo proprio che ora volerai come mai hai volato prima, anzi, volerai più dell’ultima volta. Sei pronto, caro Pupa Pan? Tanto hai la forza della fede dalla tua parte, cosa mai potrà capitarti?

Quindi … Salta! E mentre cadi lascia che ti spuntino le ali… »
 
Quella stessa frase, pronunciata da Rufio poco tempo prima, ripetuta da lei, sortiva un effetto diverso, portava con sé qualcosa di spaventoso, malato e perverso. La voce di Vriska aveva su Tavros l’effetto di un trapano sparato diritto nel cranio.

« Vola… Pupa… vola.»

Furono le ultime parole che riuscisti ad ascoltare.
 
Povero piccolo sognatore, le tue ali si sono – nuovamente- spezzate, ancora prima di spiccare il volo. Quella non era la libertà che desideravi, affatto. Non poteva nemmeno essere definita libertà. Era persecuzione. Dolore. Pianto. Paura. Buio, l’unica cosa che riuscivi a vedere al di là delle lacrime.
 
Così tutto venne risucchiato dalle tenebre.


 
* * *

 
 
« Tavros, hey, ci sei?»

Una voce ti stava chiamando, ma tu stavi ancora immerso nel mondo dei sogni, più o meno. La solita voce familiare, che hai appena lasciato nei tuoi sogni, si è ripresentata nella realtà, ma stavolta con un tono diverso, materno e gentile. La stessa voce che poco tempo fa ti ha chiamato “perdente” e che ti ha buttato giù da un precipizio, in mezzo al vuoto, ricordi? Puoi rammentare il passato, Tavros? Puoi accettare il presente? Ed accogliere il futuro? Puoi perdonare?

« Sì, sono sveglio. Sono un po’ intontito, ma sto bene, uhm… credo…» Dissi spaesato, portandoti una mano sulla nuca, osservando gli occhi vuoti e bianchi di colei che si era pentita, che diceva di essere cambiata, anche se ne dubitavi, giusto un po’. Tu credi che Vriska sia come i suoi dadi, che hanno tante sfaccettature, l’una diversa dall’altra, ma il dado è uno solo, è sempre lo stesso, per quanto possa tentar di cambiare, non può, la base rimane invariata. Il lato oscuro di Vriska esiste, non puoi ignorarlo, non puoi essere cieco in eterno, lei stessa te lo ha detto.

« Credi? Pare che tu abbia appena visto un fantasma, e non parlo di me – essendo morta-» disse lei, con tono sarcastico, e sembrava realmente preoccupata, o forse era semplicemente convinta di essere diventata una persona migliore e più matura rispetto a prima. Credi nelle fate, e non puoi credere in questo?

« Ho fatto un brutto sogno, un incubo. Sembrava così reale, spaventoso… uhm … » ricordare quell’incubo non sarebbe stato d’aiuto, anche se ti aveva fatto riflettere, sì. Ti ha fatto rammentare brutte situazioni, che speri che mai si ripeteranno. Ma possiamo esserne tanto sicuri?

« Che incubo era? Puoi raccontarmelo se vuoi, o hai paura? »
« No, non è questo, solo che … »
« Solo cosa? Pensavo che avessimo chiarito, dopo la brutta esperienza che abbiamo passato insieme, non ci dovrebbero essere più segreti tra di noi. Non ti giudicherò, se è questo che temi.»
« Uhm… beh, quel sogno, uhm… riguardava te, ecco. Cioè, forse non eri davvero tu a parlare, forse era una parte oscura della mia mente, sai, uno di quegli omini che abbiamo nel cervello, che ci ricordano quanto siamo deboli e … perdenti? »
« Cosa intendi dire? Spiegati meglio, posso leggerti nella mente, sai che posso farlo, ma non lo sto facendo, perché sono cambiata. Sono una persona migliore adesso.»
« Uhm… quanto può migliorare una persona che ha portato alla morte i propri amici solo per egoismo personale…? uhm… ?»
« Cosa stai cercando di dire? Mi stai forse rinfacciando il passato? Sai benissimo che posso cambiare, non sono una mammoletta che si arrende davanti al primo ostacolo, non sono come te.»
« Già, non sei come me, e io non potrò mai essere come te. Perché io non avrò mai il coraggio di fare quello che hai fatto tu, nemmeno tra un milione di anni, uhm, e nemmeno vorrei farlo.»
« Pensi che sia un mostro, vero? Ammetto di non essere stata carina nei tuoi confronti, ti ho portato alla paralisi, sì, e ti ho ucciso… ma siamo ancora qui, no? Se abbiamo superato quello, possiamo superare qualsiasi cosa, non credi?»
« Non credo più in niente in questo momento. Tu stessa mi hai detto che la vita è crudele, che non bisogna aggrapparsi ai castelli in aria perché sono destinati a cadere, proprio come tu mi hai fatto cadere da quel burrone. Ci sono cose che non possono essere nemmeno aggiustate, alcune cose sono irreparabili.»
« Che stai dicendo? Il passato è andato, però il futuro è qui, e possiamo cambiarlo. Possiamo pro-»
« Siamo morti, che soluzione hai per la morte? Una vita spezzata non può essere riparata, uhm… e nemmeno i sentimenti possono …»
« Mi stai dicendo che è tutto finito? Beh, se vuoi scrivere la parola fine, fallo pure. Non ho nessun rimpianto, se proprio non vuoi darmi retta, ok. Posso fare a meno di te, posso fare a meno di tutti voi. In fondo sono sempre stata da sola, ci sono abituata. E poi non è colpa mia, non completamente,  in fondo anche tu hai sbagliato, così come gli altri. Perché dipendete tutti da me, e da soli non sapete fare niente. Questa è la verità.»
 
Ci sono cose che non possono mutare in questo mondo. Persone che malgrado gli sforzi, resteranno sempre le stesse. Caratteri che possono essere mascherati, ma dietro la maschera il proprio e vero io resta invariato. Lo hai capito, proprio grazie a lei, forse te ne pentirai, ma almeno sarà una decisione presa da solo. È più bello rimpiangere errori commessi da sé,  che errori commessi da altri sulla propria pelle, non è vero, Tavros?
 
« Uhm… sei tu che vuoi che gli altri dipendano da te, e sono stanco anche di questo, uhm. L’unica cosa in cui credo ora è che, uhm… sono sicuro di poter volare da solo da oggi in avanti, senza di te. Almeno per una volta voglio essere artefice del mio destino. Troverò le mie ali e riuscirò a volare.»
   
 
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