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Autore: MileyPotterWeasley_95    22/02/2014    5 recensioni
[Braccialetti rossi]
“Perché tu sei qui dentro?” mi chiese Davide.
***
Lo guardai ma non risposi. Eravamo seduti sul suo letto uno di fronte all’altra.
“Ti fa male il cuore?” disse poi.
“Cosa?”
“Il cuore..” fece spallucce “Voi ragazze lo avete fragile e delicato, se non si maneggia con cura si rischia di spezzarlo facilmente”.
“Un po’ come te” azzardai.
Non vorrei sbagliarmi, ma potrei giurare di aver visto le sue guance prendere un colorio più roseo del solito.
“Comunque.. In realtà stò aspettando che qualcuno me lo doni..”
Genere: Commedia, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9 APRILE
Oggi mi dimettono dall’ospedale. Non so se è stato un bene o un male per me stare qui dentro. Fisso la finestra, aspetto che i miei genitori mi vengano a prendere per potermene andare via..
Fisso la finestra.. In realtà non mi accorgerei nemmeno se i miei genitori arrivano o no. Pensieri, pensieri, pensieri.. solo pensieri occupano la mia mente..
 
28 FEBBRAIO
Primo giorno in ospedale, in questo ospedale. Già, mi avevano appena trasferita qui, sono sei mesi che faccio il giro degli ospedali. A quanto pare nessuno aveva trovato ciò di cui avevo bisogno.
Perché questo ospedale doveva essere diverso?
Mentre la dottoressa parla di cose sentite e risentite, il mio sguardo viene catturato da due ragazzi in sedia a rotelle e un ragazzo che li segue camminando. Stanno urlando la parola “sole”.
Il ragazzo senza sedia a rotelle si ferma all’imporvviso, comincia a fissarmi.
Istintivamente gli sorrido.
Distolgo lo sguardo e sento in lontananza la voce di un altro ragazzo
“Davide? Davide!”
Mi rigiro verso di loro, il ragazzo pelato e senza una gamba sulla sedia a rotelle mi guarda e scoppia a ridere
“Eh bravo Davide! Veramente una ragazza carina, non guardarla troppo però! Andiamo, dopo hai tutto il tempo per guardarla” mi fece l’occhiolino e lo trascinò via per un braccio.
 
14 MARZO
Sono due settimane che sto qui dentro, due settimane che ho conosciuto i Braccialetti Rossi: Leo, Vale, Cris, Rocco, Toni.. e Davide. Proprio quel Davide.. siamo diventati molto amici da quel giorno, quasi inseparabili, accomunati tutti da un’unica cosa: la speranza.
Con loro le giornate sono più leggere, per un attimo riesco a dimenticarmi il luogo in cui mi trovo e il perché sono qui.. Nessuno lo sa, non voglio farli preoccupare troppo.
 
15 MARZO
“Perché tu sei qui dentro?” mi chiese Davide.
Ero andata a trovare lui e Rocco per non stare da sola, quel giorno proprio non mi andava.
Leo era a fare la chemio e oggi toccava a Cris stare insieme a lui, Vale era a fisioterapia e quello scalmanato di Toni era a fare delle lastre.. allora eccomi qui.
Mi piaceva parlare con Davide, nonostante l’aria da duro che si è creato, è sensibile.. forse è più sensibile di noi, solo che nessuno lo capisce e lui non vuole essere capito.
Lo guardai ma non risposi. Eravamo seduti sul suo letto uno di fronte all’altra.
“Ti fa male il cuore?” disse poi.
“Cosa?”
“Il cuore..” fece spallucce “Voi ragazze lo avete fragile e delicato, se non si maneggia con cura si rischia di spezzarlo facilmente”.
“Un po’ come te” azzardai.
Non vorrei sbagliarmi, ma potrei giurare di aver visto le sue guance prendere un colorito più roseo del solito.
“Comunque.. In realtà stò aspettando che qualcuno me lo doni..”
 
