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Autore: Vavvina    21/06/2008    7 recensioni
-James…- sussurrò malinconica dopo poco - Io e te siamo troppo diversi...
-Io non credo…mi hai appena chiamato per nome…
La ragazza realizzò solo in quel momento.
Le era venuto così naturale, così spontaneo chiamarlo James anziché Potter…
-Gli opposti si attraggono, Evans…- le disse lui, scostandole un ciuffo di capelli dagli occhi.
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Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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\\OPPOSITES ATTRACT ||





-Maledetta neve fresca! E maledetti snowboarder!
Questo fu l’insulto molto poco fine che scosse il silenzio della Dolomiti.
Una ragazza aveva appena rischiato di uccidersi, perché uno sci le si era impiantato in un cumulo di neve fresca a causa di un idiota con lo snowboard che le aveva tagliato la strada.
Dopo essersi rimessa in piedi, continuando a lanciare accidenti al ragazzo tornò in pista, diretta verso la seggiovia in fondo alla discesa.
Era una ragazza carina, non molto alta, con i capelli fino alle spalle lasciati morbidi al vento, una tuta da sci color ghiaccio a fasciarle il corpo, una mascherina a proteggerle dai raggi dispettosi del sole gli stupendi occhi verde speranza e una sciarpa attorno al collo, rossa e oro, con le sue iniziali dorate ricamate in un angolo.
L. E.
Lily Evans.
Frequentante la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Una Strega, in poche parole, ed anche molto portata.
Ma di origini Babbane, non magiche, e dunque costretta a passare le vacanze invernali in un villaggio delle Dolomiti, assieme ai suoi genitori e a sua sorella Petunia.
Non che le dispiacesse troppo, in fondo adorava sciare e il paesaggio che le Dolomiti offrivano era impagabile, ma trovava che i ragazzi Babbani con lo snowboard fossero degli idioti, e quel posto ne pullulava!
Tentando di reprimere il nervosismo, scese a valle e si mise in fila per prendere la seggiovia, cosa piuttosto complessa, data l’incompetenza di certa gente con gli sci.
Finalmente fu il suo turno, e il vecchietto che controllava la fila la fece sedere accanto ad un ragazzo, che Lily constatò con orrore essere quello che le aveva tagliato la strada.
Per evitare di saltargli addosso e di strangolarlo sul momento, la ragazza si voltò dall’altra parte e si alzò la mascherina sulla testa, per godersi al meglio il fantastico panorama, tentando allo stesso tempo di non guardare le piste in basso, man mano che prendevano quota: soffriva di vertigini.
-Evans!
Sentendosi chiamare per nome, Lily si voltò, e per poco non le venne un infarto.
-Potter…- fece, schifata: ma perché capitavano tutte a lei?
James Potter, Prefetto di Grifondoro assieme a lei, le sedeva accanto, sorridente come sempre, avvolto nella sua tuta nera e grigia, con i capelli scarmigliati come al solito.
Peccato che lei lo detestasse cordialmente.
E lui aveva appena rischiato di farla uccidere.
-Ma che coincidenza! Cosa ci fai qui?- le domandò il ragazzo.
-Potter, tu sulle Dolomiti cosa ci fai, in genere? I pic-nic? Io ci scio…- gli rispose, acida.
-Avanti, Evans, non ce l’avrai ancora con me per quel festino che ho organizzato con Sirius la settimana scorsa!
-Invece sì! Sei un Prefetto, dovresti impedire certe cose, invece le promuovi pure! Non so Silente come abbia fatto a sceglierti…
James Potter era probabilmente il ragazzo più scapestrato di tutta Hogwarts.
Assieme ai suoi tre amici, Sirius Black, Remus Lupin e Peter Minus, non perdeva occasione per far danni e combinare guai, anzi, era agevolato dal fatto di essere Prefetto, perché così poteva coprire le malefatte sue e dei suoi amici.

Ma la cosa che Lily non sopportava di lui era la sua arroganza, il suo sentirsi superiore a tutto e tutti, il suo prendersela con i più piccoli e gli indifesi.
