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Autore: Mamoru_Kurosawa    21/06/2008    2 recensioni
La storia contiene in gran parte fatti realmente accaduti. Mamoru Kurosawa è un ragazzo di ventisette anni, lavora come fattorino e spesso cameriere del piccolo ristorante di un suo "amico" nella città di Tokyo. Il rapporto tra i due è alquanto particolare, ma molto lontano da quello che potrebbe sembrare. Il racconto si apre con la festa dei ciliegi in fiore, dove Mamoru incontra una persona di nome Tanaka. Tra i due nasce una tenera amicizia per sostenere questa persona nel prendere una decisione assai ardua, accettare o non accettare il matrimonio combinato, complottato dai suoi genitori?
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione
Il racconto che state per leggere contiene per la maggior parte, eventi realmente accaduti.

La festa dei ciliegi in fiore - prima parte
(Scritto da Mamoru Kurosawa)

Anche quest'anno si è avuta una 1fioritura piuttosto precoce, ma fortunatamente non si è ripetuto l'errore di due anni fa, in cui il servizio meteorologico diffuse una data imprecisa e traballante, che poi si rivelò del tutto sbagliata, suscitando non poche proteste da parte dell'intera popolazione del Sol Levante.
Ricordo ancora il trambusto che la gente ci costruì sopra, tanto che l'Ente meteorologico dovette fare pubbliche scuse per questa incresciosa svista. In diretta, il funzionario responsabile con profondo inchino, e tono imbarazzato, pregò l'intero Giappone di perdonarlo. Scuse dal profondo del suo cuore, aggiunse anche.
Forse noi giapponesi siamo un pò troppo fissati con questa festa rosa, in fondo si erano sbagliati solo di tre giorni. La cosa per cui vergognarsi davvero, adesso che ci ripenso, fu il fatto che la previsione sbagliata, venne stampata in prima pagina, a caratteri cubitali, su tutti i quotidiani giapponesi, come succede d'altronde ogni anno, da più di cento anni.
Per non perdere totalmente la faccia, si cercò di addossare gran parte della colpa ai sistemi computerizzati oltre che agli esperti in campo. Il surriscaldamento globale giocò un ruolo assai determinante come giustificazione, l'inverno era stato piuttosto mite e nel periodo precedente la fioritura, una strana brezza gelida aveva sorpreso gran parte dei cittadini.
La storia però non finì di certo lì, nei bollettini rilasciati dalla radio le prese in giro continuarono, in televisione pure, e anche adesso quando arriva questo giorno molti si chiedono se sia stata fortuna o meno, e se anche l'anno prossimo a quelli del meteo andrà così grassa la buona sorte.
Per quanto mi riguarda, io semplice cittadino di Tokyo, mi limito ad aspettare senza fare grossi programmi, anche se il più delle volte me ne pento amaramente, dato che ogni viaggetto per ammirare questo spettacolo è esaurito di posti.

