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Autore: Smora    22/02/2014    2 recensioni
Questa Bulma non è la creatura dolce e remissiva che abbiamo visto in molte storie e non è nemmeno una donna talmente innamorata di Vegeta da non pensare ad altro.
Piccola sfida domestica alla Capsule Corporation che ci svelerà qualcosa in più sul carattere della nostra scienziata.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Dr. Brief, Mrs. Brief, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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BUON SANGUE...NON MENTE!

 

Sebbene il suo aspetto potesse ingannare, sotto al sorriso smagliante e all'apparenza dolce e rassicurante, si nascondeva un piccolo tiranno, che non si faceva alcuno scrupolo nel trattare malamente chiunque deludesse le sue aspettative, fossero queste l'ultima acconciatura alla moda o un sofisticato sistema di propulsione; in entrambi i casi infatti il risultato doveva essere assolutamente perfetto.
Era una donna che oltre a pretendere molto dagli altri, pretendeva molto da se stessa, infatti tutto per lei rappresentava una sfida. Era capace di passare giornate intere senza mangiare per riuscire a capire cosa le sfuggisse per far funzionare l'ennesimo marchingegno. Non era la sua un'ostinazione derivante dalla necessità, ma dal bisogno di eccellere, infatti raggiunto il suo scopo poteva passare diverse settimane a preoccuparsi solamente della sua abbronzatura.
Era una donna che pretendeva molto da se stessa e non si aspettava niente di meno dagli altri, infatti in quei mesi aveva visto uscire dalla CC estetiste piangenti che erano state insultate per aver sbagliato la sua manicure, e giovani fisici talmente sconvolti da aver dimenticato come sommare le dita di una mano con quelle dell'altra. In quei momenti di ira le sue urla risuonavano per i corridoi dell'edificio e i pochi dipendenti che ancora si aggiravano per i laboratori casalinghi dell'azienda andavano a rifugiarsi sotto all'ala protettiva del vecchio dottor Brief.