16 MARZO
Mi ero aperta con Davide sul perché mi trovavo in quel posto e gli avevo fatto promettere di non dirlo a nessuno.. Infondo anche lui aveva un problema vicino al cuore.
 
“Stella..”
Mi sentii chiamare nel bel mezzo della notte.
“Stella..”
Sentii poi un calore sulle mie labbra, aprii gli occhi e mi ritrovai la faccia di Davide a pochi centimetri dal mio viso.
“Allora i baci non funzionano solo per svegliare le ragazze nei film e nei cartoni” scherzò con un sorriso malizioso stampato sulla bocca.
“Che cavolo ti salta in mente?” sbuffai “Che ci fai qui a quest’ora?”
Rise.
“Non riesco a dormire, posso rimanere con te?”
“Lo scontroso del gruppo che chiede a una ragazza qualsiasi di fargli compagnia.. sicuro che sei tu?”
Lo presi in giro.
“Si che sono io! Chi altro dovrebbe essere? Vabbè ho capito.. me ne vado” brontolò.
Lo bloccai.
“Non ho detto questo..”
Mi scansai lasciandogli un po’ di spazio sul letto e gli feci segno di avvicinarsi.
“Dai scemo! Vieni qui”
Senza farselo ripetere due volte si sdraiò accanto a me.
“Certo che sei permalosetto”
Fece una smorfia.
“Come sta il tuo cuore oggi?” mi chiese sistemando la testa sopra il cuscino.
“Sta aspettando, come sempre”
“Comunque tu non sei una ragazza qualsiasi. Se non fossimo chiusi in questo posto ti chiederei di uscire.. forse” disse vago.
“Non possiamo..”
“Ma noi siamo ribelli.. Il modo per uscire lo troviamo!”
“No” scossi la testa “Intendevo che io sono troppo grande per te”
“Ma che dici?!? Sono solo due anni di differenza!”
“Tre..”
“Fa lo stesso..” si girò su un fianco dandomi le spalle.
Davide era “Il Bello” del gruppo.. e lo era davvero.
I suoi capelli erano ricci e scuri, cadevano spettinati sulla fronte e inconriciavano un viso di un ragazzino quindicenne con lo sguardo fiero e brillante.
“E il tuo cuore invece come sta?” chiesi per rompere i l silenzio che si era creato.
“Non male..” questa volta si girò verso di me “Un rifiuto non è poi la fine del mondo” mi trafisse con i suoi occhi scuri quanto la cascata di ricci che aveva sulla testa.
Mi piaceva, ma non so se mi piaceva in quel senso. Con lui mi divertivo, trovava sempre il modo di farmi ridere e quando c’era da fare casino con gli altri Braccialetti noi eravamo sempre in prima fila.
Ci addormentammo senza più dire nulla, ci addormentammo abbracciati.
 
19 MARZO
Davide è strano, è giù di morale.
Noi stiamo organizzando una festa a sorpresa per Leo, oggi è il suo compleanno, e Davide se ne sta in disparte senza proferire parola. Ha detto solo che non era in vena di festeggiamenti, nel pomeriggio avrebbe avuto una risonanza da fare. Per me ci sta nascondendo qualcosa.
 