E oggi è festa in Giappone, posso allontanarmi dal lavoro, e dalle continue e ossessive occhiate del mio capo. Sono fattorino, umile e servizievole, onesto e determinato, un vero ometto da sposare, come dicono le signore abituate ormai a vedermi attaccato al loro campanello o alla buchetta della posta, se non fosse che il mio interesse, non trova purtroppo alcun collegamento con il genere femminile.
Nessuno sembra essersene reso conto, o forse tutti lo sanno ma fanno finta di niente, che ormai in Giappone, l'argomento omosessualità non è più un tabù, soprattutto fra le ragazze. Nelle fumetterie mi sono spesso ritrovato davanti a interi scaffali dedicati al genere Boy's Love, che noi chiamiamo Yaoi, con manga, videogames, cd-drama, album artistici tratti da anime veri e propri, libri, e chi più ne sa e più può aggiungerne.
Tuttavia, restando con i piedi per terra, trovare l'anima gemella rimane comunque il problema numero uno. Se già per due del sesso opposto è un'impresa titanica, per uno come me trovare quello del suo stesso sesso è quasi impossibile. E' vero esistono locali fatti apposta per creare questi magici incontri, ma io non mai provato e l'idea non mi piace neanche un pò. Attualmente preferisco concentrarmi sulla festa dei ciliegi, che sui problemi di cuore, sono ancora giovane dopotutto, non il ragazzino che ero un tempo, ma a ventisette anni osereste chiamarmi vecchio?
Alle dieci sono già libero e senza più catene che possano trattenermi ancora col sedere sul sedile del mio motorino da lavoro. Un vero gioiellino, graffiato, ammaccato, sverniciato ormai del suo bel colore azzurro, con specchietti tenuti insieme da grossi pezzi di scotch trasparente, e infine il dolce suono di tosse asmatica prodotto dal motore del veicolo. Io all'aspetto esteriore non ci bado molto, mi serve solo per fare le consegne, ma se un giorno, lungo la strada dovesse sbriciolarsi sotto il mio peso, come potrei ripagarmene uno nuovo?
Salutando velocemente con un urlo, cerco di svignarmela prima dell'arrivo del capo, che poi sarebbe un amico mio di vecchia data, perchè quando riesce a prendermi, liberarsi è davvero molto dura. Alle mie spalle, sento dei passi rincorrermi, scanditi dal continuo tintinnare delle chiavi che molto probabilmente tiene penzolanti al suo fianco, mentre dentro di me penso a quanto sia sciocco da parte sua non tenerle ben strette dentro la tasca dei jeans. L'odore di fritto si sente a un miglio di distanza, deve essere appena uscito dalla cucina dei suoi, è un odore davvero nauseante.
Mi chiama per nome un paio di volte, e a quel punto dovrei sentirmi in dovere di fermarmi, cosa che però non faccio, facendolo arrabbiare ancora di più.
Delle sue catture sono arcistufo, per questo non ci tengo minimamente a farmi pigliare, ma sfortunatamente non faccio in tempo a finire il pensiero, che il colletto tirato della mia maglietta mi strozza, facendomi tossire. Cento a zero per lui, ancora una volta.
- Ma insomma sei sordo?! - E' furioso e tutto sudato, sarà stata la corsa o lo stare tutta la mattina attaccato ai fornelli?
- Oggi non ho tempo mi dispiace -
Meglio chiarire subito le cose prima che mi metta le mani addosso.
- Insomma, è la festa dei 2Sakura. Rispetto per i corpi altrui no? -
- Non vuoi essere pagato? - Pagato? Glielo domando sgranando gli occhi. Per chi mi ha preso? Io non vendo di certo la mia verginità al primo che passa, figuriamoci a lui, maniaco di prima classe.
Facendo qualche passo indietro, mi stringo le spalle, ma come ci siamo arrivati a questo punto?
Sventolando un gruzzoletto di banconote, mi guarda con faccia seria, e tirando a sè una mia mano, li sbatte, con quella sua dolcezza da ippopotamo, sul mio palmo.
- Ma che...? - Balbetto non riuscendo a capirci un cavolo.
- Volevo solo darti il tuo stipendio, che credevi? -
Il giorno di paga, me ne ero completamente dimenticato. Iniziando a ridere, come chi sa di aver fatto una figuraccia, porto quei soldi al mio petto, e tirando la catenina intorno al mio collo, faccio sbucare da sotto la T-shirt bianca, un minuscolo portafoglio nero. Svelto lo apro e lo rimetto a posto sotto il vestito, imbarazzato e ancora incredulo di aver frainteso così tanto la situazione.
Un sorrisetto compiaciuto completa la scenetta comica tra di noi, ormai non abbiamo più niente da dirci, quindi con un ringraziamento molto tirato, mi appresto a riprendere la fuga, ma non appena gli do le spalle, eccolo accostare il suo petto contro la mia schiena, mettendomi le mani sulle spalle, e le labbra vicine all'orecchio.
- Stavi pensando a qualcosa di erotico vero? -
Il sangue mi si congela nelle vene, lo sapevo, alla fine il suo obiettivo è sempre e solo il mio corpo, che persona disgustosa. In situazioni come questa mi chiedo come sia stato possibile che un ragazzo come me sia caduto così in basso. Incontrarlo è stata la mia salvezza in parte, non avevo un lavoro, ma ora è la mia rovina. Il brutto è che non capisco se faccia sul serio o solo per prendermi in giro, in più di un'occasione ha tentato di baciarmi, prendendomi alla sprovvista, ma ogni volta finiva col bloccarsi, e mostrandomi la sua linguaccia, cominciava a urlare come fosse schifoso farlo con un uomo. E' infantile e a uno come lui non crederei mai se un giorno decidesse di dichiararsi. Amicizia ambigua, comportamento ambiguo, siamo come due completi estranei.
