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Autore: Darik    28/07/2003    0 recensioni
Quando ti rendi conto che anche una singola frase avrebbe potuto cambiare tutto. Forse.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SE TE L’AVESSI DETTO…

 

CAPITOLO UNICO

 

Era un caldo pomeriggio, come ormai d’abitudine sulla Terra del Second Impact.

Nell’ampio cimitero che si erigeva in una piana semi-desertica  non c’era nessuno in quel momento, tranne un uomo abbastanza anziano, alto, con un vestito grigio, che camminava con in mano un piccolo mazzo di fiori.

Il vice-comandante della Nerv, Kozo Fuyutsuki, si aggirava tra le lapidi, tutte uguali tra di loro, croci di pietra grigia. Solo il nome e la data incise su di esse permetteva di distinguerle.

L’uomo si fermò davanti ad una di queste croci, sulla cui base c’era già un  mazzo di fiori.

Sulla croce c’era scritto: “YUI IKARI 1977-2004”.

“A quanto pare Ikari e suo figlio Shinji se ne sono andati poco fa” commentò Kozo a bassa voce osservando la croce.

Nella mente dell’uomo, leggendo il nome sulla lapide, tornarono a galla le immagini di Yui, una ragazza bellissima, dolce, ma anche determinata e soprattutto molto intelligente.

A chi l’avesse vista anche una volta sola, sarebbe sembrata una sempliciotta, per via della sua espressione semplice e pacifica.

Ma in lei era celata in realtà un’intelligenza mostruosa, che la rendeva superiore a molti suoi colleghi “maturi”.

Fuyutsuki ricordava ancora la prima volta che la vide, quando si parlarono a riguardo di quel documento scritto da lei, un saggio sulla biologia metafisica. Ed era davvero un lavoro entusiasmante, sembrava incredibile che in cosi poco tempo una donna tanto giovane avesse superato tutti quegli scienziati che da decenni lavoravano alla stessa materia e non erano approdati a nulla. E fu quella la prima cosa che colpì Fuyutsuki: la giovane età di Yui. Sembrava appena uscita dalle scuole superiori e aveva un aria cosi semplice, che pareva avere ancora tutto da imparare.

La seconda cosa che lo colpì fu il suo aspetto: non era assolutamente   come se l’era immaginata all’inizio. Di solito questi geni precoci sono dei pezzi di ghiaccio, tutto studio e niente emozioni. Oppure in alcuni casi non sono neanche veri geni, ma semplici furbastri che vanno avanti a suon di raccomandazioni. Ma questa seconda possibilità fu subito scartata da Kozo: quel saggio era troppo ben fatto per non essere opera di una persona dotata di vero talento.

La prima possibilità invece fu cancellata dalla vista di Yui: si capiva chiaramente che non aveva alcuna intenzione di rinunciare a vivere, di chiudersi in un laboratorio a invecchiare davanti a un monitor.

Queste prime constatazioni di Kozo su Yui, sin dal primo incontro, fecero scattare qualcosa in lui. E Fuyutsuki se ne accorse immediatamente (per questo durante tutto quel primo colloquio con Yui mantenne una certa espressione imbambolata che fece sorridere velatamente la giovane donna).

Poteva essere una… cotta amorosa?

No, impossibile. Fuyutsuki rigettò all’istante quel pensiero. Lui aveva ormai più di quarant’anni, aveva da poco vinto la cattedra di insegnante all’università di Kyoto. Da anni attendeva quel momento. Non poteva quindi perdere tempo con un infantile infatuazione per una persona molto più giovane di lui, neanche fosse un ragazzo.

Però sperava di poter lavorare ancora con lei, di rivederla altre volte nel laboratorio dell’università oppure durante delle ricerche. E a questo desiderio, che poteva implicare un infatuazione amorosa per Yui, cosa rigettata da Fuyutsuki, l’uomo si autogiustificò dicendosi che voleva lavorare ancora con lei per il bene della scienza

Ma fu proprio durante quella prima discussione che Yui toccò l’argomento matrimonio: non con lui, certo (anche se Yui doveva istintivamente fidarsi di Kozo per raccontargli un aspirazione cosi personale), ma con un tipo di uomo per quel momento indefinito. Yui si affidava al suo istinto per trovarsi un compagno.