“Stella!” la voce di Davide risuonò nel corridoio.
Sporgeva dalla porta della sua stanza.
“Dove vai?”
“Stavo cercando qualcosa per il compleanno di Leo, vieni con me?”
“No, no” scosse i ricci “Tra un’ora ho la risonanza.. Ehm.. Ti va di farmi compagnia?”
Lo seguii in stanza e si mise comodamente seduto sul letto con le gambe penzoloni.
“Sei preoccupato?”
“Si, no, un po’..” fece una smorfia.
Mi misi seduta vicino a lui.
“Vedrai che andrà tutto bene” lo rassicurai poggiando una mano sulla sua gamba.
Però c’era ancora qualcosa che non mi convinceva.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto.
“Ehi..” lo richiamai.
Girò la testa di scatto verso di me facendo muovere i ricci.
Spostò il suo sguardo sulla mia mano appoggiata ancora sulla sua gamba e la spostò sul cuore, sul suo cuore.
“Mi chiedevo..” iniziò “So come la pensi, ma non ha importanza. Me lo daresti un bacio?” il battito del suo cuore aumentò leggermente.
“Non ti è bastato quello dell’altra sera?” risi.
“Anche piccolo va bene..”
Inchiodai i miei occhi verdi nei suoi marroni.
Non aveva più lo sguardo fiero e stronzo, al contrario, quel giorno Davide sembrava diverso e qualcosa mi diceva che baciarlo era la cosa giusta da fare, come se avevo solo quell’occasione, come se poi sarebbe fuggito via..
Gli sorrisi e lentamente avvicinai le mie labbra alle sue fino a sfiorarle, per poi unirle.
Mi abbracciò e posò la testa dul mio cuore.
“Il tuo cuore oggi sta bene, batte forte e, anche il mio è sereno”
Poi mi abbraccio meglio facendo combaciare i nostri cuori.
“Ora battono insieme”
Come poteva un ragazzo di 15 anni avere tutta questa sensibilità, come poteva arrivare a dire cose che nemmeno un adulto sarebbe in grado di dire e di provare?
Non so quanti altri baci mi ha rubato durante quell’ora, so solo che abbiamo giocato, riso e scherzato ininterrottamente.
“Ora è meglio che vai, quei rompicoglioni saranno qui fra un po’” brontolò.
“Ma no dai, li aspetto con te”
Non volevo andare via, c’era un qualcosa che mi impediva di andarmene.
“No, no vai, ti ho fatto perdere anche troppo tempo” insistette.
Mi avviai verso l’uscita controvoglia.
“Ricordati che tu non sei una perdita di tempo” dissi prima di varcare la soglia.
Sorrise.
“Aspetta!” mi ordinò cominciando a cercare non so cosa nel disordine del suo zaino.
“Ecco prendi” mi porse una felpa “Questa è la mia preferita, prendila tu”
“Ma..” provai a replicare.
“Niente ma prendila e basta!” me la lanciò addosso.
Era impregnata del suo profumo.
Ancora una volta il comportamento del ricciolino mi sembrò strano, come se sapeva che stava per accadere qualcosa di brutto.
“Sicuro che devi farti solo una risonanza?” gli chiesi secca.
Rimase per un attimo interdetto, per poi mimare un energico “sì” con la testa.
“Adesso vai, che poi diventa più difficile..” disse più a se stesso che a me.
Gli stampai un bacio sulla guancia, gli scompigliai i capelli e me ne andai.
 