Senza rispondere lo spingo con una mano sulla faccia, e senza battere ciglio gli dico di lasciarmi in pace.
Lui resta lì senza fare niente, mi guarda e non dice nulla, credo perchè sappia che i suoi occhi su di me hanno uno strano effetto. Il loro colore è davvero singolare per un giapponese, un azzurro grigio per l'iride, e una pupilla stretta e nera al centro. Più volte mi sono chiesto se fossero veri o semplici lenti a contatto, e ricordo che un giorno, trovato il coraggio per chiederglielo, lui rispose abbassando il capo, quasi volesse nascondersi. Io non tirai più fuori l'argomento, ma pochi mesi dopo fu lui a raccontarmi una parte della sua vita. Sua madre si era sposata con un americano, ma dopo quattro anni di matrimonio si erano lasciati. Ora a distanza di ventidue anni, lei vive con un altro uomo, che lui ha imparato ad accettare, ma che mai potrà considerare un padre.
Forse non siamo così distanti, anche i miei si sono separati, ma oltre a questo non riesco più a trovare punti in comune con lui.
Lo definisco amico davanti agli altri, ma in realtà, credo che sia poco di meno che un conoscente.
La festa comincia anche per me, non appena volto l'angolo mi unisco alla folla che allegramente si sta avviando verso il parco più vicino, finalmente potrò rilassarmi e oziare anch'io per un giorno, senza dover scorrazzare di qua e di là come un matto in giro per Tokyo.
Vedere tutte le famiglie riunite e accompagnate dai loro amici, studenti di ogni età, bambini, e lavoratori di ogni sorta, mi fa sentire un pò solo, perchè al mio fianco non ho nessuno. Forse avrei dovuto chiedere a lui di venire con me, ma sicuramente il suo comportamento avrebbe finito con il mettermi in imbarazzo davanti a tutta quella folla, e questo di sicuro non glielo avrei mai perdonato. Odio attirare l'attenzione su di me, per una volta voglio mescolarmi con il mio popolo, diventare tutt'uno con esso, circondati dal profumo dei fiori sbocciati, pronti a sovrastarci con la loro pioggia di petali rosa.
Cerco di colmare il vuoto alla mia destra, ciondolando con il braccio, che però finisce con il toccare qualcosa di caldo e morbido. Le mie dita per un attimo accarezzano quella superficie, ma poi ritirando di scatto la mano, vedo accanto a me un uomo, o meglio un ragazzo, che all'apparenza sembra essere molto più giovane di me. Le signore a cui spesso vado a consegnare i volantini del nostro menù o delle pietanze in piccoli contenitori simili a scatole bianche, mi dicono sempre che non dimostro affatto la mia età, e questo se devo essere sincero mi infastidisce non poco. Sembro davvero così vecchio? A volte ridendo mi danno addirittura trentadue anni, decisamente un pò troppi per me.
Chinando il capo mi scuso per quel contatto improvviso, ma il tipo, sorridendo mi dice che è tutto a posto, e che non c'è motivo di scusarsi.
- Mi dispiace davvero -
- Si figuri -
E' davvero un bel ragazzo, penso tra me e me, peccato non poter instaurare un dialogo un pò più lungo. Di certo non ho intenzione di mettermi a fare il cascamorto con il primo che incontro, però a guardarlo bene, di nascosto ovviamente, anche lui sembra essere senza compagnia, cosa che gioca a mio favore. Voltandomi verso di lui, mi butto in un discorso a caso, un commento sulla giornata e sul mio entusiasmo nel potervi prendere parte.
- Parlate come se non aveste mai visto i ciliegi in fiore -
- Sfortunatamente con il lavoro che faccio, a volte non mi è possibile prendervi parte a questa festa -
- Che attività svolge? -
- Consegne a domicilio e fattorino del piccolo ristorante Sushi -
- Quello dietro l'angolo laggiù vero? -
- Esattamente. E' mai venuto a mangiare qualcosa? Non per fare pubblicità, ma secondo me come si mangia lì, non si mangia da nessun'altra parte -
La conversazione continua a tenere un tono piuttosto formale, piccoli accenni a dove lavoro, a quali piatti serviamo, per tornare a goderci il panorama floreale che si apre dinanzi a noi. Stranamente senza dire nemmeno come ci chiamiamo, restiamo insieme, parlando, ridendo, scherzando. Ora sì, che posso dire di sentirmi davvero al settimo cielo.
I festeggiamenti non si fanno attendere, la musica del 3Koto è la voce del vento, romantica, acuta, che io mi appresto ad ascoltare ad occhi chiusi. Sento le genti passare e sfiorami il fianco sinistro, e la presenza di quel ragazzo restare immobile, in attesa del mio risveglio.




1 La fioritura dei ciliegi giapponesi è variabile di anno in anno ma in Giappone l'evento è annunciato da previsioni precise che consentono di pianificare le uscite e i viaggi per andare ad ammirare l'evento. In questi momenti di festa e di contemplazione i giapponesi si discostano dagli uffici, dalle scuole, dalle case.
2 Sakura: fiore di ciliegio giapponese.
3: koto: Strumento a corda della famiglia della cetra costituito da una cassa armonica di legno lunga 170 - 190 cm e larga 24 - 25 cm e dotato di 13 corde

  
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