Come Severus Piton, un suo caro amico Serpeverde.
Fu un rumore sordo ad impedirle di rispondere a James in modo tagliente.
-Cosa…cosa succede?- domandò invece, notando con orrore che la seggiovia si era fermata, facendoli oscillare pericolosamente.
-Ma io che ne so? Ci sarà qualche guasto ai macchinari…i Babbani sono così incompetenti per queste cose…
-Potter, fa’ qualcosa!- ordinò Lily con voce acuta, mentre un’ondata di panico si impossessava di lei.
-E cosa faccio?- rispose lui - Mica posso mettermi a fare magie davanti a tutti, lo sai meglio di me!
-No, tu DEVI fare qualcosa! Io non posso restare qui un minuto di più!- era isterica.
James la guardò, stupito: non l’aveva mai vista perdere la calma per un motivo così stupido.
-Evans…cosa succede?- le domandò.
-Nulla, voglio solo scendere!
Tremava.
-Stai calma! Ora ripartiamo, succedono spesso cose del genere…
-Io non ci sto calma! - iniziò ad urlare - Io devo rimettere i piedi per terra! SUBITO! Se no io…
Le sue parole si persero.
James, scuotendo la testa e guardandola preoccupato, le aveva intrappolato le labbra in un bacio che le mozzò il respiro, dolce e deciso.
Il ragazzo si staccò, osservandola.
-Ti sei data una calmata, ora?
Lily annuì appena, non riuscendo a proferir parola.
Calmata??
Ma come poteva farle una domanda del genere?
L’aveva appena baciata, come poteva essersi calmata?
Certo, non pensava più all’altezza, ora.
Pensava a quel bacio maledetto!
Ma come si era permesso?
Come aveva osato?
Per calmarla, poi…patetico!
E il bello, o il brutto, a seconda dei punti di vista, era che le era pure piaciuto!
Non si sarebbe staccata, se non lo avesse fatto lui.
E questo non era da lei, anzi.
Lei odiava James Potter.
Lo odiava.
…o forse no?
Da quando lui l’aveva fatta scappare da Gazza, che se l’avesse beccata fuori dal letto alle due di notte l’avrebbe decapitata, non riusciva più ad odiarlo come prima.
Naturalmente, le battutine acide e i battibecchi non erano spariti, ma qualcosa era di sicuro cambiata, anche se non sapeva dire bene cosa.
Come se l’agitazione che le era venuta dopo quel contatto tra loro non bastasse, James aveva anche posato una mano sopra alla sua, per infonderle un po’ di sicurezza.
In questo modo, oltre al rossore che le imporporava le guance ghiacciate, anche il nervosismo e l’agitazione erano aumentate a dismisura.
Fu un altro rumore metallico, molto simile al precedente, che riscosse la ragazza dai suoi pensieri e che le fece notare che la seggiovia si era finalmente rimessa in movimento.
-Visto, è ripartita!
Lily si costrinse ad un sorriso tirato e, liberando la sua mano dalla stretta calda di James, si tirò giù la mascherina e si preparò a scendere, per non prendere mai più quell’infernale aggeggio Babbano.

Stremata dopo una lunga giornata di sci e strane riflessioni che non erano da lei, quella sera Lily tornò nella camera d’albergo che divideva con la sorella verso le sette e si lasciò cadere stancamente sul morbido letto.
Per tentare di darsi una svegliata, si infilò al bagno e si immerse nella vasca da bagno, appositamente riempita di acqua calda al punto giusto e di profumato bagnoschiuma all’albicocca, il suo preferito, perdendosi nuovamente in quei pensieri che tanto la turbavano.
Le era praticamente impossibile evitare James, dal momento che erano della stessa Casa e dello stesso anno, ma d’altra parte non poteva continuare a stare in quel modo.
Il suo cuore batteva forte, troppo forte, ogni volta che lui la sfiorava, anche per sbaglio, il suo corpo fremeva ad ogni contatto e le guance le si imporporavano non appena lui le rivolgeva la parola.