Il suo temperamento violento veniva fortemente mitigato quando aveva a che fare con lui. In quei momenti per ottenere ciò che voleva era capace di trasformarsi nella più mite delle gattine, per poi estrarre gli artigli al momento del bisogno.
Vegeta talvolta pensava che se Bulma avesse posseduto più forza fisica probabilmente avrebbe sconfitto lei Freezer, per poi diventare la dominatrice assoluta dell'universo.
Ero quello uno di quei giorni in cui la tensione alla CC si poteva tagliare a fette più o meno spesse, infatti era il penultimo giorno per la consegna del progetto che avrebbe eletto il nuovo scienziato dell'anno e Bulma non era riuscita ad escogitare niente di particolarmente sorprendente. Quella era per lei specialmente una sfida casalinga, infatti il vecchio Mr. Brief era l'uomo da battere. Da innumerevoli anni infatti era il vincitore della manifestazione e per di più poteva contare sulla collaborazione dell'intera azienda che era a lui completamente fedele.
Bulma negli anni aveva scalato la classifica tra i più eminenti scienziati, ma non era ancora riuscita a battere il padre, classificandosi nelle ultime due edizioni al secondo posto.
Quella giornata aveva visto Bulma camminare furiosamente per i corridoi gridando a pieni polmoni contro chiunque e per qualsiasi motivo, frustrata dalla sua mancanza di inventiva, non si faceva scrupolo di sfogarsi contro chiunque le capitasse a tiro. Persino la docile e ingenua signora Brief era stata accusata di “schierarsi sempre dalla parte del nemico, abbandonando così la sua unica figlia”.
In quel trambusto il solo a non risentire della situazione era ovviamente Vegeta che si era allenato per tutto il giorno in vista dell'arrivo dei Cyborg. Si accorse che qualcosa non andava solamente quando entrato in casa la trovò stranamente deserta. Sulla tavola c'era un amorevole messaggio della padrona di casa che gli indicava dove trovare la cena già pronta.
Del solito chiacchiericcio serale non c'era traccia, nemmeno il piccolo gattino nero si aggirava per la stanza, e persino i piccoli robot domestici erano stati eccezionalmente disattivati. Cenò quindi in religioso silenzio, godendosi quella quiete per poi salire al piano di sopra per la consueta doccia.
I corridoi erano completamente bui e privi delle fastidiose musichine che talvolta era costretto a sentire. Entrato in camera si era spogliato per poi lavarsi minuziosamente sotto l'acqua calda e dopo aver indossato biancheria pulita si era recato davanti alla porta di Bulma, attraverso la quale aveva avvertito la sua aura.
Quella per Vegeta era la serata perfetta. Niente fastidi, niente chiacchiere inutili, ma solo pace e silenzio. In più Bulma era da sola in casa e avrebbe potuto averla senza preoccuparsi di fare troppo rumore.
Entrò in camera senza bussare.
-Sappi che non ne ho assolutamente voglia!!
Bulma era seduta a terra con una marea di fogli davanti, la matita all'orecchio e una vecchia tuta logora addosso.
-L'importante è che ne abbia voglia io, o pensi di riuscire a fermarmi?
Non lo guardò nemmeno e riprese a sfogliare le pagine che aveva davanti. Tuttavia doveva cambiare strategia, se si irritava sarebbe stato sicuramente meno accomodante dei suoi sottoposti.
-Oh andiamo Vegeta sii buono. Devo assolutamente riuscire a farmi venire in testa qualcosa. Non riuscirei ad impegnarmi nel sesso questa sera.
-L'unica cosa che devi fare è aprire le gambe, al resto ci penso io.
-So perfettamente che potresti prendermi con la forza ma credo che lasciarmi partecipare alla cosa ti abbia particolarmente soddisfatto le altre volte, e anzi se mi aiuti potrei darti un ringraziamento speciale – e nel dire ciò gli strizzò un occhio.
- Che diavolo stai facendo?
-Devo trovare un'invenzione vincente per il concorso degli scienziati e battere mio padre!
-E che cosa avrebbe inventato lui di tanto interessante?
-Beh, non lo so, mi ha ovviamente nascosto il progetto, ma deve essere qualcosa di assolutamente geniale!
-Tutto questo non mi riguarda, sono venuto per altro!
-Su Vegeta, tu che hai viaggiato per lo spazio, non hai qualche idea da suggerirmi?
L'uomo ci pensò su qualche secondo. Durante i suoi lunghi viaggi per la galassia aveva ammirato la tecnologia di numerosi popoli, tuttavia c'erano poche cose che gli erano risultate veramente utili negli anni, ed erano la sua navicella spaziale monoposto, lo scouter e ovviamente...
-Potresti progettare una vasca di rianimazione!
-E cosa sarebbe?
Vegeta non sapeva bene come spiegaglielo, ma ricordava nitidamente le molte e molte volte che ne aveva usufruito. Prima tra queste, quando era stato appena ceduto a Freezer e Dodoria aveva ricevuto l'ordine di “accoglierlo” in una maniera appropriata.
-E' una sorta di vasca in cui si galleggia e che permette di guarire qualunque tipo di lesione...
-OH MIO DIO!! - urlò estasiata – è esattamente quello di cui ho bisogno per vincere! E dimmi è fatta come una vasca da bagno?e in cosa si galleggia esattamente? - cominciò a fargli una serie di domande infinite a cui il Sayan non sapeva assolutamente come rispondere.
-Ma allora Vegeta cerca di aiutarmi! - disse nuovamente irata posandogli carta e penna sotto al naso – cerca almeno di disegnarmi la sua forma in maniera da farmi capire a grandi linee che aspetto dovrebbe avere!
Non si sa dove Vegeta trovò la calma per non sopprimerla in maniera da farla smettere di starnazzare come un oca. In altri tempi infatti avrebbe ucciso per molto meno. Ma Bulma aveva su di lui un ascendente che non riusciva a spiegarsi e così, sebbene di malavoglia, afferrò la penna e cominciò a disegnare, illustrando le varie parti del congegno.
-MAGNIFICO!! - urlò lei quando ebbe terminato. -Voglio mettermi subito al lavoro!-
Ma il suo interlocutore non era decisamente d'accordo e riversandola a terra lungo il pavimento le fece comprendere che per un po' non avrebbe avuto alcuna speranza di iniziare il progetto.

 

Alle prime luci dell'alba Bulma aveva già un bozzetto più che soddisfacente da presentare alla commissione. Certo non sapeva ancora come realizzare tutto nei dettagli, ma era una buona giocatrice e se la situazione lo richiedeva sapeva bluffare piuttosto bene. Dopotutto non le si chiedeva ancora di costruire il prototipo, per quello avrebbe avuto a disposizione un altro mese di tempo, ma solamente di abbozzare un'idea valida, supportata da qualche prova scientifica, che le permettesse di accedere al concorso.
Fiera di se stessa era scesa in cucina canticchiando, per trovare poi, seduto sullo sgabello centrale, Vegeta che sorseggiava il suo solito caffè delle sei.
-Buongiorno!- disse entusiasta – oggi è una splendida giornata non trovi?
L'uomo non rispose. Non avrebbe risposto comunque anche se la serata precedente si fosse svolta in modo diverso. Bulma si era fatta scopare senza opporre resistenza, ma aveva la testa completamente da un'altra parte. Addirittura giurava di averla sentita borbottare qualcosa a proposito dei “liquido rigenerante” e di “ossigenazione dei tessuti”.
Non era mai capitato che una donna fosse così poco partecipe ad un amplesso con lui. O tremavano di paura e gridavano dal dolore, oppure ansimavano con trasporto e urlavano dal piacere, ma il distacco con cui Bulma si era concessa la sera prima l'aveva lasciato spiazzato, tanto da non riuscire nemmeno a portare a termine quello che aveva iniziato. Se ne era andato completamente “ammosciato”, mentre lei a stento si era accorta che lui aveva finito, presa com'era nei suoi pensieri.
Aveva vuotato il contenuto della tazza ed era uscito dalla stanza per poter andare ad allenarsi.
La donna invece era troppo contenta e dati gli ultimi ritocchi al suo progetto l'aveva inviato in commissione, convinta finalmente di aver battuto suo padre.