Sapere questo, da un lato rallegrò Kozo perché era bello mettere su famiglia, e lui stesso si stava pentendo di non averlo fatto, ma dall’altro provò una strana inquietudine. Cosa poteva essere? Gelosia?

“Sciocchezze” pensò il professore rimettendosi la lavoro e congedando Yui.

Comunque non sarebbe stato facile per Yui trovare un uomo adatto: lei era cosi speciale, e quindi anche il suo compagno doveva essere speciale.

Quel compagno Fuyutsuki lo avrebbe conosciuto dopo un po’. Ed era si speciale, ma non come immaginava lui.

Si chiamava Gendo Rokubungi, sul suo passato non si sapeva niente, però doveva aver adocchiato Yui, e quando fu arrestato, probabilmente per disturbo della quiete pubblica, e  fece il nome di Fuyutsuki come suo garante, nonostante in realtà non si conoscessero, doveva essere tutto un piano per conoscere lui, o Yui. Oppure entrambi.

L’incontro tra i due uomini sarebbe finito quel giorno sicuramente, perché Gendo aveva fatto davvero una pessima impressione a Kozo, appariva un tipo losco, poco affidabile, pronto a camminarti  sulla faccia pur di raggiungere i suoi scopi, se in seguito non fosse successo che facendo una passeggiata con Yui, questa avesse rivelato a Fuyutsuki di avere iniziato una relazione con Rokubungi.

Fuyutsuki quando lo seppe, se già esternamente apparve sorpreso e scettico su questa scelta della ragazza, dentro si sentì esplodere: “Cosa? Una ragazza cosi dolce e intelligente, che si mette con un tipo del genere? Sarebbe come unire un angelo con un diavolo!” pensò allibito.

Una moltitudine di sospetti si insinuò nella mente di Fuyutsuki, cercava di spiegarsi come mai Yui avesse scelto un tipo simile. Forse l’aveva plagiata, in fondo Yui, data la sua giovane età, non aveva ancora molta esperienza della vita, mentre quel Gendo era già un uomo.

Fuyutsuki cercò di nascondere a Yui questi pensieri dandole le spalle, stavano camminando in un boschetto vicino all’università.

Il suo primo istinto fu quello di prenderla per  le spalle e scuoterla, come se volesse risvegliarla da un simbolica ipnosi in cui l’aveva fatta cadere Rokubungi per convincerla a stare con lui: “No Yui! Non puoi farlo! Quel Gendo ti rovinerà la vita! Lascialo perdere!”

Questo avrebbe voluto gridarle.

Ma non lo fece, ne diede a vedere una simile intenzione, per due motivi: il primo era che Yui avrebbe potuto indispettirsi per il tentativo di Fuyutsuki di condizionare la sua vita. Poteva dirgli: “Professor Fuyutsuki, come si permette? Io non sono una bambina, e sono in grado di fare le mie scelte”. E aveva ragione, lui non aveva alcun diritto di interferire con la vita di Yui, che solo in apparenza, data la sua semplicità e spensieratezza, poteva apparire ingenua, ma non lo era affatto.

E il secondo era che Fuyutsuki si stava comportando come se fosse in preda ad un attacco di gelosia, cosa che lui rifiutava di accettare. Ma era questa in fondo la causa del suo comportamento, la gelosia. Perché Fuyutsuki era innamorato di Yui, anche se lui rigettava tale pensiero. Ma l’amava (e non era l’unico, perché Yui  era molto popolare tra i maschi dell’università. Un po’ tutti, quando passava, si voltavano a guardarla, ma nessuno si dichiarava, in parte per timidezza e in parte perché quello era un ambiente scientifico, serio, non c’era spazio per patetici sentimentalismi).

Per questi due motivi, Fuyutsuki non fece alcuna predica a Yui, che fino a quel momento aveva osservato in silenzio il professore immerso nei suoi pensieri, e le disse pacatamente: “Credo che potrai trovare in giro persone più simpatiche di lui”.

Yui però ribatté con calma che Gendo non era affatto il tipo losco che sembrava, e che bisognava conoscerlo per capire che era un brav’uomo.

Kozo non era tanto convinto, ma volle fidarsi del giudizio di Yui, e poi le apparenze spesso ingannano, quindi era possibile che si fosse davvero sbagliato su Gendo.