Al contrario, la sua razionalità le diceva che un ragazzo del genere era inammissibile che la facesse sentire così.
Così strana.
Così diversa dal solito.
Così…attratta.
Quando era sul punto di assopirsi nella vasca da bagno, fu riscosse dalle urla di sua sorella che, bussando alla porta del bagno, le intimava di scendere entro notte per la cena.
Di malavoglia, Lily uscì dall’acqua e si vestì, indossando un semplice paio di jeans e un maglioncino bianco avvitato, a collo alto.
Ricordandosi all’ultimo minuto di indossare gli stivali, onde evitare di scendere in pantofole, uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, e prese le scale che portavano al ristorante dell’albergo, che quella sera aveva anche allestito, al centro della sala, una pista da bello con musica dal vivo.
Quando entrò nella grande sala riccamente ammobiliata, però, le si ghiacciò il sangue nelle vene.
I suoi adorabili genitori erano seduti, assieme a sua sorella, ad un tavolo, e conversavano amabilmente con…la famiglia Potter!
-Lily, tesoro!- la salutò sua madre agitando un braccio - Hai visto chi abbiamo incontrato?
Si avvicinò con un sorriso di circostanza stampato in faccia.
-Evans! - la salutò James gioviale, e lei ricambiò con un cenno del capo, salutando educatamente i coniugi Potter.
-Che coincidenza, eh, Lily? Trovare un tuo compagno di scuola proprio qui…da non credere!
-Già, papà…da non credere…
-E pensare che ha scelto James questo albergo! - fece la madre del ragazzo.
Lily gli scoccò un’occhiataccia, e lui sorrise angelico.
-Siediti accanto a James, tesoro, almeno voi giovani conversate tra voi!
Bene, era ufficiale: avrebbe ucciso suo padre a breve!
Prese posto accanto al ragazzo, che le sorrise ghignando, e ordinarono la loro cena.
Poco prima del dolce, poi, l’orchestra fece il suo ingresso nella sala, prese posto al centro della sala, accordò in fretta gli strumenti e subito una dolce melodia raggiunse le orecchie dei presenti.
-Che bella musica…- fece Petunia con aria sognante.
James, allora, da vero galantuomo, si alzò e chiese alla ragazza di ballare.
Petunia arrossì ma, notando che comunque in pista vi erano già svariate coppie, prese la mano che James le offriva con un gran sorriso, e i due si posizionarono sulla grande piattaforma in parquet.
In tutto ciò, Lily stava fremendo.
Ma come si permetteva?
L’aveva baciata quella mattina, e ora si metteva a fare il Dongiovanni con sua sorella, ben sapendo che tra le due non correva buon sangue?
Non riusciva a capacitarsene!
Un comportamento del genere era inammissibile!
Torturando il suo dolce, uno squisito tiramisù con dolci scaglie di cioccolato sopra, la ragazza si angosciava su quelli che potevano essere i pensieri di James, senza, naturalmente, cavare un ragno dal buco.
-Accidenti, tua sorella è una macchinetta! Non smette un attimo di parlare!
Lily si voltò alla sua destra, dove James si era appena seduto, stremato da un ballo con Petunia, che ora volteggiava tra le braccia del padre.
-Beh, nessuno ti ha obbligato a chiederle di ballare!- rispose lei acida, forse un po’ troppo.
E infatti se ne pentì.
-Perché, Evans? Gelosa, forse? - le domandò lui, provocante.
-Io gelosa di te? Potter, nemmeno nei tuoi sogni più belli!- sibilò in risposta, arrabbiata, ma la risposta del ragazzo la spiazzò.
-Peccato, mi avrebbe fatto piacere…- un sussurro, ma che lei sentì.
Lo guardò un momento.
Era davvero bello, le gambe fasciate dai jeans e il maglione nero che sembrava modellato addosso a lui.
Poi James alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi, porgendole una mano.
-Balli con me, Evans?
Una domanda così semplice, così dolce e così sincera, che Lily non ce la fece a dire di no.