 

Il mese successivo la situazione nella Capsule Corporation era degenerata.
Dopo il fervore iniziale, Bulma si era resa conto che “i dettagli” che inizialmente aveva reputato superabili si erano rivelati delle incognite apparentemente impossibili da risolvere. E mentre suo padre fischiettava amabilmente mentre nutriva i suoi animali, lei strepitava contro chiunque incontrasse. Aveva anche iniziato a dormire nel laboratorio per non mollare un momento il prototipo, nella speranza che le ispirasse qualche soluzione. Per questo i dipendenti avevano iniziato a darsi malati, pur di non avere a che fare con lei e Mrs Brief si era trovata in una situazione per nulla piacevole quando aveva dovuto informare sua figlia che aveva dimenticato l'appuntamento dal parrucchiere e che quindi non avrebbe potuto sistemarsi i capelli per almeno un'altra settimana.
-Possibile che siano tutti contro di me?Non bastava la scienza ad essermi avversa, perfino il parrucchiere vuole mettermi i bastoni tra le ruote?
-Ma care sei stata tu a non essere andata all'appuntamento.
Le fece notare cordiale sua madre.
Ma la giovane non aveva alcuna intenzione di essere ragionevole.
-A dire il vero la colpa è tua che non me l'hai ricordato, non vedi quanto sono impegnata?!
Sua madre uscì dalla stanza mortificata, sentendosi realmente in colpa per qualcosa che invece non avrebbe assolutamente dovuto riguardarla.
Un altro che non se la passava bene era invece Vegeta, che sebbene non volesse darlo a vedere, e soprattutto non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, cominciava ad essere in astinenza da Bulma e la cosa lo seccava non poco.
Era stato in astinenza da sesso piuttosto a lungo a volte, ma spesso questa era dovuta a lunghi viaggi sulla navicella, dove il gas soporifero provvedeva ad addormentare lo spirito e il corpo, non facendogli avvertire questa mancanza. Inoltre quando viveva come mercenario spaziale non gli capitava di vivere sotto allo stesso tetto con una donna che aveva le caratteristiche fisiche ed intellettive di Bulma, e come se non bastasse doveva ammettere che lei fosse stata in assoluto “la miglior scopata della sua vita”. Così terminati gli allenamenti serali, e troppo orgoglioso per andare a cercarla dopo l'ultima prestazione ricevuta, faceva ritorno nella sua stanza, dove si concedeva una doccia sospettosamente lunga, in cui sfogava le sue frustrazioni, per impedire al se stesso meno tollerante, di far saltare in aria l'intera città.