Ancora non era tornato..
Noi stavamo tutti a festeggiare Leo, e Davide ancora non c’era.
Che fine aveva fatto? Possibile che una risonanza duri così tanto?
Non ero per niente tranquilla.
Rivolsi uno sguardo a Leo, Vale e Cris che ballavano felici. Non gli dispiacerà se mi assento per qualche minuto.
Cominciai a correre per i corridoi dell’ospedale, erano vuoti..
Corsi fino alla stanza di Davide, il suo letto non c’era. 
Trovai Toni accanto al letto di Rocco. Si girò con il viso solcato dalle lacrime.
“Toni cos’è successo?” mi chinai verso di lui cominciando a tremare.
Scosse la testa, non riusciva a parlare.
“Toni ti prego rispondi!” gli afferrai le spalle e cominciai a smuoverlo.
“Davide..” singhiozzò guardando Rocco.
No, non poteva essere.. dimmi che si sta sbagliando, dimmi che mi sto sbagliando.
Mi avvicinai a Rocco.
“Davide! Davide mi senti?”
Toni riusciva a parlare con Rocco, era in coma da otto mesi, intrappolato fra la vita e la morte. Dopo l’esperienza che aveva avuto Vale durante la sua operazione, Davide poteva stare lì accanto a lui.
Presi la piccola mano di Rocco, chiusi gli occhi e mi concentrai.
“Davide..” sussurai.
“Stella..” sentii una voce di rimando, la sua voce.
“Davide ti prego resisti”
“È troppo tardi ormai.. sto morendo”
“No, no.. non dire così!”
“Mi dispiace..”
“Non morire! Tu non devi morire.. Non puoi morire Davide!”
“Stella ho poco tempo, volevo dirti una cosa”
“No che poco tempo! Non lasciarti andare..”
“Ascoltami. Volevo dirti che mi piaci.. Mi sei sempre piciuta fin dalla prima volta che ti ho vista. Queste due settimane con te sono state divertenti, sei stata l’unica che non mi ha giudicato vedendo il mio carateraccio, al contrario, mi hai capito. Mi dispiace parlarti in questo modo, sapevo di dovertele dire prima.. ma non ci sono riuscito”
Ascoltavo in silenzio con le lacrime che scivolavano lente e calde sul mio viso.
“Un ultima cosa.. vedrai che prima o poi staremo di nuovo insieme. Ciao Stella”
“Davide no! Aspetta! Ti prego aspetta!” urlai con tutte le mie forze.
Silenzio.
“Non mi lasciare.. torna indietro..”
Ancora silenzio.
“Non è giusto..” singhiozzai.
“Davide..” scivolai in ginocchio accanto al letto di Rocco.
“Torna indietro..” le mie parole ormai si erano ridotte ad un sussurro.
Sentii una mano calda posarsi sulla mia spalla.
Era Toni.
Mi girai verso di lui abbracciandolo, ci lasciammo andare ad un pianto disperato increduli che il nostro amico di aveva appena lasciati.
 
28 MARZO
Una settimana. Una settimana ed era cambiato tutto. Una settimana dalla morte di Davide. Una settimana che piangevo senza tregua. Un mese che sto in questo fottutissimo posto.
Mi ero trasferita nella stanza di Rocco, sul letto di Davide. Portavo sempre la felpa che mi aveva regalato con me. Con gli altri Braccialetti avevamo deciso di prenderci un pochino della vita di Davide, di vivere e fare esperienze anche per lui.
“Stella!” la voce di Leo risuonò nella stanza.
“Ciao Leo..”
“Noi stiamo andando un po’ al “sole”.. vieni con noi?”
Sorrisi.
“Ti ricordi? Anche la prima volta che ci siamo conosciuti stavate andando al “sole””
Sorrise anche lui.
“Si che mi ricordo.. era un mese fa preciso!”
“Già..” sospirai.
Leo mi si avvicinò “Ehi.. forte mi raccomando, so che lo sei” mi abbracciò.
“Grazie..” gli dissi sciogliendo l’abbraccio “Comunque non posso venire.. oggi mi operano”
Essì, avete capito bene. Hanno trovato qualcuno compatibile con il mio corpo, con il mio sangue.. con il mio cuore, e fra poche ore ne avrò uno nuovo.
“Tranquilla?” mi domandò.
“Abbastanza dai.. Godetevi il sole anche per me”
 