Pose una mano tremante in quella del ragazzo, che la fece alzare in piedi e la condusse dolcemente sulla pista da ballo.
Lui le posò un mano dietro alla schiena, facendo aderire i loro corpi, e poi iniziò a guidarla, facendola volteggiare leggera sulle note di una melodia dalle note dolci e malinconiche.
Probabilmente non l’avrebbe mai ammesso, se non a se stessa, ma Lily in quel momento si sentiva in Paradiso.
Sentire la mano grande e calda del ragazzo sulla sua schiena le faceva venire i brividi, la mano che stringeva la sua la faceva sentire protetta, il respiro del giovane su di lei le stava dando alla testa, così come il profumo di muschio bianco che le solleticava le narici.
Sentiva gli sguardi della gente su di sé, che sorrideva; sentiva lo sguardo dei suoi genitori; sentiva lo sguardo pungente di sua sorella, ma non le importava.
Ballarono a lungo, senza parlare, trasportati soltanto dalla musica e dalle loro emozioni celate, fino a quando non giunse la mezzanotte inoltrata, e l’orchestra cessò di suonare.
Allora, con un’ultima piroetta, James la fece scendere dalla pista.
Confusa più di prima, Lily uscì nella grande terrazza che dava sulla valle coperta di neve e si appoggiò alla balaustra, malinconica, lasciando che il vento dispettoso le scompigliasse i capelli.
A volte era invidiosa della luna.
Della luna, perché lei era lì, sola con la compagnia delle stelle, alta nel cielo buio, e non doveva render conto a nessuno delle sue azioni.
Si limitava solo a starsene lì, a illuminare il mondo con i suoi deboli raggi, e ad osservare la gente sottostante, muta spettatrice di chissà quanti segreti.
-Posso offrirti un po’ di spumante?
James era arrivato, silenzioso, dietro di lei, e le tendeva un flute di spumante.
Lily si limitò a sorriderle, malinconica, e ad accettare il bicchiere.
Lasciò che lo spumante le pizzicasse la gola con le sue bollicine, in silenzio, limitandosi a guardare la luna sopra di loro.
Poi si fece coraggio e parlò, a voce bassa.
-Perché prima hai detto che ti avrebbe fatto piacere la mia gelosia?
James si appoggiò alla balaustra accanto a lei a la osservò a lungo, baciata dai raggi lunari, prima di risponderle.
-Perché vorrebbe dire che di me qualcosa ti importa…
Si voltò e lo guardò.
-E chi ti ha detto che non mi importa?
James rise.
-Te, Evans, te! Me lo dici ogni giorno con il tuo comportamento, con le tue battutine acide, con il tuo evitarmi di continuo…- anche lui era triste, malinconico.
-Forse è per un altro motivo che ti evito…
Nel pronunciare quelle parole, Lily non poté fare a meno di arrossire appena: non sapeva perché stesse dicendo tutto ciò ad una persona per la quale non sapeva cosa provare.
Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lei, specchiandosi nei suoi stupendi occhi verdi, che gli diedero un po’ di speranza.
-E, dimmi…quale potrebbe essere un altro motivo?
Parlando, le si era avvicinato di un passo.
Lily sorrise enigmatica, indietreggiando istintivamente.
-Potresti anche arrivarci da solo…
Un altro passo avanti di James, e uno indietro di Lily.
-Forse…ma dopo mi dici che sono montato…
Lily arrivò a toccare la balaustra di legno con la schiena, e in men che non si dica si trovò intrappolata tra questa e il corpo atletico di James, che le impediva la fuga con le mani piazzate accanto ai suoi fianchi.
-Ma quella è una realtà, Potter…
Quella distanza così ravvicinata la stava facendo morire, il suo respiro era fuso con quello dell’altro Grifondoro, i loro volti a pochi centimetri, il suo seno premuto contro il petto del ragazzo.
-Voglio baciarti, Lily…
Rimase un attimo interdetta, non seppe bene se per la richiesta o per il fatto che lui l’avesse chiamata per nome.