Fuyutsuki aveva soffocato i suoi sentimenti, ma qualcosa continuava a tormentarlo, quel suo cuore non voleva arrendersi.

Allora Kozo tagliò corto con se stesso: “Se il destino lo vorrà, mi dichiarerò a lei”.

E il destino sembrava proprio non volerlo, visto che dopo pochi giorni Yui si trasferì, e insieme a lei Fuyutsuki non vide più neanche Gendo.

Volendo il professore poteva sapere dove fosse andata , ma non lo fece, ufficialmente perché voleva lasciare Yui libera di vivere la sua vita, in realtà perché temeva che se l’avesse saputo, gli sarebbe venuta la tentazione di raggiungerla.

Ormai credeva che Yui fosse un capitolo chiuso della sua vita, sperava solo che non fosse andata con Gendo.

Cosa che non  avvenne, visto che dopo il Second Impact, durante quella spedizione di ricerca sul luogo dove una volta c’era il Polo sud, Fuyutsuki rincontrò Gendo, che si era sposato con Yui e ora ne portava il cognome.

I due avevano anche avuto un bambino, che era stato chiamato Shinji.

Fuyutsuki rimase molto sorpreso da questa  notizia, e in parte anche deluso, perché sperava che Yui si fosse scelta un altro uomo. Però il loro matrimonio sembrava essere iniziato bene, per cui…

In seguito Kozo rivide Yui quando quest’ultima lavorava con il marito in un centro di ricerca chiamato Gehirn.

Ma ora basta, Fuyutsuki non voleva ricordare queste cose, perché rientravano in quella parte della sua vita  che andava dopo il Second Impact. Una vita  completamente diversa dalla precedente. E davanti a quella tomba, vuota perché non c’era nessun cadavere sepolto li sotto, Kozo aveva voluto rievocare solo ricordi in un certo senso piacevoli. Piacevoli non perché aveva coronato il suo sogno d’amore con Yui, naturalmente, ma perché almeno erano ricordi “normali”, che potevano essere capitati a chissà quante persone. Invece nell’altra parte della sua vita c’erano gli intrighi della Seele e della Nerv, le battaglie tra Evangelion e Angeli, che la rendevano unica e certo non piacevole.

“E cosi eccomi di nuovo qui,  Yui” disse l’anziano uomo “anche se so che il tuo corpo non è qui, mi piace venire a parlarti in questo posto. Ha un suo valore simbolico. Sono venuto tante volte, sempre subito dopo Ikari per non indispettirlo. Oppure lui sa e lascia correre, non è il tipo che si fa prendere dalla gelosia. Sai, ci sono momenti in cui mi chiedo cosa sarebbe successo se quella volta, durante la passeggiata nel boschetto dell’università, ti avessi rivelato il mio amore per te. Se te l’avessi detto… sarebbe cambiato qualcosa? Chi può saperlo. Forse si o forse no”.

“Ma ora non ha più importanza, ormai non ha senso pensare al passato, il progetto che Ikari, prima con te, poi con me, sta controllando, prosegue, e se tutto va bene, forse un giorno ci rivedremo, un giorno non troppo lontano credo. Perché è questo il vero motivo per cui aiuto Ikari, per rivederti. Si, è vero, lo faccio anche per modificare il piano della Seele e renderlo meno mostruoso, ma è un motivo secondario. Per te invece era il motivo principale, vero? Quando hai deciso di sottoporti a quell’esperimento nel 2004, non ti ha costretta nessuno come si è poi detto in seguito. E’ stata una tua scelta. Hai voluto preparare quel piano alternativo a quello della Seele insieme a Ikari, poi ti sei sacrificata per renderlo reale, affidandone la continuazione a lui. E a me. Perché io godevo della tua fiducia. Cercherò di non deluderti Yui, e spero davvero tanto di rivederti, anche solo per un attimo”.

Fuyutsuki si chinò e pose il mazzo di fiori a terra, vicino alla lapide.

“Arrivederci Yui” disse l’uomo salutando con la mano e allontanandosi.

Avviandosi verso la macchina, il vice-comandante continuava a pensare: “Se te l’avessi detto… cosa sarebbe successo?”

Lo si poteva solo immaginare.

FINE

  
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