Nuotavo in una piscina.
 Aspettate, come ci sono arrivata dentro una piscina se poco fa ero sotto i ferri per l’operazione? Vidi una luce, era la superficie nuotai per raggiungerla.
Finalmente fuori dall’acqua. Avevo addosso un paio di jeans e la felpa di Davide. Seduto sul bordo della piscina c’era un bambino.. No, non un bambino qualsiasi, quello era Rocco.
“Rocco!” urlai.
Mi saluto con la mano “Ciao Stella!”
“Ma cosa succede? Dove siamo?”
Domande inutili.. credo di aver capito dove mi trovo.
“L’operazione sta andando male vero?” gli chiesi.
“Si..” annuì il bambino “Senti!” e guardò verso il cielo “Le senti queste voci? Stanno cercando di farti tornare”
Effettivamente delle voci le sentivo, mi concentrai per capire cosa stavano dicendo.
“Dategli più ossigeno!”
“Forza  Stella riprenditi!”
“Che dici.. mi riprendo?” chiesi stupidamente.
“Questo dipende da te.. tu vuoi tornare lì?”
È vero.. nelle ultime due settimane non avevo molta voglia di vivere, mi ero quasi lasciata andare, non volevo nemmeno fare questa operazione inizialmente. Ma poi ho pensato.. io devo vivere anche per Davide, mi sono presa l’impegno di vivere anche per lui, di fargli onore. Devo vivere per i Braccialetti Rossi che in questi giorni ci siamo sostenuti a vicenda. Devo vivere perché ho resistito fino adesso, ho combattutto contro una brutta malattia, con un cuore malfunzionante e ora che sto uscendo da questo vortice nero non posso permettermi di lasciarmi andare.
“Si.. voglio tornare lì” confermai decisa.
Rocco alzò di nuovo la testa verso il cielo, le voci erano ricominciate.
 
“La stiamo riprendendo”
“C’è il battito nel polso”
“Respira.. Brava Stella, così si fa”
 
Improvvisamente mi sentii più leggera.. mi sentii felice.
“Rocco posso chiederti una cosa prima di andarmene?”
“Certo”
“Perché sono riuscita a sentire la voce di Davide e non riesco a sentire la tua?”
“Perché Davide ha detto una cosa.. e dal momento in cui l’ha detta si è formato un legame tra di voi”
“Ah si.. e cosa ha detto?”
“Il cuore che ora batte nel tuo petto è quello di Davide..”
Ora capivo quando ha detto che prima o poi saremmo stati insieme. Lui mi ha donato il suo cuore. Ora potevo veramente e pienamente vivere per lui.
Sentii la necessità di tornare, mi buttai in acqua.
“Grazie Rocco, ci vediamo dall’altra parte”
 
9 APRILE
Fissavo ancora la finestra senza guardare, quando la mia attenzione venne richiamata da Cris appena entrata in stanza.
“Allora oggi ti dimettono..”
“Eh si..”
“Mi mancherai”
“Anche tu mi mancherai Cris”
“Mancherai anche a noi!”
In quel momento entrarono anche Vale e Leo nella stanza, seguiti da Toni.
“Mancherai pure a me eh” disse con l’accento napoletano.
Scoppiai a ridere.
“Ragazzi niente addii.. lo sapete che non mi piacciono!”
“Nessun addio, promesso! Ma abbiamo un regalo per te” disse Leo entusiasta.
Cris uscì dalla stanza per poi rientrare pochi secondi dopo con una tela gigante.
“Ovviamente l’artista è Vale.. ma abbiamo contribuito anche noi”
Leo e Vale girarono la tela  per rivelare un bellissimo disegno: eravamo noi sette Io, Leo, Vale, Cris, Rocco, Toni e Davide.. al polso avevamo un Braccialetto Rosso, lo avevo anche io e insieme stavamo tenendo un cuore, un pezzettino per uno, con al centro scritta la parola “VITA”.
Era forse la cosa più bella che avessi mai ricevuto, gli occhi cominciarono a bruciare ma non riuscivo a trattenere le lacrime.. questa volta però erano lacrime di gioia.
“Mannaggia a voi.. mi avete fatta piangere!”
Ridemmo tutti insieme.
“E le soprese non sono ancora finite” annunciò Vale.
“Io però ho finito le lacrime!” ribattei.
 “Allunga il braccio” disse Leo avvicinandosi a me.
Feci come aveva detto lui, lo vidi sfilarsi un bracciale rosso dal polso per poi infilarlo nel mio.
“Watanka..” sussurrò.
 