In mezzo a tutto questo il mese era comunque trascorso ed era giunta la sera prima del concorso. La commissione era passata a ritirare i prototipi, ovviamente sotto forma di capsula, per non fare intendere che cosa fossero, e la giovane scienziata aveva finalmente tirato un sospiro di sollievo, mostrando poi nuovamente il suo splendido sorriso, che non le compariva sul volto da ben trenta giorni.
Aveva dedicato l'intera giornata alla sua persona, facendo il possibile per tornare fresca e graziosa, e concedendosi finalmente l'appuntamento con il parrucchiere a cui elargì numerosi apprezzamenti.
Si era fatta quindi trovare nella stanza di lui, vestita come Merylin, con ovvero solamente qualche goccia di profumo addosso e quando era entrato gli aveva mostrato il migliore dei suoi sguardi da seduttrice. Ma lui niente. Aveva fatto finta di non vederla ed era andato in bagno senza rivolgerle una sola parola. Quando ne era uscito, con il solito asciugamano attorno alla vita l'aveva osservata per un breve istante andandosi poi a sdraiare sul letto accanto a lei e portando le braccia dietro alla nuca.
-Non sembri felice di vedermi o sbaglio?
Disse lei un po delusa.
-Il fatto che tu sia qui o non ci sia per me è del tutto indifferente.
Mentì sapendo di mentire.
-Non avrai mica intenzione di tenermi il broncio perchè per un po non mi sono fatta vedere?
-Come mi pare di averti già detto, mi sei del tutto indifferente.
-Quindi se adesso ti tolgo l'asciugamano di dosso non noterò nessuna reazione nel tuo corpo?
Lui le afferrò lesto la mano che aveva già agguantato il morbido tessuto di spugna e strinse il polso impedendole di muoverlo.
-Cosa pensi di fare?
Domandò truce.
-Ti avevo promesso una ricompensa se mi avessi aiutato con il progetto, ricordi?
Certo che ricordava, ma temeva che la sua ricompensa fossa stata quella pallida imitazione di amplesso che avevano consumato poco dopo quella promessa.
-Beh sono una donna di parola, e in più credo che il tuo aiuto mi frutterà la vincita del premio.
-Il mio aiuto?- e la voce era paurosamente arrogante – diciamo che invece di usare un'idea tua hai sfruttato le mie conoscenze, senza le quali non avresti nemmeno potuto partecipare al convegno.
-Che intendi dire?
-Esattamente quello che ho detto!
-Vuoi forse insinuare che io non sia abbastanza intelligente da vincere per i fatti miei?
-Questo non l'ho detto – disse malefico – ma evidentemente è quello che tu pensi di te stessa.
Ora era davvero infuriata. Fece per andarsene ma il suo poso era ancora stretto dalla mano possente di Vegeta e per quanto provasse a tirare non c'era speranza di smuoverlo.
-Avanti – urlò – Lasciami!
Ma lui fece esattamente l'opposto scaraventandola contro il materasso e sormontandola poi con il suo corpo.
-Una promessa è una promessa – le ricordò – e questa notte ho intenzione di riscuotere.
E detto questo si avventò su di lei. Sapeva che averla infuriata era un metodo sicuro per accenderla e così era stato. Non era passato un minuto di più che lei aveva già cinto le braccia attorno al suo collo, ansimante di piacere.

 

Il suo momento era giunto. Vestita con il camice bianco, come si conviene ad uno scienziato, aveva esposto il suo progetto e l'aveva spiegato con altisonanti parole. Aveva illustrato nei dettagli il suo funzionamento e aveva portato anche uno stagista come cavia per meglio spiegare il suo funzionamento. Alla fine del progetto era stata applaudita dalla folla e lei aveva fatto un picco inchino, mostrandosi umile davanti ai suoi illustri esaminatori.
Poi era stata la volta di suo padre che tossendo piano aveva richiamato l'attenzione su di se.
-Ecco a voi il Ghiacciatore3000 – e nel pronunciare queste parole tirò il telo che celava il suo marchingegno.
-Il Ghiacciatore3000 è un condizionatore in grado di trasformare la più torrida delle stanze in un vero paradiso di ghiaccio. E' in grado di produrre cubetti perfetti per aperitivi e bibite, nonché ideale per la granatina e...
Ma una voce, portata al di sopra delle capacità umane di intonazione non gli aveva permesso di proseguire e stupito aveva voltato la testa verso sua figlia.
-Sarebbe questa l'invenzione geniale? - disse sconvolta -una stupida fabbrica ghiaccio? Ah, se penso a tutto quello che ho passato per fabbricare la mia vasca di rianimazione e se penso che ho tormentato Vegeta per farmi dare un'idea valida dopo che avevo scartato cento progetti più interessanti di questo, giuro che mi mangerei le mani!!
I membri della giuria si guardarono incerti, poi il più eminente di loro prese la parola.
-Possiamo sapere chi sarebbe questo Vegeta?
Ma Bulma non lo stava ascoltando, presa dal suo monologo.
-Vegeta è...come dire?! - tentò di spiegare Mr Brief – diciamo che è il fidanzato alieno di mia figlia, per dirla in poche parole.
Sentito ciò anche Bulma si ammutolì definitivamente e prese a guardare verso la commissione d'esame.
-Quindi l'dea della vasca di rianimazione non sarebbe sua a quanto pare?
-Beh sì...anzi no...non esattamente – balbettò – diciamo che l'ho sviluppata interamente io!
L'uomo scosse la testa.
-Pensavo che il regolamento fosse sufficientemente chiaro ma a quanto pare mi sbagliavo! L'idea deve essere concepita e sviluppata dallo scienziato, pena per l'inosservanza del regolamento è l'esclusione dal concorso. Quindi mi duole dirlo ma Miss Brief è esclusa dalla competizione e posso già dire con sufficiente certezza che il vincitore è senza ombra di dubbio... il Dottor Brief!
-CHE COSA?! - urlò disperata.

Evidentemente non c'era speranza di spuntarla.

  
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