Probabilmente era la prima volta, in sei anni di scuola, che James la chiamava non per cognome, ma per nome, ed era la prima volta che sentiva quel nome, così familiare, pronunciato con così tanta dolcezza.
Sentì di non poter resistere, ma tentò.
-E chi ti dice che io lo voglia, Potter?
James ghignò.
-Non sei brava a mentire…- i loro nasi si sfioravano - Vorrà dire che dovrò insegnarti…
Poi basta, niente più parole.
Soltanto un bacio.
Un bacio a cui diede il via James, ma che Lily non esitò a ricambiare.
Le mordicchiò dolcemente il labbro inferiore, chiedendo l’accesso alla sua bocca, desideroso di lei, accesso che la ragazza non concesse.
Si lasciò accarezzare dalla lingua abile ed esperta del ragazzo, senza però schiudere le labbra.
James, allora, le scostò il magione dal collo, e iniziò a baciarglielo tutto, alternando morsetti a sagaci leccatine, e la sentì rabbrividire quando introdusse le mani fredde sotto al suo maglioncino, carezzandole i fianchi morbidi.
Poi ritornò alle labbra, e tentò nuovamente di rendere quel bacio qualcosa di più profondo.
Questa volta, dopo una breve lotta, Lily cedette, e acconsentì a giocare con la lingua di James, dolce e passionale allo stesso tempo.
Incapace di resistere, la ragazza spostò le sue esili mani tra i capelli, scompigliati come al solito, di James, avvicinandolo di più a lei, come a voler un contatto più stretto tra i loro corpi desiderosi l’uno dell’altro.
I due scivolarono lentamente dalla balaustra, finendo sul pavimento, ma senza staccarsi un attimo.
-Sei una pessima bugiarda…- disse il ragazzo, riprendendo fiato dopo un po’.
-Che vuoi farci…andando con lo zoppo si impara a zoppicare…
-Che vorresti dire?
-Che si vedeva lontano un miglio che mi sbavavi dietro…- e rise, rise di quella risata così cristallina che lo mandava in estasi.
-Ah, sì?
-Certo! Hai anche scelto il mio stesso albergo, e non credo sia stata solo una coincidenza!
-Beh, che ne sai…- le scompigliò appena i capelli - Magari l’ho fatto perché voglio ucciderti…
Sorrise sadico.
Lily lo guardò un attimo, scettica, e poi credette di morire.
James le rivolse uno di quei sorrisi che riservava solo a Sirius, uno di quelli che sono capaci di sciogliere più di un vulcano.
-James…- sussurrò malinconica dopo poco - Io e te siamo troppo diversi…
-Io non credo…mi hai appena chiamato per nome…
La ragazza realizzò solo in quel momento.
Le era venuto così naturale, così spontaneo chiamarlo James anziché Potter…
-Gli opposti si attraggono, Evans…- le disse lui, scostandole un ciuffo di capelli dagli occhi.
Poi non le diede tempo di ribattere.
Con un colpo di bacchetta chiuse la portafinestra della terrazza e le pesanti tende rosse scivolarono sopra al doppio vetro, a proteggerli da sguardi indiscreti, per poi coinvolgerla in un ennesimo, dolcissimo bacio.




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Allora...che ne dite? E' la prima one shot che scrivo su Lily e James, ma devo dire che sono una coppia che mi piace moltissimo!
Lo so, come stagione non c'entra molto, dato che siamo a giugno e la mia fic è ambientata in inverno, sulla neve, ma è il mio inconscio che me l'ha suggerito....ho bisogno di frescoooo!!! Mi sto letteralmente sciogliendo sulla tastiera...
Comunque...me lo lasciate un commentino, anche piccino piccino?????
Per favore....ho bisogno del sostegno di voi lettori per continuare a scrivere, per me è essenziale sapere cosa ne pensate voi....accetto, come sempre, anche critiche, purchè siano costruttive e mi aiutino a migliorare!!

BACI A TUTTI E BUONE VACANZE!!




  
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