Dopo aver salutato tutti i ragazzi l’infermiera mi aveva avvertito che i miei genitori mi stava aspettando nell’atrio. Presi le mie cose, salutai Rocco e uscii dalla stanza.
Fuori incontrai un uomo e improvvisamente il cuore cominciò a battere più forte.
Sapevo chi era, e a quanto pare lui stava aspettando me.
“Tu sei Stella?” mi chiese l’uomo.
“Si..” confermai “Lei è il padre di Davide.. vero?”
Il signore annuì.
“Sei proprio come t’immaginavo.. Davide mi parlava sempre di te”
Il battito del mio cuore aumentò di nuovo.
“Ci teneva davvero. Quando ha saputo che si doveva operare si è subito informato per sapere se in caso non ce l’avesse fatta avrebbe potuto dornare il cuore.. Lui lo sapeva fin dall’inizio”
Lo ascoltavo in silenzio, incapace di parlare.
“Grazie per essergli stata vicina, grazie a te e agli altri che siete rimasti con mio figlio fino alla fine.. Aveva un carattere difficile lo so, ma..”
Lo abbracciai. Solo questo riuscii a fare, lo abbracciai stretto a me. E poi feci come aveva fatto Davide con me, presi la sua mano e la posai sul mio petto. Il cuore batteva forte.
“Sono io che devo ringraziare a voi.. E soprattutto Davide. È vero, non era di certo uno zuccherino, ma era in grado di amare più di un adulto”
 
Forse, alla fine, non è stato  male venire in questo ospedale dopo tutto. Ho imparato da ognuno di loro.. l’amicizia, l’amore, il coraggio.. l’importanza della vita.
 
Mamma raccolgo i pensieri e sono tutti annodati del buio
Di un giorno di sole d’agosto, nel giorno d’inverno d’agosto.
Gioco con i miei pochi anni, conto gli angeli in cielo
Forse mi fanno uno scherzo.. o sono alla prova..
Forse mi lasciano da solo.
Ho pagine ferme di un libro prezioso che gli altri hanno letto e io ho solo guardato
E mentre correvano tutti mi sono fermato.. In un giorno di scuola.
Per tutte le volte che non sai se dirmi che passa o non passa mai.
Tu non ci pensare e asciuga le lacrime agli occhi, oppure..
Ricordami il tempo di un fiore che nasce da un altro che muore..
E stai qui..
PAOLA TURCI - TULIPANI
 
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Intanto volevo chiedere scusa per quelli che seguono la mia fanfiction “Teenage Dream” ma quest’anno ho la maturità.. e per mancanza di tempo mi risulta difficile dedicarmi ai capitoli. Oggi però ho voluto fare un’eccezione, ho voluto dedicare una One – Shot a Davide di “Braccialetti Rossi”. Non so quanti di voi seguono la Fiction ma ve la consiglio perché è veramente bella.
Ho voluto fare questa cosa perché mi ha toccato profondamente. Purtroppo per chi non vive questa realtà in prima persona, non si rende conto che queste sono cose che succedono tutti i giorni. Non si rende conto di quante storie può contenere un ospedale.. e di quante lacrime si vorrebbero versare, ma ci si deve fare forza. In questi casi solo quella serve forza.. e tanto tanto coraggio.
Ora, questa è una fiction televisiva, ma rispecchia in pieno la vita reale, e noi dobbiamo cogliere tutti gli insegnamenti e i messaggi che il regista ci vuole lanciare. Prendiamo esempio, diamo un senso alle cose che facciamo e non disperiamoci se mamma ci ha comprato un Galaxy invece che un Iphone.. perché chi sta in un ospedale non ha niente, ed è più felice di noi, impara ad apprezzare le cose belle della vita e a viverla giorno per giorno.
  
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